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Note editorial

69. Marie De Kraut a De Roberto

Castello Alt-Ranft presso di Freienwalde a.d.Oder Prussia,442 il 30 di Maggio 1892

Egregio Signore

L‘impressione tanta dolorosa che ha operata nell‘anima di mio fratello la di Lei lettera del 25 Maggio ha trovato un eco tristissimo nel mio cuore. Mio fratello sapendo quanto sono amante della bella lingua italiana mi mandò delle Sue opere e poi le di lui traduzioni.443 I nobili pensieri ed i sentimenti elevati avevano anche per me una gran attrazione e m‘ispiravano d‘ammirazione per le di Lei novelle. Participai al desiderio di mio fratello di contribuire a rendere celebre il di Lei genio anche in Germania.

Al principio mio fratello traduceva entieramente e fedelmente l‘originale; ma poi quando vedeva che i giornali sempre difficili per accettare traduzioni, preferivano novelle più brevi, egli provava a farle accettare rendendole più brevi.

Allora furono accettate!

E, Signor Cavaliere, non ostante il Suo dispiacere non posso altro ma dirle con vero piacere da parte mia, che le di Lei novelle hanno raccolte un vero trionfo. Aveva opportunità di leggerle in varii circoli in Berlino ed a Postdam a persone distintissime, facevano per così dire furore, anche l‘altro giorno444 si diceva: se il Signor de Roberto non

avesse scritto nient‘altro che la Penitenza445 dovrebbe essere famoso. Quasi in ogni lettera

io aveva il piacere di scrivere a mio fratello una nuova critica entusiastica.

Lei capisce adesso, non è vero, il nostro dolore di veder e sentire che invece Lei non ha altra parola che quella del più gran dispiacere! E noi due eravamo così felici pensando che lavoravamo per la sua fama.

Forse mio fratello avrebbe fatto meglio prima di consultare Lei, ma avendo solamente in vista del bene non pensava mai che Lei potrebbe esser d‘altra opinione.

Bisogna sapere, Signor Cavaliere che noi altri in Germania, siamo una razza di gente non poco sgraziata e che manca al nostro stilo la grazia incantevole dello stilo italiano. Dunque

442 Piccola città del Brandeburgo a vocazione termale.

443 A Marzo di quell‘anno, probabilmente nella prima metà, De Roberto ricevette una delle sue novelle

tradotta da von Kraut e pubblicata da ―Gegenwart‖, e seppe che nel mese successivo sarebbe stata pubblicata La Morta dallo stesso giornale. Evidentemente De Roberto, dopo aver ricevuto i giornali tedeschi e aver visionato le traduzioni, avrà espresso il suo disappunto a von Kraut con toni piuttosto duri.

444 «giorno» è scritto nello spazio interlinea. 445 Il Sacramento della Penitenza.

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da noi bisogna esser breve per esser gradito. – Ho fatto questa esperienza anche traducendo dall‘inglese. L‘editore desiderava sempre più abbreviamento. –

Lei che ha il genio ed il desiderio per far del bene in questo mondo, di certo non voleva afflittare seriamente con la Sua illustre penna che evocava la mia (mia) stima e la mia ammirazione!

Marie de Kraut446 Canonichessa d‘onore

30 Maggio [18]92 Egregio Signore,

La sua lettera ingiusta me ha fatto moltissimo dolore! tanto alla mia sorella, la cuale risponde a la sua ultima, meglio di me. Sono, Signore, di Lei

s.o.

M. von Kraut447

Lettera su carta semplice, presenta busta senza francobolli né timbro. Biglietto da visita di M. de Kraut – Villa Vestvali R. C.

Indirizzata: All‘Illustrissimo – Signor F. de Roberto.

Bibl.: F. Branciforti, De Roberto sulle rive della Sprea. Lettere di Schönfeld, Sandvoss, e altri (con una postilla leopardiana ed una appendice), in ―Annali della Fondazione Verga‖ XIII, 1996 (ma 2000), pp. 67-68.

Segn.: BRUC Epistolario De Roberto U.Ms.EDR.(von) Kraut.

70. Carlo Chiesa a De Roberto

[Milano, 1 giugno 1892]448 Caro De Roberto

446 Marie von Kraut era ella stessa traduttrice dal francese, dall‘italiano e dal tedesco; la qualità della sua

scrittura in italiano risulta certamente più accurata di quella del fratello.

447 Il messaggio epigrafico di von Kraut si trova in un biglietto da visita a parte, inviato insieme alla lettera

della sorella.

448 Data e luogo si ricavano dal timbro postale; nella catalogazione della BRUC la data apposta è, invece, il 2

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Ci siamo messi in mano all‘Avvocato. Lui decidera[sic]. Noi abbiamo il libro rovinato e non per colpa nostra.

Le circolari furono fatte e spedite. Le copie a Roma le so […]449

Vi stringo la mano Chiesa

P.S. Quante copie dobbiamo dela[sic] Sorte? Non lo so perche[sic] l‘Avv.450 che tiene il

contratto non trovasi a Milano.451

Cartolina postale, timbro postale: Milano 1- 6-92 e Roma 2-6-92.

Indirizzata: Al Egregio Signore Federico De Roberto – Via dei Pontefici 27 – Roma. Bibl.: Inedita.

Segn.: BRUC Epistolario De Roberto U.Ms.EDR.006.001.Ed.Galli 084

71. F.S. a De Roberto

Catania 8 giugno [18]92 Gent.mo sig. De Roberto,

prima ancora che io fossi ritornato a Catania il Giannotta Le aveva già scritto promettendo di fare quanto Ella desiderava. Infatti egli mi ha rinnovato la dichiarazione che non mette in commercio nessuna delle copie vecchie, e che pel compenso ai danni materiali e morali starà a quello che Ella deciderà di fare (cioè un nuovo volumetto, o ritiro delle copie rimaste, o altro). Ho dimostrato al Giannotta che se Ella aveva taciuto non era per malafede ma solo per quella titubanza che veniva dai lunghi rapporti d‘amicizia. Mi pare persuaso. Badi che dalla coperta del volume egli aveva già levato le parole ―seconda edizione‖; ad ogni modo restava la data 1892. La lettera del G. ritengo che Le basti per evitare la questione col Chiesa. Distinti saluti. Se le occorre altro, sono a sua disposizione, dove io valga. Suo dev. F.S. 452 449 Termine inintelligibile. 450 «l‘Avvocato».

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Cartolina postale, timbro postale: Catania 8-6-92 e Roma 9-6-92.

Indirizzata: Chiar.mo Signor – Federico De Roberto – via dei Pontefici 27 – Roma. Bibl.: Inedita.

Segn.: BRUC Epistolario De Roberto U.Ms.EDR., Lettere da attribuire, in ordinamento.

72. Carlo Chiesa a De Roberto

Milano, li 12 giugno 1892

Galleria Vittorio Emanuele 17, 80

Stimatissimo Signor De Roberto Roma

Ella ha scritto una lunga lettera, anzi due lunghe lettere al nostro avvocato. Ma, pur troppo, i fatti sono tutti contrari e oltre a una quantità di giornali che danno La Sorte come libro di proprietà Giannotta, ben due, oggi Le mandiamo un catalogo in questo momento ricevuto che porta il libro triste a lire 2. Vuol dunque che chi ordinera[sic] a Giannotta per avere l‘opera non sarà soddisfatto? Non lo credo, io, a malgrado di tutto le osservazioni. Ed è per questo che vogliamo un avviso453 nella Bibliografia. Sta bene tutto quanto vi giova ma la rovina è mia dopo che soltanto per la copertina ho speso 400 lire!!

Con stima la […]454

C. Chiesa e Guindani455

P. S. Vorrà mandarmi il catalogo per procedere nel caso occorresse procedere.456 Se Giannotta non vuol fare l‘avviso di rettifica nella Bibliografia, ritiri Lei tutte le copie, e noi

452 Impossibile per il momento sciogliere le iniziali e attribuire la cartolina, che difatti si trova nella sezione

dell‘epistolario derobertiano dei mittenti non identificati. Tuttavia, si tratta certamente di una persona di fiducia dello scrittore, che viveva a Catania e forse aveva anche confidenza con Giannotta.

453 Termine dubbio perché scritto su un altro che è stato parzialmente corretto. 454 Termine indecifrabile.

455 Anche la firma è scritta nervosamente, come tutta la lettera.

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allora saremo tranquilli. Tanto e tanto Lei ha già dato un volume di novelle a compenso di queste copie e perché non vengano messe in commercio. 457

Lettera raccomandata su carta intestata Libreria Editrice Galli di C. Chiesa e F. Guindani, presenta busta intesta Libreria Editrice Galli di C. Chiesa e F. Guindani Milano – Galleria Vitt. Emanuele 17-80 – Milano, timbro postale: Milano 13-6-92 e Roma 14-6-92.

Indirizzata: Stim. Signor F. De Roberto – Via dei Pontefici 27 – Roma. Bibl.: Inedita.

Segn.: BRUC Epistolario De Roberto U.Ms.EDR.006.001.Ed.Galli 082

73. Marie De Kraut a De Roberto

Alt-Ranft via Freienwalde a.d. Oder 14 giugno, 1892458

Egregio Signore,

Grazie per la Sua gentile lettera. Manderò il di lei messaggio a mio fratello. Lei non sapeva che la Sua lettera fù indirizzata ad un Signore attempatetto accanto al letto della sua Signora ammalata, se non, ne sono sicura, Lei avrebbe scelto altre parole.

Mi rincresce molto la soppressione delle due ultime righe della Morta perché eccitava il Suo dispiacere. Questa soppressione è colpa mia.

Mio fratello, prima d‘offrirla ad un editore mi mandò la traduzione, per farmi piacere, ed io gli diedi il consiglio di lasciare finire la novella – con la parola – «Bianca». Al mio parere tutto era detto in questa sola parola: il perdono, la compassione affettuosa, il sagrifizio e la grandezza d‘anima che l‘aveva ispirato, – dopo il più doloroso combatimento col proprio essere459 la vittoria!460 Era questa la mia idea, di Signora tedesca, sotto il nostro cielo

457 La lettera è scritta con una certa concitazione o di fretta. La scrittura è, infatti, più piana e ordinata nella

prima sezione e più frettolosa e confusa nella seconda. Il Post Scriptum è in parte scritto da Chiesa e in parte di mano diversa.

458 È questa la nona e ultima lettera ricevuta da De Roberto dai fratelli Von Kraut, evidentemente risentiti per

la sconfessione dello scrittore che non aveva gradito le loro traduzioni. Nello stesso periodo, fra l‘altro, De Roberto stava stringendo i rapporti con Eisenschitz e Johanna Minckwitz, possibili traduttori, che evidentemente gli parvero più affidabili dei Von Kraut (cfr. Introduzione, supra).

459 Termine dubbio, potrebbe pure trattarsi di «errore», così lo interpreta Branciforti.

460 Nell‘originale la novella si chiudeva sulle amare lacrime di Emma, che decide di chiamare la figlia che

doveva ancora nascere come la moglie defunta del marito Roberto: Bianca, appunto. La Von Kraut, con la scelta di cassare le righe finali, aveva in realtà completamente tradito la chiusa che De Roberto aveva voluto

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grigio, dove si impara già da fanciulla a supprimere dimostrazioni, che tutt‘altro avrebbe diminuito l‘effetto, in tedesco. Una parola o espressione ed anche sentenze spesso producono tutt‘altra impressione in una lingua che in un‘altra.

Mio fratello non ha tradotto leggiermente; ha fatto il manoscritto delle Sue novelle due, tre volte, sempre aspirando ad addattare ancora più perfettamente ai pensieri e sentimenti dell‘autore lo stilo ed il modo d‘espressione conforme all‘intendimento tedesco; e gli applausi raccolti per la gloria dell‘autore parlano in favore della riproduzione. Di certo lei troverà altre penne tedesche più fortunate e più dal suo gusto, ma forse poche che lavoranno con tanto zelo disinteressato come quella di mio fratello.

Almeno il successo delle novelle da lui tradotte gli dà la soddisfazione d‘aver ottenuto il suo intento: contribuire con alcune foglie alla corona laurea dell‘autore!

Augurando ogni bene, La prego, Signor Cavaliere, d‘accettare i miei distinti saluti Maria de Kraut

P.S. Prima di conoscere la di Lei lettera a mio fratello, io aveva dato; a leggere i giornali la ―Gegenwart‖ colle due novelle ad un nostro notevole autore, che dopo voleva mandarli all‘editore d‘un altro giornale; dunque La prego di scusare se forse le due novelle saranno stampate ancora una volta.

M.v.K.

Lettera su carta semplice, presenta busta, timbro postale: Altranft 15-6-92 e Roma 17-6-92. Indirizzata: All‘Illustrissimo – Signor F. de Roberto – Roma – Via dei Pontefici 27 – Italien.

Bibl.: F. Branciforti, De Roberto sulle rive della Sprea. Lettere di Schönfeld, Sandvoss, e altri (con una postilla leopardiana ed una appendice), in ―Annali della Fondazione Verga‖ XIII, 1996 (ma 2000), pp. 70-71.

Segn.: Epistolario De Roberto U.Ms.EDR. (von) Kraut.

dare alla novella: l‘amara presa di coscienza, da parte di Emma, di un sentimento che non era mai cessato e la necessità di sacrificare la propria felicità a quella del marito accettando che la defunta divenisse presenza incarnata nel proprio ménage, facendola rivivere nella nascitura.

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