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MBNA e il marketing innovativo

CAPITOLO 4 STRUMENTI DI MITIGAZIONE DELLA

4.2 Dai modelli credit scoring al behavioral scoring

4.2.2 MBNA e il marketing innovativo

clientela e la gestione in situazione di default.

4.2.2 MBNA e il marketing innovativo

Un'altra "monoline" che già a metà degli anni '80 aveva capito l'importanza dell'acquisizione di informazioni per poter separare la clientela era la MBNA. MBNA venne costituita in Delaware come sussidiaria del Maryland National Bank come emittente di carte di credito; inizialmente aveva rilasciato 600.000 carte di credito per un ammontare di 20956 milioni di dollari in prestiti su carte di credito. Alla fine del 2000 i profitti erano cresciuti, passando a 51 milioni di carte di credito rilasciate per un totale di 8957 miliardi di dollari in prestiti su carte di credito.

La strategia di MBNA era quella di identificare prospettive, stabilire

rapporti e anticipare i bisogni dei clienti e fornire loro servizi personalizzati. Per raggiungere questi obiettivi l'idea di MBNA era quella di costruire un modello di affinità che consisteva in una strategia di marketing diretta ai clienti accomunati dagli stessi interessi, che sentivano quindi il bisogno di usare una carta che dimostrasse questa affiliazione e questo legame: solitamente si trattava di un'istituzione o di un'organizzazione a cui MBNA si appoggiava.

56 Staten, Cate (2003)

Oltre il 70% dei saldi sulle carte MBNA sono stati originati da queste organizzazioni di supporto le quali ricevono benefici finanziari in cambio; tra queste organizzazioni troviamo: organizzazioni di professionisti(medici, avvocati, dentisti, ecc), associazioni studentesche e organizzazioni sportive. Anche in questo caso la chiave del successo di questa "monoline" è stata la strategia di marketing volta a selezionare i target di clienti in base alle loro affinità e a identificare i clienti qualitativamente superiori. Una pietra

miliare della strategia di marketing di MBNA è quella di concedere ai suoi clienti linee di credito elevate che servono a stimolare l'uso delle carte; dall'altro lato questa strategia costituisce anche un rischio in quanto le linee di credito inutilizzate rappresentano una passività potenziale.

Nonostante ciò, MBNA è stata negli anni capace di contenere questo rischio grazie soprattutto all'uso della tecnologia nel monitoraggio delle attività di pagamento e di spesa dei clienti con cui la compagnia ha potuto tenere aggiornati i profili di rischio di quest'ultimi, e anche grazie alle strategie di marketing che le hanno permesso di motivare i clienti a mantenere un buon comportamento creditizio.

Ci sono stati molti cambiamenti nel mercato delle carte di credito: dai tassi indifferenziati a strategie di risk-based pricing, da sistemi di credit scoring a sistemi più complessi di behavioral scoring, da sollecitazioni preapprovate caratterizzate da condizioni riguardanti APR e periodo di grazia a un marketing innovativo che offre prodotti personalizzati, ricompense, e prodotti cross-sell.

Le società emittenti di carte di credito sono riuscite non solo a gestire il problema della selezione avversa ma a tradurlo in vantaggio competitivo attraverso la segmentazione della clientela, resa possibile grazie allo sviluppo della tecnologia e quindi a sofisticati modelli di credit scoring e grazie al supporto dei credit bureau (agenzie di credito), offrendo un prodotto personalizzato e adatto alle diverse tipologie di cliente. Il mercato del credito è diventato negli anni sempre più competitivo, ma l'adozione della cosiddetta information technology ha permesso ad alcune società di crescere e di posizionarsi ad un ottimo livello nell'industria delle carte di credito. "We

founded Capital One on the belief that information and technology would revolutionize nancial services." (Richard D. Fairbank Chair, Chief Executive

CONCLUSIONE

L'asimmetria informativa tra clienti e emittenti pende a favore dei clienti, i quali sono più a conoscenza rispetto agli altri della loro volontà e capacità di pagare, per questo motivo le società emittenti di carte di credito hanno sentito il bisogno di utilizzare una tecnologia nell'ambito dell'informazione. Le società emittenti technology-oriented si sono potute così assicurare un vantaggio informativo rispetto ai concorrenti che le ha rese capaci di selezionare meglio i clienti secondo il loro profilo di rischio.

Stiglitz e Weiss sin dal 1980 avevano intuito che aumenti del tasso di interesse operavano una selezione dei richiedenti contraria agli interessi della banca (fenomeno della selezione avversa) ovvero questi aumenti del tasso di interesse avevano un duplice effetto: l'effetto diretto di reddito per il quale i profitti della banca aumentavano e l'effetto indiretto di selezione avversa che determinava una separazione dei richiedenti il prestito a svantaggio della banca.

Stiglitz e Weiss avevano spiegato il motivo per il quale negli anni '90 le banche si ritrovavano a chiedere un tasso unico (Furletti 2003), definito anche tasso di equilibrio unificante (non inteso come equilibrio walrasiano in quanto domanda e offerta non sono uguali), ovvero in corrispondenza del quale sia i debitori rischiosi che quelli non rischiosi firmavano un contratto uguale; offrendo questo tasso le banche evitavano problemi di selezione avversa che prevaleva oltre quel tasso e in questo modo raggiungevano sia una parte dei clienti con basso rischio

sia una parte dei clienti più rischiosi (l'altra parte di questi ultimi subiva un razionamento del credito).

Ausubel (1999) e Agarwal (2010), in seguito, con i loro studi hanno dimostrato empiricamente gli effetti della selezione avversa: hanno trovato che a coloro che rispondevano maggiormente a tassi di interesse superiori corrispondeva un profilo di rischio maggiore e quindi una maggiore probabilità di default ex post. L'introduzione del credit scoring e del risk-based pricing hanno creato i presupposti per passare da un mercato delle carte di credito basato su un unico tasso indifferenziato a tassi differenziati che hanno permesso un'estensione del credito anche ai debitori più rischiosi e migliori condizioni per i debitori meno rischiosi. I successivi investimenti nella tecnologia hanno permesso lo sviluppo dei credit reporting che sono di cruciale importanza per i modelli di credit scoring e degli stessi credit scoring che ora danno risultati più veloci, automatizzati e più accurati nella valutazione del rischio.

Questi modelli hanno permesso un miglior prescreening e una maggiore comprensione del cliente e quindi della sua storia creditizia; hanno fornito alle emittenti la possibilità di estendere il credito anche ai clienti con storie creditizie problematiche e di poter evitare le perdite legate a questi clienti grazie al monitoraggio costante effettuato sul comportamento di questi clienti.

Nel tempo questi modelli di credit scoring sono progrediti e sono stati integrati con modelli comportamentali ad ampio raggio con i quali è stato possibile prendere in considerazione insieme al comportamento del debitore (andamento

pagamenti, tipologia di acquisti effettuati ecc) anche i caratteri personali (età, genere, reddito, ecc) dell'individuo. Ad oggi viene utilizzata la cosiddetta tecnologia comportamentale che oltre a stimare la probabilità di default dei debitori, stima la probabilità dei clienti ad utilizzare servizi offerti dall'emittente; tutto ciò che riguarda il comportamento del cliente viene utilizzato per costruirne un miglior profilo di rischio e per sviluppare una migliore strategia di marketing.

Gli avanzamenti nella tecnologia hanno permesso alle società emittenti di gestire meglio i propri rischi e di poter accrescere i proprio utili (Mason, Biggs 2002), ma prima di tutto hanno fornito loro un ottimo strumento per poter limitare la loro esposizione al fenomeno della selezione avversa.

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