7. PROGETTI REALIZZATI
7.2 Masdar City, Abu Dhabi
La città di Masdar in Abu Dhabi negli Emirati Arabi è stata progettata da Norman Foster e da architetti inglesi e si pone come obiettivo di limitare le emissioni al minimo per essere la prima città verde al mondo. Il progetto ha preso il via nel 2006 ed è in fase di attuazione. La città sarà alimentata dall’energia prodotta da centrali eoliche e fotovoltaiche. Il sistema dei trasporti non poteva non rientrare nel progetto che infatti prevede solo mezzi ad emissioni zero. Tra questi c’è anche il PRT.
La scelta di realizzare una città nella quale non potranno circolare auto tradizionali, consente di realizzare strade più strette che insieme alle mura della città permetteranno di escludere i venti caldi del deserto in favore di brezze più fresche che potranno attraversare le vie della città.
Sebbene il progetto iniziale contemplasse la possibilità di realizzare una rete di PRT su larga scala, ciò non è stato realizzato ed oggi è presente solo un breve tratto di linea che porta gli studenti dal centro città all’istituto di ricerca scientifica realizzato in collaborazione con il MIT.
Il motivo di questo ridimensionamento è di tipo tecnico e economico: il progetto prevedeva una rete sotterranea completamente isolata dal traffico pedonale, ma i costi dell’opera si sono rivelati eccessivi e dopo aver realizzato un primo tratto pilota non si è proseguito nel completare l’opera.
Si vuole qui in ogni caso descrivere il progetto originale che appare interessante perché denota un rapporto strettissimo tra progettazione urbanistica e dei sistemi di trasporto in una città che è stata costruita e che continua a crescere nel deserto.
La difficoltà principale apparve quella di realizzare una rete di trasporto per una città che ancora non esiste, per una popolazione che ancora non risiede a Masdar, per un’utenza non definita con certezza. Per sviluppare il progetto è stato creato allora un team di architetti e progettisti del traffico i quali hanno pianificato il PRT realizzando sia l’analisi della domanda che il routing e studiando le connessioni con le altre forme di trasporto urbano (sistematica.net). Il team di progettisti ha cercato di integrare soluzioni di trasporto sostenibile con il progetto della città. Si è così pensato di evitare la congestione sulle linee dei mezzi di trasporto pubblico partendo da un concetto diverso di destinazione d’uso delle varie aree all’interno dei quasi sette chilometri quadrati su cui si sviluppa la città: in essa non vi sono quartieri residenziali o aree
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prettamente commerciali né zone in cui si concentrino solo le attività lavorative. Lo sviluppo della città prevede aree a destinazione d’uso misto, di modo che sia possibile lavorare vicino a casa e dunque ridurre gli spostamenti, ma anche per poter realizzare stazioni che servano utenti che vi si recano per motivazioni diverse, in modo da distribuire la domanda (dall’intervista a Luca Guala, (Treehugger s.d.)).
Il sistema PRT è inserito all’interno di questo contesto perché garantisce un sistema ecologicamente sostenibile. Diversi motivi hanno indotto i tecnici a pensare a una rete di Personal Rapid Transit sotterranea: in questo modo i veicoli non entrano in conflitto con il traffico pedonale, rispetto ad una linea sopraelevata poi ha il vantaggio di non essere visibile dai primi piani dei palazzi. È nato così il progetto di una linea completamente sotterranea, che corre sotto le strade ad una profondità di 6 m e che collega la città all’aeroporto internazionale di Abu Dhabi a 20 km di distanza, oltre a garantire il collegamento tra i parcheggi esterni al perimetro urbano alle diverse aree della città.
Il sistema doveva essere complementare ai più tradizionali mezzi di trasporto come tram e metropolitana di superficie, garantendo un servizio a domanda continuativo per passeggeri e merci. Le stazioni sotterranee possono essere raggiunte con ascensori e scale ed il sistema è presentato dal progettista italiano L. Guala come una sorta di ascensore orizzontale che consente al passeggero di scegliere la propria destinazione una volta a bordo del veicolo o mentre è ancora in stazione, e di raggiungere la destinazione prescelta con tempi d’attesa di pochi minuti e tempi di viaggio che non superano i 10 minuti, dal momento che la rete non si sviluppa su una grande superficie e la distanza massima tra stazioni è di 2,5 km (Treehugger s.d.).
I veicoli previsti dal progetto, e poi effettivamente realizzati da 2getthere, sono su ruote gommate, dispongono di batterie al litio-ferro-fosfato ricaricabili in specifiche sezioni delle stazioni, garantiscono una percorrenza di 60 km dopo un periodo di carica di un’ora e mezza, possono ospitare da 4 a 6 passeggeri e si spostano tra le fermate alla velocità di 25 km/h.
La prima fase del progetto, la sola poi effettivamente realizzata, prevedeva due stazioni passeggeri e tre per il carico merci, collegate da 1,4 km di rete percorsa da 10 veicoli PRT e 3
Figura 66 Schema della rete PRT progettata a Masdar. (Treehugger s.d.)
Figura 67 Progetto di Masdar City (Foster+partners s.d.)
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FRT (Freight Rapid Transit) (2getthere.eu)
L’apertura al pubblico è avvenuta nel Novembre 2010 e nel Maggio di quest’anno è stato raggiunto il milione di passeggeri. Il sistema è attivo 18 ore al giorno, tra le 6.00 e le 24.00, sette giorni su sette.
Sebbene l’estensione del progetto sia contenuta, principalmente per motivi economici legati al costo di un’opera sotterranea che porta il costo di un chilometro di linea a 70 milioni di dollari, il caso di Masdar dimostra come sia possibile far vivere una città, incluso il sistema dei trasporti, senza ricorrere al petrolio ed è esempio di architettura sostenibile in cui il PRT rientra a pieno titolo.
Figura 68 I veicoli PRT a Masdar (Destination Green s.d.)
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