G A L E O T T O
MANFREDI
iPRINCIPE DI FAENZA TRAGEDIA
Di VINCENZO MONTI
IN VERCELLI
1804.Nella Stamperia di Francesco Zanotti-Bianco ed
m
Novarapresso il Librajo. Gioanni Battista Rusconi.
'
.
A
CuijilizedbyGoogle
PERSONAGGI.
• ’GALEOTTO MANFREDI
» '«
,
MATILDE BENTIVOGLIO.
*t
ELISA.
UBÀLDO
degli Accarisi»ZAMBRINO.
„* *
ODOARDO.
*RIGO.
.
GUARDIE,
che non parlano..La
Scena e in Faènza*DigitizedbyGoogle
ATTÓ PRIMO
3
SCENA
I.«
Zambrino, Ubaldo.
Zam. T-Jbaldo, udisti?
Uba. Udii, Zambrino.
Zam.
IntendiQuell’acerbo parlar?
Uba. L’intendo assai.
Zam.
Di
profondi sospetti ingombra è certoLa
gelosa Matilde. In altroamore Traviato, ella teme il suo Manfredi,E
complice ticrede.Uba. E
tu sei quello,Che
tal credenza le risvegli in petto.x
Questo ancora v’aggiungi.
Zam. A
torto oltraggiL’onor mio, la mia fè.
Come
potrei. Dir cosa che non penso?
Uba.
. # Altro nel core,-,
Altro sul labbro d’un tuo pari. Indarno Tenti sedurmi; io ti conosco, e basta.
ZAfà.
Quando
parli così, dunque son’io,Che
mal finora ti conobbi.Uom
giusto Io t’estimava, e più discreto amico;Iom’ingannai,
mi
credo.Uba.
E
che? ZambrinoFra gl’amici
mi
conta:Eh,
via; correggi Questo pensier:non lusingarti. UbaldoNon
è largo d’affettia chi l’ingannaU
A
chi degli altri la caduta anela~
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Per sollevar se stesso;'a chi possiede Il gran talentodelle corti, l’arte D’accarezzar chi si odia, ed insegreto Tradir per zelo, ed infamar pervezzo.
Zam.
S
e malvaggio mi credia questo segno, 10ti compiango, Ubaldo, e ti perdono»
Se temi, che a Matilde abbiaqualcuno Posta in sospetto la tua fe, bentemi.
DÌ calunnie giammai non fu penuria.
Nè
dicredule orecchie.Anch’iom’accorgo.Che
fu sedotta l’iraconda donna;Ma
scusa:A
moglie innamorata, ilvedi,E
timore,ed amor van sempre insieme.D’altra parte, non senza altomotivo Di Manfredi cangiato*, ella paventa
11 coniugale affetto.
Uba.
E
dove fondaLesue paure? •
Zam. Sul cercarlaei poco.
Lasciarla presto, edevitarla spesso;
Nè
mai parlarne, e dimandarne mai.£
s’egli avvenga poi, che 1’.infelice.Nell’abbondanza del dolor, talvolta In lamenti prorompa, ed in'rampogne.
Taciturno lastanza egli passeggia,
Nè
si discolpa, e dispettoso, e fosco Volge a un trattole spalle,el'abbandona.Ed
ellapiange allora, e si scapiglia,E
straccia iveli, ebatteipiedi,equanto Viene incontro allaman
tutto rovescia,E
rabbiosa il calpesta; infinchèpoi Stanca, spossata dal furor s’asside, E'traendo un sospir raddoppia il pianto.Uba. Zambrin m’ascolta, e se gentili e dolci Le mie parolenon saran,
mi
scusa.DigitizedbyGoogl
In te solo Matilde, (e chi l’ignora? ) Pone del cor la confidenza, e tutti
Tu
ne conoscii moti, ed ipensieri;E
sai guidarla, circondarla, e lungi Tener qualunque, e vigilarvisopra,Come
cane che ringhia in su la preda.Manfredi anch’ esso a te sifida, erama,
E
tu tradisci entrambi.Zam. lo litradiscor
Io?
Uba.
Tu
medestnoregiustoèben, chealfianco Ogni regnante s’abbia il suo Sciano;E
fortunatochi ne conta un solo.Tu
li tradisci,tei ripeto; ecerto Son del miodetto,come
ilson,chequesti.Sì, che questiè Zambrino.
Zam. Iodel
mio
prenceTraditorfarmi? e per qual fin tradirlo?
Uba.
T
u tei saprai,non io chenon locerco,E
cercandoloancor vano saria,
Che
troppo vasto, e tenebroso abisso E’ il cuor d’uncortigiano.Egli potrebbe Però strapparsi finalmente il velo;E
guai, Zambrino, se si squarcia, guai;Tu
rientri nel nullaonde sortisti,Tu
vaidispersocome
polve: e bada Ch’io t’osservo,e nont’amo.Zam.
E
cosìvuoiDirmi che m’odj; nonè ver?
Uba.
Non
t’odio.Ma
ti disprezzo.Zam. . 11 tuo disprezzo ungiorno
Potrà farsi timor. .
*
Uba. Sì, quando Ubaldo
Diventerà Zambrino.
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Zam. ' fc che pretendi Perciò dedurne? In questo petto alberga
Un
anima d’onor...ma
disdegnarmiNon
so,nè posso;eobbliartutto io voglio,’Tutto.
Una
legge, che tu mal conosci.Amor
per odiomi
comanda, e amico Pur tuo malgrado ti sarò.Uba. Zambrino
,
Vuoi che amicoticreda? ebben, comincia
. .Dal dirlo
meno
, anzi più mai; deponi Queste sembianze mansuete,e pie)Nè
sì di leggi osservator vantarti,‘
Nè
perdonar sì facilmente: offeso Sentifoffesa;e se ti.scalda il petto Pur scintilla d’onor, faeh’ iolavegga Brillar su quella spada. • Zam.( osservando) . Ecco Manfredi.SCENA
II.m *
Manfredi, Odoardo,
e detti.Man. X-
eggi,Odoajdo,questofoglio,e fremi. , 'Vedi quale sifa per la provincia Della mia potestà, del
nome
mio Orrendo abuso. Vedimodo
indegnoDi
riscuoter tributi...All’uopo entrambi Vi ritrovo opportuni.Zam. In volto isegni.
Signor, tileggo di tristezza. Al nostro Zelo svelarne la cagion ti piaccia.
Man. A
questoappuntovi cercai.La nuova >Gravezza imposta, e l’inumano stile
Del barbaroesattor, tutta intumulto
’Giàpon Faenza,elecastella,e quante
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Àbbiam
terre soggette.Inogni parte Suonan querele, ed è ciascunaun tuonoChe
miscorre sul’alma,erompe
ilsonno Dellemienotti. Sopportarnon posso Tantorimorso,evuo
1placarlo.E’dunqueMio
desiderio rivocarprudente • # L’abbonitotributo. Avete,amici,Nulla d’opposto al
mio
desir? Parlate.Zam. Ubaldo prima ilsuo pensier produca.
Uba. Il
mio
pensiero manifesto il feci,
Quando
alfatai tributo ioquir.i’opposi In questo luogo, e periglioso ildissi,
Funestoil presagii. Fumantii campi . Son di strage,io gridai: Vuotedisangue
Abbiam
levene, e ancor dolenti, e rosse Le cicatrici. Su la sponda intanto Sta del Viti a lavar sue feriteLa
gelosa Ravenna, e minacciando.Del venetoLeon l’aita implora.
Di
fuor molt' odio de’nemici; e dentroTimor
ne stringe di civil tumulto.E
meditiam gravezze?E
quelmedesmo
Braccio s’opprime, che pregar tra pocoDi
soccorso dovrem?Nessuno
iotacquiDi
questi oggetti;ma
prevalseallora Ilparer di Zambrino: ilmio
sprezzossi,E
sprezzar si dovea, chenel contrasto- Severoparlator sempredispiace;Ma
non seppi adular.Zam. ,
Ned
altri ii seppe.Se diverso opinai, lo persuase
' Del principeil bisogno.
Uba.‘
E
Si vedrannoDel principe glieditti ognorparlarci Del suobisogno,nògiammaidelnostro?
•. • DigitizedbyGoogle
8
Ma
qual bisogno?Zam.
E
chi noi sa? DeserteSonole rocche; affaticata, e poca
,
La
soldatesca.E
se ne coglie intanto D’ armi, e d'oro sprovvisti ilfiernemico Chi pugnerà per noi?Dove
difesa.Dove
coraggio troverem?Uba. Neljpetto.
Nell’amor de’ vassalli. Abbiti questo
.
Signor, nè d’altro ti curar. Se tuo Delle tuegentièil cor,sollevaungrido,
E
vedrai mille sguainarsi, e mille ducenti ferri, e circondarti il fianco;Ma
se loperdi, un milion di franchiNon
t’assicura.Non
ha forzailbraccio.Sedalcor non la prende; e tu sarai *
r Fra tante spade disarmato, e nudo.
Zam.Nell’amor dunque di sue genti, debbc Tutta unregnantecollocarla spefne?
Nell’amor di sue genti?
Oh
,tu conosci Il popol veramente._Uba.
Un
gregge infameConoscoancora: dellacorte i lupi,
Che
per empirsi1’affamato ventre Suggonoil latte d’innocenti agnelle.Ragionleggiadra di tributi invero?
Perchè fumin più laute, ed odorose Levostre mense, e vi corchiate ilfianco In più morbido letto, e più sfacciati * V’empianle saledi tumultoi servi;
Far che pianga l’onesto cittadino, L’ utileartista, che previen1’aurora
A
sudar per chi dorme, ad affinargli Il piacer della vita, e la mollezza.Far che lo stanco agrieoi tor la sera
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I
Rieda all’albergosospirando, evegga D’ intorno al focolar mesti, e sparuti Consorte, e figli dimandar del pane,
E pane non aver.
Ah
| ti scolpisci Questaimmago
nell1alma:eall1amor mio, Signor, perdona, se parlai sincero.
'
Man.
Vieni,amico,almioseno;equestoamplesso Ti risponda per me. Dolcediventa Sul labbro tuola verità: mi credoDegno
d1udirla; e parlami, se ni’ami,
Sempre così.
Non
piu contrasti.Iovoglio Jfrivocatoil tributo;e tu va, scrivi,
Odoardo, e provvedi. '
Odo.
Ad
ubbidirtiVolo, signor. Il cancellato editto Gran pianto ti risparmia.Ogni viiprezzo
D
1argento,e d’oroeglierauncorperduto.(parte ) Zam.Bada, signor,che inavvenir,funesta
La tuaclemenza non ti sia. Profonda Ferita è qùesta al tuo poter»
Non
lice Ai principepentirsi.Man.
Il so» conosco,E
la detestoancor questa superba Politica di sangue e di rovina.Non
più,partiZambrino.Or non hod’uopo De’tuoi consigli.Zam.
( Ad.Ubaldo) (Al tuolivorsorride Fortuna, Ubaldo: esulta,iltempoèquesto D’opprimere Zambrin. ) (parte,
)
Uba. (Volpedi corte,
Va pur tranquillo:ionontitemoancora)
*
;•
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IO
SCENA
III.Manfredi,
Ubaldo., r-|
Man.
gli parte confuso. AcerbamenteTu
lo pungesti. In avvenir, ti prego,Non
l’oltraggiar.M’
è dura cosaalbanco Aver due spirti assai provatj, efidi;Ma
d’indolediversa,ed inimica.Uba.
Non
è miacolpa.Man. Neppur
mia, lo spero.Uba.Sarà dunquedelfato.
Man.
Orsù, l’intendo;Mutiam
soggetto, e ragioniam di cosa.Che
piùmi
tocchi. Parlami d’Elisa,
Oh
, dio\ d’Elisa? Proferirne ilnome Non
so senza tremar.Uba. _ Meglio diresti,
Senza arrossir.
Man.
Sì,n’arrossisco: e soloChe
nominar Yascolti, entrole vene «Par che rivodi foco
mi
trascorra,E
m’ascenda sul volto, e manifesti Il grande arcano, che a te solo è noto.Uba.
A me
solo finor:ma
sussurrarne Presto udrai mille bocche.E
giàMatilde In gran tempesta disospettiondeggia.Nulla scoperse ancor;
ma
d’un’amante Chi puòl’occhio ingannar?TornaintestessaE
tisvelli dalcor tanta follìa.Man.
Ionoi posso. ' ,Uba. Ilpotrai, sesordoalgrido
Non
saraidiragion.Man.
Questa vantataRagion, de’Éostriaffetti imperatrice,
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IX, Non
è quel che sicrede. Ella sparisceQuando
1’alma'è sconvolta,e burrascosa.Il freddogelde’suoi consigli è
meno
,
D’una stilla, checade su le
vampe
Digran fornace. m
Uba. Io
mi
smarrisco.Man.
' ‘ 'Amico,
Giànon escusola mia colpa. Iotutto
Ne
comprendo V orror,ma
tumi
dona Quella pietà, cheame medesmo
ionego.Uba."Si, ticompiango.
Man. E
noi demerto.Oh
cielo*Un
affetto, che priasol d’innocenza Avea sembiante, emi parea pietadeJ
Come
mai non amarla? I suoi natali Le acquistavanrispetto. Era costrettaDi
Ferrara a fuggir per odio,etemaDi
quel prence nemico. Era infelice;Era bella,e piangea. Poisìgentile D’atti,e dimodesta...Ubaldo,
A La
virtùmi
sedussei in altra guisaAbborrita l’avrei. Quella divina Dolce attrattiva di pudor,
mi
vinse,
E.i sensi m’vvampò. Tentai più volte Smorzarle fiamme;
ma
bramai che vano Fosse losforzo, eilfu,chetroppom’era Caro il periglio, e più mi feaspavento Della perdita mia la mia vittoria.Uba. Signor,tuostatoè fieroassai.Lapiaga Sanar sipuò d’una beltàmalvagia;
Chè
incor bennato,amormainaloèbreve;Ma
beltadeè fatai, quandoè pudica
,
Che
pretendiperò?Questodelirio,
Questa follìatidisonora.
Man. *
TI veggo,DigitizedbyGoogle
Il sento.
(Jba.Il tuorimorso lacondanna.
Mah.
Uba.
E
che ne speri?Man. Non
loso.Uba.
Noi
sai?Ascolta dunque, iotei dirò. La benda lo squlrcerò, che sì t’offusca ilumi:
Amar
non è che desiar.Ma
guarda Fra il il tuo desire, e il desiato oggettoUn
intervallo orrendo si frappone,
E
per varcarlo, calpestar t’è d’uopoFama
ed onor: degliuomini,e delCielo Le leggiviolar: Spegner per via Cento rimorsiper crearne mille,‘
Che
poi Tarantidetestar la luce.Tremar
nell’ombra, e trabalzar nelsonno.Allor ti grideranno, e fia quel grido
Un
muggitodi tromba: un’innocenteTu
seducesti, e abbandonasti ingratoUna
teneramoglie, che di pianto Bagnail letto.deserto.E
inchetispiac§ueLa
sventurata? Inchet’offese? Ivezzi Gli aveacelesti, nè il suocor conobbeUn
sospiro, un desìo, che tuononfosse.Incostante t’
amò
: che non avria Fatto fedele? edella ancor t’adora,E
tiperdona.Ah
,miosignor, deh,torna, Tornale inbraccio, palpitar la senti Contro il tuo seno, e cangeraiconsiglio.
Sì
,
gli amplessi di moglie,oprence mio, .
Son possenti, e divini; unadolcezza Spafidon su l’alma,che rapisce, e sola
T
uttiassorbegli affetti:Andiam,vienmeco.Già sei
commosso,
a consolarlaandiamo.Via, t’arrendi signor.
(i incammina)
Man. Ferma;
venirne Veggo Elisa, e Matilde.Oimè
1 S’eviti Questo incontro fatai; d’Elisain facciaMi
tradisco,se resto.(partono ).
S
C E N A IV.
i
/
Matilde,
Elisa.Mat. J*
glimi
fugge.Il
mio
cospettolo funesta, e un guardo,Neppure
un guardomi
donò l’ingrato.Tu
lo vedestiElisa.Eli.
( AhiJ chedirposso?
Mi
mancailcor.)Signora,eiforseingombra
Ha
di curelamente, e tuben sai,
Che
dichi regna, tenebrose, emute
Sono le cure. Alla maggior grandezza Del suo dominio, allosplendor di questa Cittàvaga, e possente, allaquiete Dell’afflittaprovincia, isuoi pensieri Sai,che tutti egli dona, e il suo riposo»Sai, che lo stato combattutoè sempre Da’molestinemici: e vuoi chelieta Egli mostri lafronte, e ti sorrida?
Mat.
Invanlo scusi, generosa amica.Non
della mente,ma
del cor son figlieLe
cupe sue malinconie. Gran pezza E’eh’ io 1’osservo; e sed’amor ben notiMi
sonoisegni, eglid’amor sospira.Conosco miaragion, stolta non sono.
Nè
s’ingannalamoglie.Eli.
Eppur
soventeTu
l’udisti giurar...Mat.
Qual fede adessoDigitizedbyGoogle
»
14 ' ' .
.
A
giuramenti? Ogniribaldo giura:E
mille volte aneli’ei stretto almio
seno Giuròd’amarmi, e chesaria fedele.Ed
eccomi
tradisce,e già misprezza,
MiseraJ eil voltomiopiù non
comanda
Sul cor dell’incostante.Or
che fanmeco
Questi vaniornamenti? Itenelungi,Pompe
infelici; almio
dolorsconviene Si bugiardaapparenza,em'importuna.Eli.
Deh
, calmati, e te stessa,eiltuodecoro,
Non
obbliar così.Mat. No,
no, prendiamoVestimenti più vili.
A
chi degg’io Più nudrir questo seno, e questechiome?Lasciatoleincolte,e disadorne. Un’altra
A
dannomio
frattantole coltiva,E
s’affaticadi parer piùbella.Piùbella?..Ahilassa!
E
sed’unvansospetto Ioin’afflassi veramente?ed altra Del turbamento suofosse lafonte! Seun ignoto disastro i suoi pensieri In tempesta tenesse?...Ah
,torna Elisa;Tornatenprego, a discolparlo; il mio ;
Desiderio lusinga, ancor fedele Dipingimi il
mio
sposo, e se lo puoi Mostra cheingiusta iosono, echedeliro. i‘Eli.Cessa,
mi
strappiil cor, cessa. Sedotta y- Sei dal tuo caldo immaginar. Manfredi, Sì,Manfrediè innocente, e tu t’inganni.Mat.
Innocente Manfredi, e m’abbandona?Egli innocente,e non tien ponto il crudo Delle lagrimemie!
No
,mi
tradisce;Chi nonlovede? L’infedehm’abborre;
Certa ne sono, edel suocor m’ha priva,
Nè mi
resta cheil pianto.DigitizedbyGoogte
Eli. • _
(Io
non resisto. .Cielo! consiglio.) (piange )
Mat. E
tupurpiangiElisa?Ah
,lascia cheti stringa:il tuo dolore Dolcemi
desta tenerezza, e scopre Ditua beli’almala pietà...Ma
dimmi:Del
mio
consortela bontà, i’affetto Ti distinguetalvolta,e lieta iosono,Che
s’onoricosìla tua virtude.Secoparlandotravedestimai
Il suopensier? Tentasti mai conarte Ilsuosegreto?Ticercò, tichiese
Di me
talvolta?&
tunarrasti allora Ilmia
piantoall’ingrato,e lemiepene? Eli.(Deh,qualdimanda|)Iomalricordoadesso Lesue parole. Indifferente, e lieve Eraloscopo,e 1’obbliai.
Ma
credi...T
Tassicura... di te sempre parLommi Tenero, e dolce, nè gl’intesi undetto,Che
ilsuobelcor smentisse,elasuafede.Mat.
E
i nonè folle,e laragion benveggo,
Che
gli fè tecocontenergli accenti.Sachefidamisei, sa quell’accorto
,
Che
latua fedeltànullam’avria Dilui tacciuto.Ma
siapur sepolto Quantovuoisi V arcano, iobensaproMo Dissotterrar, nèlungamentealguardo Fuggiràdi Zambrino.Eli.
E
di ZambrinoVorrai fidarti?
Mat. Non
temer. D’UbaldoEi va spiando ipassi, ediManfredi Furtivamente, ela rivaipalese Presto sarà.
Ma
guai perlasuperba.Eli.
(Misera
me
|) La conoscendo, alloraDigitìzedbyGoogle
Che
farai?Mat. Che
farò! GranTerzainspira,
E
fierezza il dolor, quandolomove Amor
tradito.Che
farò? VorreiChe
tantevite nellemembra
avesse * Quanti sono i sosptr, quantelestille ,Che mi
costadipianto.Eu.
( Ioson perduta.Non
v1è più speme. )Mat. Non
turbarti,amica;Non
paventar: Sarò crudel,ma
giusta;Rabbia,smania, dispettomi consuma Distrapparquestovelo.
Andiamo
Elisa,
Andiam
, corriamo aconsultarZambrino.Eli.(
Scampo
nonho, senonmi
salvailCielo.) (partono
)
\
Fine
dell’Atto
primo.%
\
i
DigitizedbyGoogle
*.v
«7
*
ATTO SECONDO
.0
s
SCENA
I.Zambrino.
iVT’
insultaUbaldo; scacciami Manfredi, Debole questi, e quei superbo.Un
copre Colvel di franca probitàl’orgoglio:L’altro col manto di regai clemenza La regai codardìa. Voler tributi,
E
temerne i lamenti: emanar leggi,E
poi pentirsi. Il debole si pente;E
fasprezzarsi.Oh,
s’ioregnassi!Ebbene?Fortuna nel passargetta per via Del
comando
la verga, ela raccoglie Sempre lamano
del piùscaltro, ed io.Io chi mi sono? noivuo’dir, noivoglio
Neppure
all’ariaconfidar. Grancosa!Dappertutto veggiam la colpa inriso.
In pianto la virtù.
Dunque
vi sono L’utili colpe, e levirtù dannose.Chi fia sìpazzo a procacciarsidanno?
Io non
amo
il delitto,amo
l’effetto,Amo me
stesso; ed ilcomando
è questo Principal dinatura. Or non potria Zambrino esser Manfredi? ecco queltarloChe
incessante mirode. Ambizione In cormel mise, nè strapparlo ioposso,Chè
troppo addentro è penetrato.Orbasta, Quando fia Torà chiamaremdell’alma2
DigitizedbyGoogle
i8
Le potenze aconsiglio. Intanto giova Accarezzar Matilde.
Una
grand’armeM’
è questa donna; arme die puòvalermiDi
mulle spade, eso ben io...ma
Elisa Vien con Ubaldo, edimportante parmi Lorconferenza...Un
gransospetto...Ioforse.Non
m’ingannai... Vediamo. (parti).SCENA
II.Ubaldo, Elisa.
Uba.
o
ltronon avviMiglior riparo. Allontanarti è d’uopo
Da
questo luogo. La presenza tuaA
Manfredi è fatai, troppo roverscia La sua ragion, nè sollevarla ei £>uote Finché tu resti. Se Matilde intanto• Giunge a saper, chela rivai tu sei?
Tremo
per te:ma
dati pace; io solo.Conscio solo son io di tanto arcano,
E
sepolto eglidorme
nelmio
petto Piu chenelpetto d’un estinto. Orvia.Non
t’avvilir: coraggio.Eli.
E
questoè il fineDell’incautoamor
mio? Dunque
m’èforza Dimenticarlo, e abbandonar Manfredi?Più non m’oppongo:se partirsi deve*
Eccomi
pronta.Uba. Dalla tua fortezza.
Dal senno tuonon attendea di meno.
Eli.Sì, sì, voglio partir; mel comandasse Manfredi stesso di restar...
ma
poco Egli vi pensa, e so che più non m’ama.Uba.
E
nonlodebbe;ecome
onesta,esaggia‘
‘Dlgitized byGoogle
l9 So, che in segreto 1tuoi non saniaffetti
Tu medesma
condanni,e n’arrossisci.Eli. Arrossirne? Perchè? Sul volto mio Nessuna colpa fasalir vergogna.
D’ amarlo arrossirò, quando vietato Fia Tesser grata a benefizj.
Ah,
rendi,, Rendi ragione alTamormio
tu stesso.Rammentati quel dì, che a piedi suoi Venni soccorso ad implorar smarrita,
E
de’miei casi gli narrai la lunga Storia crudel. Dalcampo
egli tornava Tutto di sangue asperso, e di sudore,Momento
infausto; e nondimenmi
steseLa man
pietoso: della sua clemenza Assicurommi, ed obbliai benpresto Ne’benefizj suoi le miesventure.Misera me! Lalibertà perdetti Allor dell’alma, edal nascente affetto Riconoscenza preparò la via.
Ma
chi porfreno vi potea? RispondiChe
far dovea per non amar Manfredi?Uba.Ricordarti, che sposo erad’altrui;
Sovra testessavigilar più cauta;
Evitarlo,fuggirlo, irnelontana:
Tuttofar per strappartelodal seno,
E
in cimentonon porla tua virtude.Il tuo dover quest’era.
Eli.
E
questoiovolli.Ma
controilcorsivuole indarno; e priaDi
pur pensarlomi
trovai già vinta.Amavamo
ambedue: clemenza inlui, Gratitudine inme
parve l’amore.Egli il racconto
mi
chiedea sovente I)i mie dure vicende, e perqualmodo
il signor di Ferraraal padre
mio
DigitizedbyGoogle
2°
Fé’ tor la vita per sospetto: e
come
Andarrammmga
fu costretta, e spersa L’innocente famglia: e il mio fratello Segui di Carlo l’onorate insegne;E
di disagio mi morii per via L’mconsolabil madre, ed altrapompa
,
Altro di tomba onor, lassa! non ebbe,
'
Che
una bara campestre,e pochi fiorih,E
poca terra, e della figlia il pianto.Attento da mieidetti egli pendea,
E
useiasugl’occhiilcorcommosso.E quando
R.ferendo venia,come
due lune Paventosa di tutti occulta io vissi In povera capanna, e il mio dolore,M’
avrìa condotta finalmente a morte, Se 1# pietade d’un pastor non era;Ei si levava di repente in piedi,
E
taciturno collaman
sul voltoMi
lasciavanel mezzo, e rosso i lumiCon
un sospiromi
tornavaal fianco.Uba.
(
Mi
disarma costei. La suafavella Al cormiscende, eilmiorigorseduce).Dimmi
Elisa: parlar sì dolce io t’odo.Che mi
rapisci. Al labbro tuo chi diede Tanta dolcezza?E
questi sensi inpetto Chidunque t’ispirò?Eli. Le mie sventure.
Sono eloquentiagl’infelici, e tutto Dalle pene s’impara. Esse delcuore Son le maestre, e a queste sole iodeggio
Una
qualche virtù.Uba. ( Scuso Manfredi*
Se cotanto l’adora ).
*
Eli. • li cuor si serra
Nellefortune, e sol lo schiudeil tocco
DigitizedbyGoogle
UI 'Delle grandi sventure.
E
se ManfrediStato non fosseun infeliceanch'esso.
Amato
Elisanon avria,nò questa Manfredi, no.Ma
sul miocor più fortiDisua bontade i suoi disastri furo.
Ei narrarmi solca,
come
del padre L’ira fuggendo, giovinetto ancora.Errò per boschi, e monti, e dappertutto L’odiofraterno, che giammaiperdona,
A
morte l’inseguìa;come
sovente Gli diero asilole spelonche, ed ebbeComune
il sonnocolle belve: eallora'>Chipianto non avria? chi non sentirsi Penetrato, e
commosso?
Uba.
Oh,
sìtei credo?Tel credo, Elisa.
Ma
perchèrisvegli Dolorosa memoria? Or nonè tempo D’intenerirsi sul passato. ArmarsiDi
coraggio bisogna,e di costanza;Che
starti con Manfredi ora è delitto.Eli.Sì, dunque: basta chenoi sial’amarlo, loparrò volentier, se lontananza Rende innocentel’amormio. Scordarmi
Di
lui, mifora un’impossibil cosa.Vedrò degl’infelici, e sovverrommi.
Che
Manfredi gli amava. Udrò le grida Dell’oppresso pupillo, e avrò presenteChe
scudodegl’oppressi eraManfredi,E
conessi piangea.Deh
, scusa Ubaldo Se di lui parloancor. Egli è sì giusto.Sì clemente e gentil, schivodi lodi;
Amico
sol di verità. Cortese Senza bassezza; maestoso, egrave,Ma
senza orgoglio; liberal perscelta,Non
per capriccio; le private offeseDigitizedby
Facile a perdonar, pronto e veloce Le pubbliche a punir; dolce fra suoi*
t Terribil fra inemici; un mansueto Agnelloin pace, edun leoneinguerra*
E
amar noi deggio?Ed
io son rea?Uba.
Deh,
taci*Egliqui giunge. Ricomponi iLvolto,
E
la tristezza tua guerranon cresca Al suocor combattuto."Eu.
E
tn, non dirgli„ Quel ch’io t’ho detto per pietà.
SCENA
III.Manfredi,
Zambrino, e ditti.Man.
( ad Ubaldo ) Parlasti?' Uba.Parlai: già seppe il tuovoler. Dolente La troverai;ma
già disposta. (parte ).Man.
Elisa...Zam.
(traversa iljianco delta sala,Ilguarda,eparte)
Man.
L’ultima volta, chetiveggo,èquesta L’ultima volta;e desiatoavrei’Fosse la prima; che tremante adesso Questo cor nondaria qualche sospiro;
Qualchepalpitoreo, chelocondanna.
Ravviviam dunque la virtù sopita, Priacheildeliriodell’amor l’estingua„ Separiamci. Il tuo volto, e l’onor
mio
Son due nemici, che tra lor di pace Parlar non ponno, e prevalerneun debbet Vuoituche cedal’onormio? chespenta Sia di Manfredilasecondavita;£
lamigliore?Ah
,no! Semuor
miafam»
La tuapur muore;echerimantiallora?
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Ignominia,rossor,disprezzo, e pianto.
Se piangeresi dee, si pianga adesso Fin che siam innocenti. Orben...tutaci*
Tu
nonrispondi?Eli. Lasciamipartire.
Signor, te nescongiuro.
Man. E
perchè volgiAltroveilumi?èripugnanza? èsdegno?
E’ dispetto?
Eli.
Noi
so:ma
ledimore Tronchiam,tiprego,e fachetosto io parta.Man.
Sì, bellaElisa: dallatua costanza Questo sforzo dimando; e quantosia Doloroso perme,
quantomi
costi,*
Tu
noncercarlo.Ilnostrocorn’avea Traditi entrambi;ma
l’error degliocchi Raggion correga, e la virtù s’ascolti.• Eli.Sì, l’ascolto,signor: fra mali mieiSol questamirimase;e vuo’morire
,
Morir pria che tradirla. Abbianofine
Dunque
isospiri,e dividiamei:ognuno De’nostrisguardi èunavirtù tradita; Ogn’istante undelitto!Oh,
mai,nomaiNon
t’avessiveduto! ah, madre mia, Feliceme,
sedi spirartiaccantoMi
concedeanle stelle, e raccoglieaLe
nostresalmeunamedesma
fossa.Un medesmo
riposo!E
tu,Manfredi, Perchè pietadede’miei maliavesti?Perchè, Manfredi?Crudeltà, fu
meco
L’ esser pietoso;crudeltà, colmarmiDi
benefizj,ed asciugarmi il ciglio,•Eraalmenquellod’innocenza ilpianto:
Orloversala colpa.
Man.
-Ah,
frena, Elisa,DigitizedbyGoogle
24
,
Quelle lagrimetue.
Non
m’assalireCon
armesitremenda;ose tusegui, E’consumatoilmiodelitto.IopossoCon
saldo pettodisfidar lamorte,
E
gl’ irati elementi, e delle cose L’universalruina:ma
vacillo,E
mi trema lo spirto, e si dilegua Nelvederchetupiangi,echeson’ io Lacagion deltuo pianto.Eli. * Ebben: perdona
Dell’incautomiocorl
1ultimo sfogo;
#
Tua
virtùmi
soccorre;edeccoasciutte Le miepupille.Or
tudiscortadunqueMi
provvedi, esivada.-Man. E
doveipassimDrizzarpensasti?
Eli. '
A Roma.
Iviramminga Porteròlamia dodia,everràmeco
De'benefizj tuoidolce,edeterna' La rimembranza. PasseròdaccantoA
quell’onde famose, a quell’ altere Molisuperbe, di cuitanto èil grido, Vi passerò daccanto, e neppurfia,Che
mi sovvengadi gettarvi unguardo*,
Vivròsolinga, sconosciuta,edaltra
Non
avrò compagnia, chelemie peneE
l’amormio...Che
dissi?ah!nonpensarlo,Amor
nongià,riconoscenza intendi.Man.
N
ulladiquestotu
mi
dei, chèsolo Abbonirmitudei.Ma
ticonforta;Nacqui
vicino, e gioveròlontano.Raggiungerattil’assistenza mia
^
Sulla riva delTebro; e sultuocapoVeglieràdiligenteil
mio
pensiero.Tipregointanto....
DigitizedbyGoogle
3$
SCENA IV.
*.Zambrinq,
Matilde
in disparte, e detti.7.AM.('a Matilde
) (
(ju
ardali: l’orecchio Porgi attenta,edudrai.) ( si ritira
)
Eli. . Taci Manfredi:
Ladebolezzadelmiocorrispettaf
E
scordati/ d’ Elisa...Man.
Invanlosperi:L’
immago
tua vivrà dentro il mioseno.Fincheilgelodimortenonv’estingua L’ultimo spirto...
Mat.
( av vangandosi) Non-Seguir spergiuro.Che
t’ascoltalamoglie. 11guardoaterraAnime
ree,non abbassate: in fronte Alzatele-aMatilde; e su la guancia Dissipateilpallor,chevicoperse.Chiamarvideggiotraditorientrambi*
Ma
chiprima nonso.Ciascuno hascrittaV
empietànelsembiante, e fravoidueNon
distinguoilpiùreo.Man. Donna
furente.Chiticonduce? Perchè vieni ardita
Isegretiaspiar del tuo signore?
Donde
questa baldanza? ^Mat. Ah
,scellerato!Dunque
seitu,che mitradisciilprimo.Disonorde’mariti, ilpiù malvagio, IIpiùvile ditutti.
Man.
Olà: si parlaA
Manfredicosi*! non ti rammenti...Ma
ritiratiElisa.Max.
Arresta il passo^DigitizedbyGoogle
Sedutrice proteina, edell’offesa Rendimiconto
.(savventa contro Elisa| Eli.(a Manfredi) Salvami.
Man.
(trattenendo Matilde)
Che
fai?Mat.
Rendimi contodell’offesa.Man.
’ Indietro,Furia d'averno, indietro.
Eli. Aita,ocieli!(parte)
Mat.
Vé, perfida,va pur:lamiavendettaT
arriverà, nè disarmatasempre Troverai questamano.Man. Un
sol capelloChe
tu letorca,o donna,un
sol capello Ticosterà lavita.Mat.
’A
te piuttosto.Tiranno,a te, che neperdesti ildritto Co' tradimenti tuoi.
Man. Tu
loperdestiAllaclemenzamia.Latuaferocia
A
incrudelirm'insegna,etu, logiuro,
Tu
nonhai più marito.(parte)Mat.
IlcielpercolaQualunqueti somiglia;esci,va pure Crudel,
ma
trema: l'innocenzamiaA
pesarmi
comincia,e d'un delitto Sentoilbisogno...Non
lasciarmi, ofuriaChe
nel pensiermi
mormori,sicorra Alla vendetta, esiraggiungaElisa,(parte)Fine dell’att§ secando,
m
DigitizedbyGoogle
*
n
ATTO TERZO
1
SCENA
i,Matilde.
^Jon
ti bastad’avermi, empio, tradita,Che
d’unripudio ancor l'ontami giuri?Misera
me!
m’abbandonar già tutti.Mi
lasciantuttidesolate, e nulla Piùmi
rimane.Cena ii.'
ZAMBRINO, e DETTA.
£am. Ti
rimanZambrino,Volai tuocenno ad eseguir.
Mat. Deh
, fuggi,
Che
tu pur m’importuni,e gl’òcchiimeiNo,
chepiùnonvedrai!d’uomo
ilcospetto.Se m’ènegatodiveder Manfredi.
Oh
,Manfredi!m’abborri, emi
disprezza, Sii,qualbrami,infedel;ma
nonprivarmi Delpiacerdi seguirtianchenemico.,Sarotti ancella* senonvuoiconsorte:
Oblieròl'offesa, alla rivale Perdonerò, l’abbraccierò...l’indegna
Come
ingannommi!Come
scaltraseppe Vestirdi zeloiltradimento! edio, Iòl’abbracciava,e delmio
corlepene«I
ffiigitìzedbyGoogle
<2S
Leconfidava, e lachiamava amica
,
Ed
era la nemica.Ah,
vien Zambrino,Di
consiglio soccorri il mio disdegno.Anche tu m’abbandoni? 11
mio comando Non
adempisti?Non
ritorni asperso Di quel perfido sangue?Zam. Al tuo bisogno
Già
compro ho
ilbracciodisicario ardito,Che
anchesu1’ara inpien meriggioandrebbeA
guadagnarlasuamercè.T
1acheta.Vendicata sarai...
Mat.
* Sì, muoia: il primo Tradimento sia questo. Alcun delittoLa mano
ancqfnon m’imbrattò:ma
lode Alla fierezza delmiocor, l’ideaNon
mi sgomenta, e concepirlaio posso Senza ribrezzo. Cominciam dal sangue D’ unarivai superba,ed abbonita.Zam.
E
se Manfredi la difende?Mat.
Il ferroNessundistingua,eunbracciosolpunisca
Due
scellerati.Zam.
Che
di’ mai!rammenta Ch’unoètuosposo,echel’adori...Mat. Oh
dio!Purtroppo,eilcrudononvipensa.Eidona
Ad
altrail cor, che ame
donato avea.E
ame
bisognadiManfrediil core,E
morirò, se noi racquisto.Zam.( ironico )
A
lui•Vanne dunque sommessa, e l’amortenta Disìcaroinfedelconpianti, e preghi.
,
Mat.
Io piangere? io pregar chimi
tradisce?Chi mi discaccia,e l’onor
mio
calpesta,E
la mia^teuerezza?E
per chi poi? DìgitizedbyGoogle59 Perunaviiramminga, incuinon lodo
Che
la miseria: incui miseria è vintaDa
sconoscenza. Eh,siprosseguaintera La miavendetta, ediventiamcrudeli.Zam.Taci, Odoardosopraggiunge.
(Ilfrutto
Non
èmaturo, eancorresiste altocco Dellaman
chelo tenta).SCENA III.
*Odoardo,
e detti.Odo.
Ubaldo
chiedeDi
favellarti, e di cortese ascolto Per poco tiscongiura.Mat.
'A
chemi
cerca; 'Che
pretende costui? -Odo. Grave motivo,
Die’egli, il guida; el’insistente prego
Lo
manifesta.Za
m.E
tu, qual sia, noi saiTu
veramente?~ Odo.
Noi
so, Zambrino.Con
qual profittounamenzogna? Intesi Sol che adElisa di partirfu dato Improvviso comando.Mat.
"Ah,
che minarri?Comando
ad Elisa di partir?Odo.
Mei
disseUbaldostesso, elacagion
mi
tacque,Ned
ioladomandai, chò non dimandoGiammai
d’altri il segreto.Mat.
Elisa dunque,Tu
l’assicuri,partirà?Che
dice,Che
facolei?Non
ponsue forzeinopra?I- •
Non
supplica, nonpiange?Odo.
E
questo pureL’ignoro, o principessa; e benché molto Lacorteio sentabisbigliar d’intorno
,
Nulla so, nulla seppi, e nulla
bramo
Saper di tutto; se non questo solo:Poco in corteveder,molto tacere
,
E
tacendo obbedir.Mat. Ma
di ManfrediQuai sonoi sensi?.
Non
è seco Elisa?Non
si disfoga neicongedi estremi?Odo.
Non
sod’Elisa.So che mesto, echiuso In sue stanze Manfrediad ognisguardo Stassi nascoso,e tranneUbaldo,a tuttiImpedito è Yingresso. Ei v'introdusse Dianzi Rodolfo, e conferenza insieme S
Ebbe
lunga, e segreta. 0Mat.
( a Zambrino )E
qual tisembra Questo-contegno?Zam.
Noi
sodir.Mat.
SospendiLa mia vendetta.
Zam. *
(Ioloprevidi, e vano Saria 1*opporsi allacorrente.
)
Odo.
Or
dunqueUbaldo udirti piaccia. Egliè qui presso,
Ed
un cenno sospira,Zam. Odilo. Eiviene
,
Vedrai, mandato da Manfredi, egiova, Siaqualunque, scoprirne il suopensiero.
'
Mat.
Digli, che venga.Odo. (parte).
Zam. Inliberal maniera
Or
tu raccogli, ed in sembianteumano;
Ei fu d’amor Yinterprete
, noi nego
,
DigitizedbyGoo<
3r Tra Manfredied Elisa: è tuonemico.
Ma
su i nemicila clemenzaè bella Più assai che lavendetta. Orsù tilascio Rivedremcitra poco, e piùtranquilla Fa cheio titrovi,e più serena. Addio.(
Tu
cerchi pace,e l’otterrai,ma
breve, Se questonon vacilla), [parte)ifylAT. • . Il cor
mi
gridaChe
viver non poss’ iosenza Manfredi.^ Ma
dovrò supplicarlo?E
lagrimosaw A
suoi piedi gittarmi?E
non son ioE
donna, e moglie, edopoquestooffesa ?SCENA IV.
Ubaldo, e detta.
Mat.(
lLcco
ilmalvagioconsiglier).Che
cerchi?Perchè vieni a turbarmiil
mio
cordoglio?UBa.A
finirlovengh’io, se tu m’ascolti.ÌMat.
A
finirlo ?Men
parte aver dovevi Nelcominciarlo.Or
qual ti prendi cura D’una tradita?E
l’ultimo non fostiA
tradirmi tustesso.E
soffrir1’ontaOr
non dovrei d’un infedel marito Se tu del fatto istigator non eri.Ubà. Qualunquealtri che donnaosasse farmi L'oltraggio,chetu fai...
ma
taceUbaldo Se Matildeparlò.Mat.
Questoè de’ reiIl partitomiglior.
Ubà.
£ Nè
reo sonio,
Nè
timoroso in mia ragion, nè vile,Ma
rispettoso.Di Manfredi io tutto Sapea l’crror,ma
noigiovai.#
DigitizedbyGoogle
Mat.
DoveviDunque
allamoglie confidarFarcano..Uba.Feci dippiù.Con salutar consiglio
,
Ora dolce, or 'severo, a pentimento La sopitaragion scossi inManfredi,
Lo
pregai, lo costrinsi, il persuasiA
discacciarne Elisala mandar lungi Questovelen%dal core, e dalla mente;E
ottenuto 1’avea quando,icongedi,
Congedi estremi,e di perdon bendeemi*
Se amor geloso perdonar sapesse,
f
Tu
stessainterrompesti. 11 resto è noto.Màt. Oh
,gli avessi nel cor sepolto unferro In quelmomento.
Uba.
Un
cor trafitto avresti*Che
si pentia delfallo;uncorchet’ama.Mat.
Sem’ amasse il crudel, potria privarmi Del suo cospetto?Ilbarbaroscacciommi,
Sappilo, Ubaldo; e giuramentoaggiunse
Che
piìiveduta non,m’avria, più mai.
Uba.Furordettò quel giuramento, e il ruppq
Nume
più grande e più possente,amore.Mat.
Sì, Famorjche ad Elisa il riconduce.Uba.Elisa è mortanel suo cor,sbandita
Da
questa corte.Di
condurla n’ebbe Già Rodolfola cura. In questaliorte Sgombrerà di Faenza, e n’andrà seco -VDi Manfredi il periglio, c il tuosospetto.Non
piu:Manfredi a teritorna:iovenniDa
lui mandato:eivuol vederti:eibrama.Smania,sospira di gittarsial collo
D’una
sposa che adora;ei{§un amplesso Confondere la colpa, edil perdono.Parla, rispondi: nel
commosso
aspetto.Già tileggo, chesei vintaje placata*
*
. 33
Mat.No,
non èvero: non sperargiammaiPer quell’ infido il mioperdon.
.Uba. •
*
T*inganni.Giàperdonasti, e tu negandoil mostri,
E
rafferma quelpianto.Ah
,vien Matilde,
' Vientene,corri ad abbracciar Manfredi.
D’ uno sposo fedel sono,lo penso
,
Dolci gliamplessi;'
ma
loson più moltoD’uno
sposo pentito.Mat. Oh
dioLpentitoPoi veramente? .
”
/Uba. Sì,‘quellabell’alma
*
Fatta nonera per lacolpa: unlieve Vapor fu questo, cheper vento errando,• Passò dinanzi al sole, e non 1’offese.
Umana
cosa è il deviar:celeste j II ricondursi sulcammin
diritto.*£<•
E
piu grande d’assai fattoè ManfrediNel pentimentosuo, chereo non era Nel suo trascorso.
Mat. E
s’egli è tal-: se bramaIl passatoemendar, perchè s’asconde?
Perchèdunque nonviene?Aspettaeiforse Ch’io locerchisommessa,erea
mi
chiami,E
pentita lopreghi?SCENA
V. »Manfredi,
edetti.Man. Io
son, che prego,Io chet’offesi.
Ah
!^posa mia, che sempre Nel mio stessofallir fosti pur mia,
Non
mifuggir; ritornainpace, e tuttoMi
ridona il tuo cor.Mat. Lo
merti, ingrato?sdbyGoogle
Man.
Noi merto iono;ma
se delittofuvvi Cancellatogiammai per pentimento;Il miofucertq* Pentimento solo Qui mi conduce: e eh’ altro mai potea
* Forcarmi alle preghiere, ed ai sospiri
La
fierezza abbassar? Quel, cheottenuto Di mille spadenonavriala punta.Un
rimorso l’ottenne.Mat. E
chemigiova?Il tuo rimorso svanirà su gl’occhi D’unaltra Elisa. .
Man.
Noi temer; virtuteDal cor m’espulse ogni straniero affetto*^
Poi serrdnn&la porta:e tu qui dentro
Sei rimasta, tu sola. »
Mat.
Un’altra voltaRegnai pur sola nel tuocor;
ma
breveFu
quell’impero.Cominciò col riso, 4ÉE
terminò colpianto.Man.
Obblio, deh! copraLe andate cose, e conidea sì cruda
Non
ferirmi di più.Mat.
* Del nostrosessoEcco il destin. Noi siam celeste cosa
* Finché l’uomne desia,
ma
nell’acquisto Sidilegua l’incanto, e siam tradite.Man. Deh
fcheparli.Mat.
' In dispregioallor si cangia La tenerezza, e vieti disgusto, enoia;E
disamata è presto una fedele.Che
tutto accorda,e desiarnon lascia.Ed
iostolta il sapea. * •Man.
Taci, cormio.Chetati perpietà.
Mat. Ma
chitemerloSì fallacedovea? Quai furoi vezzi
/ DigitizedbyGoogle
Che
tantoinebriar letue pupille? Infedel, sconoscente! Altre vifuro Tradite mogli, abbandonate amanti;Ma
noncom’io,nonmah
Man. Deh!
mia Matilde,Perchèmi strazi? Supplice, pentito
A
tenevengo; l’errormio confesso;Ten
prometto l’emenda; amor tigiuro;4 T’apro incontro lebraccia,enontibasta?Ancorpaganonsei?Lasciamla, Ubaldo; Vanaèlaspemedi placarla.Andiamo.(s'in-
4 cammina)
Mat. Ah
, no, ferma, ritorna.Man. E
chevuoi dirmi?Forse
mi
chiami ad unnovel insulto?Mat.
Io trascorsi, perdona: Eccogià tutto Si disperseil miosdegno, e nonviresta,
Che
la mia tenerezza.Man. A
questo senoVienidunque,miavita;equi persempre
Ilmio cor tiripiglia,e il tuo
mi
rendi.Mat.
Ah,mioManfredi!Ah,sposo mio, m’uccide L’assalto dellagioia.Man. Ah,
da qual peso•Mi
sentoalleggerii? L’ultima volta Siaquesta, chet’offesi.Mat. Ah
nonparlarmi,
Ben mio, d’offese.Ioguadagnai più molto
Che
non perdei, t’accheta.Man. Ah
, generosa!Tornadunquealmiosen.Dimilleamplessi,
Che
dar ti posso,1’ultimo fia sempreIl più tenero, edolce.
Mat. Ah
, piùnon sorgaAltralite fra noiche questa,o caro.
Man.
S
ì, questa sola.
i DigitizedbyGoogle
Elisa, e detti.
Uba.( aiElisa trattenendola
)
,
Oh,
del! ferma, chefai?Non
t’inoltrar.Eli.
Mi
lascia...EccoaltuopiedeChi t’offese,o Matilde.
Un
solmomento
Sospendi 1’ira tua: m’ascolta, e dopo Uccidimise vuoi. Misera! Io dissi D’averti offesa:ma
per questa luce,
Per quest’aura di vita, iotei protesto ,
Non
conósco delitto.Amai,
noi nego.Amai
Manfredi, enondimen tei giuro,Non
conoscodelitto.A
te dinanzi Onor solomi
guida: Ir non dovevaDa
telontana, ed un pensierlasciarti.Un
sospetto crudel, chedel tuo sposo Oltraggiassela fede, e la mia'fama.Questa nontormi,eilsanguemiotiprendi.
(s'inginocchia)
Ma
se giusta sei pure; e generosa Vedi il miopianto, e1’errormio
perdona.Mat.
Alzati, edimmi
:lusingar, sedurreUn
cuorche adaltraèdato,epossederlo,
Occuparlocosì, che immoto, esordo Alle lagrime fosse, ed ai sospiri D’ una tenera moglie, e tu losai Quanti ne sparse l’infelice; e intanto
T
u confidente,tu compagna,e amica Mirarne il pianto,le querele udirne.Riceverne gli amplessi, e poi tradirla.
Sì, tradirlatustessa: e questo,Elisa
,
Non
è questodelitto?;.DigitizedbyGoogle