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MANIFESTAZIONI CLINICHE DELL’INFEZIONE PRIMARIA

I segni ed i sintomi che compaiono durante l’infezione primaria da HIV possono essere provocati dall’elevata carica virale e dall’intensa risposta immunitaria che si osservano nelle prime settimane dal contagio oppure possono essere il risultato della severa ma transitoria immunosoppressione che si verifica nelle fasi precoci dell’infezione.

Manifestazioni cliniche associate all’infezione primaria vennero per la prima volta descritte nel 1984 (anonimo, 1984). Nel 1985 uno studio condotto da Cooper et al. metteva in evidenza la comparsa di una sindrome simil mononucleosica durante la fase acuta dell’infezione da HIV.

Sindrome retrovirale acuta

Nelle settimane successive al contagio, circa i due terzi dei pazienti sviluppano segni e sintomi attribuibili ad una sindrome retrovirale acuta (Daar et al., 2001; Hecht et al., 2002; Celum et al., 2001). La sintomatologia compare dopo un periodo d’incubazione di 1-6 settimane dall’esposizione al virus, con un picco intorno alla terza settimana.

Le manifestazioni cliniche della sindrome retrovirale acuta sono aspecifiche ed estremamente variabili (Kahn et al., 1998; Quinn, 1997). I sintomi più frequenti sono: febbre, sudorazione notturna, mialgia, anoressia, nausea, diarrea e faringite non essudativa. Numerosi pazienti presentano anche segni e sintomi d’irritazione meningea, cefalea e fotofobia. In più della metà dei casi si verifica la comparsa di un esantema maculopapuloso, simile a quello della rosolia, che coinvolge prevalentemente il tronco e gli arti superiori. Una minoranza dei pazienti può presentare meningite asettica ed altre patologie neurologiche, tra cui encefalite, neuropatia periferica e sindrome di Guillain- Barrè.

Generalmente l’esame obiettivo mette in evidenza la presenza di linfoadenopatia generalizzata, rash cutaneo e, meno frequentemente, epatosplenomegalia. In numerosi casi è stata segnalata anche la comparsa di ulcere orali e genitali e di candidosi orale ed esofagea. La linfoadenopatia generalizzata compare precocemente nel corso dell’infezione da HIV e tende a persistere sino a fasi avanzate della malattia. I linfonodi principalmente interessati sono i cervicali anteriori e posteriori, i sottomandibolari, gli occipitali e gli ascellari; meno frequentemente sono coinvolti anche i linfonodi femorali ed epitrocleari.

In alcuni casi la sindrome retrovirale acuta può associarsi allo sviluppo di infezioni opportunistiche, come polmoniti batteriche, meningiti criptococciche ed esofagiti da Candida, probabilmente dovute alla riduzione dei CD4 che generalmente accompagna l’infezione acuta da HIV.

Solitamente la sintomatologia della sindrome retrovirale acuta regredisce in 10-15 giorni.

Nelle fasi iniziali della sindrome i dati di laboratorio mettono in evidenza un calo di tutta la popolazione linfocitaria. Dopo alcune settimane dalla comparsa della sintomatologia sia i linfociti CD4 che i CD8 iniziano ad aumentare; la crescita dei CD8 è però più rapida di quella dei CD4, per cui si assiste ad un’inversione del rapporto CD4/CD8, che persisterà anche dopo la risoluzione della sindrome acuta.

L’antigene p24 di HIV può essere rilevato nel siero e nel liquor del 75% dei pazienti con un’infezione primaria da HIV dopo due settimane dall’esposizione al virus, spesso in concomitanza con la comparsa dei sintomi (Goudsmit et al., 1986; Kessler et al., 1987). Comunque, il marker di laboratorio più sensibile per la diagnosi di sindrome retrovirale acuta è la carica virale plasmatica. Infatti, durante la fase acuta dell’infezione da HIV i livelli di RNA virale sono fortemente aumentati nella maggior parte dei pazienti e possono raggiungere valori superiori a 106

La presenza o assenza di sintomi durante l’infezione primaria da HIV può avere un importante significato prognostico. E’ stato dimostrato che sia l’intensità che la durata della sindrome retrovirale acuta sono in grado di influenzare la progressione della patologia (Koup et al., 1994; Borrow et al., 1994). Infatti, la durata e l’intensità della sintomatologia durante l’infezione acuta correlano con l’entità del picco di viremia raggiunto nelle prime 2-3 settimane dall’inizio dell’infezione. Un picco di viremia elevato nella fase acuta dell’infezione si associa ad un elevato livello di replicazione virale (viral set

point), che si traduce, a sua volta, in una drastica riduzione dei linfociti T CD4+: l’intensa replicazione virale e l’estesa distruzione dei linfociti T CD4+ che si realizzano nel corso di un’infezione acuta da HIV colpiscono duramente il sistema immunitario ponendo le basi per la sua successiva insufficienza (Picker, 2006).

Manifestazioni cutanee e mucose

Oltre all’esantema maculopapuloso caratteristico della sindrome retrovirale acuta, un’altra manifestazione cutanea che può presentarsi nel corso dell’infezione primaria da HIV è la dermatite seborroica. Questa patologia della cute si sviluppa a seguito di un processo infiammatorio a carico delle ghiandole sebacee e si manifesta con la comparsa di lesioni eritematose ed aree di disepitelizzazione localizzate a livello della faccia e della regione inguinale.

Ulcere orali, genitali ed anali possono comparire in ogni fase dell’infezione da HIV. Le ulcere orali sono piccole, hanno un fondo eritematoso e si localizzano sulle labbra, sul palato duro e sulla mucosa geniena. Le ulcere genitali ed anali sono spesso localizzate nel sito d’ingresso di HIV (Gains et al., 1988).

Gengiviti severe e periodontiti sono state osservate in pazienti con infezione primaria da HIV. L’esame obiettivo può mettere in evidenza arrossamento ed erosione gengivale, necrosi ed ulcerazione delle papille

interdentali, perdita di denti. L’eziologia di queste manifestazioni non è stata ancora chiarita.

Infine, durante l’infezione primaria da HIV, così come in qualsiasi altra fase dell’infezione, è possibile osservare la comparsa di candidosi orale ed esofagea. La forma di candidosi orale che si manifesta più frequentemente nelle fasi precoci dell’infezione da HIV è il mughetto: caratteristiche placche biancastre, facilmente asportabili, si localizzano tipicamente sul palato molle, sulle tonsille e sulla mucosa geniena.

Manifestazioni muscoloscheletriche

La polimiosite è una complicanza dell’infezione da HIV e può comparire anche in fasi precoci dell’infezione stessa (Dalakas et al., 1986). Si manifesta clinicamente con la comparsa di mialgia, debolezza dei muscoli prossimali, astenia e calo ponderale (Kaye, 1989).

Piuttosto frequente è l’interessamento delle articolazioni nel corso dell’infezione primaria da HIV. Sebbene alcuni retrovirus siano stati associati allo sviluppo di artropatie negli animali, la capacità di HIV di provocare direttamente un’infezione articolare rimane dubbia.

Manifestazioni renali

In alcuni pazienti con infezione primaria da HIV è stato descritto lo sviluppo di una nefropatia HIV relata (Del Rio et al., 1990; Rao, 1998), la cui patogenesi non è stata ancora chiarita: HIV potrebbe essere in grado di danneggiare direttamente le cellule dei tubuli e dei glomeruli renali. Inoltre, è stato osservato come la nefropatia da HIV sia più comune nella razza nera, suggerendo l’esistenza di una predisposizione genetica capace di favorire lo sviluppo di questa patologia (Kimmel et al., 2003).

Manifestazioni neurologiche

In alcuni casi l’infezione primaria da HIV può manifestarsi con la comparsa di sintomi neurologici.

La meningite asettica è sicuramente la patologia neurologica che compare più frequentemente durante le fasi precoci dell’infezione da HIV. Si manifesta con cefalea, rigidità nucale e febbre, spesso in associazione con nausea e vomito. In alcuni casi possono comparire sintomi dovuti all’interessamento del quinto, sesto ed ottavo paio dei nervi cranici. Generalmente questa meningite tende a risolversi spontaneamente, anche se raramente può complicarsi con lo sviluppo di encefalopatia.

Nel periodo della sieroconversione alcuni pazienti possono sviluppare una polineuropatia infiammatoria demielinizzante (IDP). La patologia insorge con la comparsa di parestesie, seguita da progressiva debolezza muscolare ed ariflessia. Anche i muscoli respiratori possono essere coinvolti ed in alcuni casi bisogna ricorrere alla ventilazione assistita. La sintomatologia raggiunge il suo acme entro le prime quattro settimane, anche se a volte si può assistere ad una cronicizzazione della patologia.

Infine, anche la mononeurite multipla può essere una manifestazione dell’infezione primaria da HIV. I pazienti affetti da questa patologia sviluppano un deficit motorio o sensitivo a carico di uno o più nervi periferici, anche se sono stati descritti dei casi con interessamento del nervo faciale e laringeo. Nei pazienti con infezione primaria la patologia tende a risolversi spontaneamente (Simpson et al., 1992).

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