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Maria Francesca Viapiana

Nel documento Le trasformazioni dei lavori in corso (pagine 109-117)

Università della Calabria

DINCI - Dipartimento di Ingegneria Civile Email: mf.viapiana@unical.it

Tel: 0984.496764

Abstract

Il contributo ha come obiettivo principale la definizione di metodologie di progetto per la rigenerazione urbana di contesti storici. Oggetto di studio è un quartiere collocato a margine del centro storico di Cosenza che ha assunto, dal punto di vista funzionale, i connotati tipici della periferia: diverse forme di inquinamento, condizioni di degrado sociale, mancanza di integrazione delle funzioni urbane.

Il progetto di rigenerazione urbana e ambientale proposto muove i primi passi dalle analisi e valutazioni del sistema esistente e mira alla ricomposizione della forma urbana per il miglioramento delle condizioni socio-economiche dei cittadini. Gli interventi di tipo culturale, sociale, economico e ambientale sono riconducibili alle seguenti tematiche: accessibilità e mobilità, cultura e tempo libero, attività produttive e tradizioni, paesaggio e natura, ognuna delle quali, declinata in diverse azioni di progetto, è volta alla valorizzazione del connubio tra pieni e vuoti, al perseguimento del principio di sostenibilità ambientale e alla riscoperta delle identità locali. L’implementazione di un modello innovativo di gestione integrata del patrimonio esistente, tanto negli aspetti legati al recupero, quanto in quelli legati al processo di innovazione culturale, vuole dare risposta alle problematiche che interessano l’area di intervento creando nuovi centri di aggregazione sociale e di qualità estetica per il quartiere, promuovendo ad esempio l’agricoltura urbana, attraverso la riqualificazione e il riuso delle aree abbandonate, la pianificazione e il disegno di nuove centralità.

Parole chiave: urban regeneration, identity, local development

1 | Il processo di periferizzazione del centro storico di Cosenza

Il concetto di “centro storico” ha subito un’evoluzione nel corso degli anni, con un ampliamento graduale della sua individuazione fisica, quanto del suo significato: da semplice realtà urbanistico-architettonica con qualità culturale, ha incluso aspetti anche sociali ed economici . 1

A partire dagli anni Settanta si è registrata una sempre maggiore consapevolezza della complessità del problema e le definizioni 1

di “centro storico” hanno cominciato a contenere riferimenti a vari parametri: può essere qualificato come centro storico «un luogo più o meno configurabile entro un perimetro, nel quale tradizionalmente la cittadinanza ha svolto e continua a svolgere le attività principali e si sono quindi consolidate da tempo le sedi più rappresentative per tali funzioni» (Di Gioia, 1975). Si nota come nell’accezione più diffusa il “centro” non sia riferito alla sua posizione rispetto al resto dell’insediamento e che l’aggettivo “storico” non sia quasi mai condizionato da una veneranda età dell’insediamento. Qualunque definizione si tenti di dare, è necessario che questa sottintenda la più ampia visione possibile che comprenda in sé la concezione di centro storico contemporaneamente quale bene culturale, bene economico e bene sociale, tentando di giungere ad una corretta possibilità di intervento operativo.

Per lungo tempo la città di Cosenza è rimasta concentrata intorno al proprio nucleo centrale, senza valicare la confluenza dei fiumi Crati e Busento, e organizzata su uno spazio relativamente limitato, confinato in collina (Bevilacqua & Placanica, 1985). I luoghi della produzione coincidevano con quelli della residenza, del commercio, degli scambi e della vita sociale e le necessità di trasporto si limitavano a pochi spostamenti a piedi. Solo successivamente la popolazione e le classi dirigenti hanno aspirato a sviluppare la città in pianura e Cosenza si è estesa in direzione Nord, fino a ricongiungersi con i nuovi quartieri di Rende. A partire dagli anni Cinquanta, ha avuto inizio, per il centro storico, un processo di periferizzazione in senso geografico, rimanendo isolato a Sud, e funzionale, in termini di residenze e di 2

attività urbane. La logica dell’abbandono si è concretizzata nella perdita delle funzioni urbane, nel trasferimento di alcune sedi istituzionali significative, nella diminuzione delle attività produttive e commerciali, nella scarsità degli spazi e dei servizi per la residenza, nella perdita di risorse umane. La città perdeva la compattezza e i suoi confini precisi e si affermava l’idea di un centro diverso dal resto: un luogo da salvaguardare perché detentore dell’identità urbana, ma afflitto da progressive forme di degrado. Un sistema efficace di interventi di rigenerazione urbana e ambientale potrebbe risolvere tali problematiche avvalendosi del patrimonio immobiliare non troppo vetusto e sfruttando i luoghi irrisolti. Sono queste le condizioni minime per recuperare spazi da conservare in questa parte di città, nel rispetto della sua identità storica e culturale, pensando all’inserimento di nuove funzioni urbane, attività produttive, artigianali e servizi, in una rinnovata tradizione evolutiva.

2| Il quartiere tra via Spirito Santo e Cosenza Casali: quadro conoscitivo dell’area di studio

La ricerca descritta nel presente contributo, condotta dal Laboratorio di Pianificazione dell’Ambiente e del Territorio del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università della Calabria riguarda un quartiere interessato dal processo di periferizzazione collocato a margine del centro storico di Cosenza, tra via Spirito Santo e Cosenza Casali (Figura 1). L’area vanta una lunga storia, denunciata dalla complessità e dalle profonde stratificazioni dell’impianto urbano, è afflitta da problematiche assimilabili a quelle dei centri storici di altre città italiane, consistente degrado e presenza di edifici pericolanti che favoriscono il deterioramento ambientale. I residenti del quartiere Spirito Santo sono legati a questa parte della città, un tempo conosciuta per la presenza dei conciapelli, mentre sull’altra sponda del fiume, sorgeva il borgo degli artigiani vasai. Dopo la sistemazione degli argini, che pose fine alle frequenti esondazioni, nel quartiere hanno trovato collocazione le prime case popolari del secondo dopoguerra, edifici privati che richiamano lo stile liberty, importanti attività industriali, edili come la fabbrica Mancuso & Ferro. Il quartiere, grazie agli interventi pubblici sui servizi e l’arredo urbano, ha acquistato dignità estetica ed architettonica, ma non ha più rappresentato un punto di riferimento e di incontro per i cittadini.

Figura 1 | Inquadramento territoriale del quartiere oggetto di studio

Sarebbe impensabile ritenere “periferie” soltanto le zone costruite ai margini della città moderna (Magatti, 2007), in quanto 2

forme di impoverimento e marginalizzazione possono verificarsi anche in aree centrali storiche, da intendersi come “periferie funzionali”, in rapporto alle richieste contemporanee, per la loro condizione di inadeguatezza fisica, infrastrutturale e sociale.

Per il progetto degli interventi di rigenerazione urbana e ambientale il punto di partenza è costituito dall’insieme degli studi necessari per avere un adeguato e completo scenario strategico del contesto: analisi dell’accessibilità veicolare e della viabilità interna, analisi del tessuto edilizio e delle evidenze storico- culturali, analisi del verde, dell’arredo e del decoro urbano. Al fine di rendere sistematiche e fruibili le informazioni raccolte, è stata applicata la diffusa metodologia dell’analisi S.W.O.T. (Tabella I) che ha permesso di approfondire le preliminari osservazioni e potenziare l’efficacia della strategie di intervento, di seguito illustrate, per il conseguimento del programma di rigenerazione urbana e ambientale, con riferimento ai seguenti aspetti: ambiente urbano, edilizia, trasporti, assetto sociale ed economico.

Tabella I | Analisi S.W.O.T. condotta per il quartiere compreso tra via Spirito Santo e Cosenza Casali

3| Le proposte di rigenerazione urbana e ambientale

Il progetto di rigenerazione urbana e ambientale nasce dalla necessità di restituire al quartiere oggetto di studio le funzioni originarie, da tempo dismesse, con una coerente destinazione dei luoghi, del patrimonio esistente e degli spazi pubblici, attraverso la definizione di adeguate linee programmatiche di intervento: • Promozione del territorio, come rilancio delle vocazioni e delle identità locali, riqualificazione degli

edifici storici e dell’intero tessuto edilizio;

• Riconversione del sistema urbano, come riappropriazione degli spazi pubblici aperti e intervento armonico sull’arredo urbano;

• Implementazione dei servizi, come diversità di forme e funzioni che si manifestano nella socialità, nella qualità ambientale, nella cultura e nel commercio;

• Riorganizzazione della mobilità, come incentivo ai flussi di merci e potenziamento del sistema di parcheggio a servizio dei cittadini;

• Inserimento di nuove attività, come incentivo alla diffusione e al potenziamento delle attività produttive e dei servizi per lo sviluppo economico del quartiere;

• Sostegno dell’uso residenziale, come politiche abitative a favore di studenti e lavoratori attuate attraverso interventi pubblici mirati.

Queste strategie vogliono concorrere al miglioramento del benessere socio-economico dei residenti e della qualità dell’ambiente che si realizza attraverso interventi riconducibili alle seguenti tematiche: “accessibilità e mobilità”, “cultura e tempo libero”, “attività produttive e tradizioni”, “paesaggio e natura” (Tabella II).

Punti di Forza Punti di Debolezza

Fisici:

Varietà nel tessuto edilizio;

Presenza di spazi costruiti inutilizzati e recuperabili; Presenza della linea ferroviaria;

Presenza di aree verdi e del corso d’acqua da valorizzare; Presenza di spazi già realizzati dedicati allo sport. Sociali:

Varietà nelle componenti sociali del quartiere;

Disponibilità da parte degli abitanti ad essere coinvolti e mantenere le iniziative proposte.

Fisici:

Mancanza di una riconosciuta forma urbana di un ‘centro’ nel quartiere e di luoghi di aggregazione;

Degrado ed incuria diffusa negli spazi aperti; Scarsità dei servizi pubblici di trasporto; Collegamenti difficoltosi al contesto urbano. Sociali:

Deboli legami sociali e assenza del senso di comunità; Scarso ricambio generazionale;

Difficoltà nel coinvolgimento di alcuni gruppi di residenti.

Opportunità Minacce

Aumento del flusso turistico nelle aree limitrofe al comparto; Riconoscibilità e tipizzazione dei luoghi del centro storico; Possibilità di predisporre spazi destinati allo sport; Collegamenti sinergici tra cultura, agricoltura e ambiente.

Abbandono del quartiere della componente giovanile; Possibile mancata condivisione degli interventi proposti; Indebolimento delle produzioni ed esclusione dai mercati locali più rilevanti.

Tabella II | Sintesi degli interventi proposti

Le azioni progettuali tentano di dare risposta alle problematiche che interessano l’area di intervento e sono tese al recupero del degrado, alla riqualificazione e al riuso delle aree abbandonate, alla creazione di nuovi centri di aggregazione sociale, alla pianificazione e al disegno di nuove centralità.

3.1| Accessibilità e mobilità

L’accessibilità e la mobilità urbane rappresentano uno dei principali elementi su cui viene misurata la qualità della vita della città (Nuvolati, 2007): influenzano in maniera strutturale l’appetibilità rispetto alle funzioni urbane (riduzione dei livelli di congestione, miglioramento della fluidità degli spostamenti), alla funzionalità (aumento della sicurezza, riduzione dei tempi e dei costi di spostamento individuali, moltiplicazione delle opportunità di contatto economico) e alla vivibilità (minori livelli di inquinamento, allargamento delle opportunità di relazione sociale). L’intento progettuale è orientato al perseguimento di una mobilità urbana sostenibile, spostando l’enfasi dalla costruzione di nuove infrastrutture all’ottimizzazione di quelle esistenti e verso modalità di trasporto diverse dal mezzo privato e sostenibili. La scelta di garantire una nuova accessibilità e collegamenti veloci con le aree centrali della città si concretizza nell’intervento di adeguamento della linea ferroviaria esistente a linea metropolitana leggera, che si presta ad incentivare il trasporto intermodale per rendere il trasporto su ferro vicino allo schema “da porta a porta” tipico del mezzo privato, sfruttando un servizio di biciclette pubbliche e di car-sharing ecosostenibile. È previsto il collocamento, in diversi punti del quartiere, di stazioni per prendere in prestito le biciclette o le auto elettriche con l’obiettivo di incentivare gli spostamenti a impatto zero: una soluzione flessibile e sostenibile per muoversi in città.

3.2| Cultura e tempo libero

Il ruolo della cultura è diventato determinante nei processi di sviluppo urbano: trasformando l’aspetto creativo delle città da semplice vezzo d’immagine a mezzo efficace di rigenerazione e sviluppo economico e sociale (Bianchini & Parkinson, 1994). La strategia generale del progetto individua un modello di sviluppo per l’area di studio (Figura 2) affidando al tema della cultura e del tempo libero una opportunità di rilancio per il quartiere attraverso la trasformazione degli spazi inutilizzati in luoghi dedicati alla produzione, al consumo e alla fruizione di attività culturali.

Tematiche di intervento Azioni

Accessibilità e mobilità

Adeguamento della linea ferroviaria esistente a linea metropolitana leggera Impiego di mezzi di trasporto sostenibili (biciclette pubbliche, veicoli elettrici) Miglioramento ed estensione dei percorsi ciclo-pedonali esistenti

Organizzazione di nuovi impianti di parcheggio ad uso pubblico

Cultura e tempo libero

Predisposizione di un centro polifunzionale per ospitare eventi e manifestazioni Creazione di nuovi spazi culturali rivolti in particolare ai giovani

Inserimento di attrezzature sportive per favorire la fruizione del lungo fiume Crati Organizzazione di spazi esterni di supporto all’esistente Palazzetto dello Sport

Attività produttive e tradizioni

Incremento e sostegno delle attività economico-produttive di artigianato locale Aumento delle funzioni extra-residenziali ai piani terra degli edifici

Creazione di luoghi di aggregazione sociale (area mercato, orto urbano)

Inserimento di percorsi di valorizzazione dei prodotti agroalimentari ed enologici

Paesaggio e natura

Tutela e riconversione degli spazi pubblici degradati e dismessi presenti Riqualificazione degli spazi verdi attraverso l’inserimento di funzioni diversificate Progetto di orti urbani pubblici da assegnare a coltivatori non professionisti Valorizzazione del patrimonio naturale dell’area del fiume Crati

Figura 2 | Cultura e tempo libero: principali interventi

I principali interventi riguardano:

• Gli spazi culturali, il progetto prevede che la fabbrica Mancuso & Ferro, un esempio di archeologia industriale, riprenda la sua attività: da luogo di produzione di calcestruzzo e mattoni per l’edilizia a centro di produzione culturale, rispondendo alla mancanza di uno spazio urbano che permetta di svolgere le attività della cosiddetta “società civile”. Viene proposto l’utilizzo dell’area dismessa come catalizzatore e trampolino di esperienze di confronto e di aggregazione per la cittadinanza, rivolto in particolare ai giovani, un centro di vita sociale organizzato per lo svolgimento di molteplici attività: biblioteca, laboratorio artistico, laboratorio multimediale, sala prove per gruppi musicali, sala concerti, teatro-auditorium;

• Le aree per lo sport, l’idea progettuale suggerisce un percorso di azione che riguarda lo spazio urbano e gli impianti sportivi presenti affinché questi, opportunamente ripensati, possano trasformarsi in luoghi capaci di offrire opportunità di crescita per il quartiere. In particolare, il progetto prevede di dotare delle necessarie attrezzature le aree verdi che circondano il Palazzetto dello Sport, una struttura inutilizzata e architettonicamente chiusa e poco permeabile, per rendere più labili i confini tra interno ed esterno e proporre un’offerta sportiva multidisciplinare (corsa e camminata, allenamento a corpo libero, bicicletta, yoga, tennis e calcio), restituendo allo sport la sua originaria essenza di attività libera praticabile all’aperto e di integrazione sociale di persone di diverso ceto e condizione;

L’area espositiva, il progetto prevede la trasformazione dell’opificio per l’estrazione del tannino in edificio polivalente, capace di ospitare eventi espositivi e in grado di coniugare diverse modalità di fruizione del polo (fieristico, espositivo, congressuale e per grandi eventi), prevedendo una struttura permanente, che coincide con l’edificio della vecchia fabbrica e la riqualificazione delle aree esterne per ospitare le strutture temporanee e l’area parcheggio. Le strutture sono pensate per manifestazioni che possono essere tenute senza modificare strutturalmente gli spazi, quindi poco impegnative dal punto di vista economico, realizzabili in ogni periodo dell’anno e, soprattutto, di attrazione per il quartiere come luogo di scambi commerciali e interpersonali.

3.3| Attività produttive e tradizioni

Le città storiche rappresentano luoghi d’eccellenza da conservare, tutelare e promuovere, il cui futuro risiede nella loro capacità di essere attraenti e competitivi grazie ai servizi per residenti e turisti che le città moderne non riescono a garantire (Conticelli & Tondelli, 2009). La periferia storica oggetto di studio ha numerose potenzialità, sino ad oggi trascurate, sottovalutate o addirittura in alcuni casi compromesse, ma non ha perso la sua identità da ritrovare attraverso la rivisitazione del ruolo delle attività produttive, delle tradizioni enogastronomiche e artigianali (Figura 3).

Figura 3 | Attività produttive e tradizioni: principali interventi

Nello specifico il progetto promuove come componente strategica dello sviluppo economico e territoriale i seguenti elementi:

• L’artigianato locale, le botteghe artigiane calabresi vantano un’antica tradizione nella lavorazione del legno, del ferro e dell’argilla, così come numerose sono le attività di ricamo, tessitura e cestineria: un elemento fortemente legato al passato, ma proteso al futuro se inteso come volano per l’attrattività del territorio. I principali prodotti artigianali tipici sono stati raggruppati in quattro settori: vetri e ceramiche; tessuti e ricami; metalli e preziosi; vimini e legni per promuovere iniziative che, sfruttando i piani terra inutilizzati degli edifici, possano dare la giusta valorizzazione ai prodotti locali: far conoscere le botteghe d’arte e d’artigianato e i locali storici dove sono realizzate le creazioni, sostenere la formazione dei giovani attivando corsi di formazione al lavoro specifici per il settore dell’artigianato artistico con l’apporto diretto dell’esperienza dell’imprenditore artigiano titolare della bottega, individuare le lavorazioni da incentivare, con riferimento alle richieste locali;

• L’enogastronomia, il cibo è vissuto, a livello internazionale, come cultura ed esperienza da condividere, attraverso la quale entrare in contatto con un luogo. Lo studio delle dinamiche di mercato ha dimostrato come le attività legate al vino e al cibo condizionino la scelta dei luoghi da visitare e favoriscano l’acquisto di generi alimentari tipici. Di qui l’idea di basare il rilancio dello sviluppo economico e sociale del quartiere anche sul settore enogastronomico, garantendo un’offerta ampia e varia di esperienze, oltre che caratteristica del luogo, rivolta ai residenti e non solo. Le diverse tipologie di ristorazione aspirano a far conoscere le origini, i processi e le modalità di produzione e attraverso questi il territorio e le vicende storiche, artistiche e sociali;

• L’area mercato, per la sua capacità di animare, ma soprattutto di caratterizzare lo spazio urbano, il progetto di rigenerazione include la predisposizione di un’area mercato come elemento strategico per la promozione di politiche commerciali di carattere dinamico ed interattivo. L’obiettivo dell’intervento è quello di riqualificare funzionalmente uno spazio inutilizzato prevedendo la localizzazione dell’area mercato vicino a quella di un orto urbano: due azioni di rigenerazione finalizzate al recupero sociale, economico ed urbanistico del quartiere. L’area coperta del mercato si compone di più strutture in legno e di un padiglione più ampio, destinato a momenti di convivialità ed eventi pubblici, mette a disposizione un servizio di ristorazione, utilizzando i prodotti locali venduti all’interno e integra l’orto urbano attraverso il laboratorio per la trasformazione dei prodotti.

3.4| Ambiente e paesaggio

A partire dagli anni Settanta le città, e anche quella di Cosenza, sono state costruite garantendo le aree verdi, i parcheggi, gli spazi e i servizi pubblici, ma questo non sempre è stato sufficiente a creare quartieri vitali, accessibili, capaci di stimolare il senso di appartenenza e incrementare il valore economico degli immobili (Valentina Dessì, 2013). L’implementazione delle buone pratiche nella rigenerazione della città rappresenta la vera sfida nel processo di trasformazione che si vuole concretizzare nell’area di studio attraverso specifiche azioni (Figura 4).

Figura 4 | Ambiente e paesaggio: principali interventi

Il progetto propone i seguenti interventi:

• L’orto urbano, al fine di riqualificare le aree verdi inutilizzate con una nuova prospettiva di intenti, si propone la realizzazione degli orti e delle varie attività riconducibili ad essi con valenza sociale, nel senso di luogo di aggregazione, confronto, educazione ambientale, di valorizzazione dei prodotti tipici e delle tradizioni gastronomiche. Si prevede la suddivisione in appezzamenti individuando: la zona riservata all’orto classico, all’attività didattica, attrezzata per le persone disabili, per le produzioni di varietà localmente tipiche, per la coltivazione di piante aromatiche-officinali e dei piccoli frutti. Il progetto ha una logica integrata ed è teso ad occupare il tempo libero degli anziani e dei bambini, creare valore sociale, ambientale ed economico e costruire una comunità sostenibile;

• Il lungo fiume, il fiume Crati è una preziosa risorsa urbana e paesaggistica, da valorizzare e rendere parte integrante della vita che si svolge fra le strade della periferia storica oggetto di studio. L’idea progettuale prevede di intervenire sul lungo fiume realizzando quattro categorie di luoghi: “il luogo dello stare”, con l’introduzione di collegamenti tra la parte bassa, il fiume, e la parte alta della città; “il luogo delle passeggiate”, con percorsi che lambiscono il corso d’acqua; “il luogo della natura”, che si contraddistingue per l’assenza di interventi antropici; “il luogo delle attrezzature”, per incentivare l’utilizzo, anche per finalità sportive, dell’area. Si ritiene che questi interventi se realizzati e mantenuti rispettando la specificità di ogni luogo possano permettere di migliorare il corridoio fluviale contribuendo al raggiungimento di un buon livello di sostenibilità, di cura dell’ambiente e del benessere umano;

• Il parco urbano, al fine di favorire la convivenza sociale e il confronto dei cittadini di tutte le età, si propone di introdurre nel parco la funzione ludica per i più piccoli, giustificata dalla presenza del vicino comparto scolastico, e aggregativa per gli adulti, avendo riscontrato l’assenza di aree attrezzate

Nel documento Le trasformazioni dei lavori in corso (pagine 109-117)