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Adverse selection nel mercato delle carte di credito

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA

Facoltà di Economia

Dipartimento di Economia e Management

Tesi di Laurea Magistrale in

BANCA,FIANZAEMERCATIFINANZIARI

Adverse selection nel mercato delle carte di credito

Relatore:

Prof. Maria Laura Ruiz

Candidato: Giulia Bellandi

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INDICE

INTRODUZIONE ... 2

CAPITOLO 1 - INFORMAZIONE ASIMMETRICA ... 5

1.1 Modello dei bidoni ... 8

1.2 Mercato del lavoro ... 11

1.3 Mercato delle assicurazioni ... 13

CAPITOLO 2 - ASIMMETRIA INFORMATIVA NEL MERCATO DEL CREDITO AL CONSUMO ... 15

2.1 Mercato del credito al consumo negli Stati Uniti ... 20

2.2 Mercato delle carte di credito negli Stati Uniti ... 25

CAPITOLO 3 - SELEZIONE AVVERSA NEL MERCATO DEL CREDITO ... 35

3.1 Modello Stiglitz - Weiss ... 35

3.2 Selezione avversa nel mercato delle carte di credito ... 40

3.2.1 L’analisi di Ausubel (1999) ... 41

3.2.2 L'analisi di Agarwal (2010) ... 59

CAPITOLO 4 - STRUMENTI DI MITIGAZIONE DELLA SELEZIONE AVVERSA ... 66

4.1 Dal tasso indifferenziato al risk based-pricing ... 66

4.2 Dai modelli credit scoring al behavioral scoring ... 79

4.2.1 Capital One: pioniera del risk based pricing ... 88

4.2.2 MBNA e il marketing innovativo ... 92

CONCLUSIONE ... 95

BIBLIOGRAFIA ... 98

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INTRODUZIONE

L'asimmetria informativa è una condizione che si verifica nel mercato quando gli operatori coinvolti in uno scambio hanno una diversa possibilità di accesso alle informazioni. La differente distribuzione dell'informazione tra gli agenti può assumere la forma di informazione nascosta (selezione avversa) nel caso in cui un'informazione rilevante per la conclusione di una transazione è conoscenza privata del venditore o del compratore, o azione nascosta (azzardo morale) nel caso di un'asimmetria informativa post contrattuale che può portare coloro che partecipano allo scambio a perseguire i propri interessi a spese della controparte.

La selezione avversa è uno dei fenomeni le cui implicazioni sono state maggiormente esplorate nei vari mercati del credito, dei bidoni, del lavoro e dell'assicurazione; procederemo in primo luogo a definire le forme che la selezione avversa può assumere nei vari mercati.

L'elaborato affronta in particolar modo gli effetti negativi della selezione avversa sul mercato delle carte di credito in particolare su quello statunitense nel quale le carte di credito rappresentano la principale forma di credito al consumo senza garanzia.

Nel mercato del credito, se c'è presenza di informazione nascosta, l'offerente fondi non è in grado di distinguere ex ante la rischiosità dei richiedenti fondi, e

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questo provoca i problemi di selezione avversa; un contributo importante alla spiegazione di questo fenomeno è stato dato da Stiglitz e Weiss (1980) che nel loro modello ne avevano già anticipato l'effetto negativo dimostrando che variazioni del tasso di interesse operano una selezione dei richiedenti che è avversa agli interessi della banca.

La selezione avversa è considerato un fenomeno rischioso in quanto comporta un'attrazione dei clienti con un maggiore rischio di default e un allontanamento dei clienti con minore rischio di default (Mason, Biggs 2002), e grazie a due studi in particolare, quello di Ausubel (1999) e quello di Agarwal (2010), effettuati su ricerche di mercato su larga scala condotte da istituti finanziari americani su offerte preapprovate di carte di credito e inviate a un campione di potenziali clienti, vengono fornite le prove della selezione avversa nel mercato delle carte di credito e vengono analizzati i dati empirici per capire l'importanza degli effetti negativi (attrazione dei clienti più rischiosi e allontanamento di quelli più rischiosi) della selezione avversa su questo mercato.

Dopo la tesi si occuperà di definire le strategie e la tecnologia adottate dalle società emittenti di carte di credito e dalle banche negli USA per cercare di mitigare e gestire questa problematica: un'analisi che inizia dalla one-price strategy, fino ad arrivare a strategie di risk-based pricing e modelli di behavior scoring avanzati. In particolare "l'endgame" come viene definito da Mason e Biggs (2002) è nelle mani delle principali monolines che investono per prime in questa tecnologia.

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CAPITOLO 1 - INFORMAZIONE ASIMMETRICA

La teoria dell’informazione asimmetrica è stata introdotta da George Akerlof1 nel 1970, il quale ha mostrato come questa possa produrre selezione avversa nei mercati.

Questo tipo di asimmetria è una caratteristica legata alle interazioni fra agenti all’interno di diversi mercati, come vedremo in seguito.

Il filo conduttore di questa teoria, che si ritrova in forma diversa nei mercati dell’assicurazione, del credito, del lavoro, è l’asimmetria di tipo informativo. L'asimmetria informativa descrive una condizione in cui, come dice la parola stessa, riguarda l’informazione tra i due attori in gioco in cui una parte detiene più dati rispetto all’altra.

Il debitore ha più informazioni del creditore riguardo alla sua solvibilità e il venditore ha più consapevolezza riguardo alla qualità dell’auto che sta vendendo di quanta può averne il compratore; l’amministratore delegato di un’azienda e il consiglio hanno una conoscenza maggiore dell’azienda e della sua redditività di quanta potranno mai averne gli azionisti. Infine le compagnie assicurative detengono meno informazioni rispetto ai clienti del loro rischio di incidenti.

1 George Akerlof, nato a New Haven nel 17 giugno 1940, è un economista e accademico statunitense, professore di

economia all'Università di Berkeley. Ha vinto il Premio Nobel per l'economia nel 2001 (insieme a Michael Spence e Joseph E. Stiglitz) per l’analisi dei mercati con asimmetria informativa.

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Questa asimmetria produce un comportamento opportunistico che si manifesta in due fenomeni principali:

- Adverse selection2, dovuta a un’asimmetria informativa pre-contrattuale, tale per cui i potenziali acquirenti non acquistano prodotti di cui non riescano a percepire correttamente le qualità; ciò comporta una diminuzione dei prezzi, costringendo i venditori di prodotti di alta qualità ad uscire dal mercato: in questo modo per la selezione avversa restano solo venditori di bassa qualità. Nel prosieguo della trattazione, spiegherò brevemente come la selezione avversa prende forma nei diversi mercati, soffermandomi sul mercato del credito. - Moral hazard è dovuto a un’asimmetria informativa post contrattuale che può portare coloro che partecipano allo scambio a perseguire i propri interessi a spese della controparte. Questo fenomeno si verifica nelle situazioni in cui un agente economico non riesce a controllare le azioni di un altro agente, le quali quindi vengono definite nascoste, dopo che il contratto è stato firmato.

Come già detto ci sono altre tipologie di mercato nel quale l’esistenza empirica della selezione avversa è già stata analizzata. Ad esempio Akerlof fu uno dei primi a mostrare come l’informazione asimmetrica può produrre la selezione avversa nel mercato delle auto.

2 Questa spiegazione è tratta dal modello di Akerlof, il quale nella sua “The market for lemons; quality uncertainty

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In seguito Stiglitz, dimostrò come gli agenti economici poco informati potessero estrarre informazioni da coloro che avevano più dati offrendo una gamma di contratti alternativi per una specifica transazione, operando il cosiddetto screening attraverso l’auto-selezione. Ad esempio nel mercato assicurativo in cui le compagnie assicurative dividono i loro clienti in diverse classi di rischio offrendo differenti polizze.

Conseguentemente, gran parte delle prove sperimentali rivelano l'esistenza di risposte controbilancianti che mitigano la proposizione secondo la quale l'asimmetria informativa implica necessariamente il fallimento del mercato. Nelle sezioni seguenti si riassumono i punti principali della selezione avversa nei modelli di Akerlof, Rothschild e Weiss che analizzano il fenomeno rispettivamente nel mercato dei bidoni, delle assicurazioni e del lavoro.

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1.1 Modello dei bidoni

Il modello descritto da George Akerlof è tratto dall’articolo del suddetto dal titolo “The Market foemons’: Quality Uncertainty and the Market Mechanism” (1970).

Il modello dei “limoni” di Akerlof fa riferimento, come già asserito prima, al mercato delle auto. In America con il termine limoni (o bidoni) vengono indicate le macchine di bassa qualità. Nel mercato delle automobili vi è una distinzione tra macchine di buona qualità e bidoni sia nel nuovo che nell’usato. Il venditore ha un’informazione privata in più rispetto al compratore, in quanto conosce esattamente quale auto è un bidone e quale è di buona qualità al contrario del compratore.

Questo disequilibrio informativo incentiva il venditore a comportarsi in maniera opportunistica, vendendo entrambe le tipologie di auto (bidoni e auto in buono stato) allo stesso prezzo.

In pratica il venditore sfrutta il mercato di auto di qualità più elevata per vendere auto di bassa qualità; i compratori sono disposti a pagare un prezzo più basso del valore attribuitogli dai venditori per le auto qualitativamente superiori e sono disposti invece a pagare un prezzo più alto di quello offerto loro dai venditori per i bidoni. Il prezzo è medio in quanto la probabilità che l'auto acquistata sia di qualità bassa o alta è la stessa.

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L'offerta di auto di buona qualità dipende dal prezzo di mercato: a un prezzo (medio) elevato vi sarà un numero elevato di auto di buona qualità offerte, ma man mano che il prezzo medio scende, i venditori di auto di buona qualità diminuiranno (non venderanno più perchè non lo riterranno conveniente) e quindi aumenterà la quota dei "bidoni", ovvero la qualità media calerà al diminuire del prezzo determinando un'aspettativa sulla qualità al ribasso da parte dei compratori; in questo modo il mercato verrà condotto al fallimento. Il fallimento sarà dovuto al fatto che coloro che vendono auto di buona qualità usciranno dal mercato in quanto non riescono a ricevere il valore atteso della macchina.

Nel mercato perciò, rimarranno solo bidoni come uniche auto ad essere commerciate; dal momento che su queste auto i venditori riusciranno ad ottenere esattamente il loro valore perchè i compratori saranno disposti a pagare il prezzo inferiore poiché la probabilità che l’auto in vendita sia effettivamente di basso valore è diventata uguale ad 1.

Da un punto di vista matematico, indichiamo la quota di auto di buona qualità con γ e quella delle auto di bassa qualità 1-γ.

I compratori, a causa dell’informazione asimmetrica, non hanno la capacità di notare la differenza tra i due tipi di auto e daranno un valore wL alle auto di

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I venditori invece, che conoscono il valore del loro prodotto, valuteranno con vL < wL bidoni e con vH > wH l’altra tipologia di auto.

Tutti i prezzi compresi tra vLe wLapporteranno un beneficio per entrambe le

parti nel mercato dei bassa qualità, mentre quelli compresi tra vH e wH apporteranno un beneficio nel mercato delle auto di qualità più elevata.

A causa del comportamento opportunistico dei venditori, entrambe le tipologie di auto verranno vendute in un unico mercato.

Il valore medio cui i consumatori saranno disposti a comprare le auto di maggior pregio sarà dato da w=γwL+ wH (1−γ), che è minore di vH ovvero il minimo prezzo al quale i venditori sono disposti a cedere auto di buona qualità.

Di conseguenza i venditori usciranno dal mercato, lasciando il posto ai cosiddetti bidoni, che saranno i soli prodotti disponibili per i clienti.

Nel suo articolo, Akerlof spiega come l’asimmetria informativa possa portare ad un malfunzionamento del mercato, e al fenomeno di selezione avversa. Akerlof è stato probabilmente il primo a suggerire che il meccanismo della selezione avversa può avvenire in tutti quei mercati ove i beni e i servizi non sono omogenei e la qualità di ciò che viene scambiato è nota solo a uno dei due lati del mercato.

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1.2 Mercato del lavoro

I lavoratori hanno capacità e talenti diversi di cui essi stessi hanno maggior

consapevolezza delle imprese che li vogliono assumere; pertanto un’impresa potrà e/o dovrà offrire retribuzioni più elevate per attrarre i

lavoratori migliori, anche a costo di provocare disoccupazione.

Secondo il modello di Weiss (1980)3, i lavoratori scelgono l’impresa in base al proprio salario di riserva, che costituisce un livello di equilibrio di salario che rende i lavoratori indifferenti tra lavorare ed essere disoccupati.

Quando le abilità di un lavoratore sono perfettamente osservabili, i lavoratori qualificati e quelli meno qualificati ricevono un salario differente. In un mercato del lavoro perfettamente concorrenziale, i salari dei due tipi di lavoratori si aggiustano in modo che la quantità domandata sia uguale a quella offerta da ciascun tipo.

In un mercato con informazione asimmetrica le imprese non sono in grado di distinguere se i lavoratori abbiano più o meno competenze. Di conseguenza hanno una probabilità positiva di assumere un lavoratore poco adatto.

Se le imprese non possono distinguere tra le due tipologie di lavoratore, allora devono pagare a tutti lo stesso salario. Il livello del salario sarà quindi maggiore

3 Il modello di selezione avversa nel mercato del lavoro viene spiegato da Weiss (1980) nel suo lavoro dal titolo

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di quello che i datori avrebbero pagato ai lavoratori poco qualificati e minore di quello che avrebbero pagato a quelli più qualificati.

I lavoratori meno specializzati, a parità di salario, saranno più disposti ad accettare un lavoro rispetto a quelli con maggior specializzazione.

Di conseguenza i lavoratori con scarsa produttività e poche possibili alternative, faranno domanda presso le imprese che offrono salari più bassi mentre i lavoratori più produttivi preferiranno le imprese che offrono salari più elevati. In questo caso la selezione avversa sta nel fatto che l’impresa che paga un salario inferiore tenderà ad attrarre persone di qualità inferiore e i lavoratori meno idonei spingeranno fuori dal mercato tutti i lavoratori con maggiori qualifiche.

Il fenomeno di selezione avversa deriva, da un’informazione asimmetrica in cui l’impresa è la parte meno informata, mentre la parte in possesso dell’informazione è il lavoratore.

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1.3 Mercato delle assicurazioni

Nel mercato delle assicurazioni, l’assicurato sottoscrive una polizza e paga un premio che sarà più elevato per quei soggetti più esposti ad un rischio. Chi sottoscrive una polizza sanitaria conosce il proprio stato di salute meglio della compagnia assicurativa con cui vuole stipulare una polizza (informazione asimmetrica ex ante) e dato che gli individui con seri problemi di salute tendono a sottoscrivere una polizza sanitaria con maggior probabilità degli individui sani, il prezzo delle polizze riflette i costi maggiori insiti nell’assicurare individui meno sani della media.

A causa di ciò persone a basso rischio possono decidere di non assicurarsi, dato che il prezzo delle polizze non riflette adeguatamente le loro caratteristiche. Di conseguenza vi sarà una fuga dei clienti meno rischiosi, e ciò implicherà, a parità di premio incassato per cliente, un aumento dei rimborsi medi per cliente e una perdita di denaro per l’assicuratore.

La compagnia assicurativa, che avrebbe interesse a garantirsi una clientela meno rischiosa e meno costosa, finirà pertanto per ottenere il risultato opposto, ovvero un malfunzionamento del mercato a causa della modifica delle condizioni contrattuali.

Il problema della selezione avversa nei mercati assicurativi viene affrontato tra i vari studiosi, da Rotschild e Stiglitz (1976) che con il loro modello dimostrano

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che esistono solo due classi di rischio (alto e basso) e che non esiste alcun equilibrio quando il premio pagato dalle due classi è lo stesso; per questo le compagnie assicurative cercano di superare il problema della selezione avversa differenziando le polizze e gli assicurati attraverso meccanismi di autoselezione, ad esempio offrendo premi più bassi a chi accetta franchigie più elevate.

La selezione avversa è una conseguenza dell'esistenza dell'asimmetria informativa, condizione che caratterizza molti mercati, tra cui quelli che abbiamo appena visto. Attraverso i vari mercati si evince come la selezione avversa costituisca un problema e questo è la ragione per la quale molti studiosi hanno affrontato e analizzato questo fenomeno e del perchè altri abbiano cercato di trovarne una soluzione. Nel prosieguo dell'elaborato analizzeremo la selezione avversa nel mercato del credito.

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CAPITOLO 2 - ASIMMETRIA INFORMATIVA NEL

MERCATO DEL CREDITO AL CONSUMO

Il credito al consumo è un’attività di offerta di prodotti di finanziamento ad individui e famiglie, da parte di banche e altri intermediari finanziari attraverso canali diretti, indiretti e digitali, per far fronte ad esigenze di natura personale oppure per acquistare determinati beni o servizi.

Il testo unico bancario4 all’art. 121 definisce il credito al consumo come la “concessione, nell’esercizio di un’attività commerciale o professionale, di

credito sotto forma di dilazione di pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria a favore di una persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta (consumatore)”.

L’attività creditizia di credito al consumo è riservata a banche, intermediari finanziari, soggetti autorizzati alla vendita di beni o di servizi nella sola forma della dilazione del prezzo.

Questa divisione che si occupa dei prestiti ai consumatori, include una grande varietà di prestiti tra cui carte di credito, mutui ipotecari, prestiti per auto.

4 Testo Unico della Repubblica Italiana, emanato con il d.lgs 1º settembre 1993, n. 385, ed in vigore dal 1º gennaio

1994. Esso sostituì tutta la legislazione bancaria italiana (regio decreto legge 6 novembre 1926 n. 1830, regio decreto-legge 12 marzo 1936 n. 375e successivi provvedimenti legislativi) e disciplinò l'attività delle banche, intesa come "tutto ciò che ha a che fare con l'attività bancaria", del credito e della vigilanza su di esse.

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Il mercato del credito, insieme a quello mobiliare e a quello assicurativo è uno dei vari modi in cui si può classificare il mercato finanziario.

Il mercato finanziario che, secondo la Consob, viene definito come un “luogo” dove è possibile acquistare o vendere strumenti finanziari, ha la caratteristica principale di coinvolgere due attori che vengono in contatto per negoziare uno scambio.

In particolare, nel mercato del credito, che è quello che noi andremo ad analizzare, il tipico contratto di credito è il contratto che stabilisce i diritti legali e le obbligazioni per coloro che ricevono il finanziamento, ovvero i debitori e coloro che forniscono il prestito, i creditori.

Tra gli obblighi che gravano sul finanziatore vi sono quelli che questi deve assolvere in sede precontrattuale ed hanno ad oggetto principalmente il dovere di informazione; infatti il finanziatore o l’intermediario del credito, sulla base delle condizioni offerte dal finanziatore, e se del caso, delle preferenze espresse e delle informazioni fornite dal consumatore, forniscono a quest’ultimo le informazioni necessarie per consentire il confronto delle diverse offerte di credito sul mercato, al fine di prendere una decisione informata e consapevole in merito alla conclusione di un contratto di credito.

L’asimmetria informativa è la diversa distribuzione delle informazioni tra le parti, che solitamente propende a vantaggio del debitore mentre il creditore è colui che dispone di minori informazioni.

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L’asimmetria informativa genera una situazione di svantaggio per il creditore (banca, istituto creditizio..) che non può accedere a tutte le informazioni sul debitore. In particolar modo il creditore non dispone di sufficienti informazioni soggettive sul debitore e sulla sua rischiosità e oggettive sul progetto di impresa da finanziare. Il finanziatore, sulla base delle informazioni che ha a disposizione (fornite dal consumatore o dalla banca dati pertinente), fa una valutazione del merito creditizio del consumatore; secondo la normativa laddove le parti convengano di modificare l’importo del credito in epoca successiva alla conclusione del contratto il finanziatore aggiorna le informazioni finanziarie e fa una nuova valutazione del merito creditizio del consumatore prima di procedere.

Il creditore solitamente, al rischio alto sobbarcatosi risponde con un alto tasso di interesse, ma questo non sempre porta gli effetti desiderati come vedremo in seguito.

C’è informazione asimmetrica in un contratto finanziario quando il debitore ha informazioni che il creditore ignora o a cui non ha accesso. L’asimmetria può danneggiare quest’ultimo agente qualora il debitore utilizzi le informazioni a suo vantaggio e a spese del creditore. Questo problema si può verificare nelle seguenti situazioni5:

- Il debitore al momento di stipulare il contratto nasconde informazioni circa le caratteristiche e i profitti del progetto.

5 Bebczuk nel 2003

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- Il creditore non ha sufficienti informazioni o controllo sul debitore per evitare l’inganno, dopo che è stato stipulato il contratto.

- C’è un rischio di insolvenza e il debitore ha responsabilità limitata.

Secondo Bebzuk (2003), nei mercati finanziari l’informazione asimmetrica può dare origine al fenomeno della selezione avversa, quando, nel momento in cui deve allocare il credito, il creditore non ha le capacità di distinguere tra progetti con differenti rischi di credito.

Dati due progetti di uguale valore atteso, il creditore solitamente preferisce quello più sicuro mentre il debitore potrebbe scegliere quello più rischioso. L'informazione asimmetrica può dare origine anche al fenomeno dell'azzardo morale o opportunismo post-contrattuale, ovvero il rischio che può sopravvenire in una situazione ex-post all'erogazione di un finanziamento e deriva dal comportamento scorretto del debitore; le parti interessate allo scambio hanno ex ante informazioni eguali circa ogni aspetto rilevante ai fini del contratto ma l'asimmetria informativa si manifesta successivamente alla definizione del contratto quando si presentano interessi divergenti e la possibilità di compiere azioni senza che il finanziatore possano osservarle. Nel caso dell'azzardo morale, il problema economico per il creditore è:

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• riuscire a controllare il comportamento del debitore.

Ad esempio se prendiamo il mercato delle assicurazioni, la selezione avversa implica che il consumatore, al momento di stipulare il contratto non esprima correttamente le sue reali condizioni di salute così da indurre l'assicuratore ad applicargli un premio inferiore; l'azzardo morale implica che il comportamento dell'assicurato non è in linea con la necessaria cautela e diligenza nello svolgere una certa attività che provoca come conseguenza un aumento della probabilità del verificarsi dell'evento per cui si è stati assicurati.

L’analisi che tratterò nel prosieguo della mia esposizione si soffermerà in particolare sull’analisi della selezione avversa in un'altra tipologia di mercato, ovvero nel mercato del credito al consumo e in particolare nel mercato delle carte di credito.

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2.1 Mercato del credito al consumo negli Stati Uniti

Il credito al consumo è un fenomeno in costante crescita in Italia, da quando a partire dalla seconda metà degli anni ’80 ha cominciato a diffondersi: dall’indagine sui bilanci delle famiglie, svolta dalla Banca d’Italia nel 2014, emerge come la quota di famiglie che fanno ricorso al credito al consumo sia aumentata, dal 9 per cento alla metà degli anni ’90 al 13 per cento nel 20086 (Fig 2.1). Includendo anche carte di credito e scoperti di conto corrente, rilevati per un arco temporale più breve (contrassegnato con credito al consumo (1) nella Fig 1), la percentuale delle famiglie con un credito al consumo è superiore di circa 4 punti percentuali.

Tra il 2008 e il 2010 il ricorso al credito al consumo era aumentato soprattutto da parte delle famiglie con reddito basso; queste tendenza si è attenuata nel 2012 e poi nel 2013 si è ridotta ulteriormente la spesa per consumi.

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Fig 2.1 Quota di famiglie con credito al consumo

Fonte: Banca d’Italia (2014)

Se rapportato al reddito disponibile, il credito al consumo italiano risulta ancora ampiamente inferiore rispetto a quello dei principali Paesi industrializzati e in special modo degli Stati Uniti, paese in cui tale forma di credito ha raggiunto dimensioni notevoli e che sarà l’oggetto della nostra analisi.

Secondo un articolo de L’Espresso7 il credito al consumo accumulato dagli italiani per gli acquisti, attraverso banche e finanziarie, ammontano nel 2017 a 107 miliardi e 700 milioni di euro. Negli Stati Uniti invece, secondo un articolo pubblicato sul sito MarketWatch8 che fornisce notizie su economia e finanza, i

debiti accumulati oggigiorno dagli americani soprattutto sulle carte di credito, ammonta a 1.021 trilioni di dollari.

7 Sironi, 2017.

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Prima di iniziare lo studio del mercato statunitense, è bene introdurre alcune brevi nozioni definitorie9, relative alle forme tecniche di finanziamento esistenti. L’indebitamento delle famiglie si divide tra prestiti ipotecari e prestiti al consumo.

I primi sorgono nel momento in cui i consumatori si approvvigionano di mezzi fornendo a garanzia dei prestiti un’ipoteca sulla propria abitazione. Ciò può avvenire nel caso di acquisto dell’abitazione, oppure successivamente, quando il debitore “mobilizza” il proprio capitale immobiliare, costituendolo a garanzia di un prestito utilizzabile per diversi scopi. In quest’ultimo caso, i finanziamenti concessi possono consistere in mutui ipotecari contro ipoteca di secondo grado, o in aperture di credito in conto corrente garantite da ipoteca.

I prestiti ipotecari tradizionali sono mutui a scadenza determinata, a tasso solitamente fisso, e rimborso secondo piani di ammortamento a rate costanti. Più recentemente si sono sviluppate forme di prestito che prevedono la clausola di indicizzazione del tasso di interesse. Sul fronte dell’offerta il mercato è tradizionalmente dominato dalle istituzioni di risparmio, che comprendono le associazioni di credito e risparmio e le casse di risparmio.

I prestiti al consumo invece sono prestiti senza garanzia per i quali la persona fisica riceve un credito da parte della società finanziaria per far fronte ad un acquisto e si ripartiscono in prestiti rateali e non rateali. I primi prevedono la

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restituzione del capitale e il pagamento degli interessi tramite più versamenti periodici; la categoria include i prestiti rotativi, compresi in essi le linee di credito concesse dalle banche e dalle carte di credito, i finanziamenti alle vendite rateali per l’acquisto di autovetture e altri prestiti di minore importanza. I prestiti non rateali, di importanza minore, prevedono invece il rimborso del capitale prestato e degli interessi in un unico versamento. Tali facilitazioni creditizie comprendono le carte di credito del tipo Travel & Entertainment, i prestiti personali a vocazione generica con rimborso in un’unica soluzione, i finanziamenti per l’acquisto di servizi, le dilazioni concesse ai compratori dagli esercenti commerciali.

Un grande stimolo all’espansione dei prestiti al consumo è stato fornito dal particolare sviluppo di alcune forme tecniche (in America sono diffusi i mutui, i prestiti per gli studenti, i prestiti per acquisto auto, le carte di credito), soprattutto dal processo di diffusione delle carte di credito.

La forma di prestito che faceva segnare i ritmi di incremento più sostenuto era proprio quella contraddistinta dai finanziamenti erogati tramite carta di credito.

Secondo una ricerca10 effettuata dalla Evolution Capital Management

Research11, il mercato del credito al consumo statunitense consiste di

obbligazioni finanziarie detenute dagli individui. Le principali categorie di

10 Egan, Neu, McGrath, 2016.

11 Evolution Capital Management r.s.l è parte del Evolution Financial Group, le cui società affiliate comprendono

un’ampia gamma di servizi finanziari, attività e più di 500 impiegati da tutto il mondo. Dalla sua fondazione nel 2002, la filosofia di investimento di Evolution è stata quella di massimizzare i rendimenti senza sobbarcarsi di grossi rischi. Nel 2012, Evolution fu una delle prime società di investimento a lanciare una famiglia di fondi dedicata a investire nel consumo statunitense e nei prestiti di piccole imprese originati da piattaforme di prestito online del mercato.

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questi debiti sono: i mutui ipotecari, i prestiti per la casa, i prestiti per gli studenti, i prestiti per le auto, prestiti su carte di credito e i prestiti personali. Per quanto riguarda le carte di credito, la classificazione principale è tra carte di credito revolving e carta di credito non-revolving. Il credito revolving è un tipo di credito che può essere usato più volte fino a un certo limite finchè il conto è aperto e i pagamenti sono effettuati nei tempi previsti; con questa tipologia di credito, l’ammontare di credito disponibile, il saldo e il pagamento minimo aumentano o diminuiscono in base agli acquisti e ai pagamenti effettuati sui conti.

Il credito non–revolving è un credito che non può essere usato di nuovo dopo che è stato saldato. Nel momento in cui viene fatto il prestito, il debitore è tenuto a pagare un tasso di interesse e deve effettuare pagamenti ogni mese per saldare il prestito secondo gli accordi presi.

I crediti revolving comprendono l’uso di carte di credito per acquisti o anticipi di denaro, mentre quelli non-revolving invece includono prestiti per la casa, prestiti per gli studenti, prestiti per le auto, prestiti personali.

I debiti su carte di credito rappresentano la principale forma di credito al consumo non garantita negli Stati Uniti, ecco perché il proseguo della mia trattazione verterà sul mercato delle carte di credito.

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2.2 Mercato delle carte di credito negli Stati Uniti

Il credito è il “present use of future income”. Così lo descrive Felix Ayadi nel suo articolo nel 1997. Secondo Ayadi le carte di credito costituiscono la forma di credito più utilizzata per la loro comodità d'uso e la loro peculiarità di permettere l'accesso alla linea di credito; le carte di credito sono strumenti sia di pagamento che di credito ed è intuibile il motivo per cui queste hanno portato subito a un'enorme di diffusione dagli anni '80, tanto che alla fine degli anni '90 solo meno del 20% delle famiglie non deteneva alcuna carta di credito.

Sin dalla loro comparsa nel 1960, la carte di credito hanno sempre rappresentato il prodotto finanziario di maggior successo sia per l’incremento della percentuale di titolari di carta di credito sul totale degli adulti (Fig 2.2), sia per l’incremento della quota di mercato che questo prodotto aveva segnato nel mercato del credito al consumo (Fig 2.3).

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Fig 2.2 Incremento titolari di carte di credito

Fonte: Mason, Biggs (2002)

Fig 2.3 Incremento quota di mercato delle carte di credito nel credito al consumo Fonte: Mason, Biggs (2002)

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Gli anni '80 rappresentano l'età d'oro delle carte di credito. Nel 1987 i prestiti su carte di credito negli Stati Uniti ammontavano a 375 miliardi di dollari12. Il volume dei prestiti su carte di credito cresceva ogni anno di oltre il 10%13.

Figura 2.4 Totale prestiti al consumo su carte di credito

Fonte: Americanhistoryusa.com

In Fig 2.4 è rappresentata la curva che descrive il totale dei prestiti al consumo su carte di credito negli Stati Uniti; come possiamo notare vi è una crescita significativa tra gli anni '80 e il 2008 (anno di crisi negli Stati Uniti).

12 Ausubel (1991).

13 Mason, Biggs (2002)

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Le carte di credito costituiscono la forma tecnica più comoda tra tutte le attività finanziarie concorrenti. Queste carte sono strumenti di pagamento e di credito: i titolari di carte di credito le usano sia al posto dei contanti per una varietà di transazioni sia per accedere a linee di credito revolving e non-revolving. La caratteristica principale delle carte di credito è la facilità d’uso; esse sono facili da ottenere, comode, più sicure dei contanti e servono come fonte di credito.

Il mercato delle carte di credito ha subito un elevato numeri di cambiamenti dal 1980. Questi cambiamenti includono anche la rapida crescita nella diretta sollecitazione per posta e le innovazioni nel marketing, l’espansione nell’uso delle carte di credito, nel credito al consumo ma anche nell’incremento dei tassi di delinquenza sulle carte.

Uno dei cambiamenti più sorprendenti si è avuto nelle attività designate al marketing delle carte: il volume della posta diretta a sollecitare i consumatori è cresciuto drasticamente da 990 milioni nel 1991 a circa 2,7 miliardi nel 1995, a 3,4 miliardi nel 1998 fino a 5 miliardi nel 200114. Tipicamente queste offerte comprendevano un tasso iniziale molto più basso rispetto alla media dei tassi delle carte che potesse attrarre i consumatori, e rendevano più facili per i clienti trasferire i loro saldi dalle vecchie carte alle nuove carte.

14 Furletti (2003).

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Fu soprattutto negli anni ’90 che l’attività di marketing divenne molto aggressiva ma efficace; l’uso delle carte di credito vide un’espansione sia in termini di numeri di carte usate che di ammontare di saldi in essere.

Un altro grande cambiamento nel mercato delle carte di credito è stato il CARD act nel 200915, risultato di nuove regolamentazioni e programmi

federali. Il CARD act include una serie di riforme volte a rendere prezzi e commissioni relative alle carte di credito più trasparenti per i clienti, inoltre include riforme che limitano il potere degli emittenti di carte di credito di incrementare il tasso di interesse sui saldi aperti, di ridurre o porre limiti sulle more, di eliminare commissioni sopra il limite e di rilasciare rendiconti mensili. Ogni anno gli Americani utilizzano le carte di credito, spendendo trilioni di dollari e girandone centinaia di miliardi in saldo ogni mese. Il mercato statunitense delle carte di credito è vasto e multiforme.

In America, nei primi sei mesi del 2015, si contavano 14,5 miliardi di transazioni per mezzo di carte di credito e più di 1,4 triliardi di dollari di volume di acquisti16.

La maggior parte degli americani adulti detengono almeno una carta di credito, non contando coloro che sono autorizzati ad utilizzare il conto della carta di un altro cliente. Quasi metà degli utenti detiene più di una carta di credito, la media è intorno alle quattro carte di credito per individuo.

15U.S. Government Publishing Office, 2009

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Secondo il sito internet CreditCards.com in cui sono riportate tutte le informazioni interessanti per coloro che vogliono acquistare una carta di credito, viene consigliato, nel momento in cui si deve scegliere una carta di credito, di comparare alcuni importanti elementi: l’APR ovvero l’Annual Percentage Rate17, il periodo di grazia che è il periodo che intercorre tra la data di un acquisto e la data in cui gli interessi iniziano ad essere caricati sul prestito per gli acquisti; le commissioni annuali, le spese di transazione e altri oneri, il servizio ai clienti e i benefits offerti dagli emittenti. L’APR è un tasso che viene pagato su un prestito su carta di credito e viene calcolato inizialmente sul prestito e dopo sul saldo rimanente sulla carta di credito.

L'APR varia sia tra le che carte che tra i beneficiari di carte di credito; la variazione di questo tasso dipende dalla rischiosità del cliente e quindi dalla probabilità che il cliente ha di essere insolvente. L'APR è espresso in termini annuali, ma viene utilizzato dalle compagnie di carte di credito per calcolare gli oneri sugli estratti conto mensili; è infatti possibile calcolare l'interesse da pagare giornalmente semplicemente dividendo l'APR per 365 (il numero dei giorni in un anno).

L'APR è un tasso che deriva da un indice (U.S Prime Rate) sommato al margine aggiuntivo determinato dalle singole banche. L'APR assume forme differenti: l'APR sui prestiti per gli acquisti, l'APR sui prelievi di contanti che tende ad

17 L’Annual Percentage Rate è il tasso percentuale annuo e rappresenta il tasso di interesse sui prestiti che l’emittente

di carte di credito addebita al titolare della carta. E’ utile come termine di paragone per poter scegliere tra la vasta offerta di carte di credito presenti sul mercato.

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essere elevato, l'APR di penalità quando vengono violati i termini del contratto e non vengono effettuati i pagamenti nei tempi previsti e l'APR introduttivo concesso dalle banche per un limitato periodo di tempo.

Figura 2.5 Prospetto su come diversi APR vengono applicati al saldo di una carta di credito

Fonte: CreditCards.com

Nella tabella di Fig 2.5 è rappresentata una parte dell'estratto conto di una carta di credito quando vi sono applicati diversi APR. Quando un individuo ottiene un prestito su carta di credito, in questo caso di 5.000$, viene stabilito con la banca un minimo ammontare di pagamento da effettuare mensilmente (pattuito a 300$) per ripagare il prestito. Sull'estratto conto il pagamento degli interessi viene applicato ai saldi in maniera progressiva: al saldo di $250 viene applicato l'APR più basso, poi via via vengono applicati APR maggiori, infatti ai 15 $ viene applicato il tasso più alto.

Gli APR invece vengono calcolati sul saldo a cui si riferiscono, ma essendo annuali vanno prima divisi per 12 per calcolarne il corrispettivo mensile. L'interesse da pagare dato dal tasso diviso per 12 e poi moltiplicato per il saldo a cui si riferisce (APR di 1,9% per il saldo trasferito, APR di 12% per un prestito

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per un acquisto e APR di 25% per cash advance18) andrà ad aumentare il saldo rimanente, e così via, prolungando il tempo in cui si effettuerranno i pagamenti mensili per poter ripagare l'intero prestito maggiorato degli interessi.

L'emittente prende decisioni sull'APR in maniera che questo sia più adatto alle caratteristiche del cliente; tutto ciò che comporta un peggioramento nel punteggio FICO del cliente, influenza negativamente l'APR, aumentandolo anche in un secondo momento se necessario.

A causa della selezione avversa, gli emittenti di carte di credito non possono conoscere perfettamente il livello di rischiosità del debitore, però hanno uno strumento che permette loro di misurare questo rischio. Lo strumento utilizzato dagli emittenti è il FICO19 score ovvero un punteggio che permette di predire la probabilità associata al cliente di ripagare un debito, comparandolo così con altri clienti. Il FICO score prende in considerazioni vari fattori per determinare il merito creditizio tra cui: lo storico dei pagamenti, il livello corrente di indebitamento, la tipologia di credito utilizzato e nuovi conti di credito aperti. Il CFPB (Consumer Financial Protection Bureau), un’agenzia del governo degli Stati Uniti responsabile per la protezione del cliente nel settore finanziario, le cui priorità sono i mutui, le carte di credito e i prestiti agli studenti, descrive nel suo report biennale del 201520 il mercato delle carte di credito e come negli

18 Per quanto riguarda il saldo di 1.500$ relativo al cash advance, bisogna specificare che cash advance non significa

solo prelievi di denaro ma può comprendere anche assegni versati, o denaro contante depositato sul conto.

19 Un FICO score è un punteggio di credito creato dalla Fair Isaac Corporation. I creditori utilizzano questo punteggio

insieme ad altri dettagli sui debitori per attribuire un rischio e determinare così se emettere credito nei loro confronti.

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ultimi anni sono cambiate le condizioni dei consumatori con l’intervento del CARD Act del 2009.

Secondo il CFPB report del 2015 il FICO score viene ordinato dal meno rischioso al più rischioso in: superprime, prime, core subprime e deep subprime. Il punteggio rientra in un range che va da 850 a 300: punteggi sopra i 650 indicano una buona valutazione del merito creditizio, mentre un punteggio minore di 620 implica una difficoltà nell’ottenere un finanziamento a tassi favorevoli. Punteggio più alto corrisponde a superprime mentre un punteggio basso corrisponde a un subprime. Secondo il report del 2015 del CFPB non vi è una relazione lineare tra punteggio di credito e la detenzione di carte di credito, in quanto i clienti con un punteggio prime detengono più carte ciascuno.

Dopo aver spiegato in cosa consiste l'asimmetria informativa nel mercato del credito, ci siamo soffermati nella descrizione del mercato del credito negli Stati Uniti e in particolare in quello delle carte di credito che costituisce un sottoinsieme del mercato del credito, perchè come abbiamo dimostrato, è uno dei più grandi mercati del credito al mondo ed è proprio su questo tipo di mercato che studiosi come Lawrence Ausubel21 nel 1999 e Agarwal22 poi nel 2010 fecero le loro indagini, osservando che questo tipo di mercato era affetto da selezione avversa. Fino a quel momento, la selezione avversa era uno dei

21 Lawrence Ausubel, professore di Economia al Dipartimento di Economia nell’Università del Maryland, vanta

tra le sue numerose pubblicazioni degli studi sul mercato delle carte di credito e sulla sua selezione avversa in questo mercato.

22 Sumit Agarwal è un professore di finanza alla McDonough School of Business e professore di economia all’università di Georgetown.

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fenomeni più discussi nell’economia dell’informazione, con molti articoli che esploravano le implicazioni della selezione avversa nel mercato del credito. Nel prossimo capitolo analizzerò nel dettaglio questi studi.

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CAPITOLO 3 - SELEZIONE AVVERSA NEL

MERCATO DEL CREDITO

3.1 Modello Stiglitz-Weiss

Il principale rischio nel mercato del credito al consumo è la selezione avversa. I primi a studiare le cause e gli effetti della selezione avversa nel mercato del credito sono stati i due economisti Andrew Weiss e Joseph Stiglitz nel 1981. Questi economisti definiscono una situazione simile al caso del “Market of lemons” di George Akerlof (1970).

L’oggetto dell’articolo dei due autori è quello di mostrare che anche in equilibrio23 un mercato dei prestiti può essere caratterizzato da razionamento del credito inteso come situazione in cui la domanda di prestiti commerciali eccede l’offerta. Si possono distinguere due forme di razionamento: il razionamento dinamico, se l’eccesso di domanda è temporaneo ed è dovuto a ritardi nell’aggiustamento nel prezzo del credito e il razionamento di equilibrio, nel caso in cui l’eccesso di domanda sia permanente. Inoltre si distingue anche in razionamento di I tipo, quando alcuni o tutti i clienti ricevono una quantità di credito inferiore a quella desiderata al tasso d’interesse prevalente e

23 Non si tratta di un equilibrio walrasiano in cui la domanda dei prestiti eguaglia l’offerta, ma è un equilibrio inteso

come tasso che massimizza l'utilità dell'impresa mentre è soddisfatto il vincolo di partecipazione delle banca; per tassi più elevati del tasso di equilibrio vi è una decrescita del rendimento atteso della banca poichè coloro che sono disposti ad accettare questi tassi sono solo i debitori la cui probabilità di default è molto elevata ed il datore di fondi non può rifiutare di erogare a questi debitori il prestito in quanto, a causa dell'informazione asimmetrica, egli non ne conosce la rischiosità.Per tassi inferiori al tasso di equilibrio invece entrambe le tipologia di debitori richiedono il prestito ed il rendimento cresce all'aumentare del tasso fino al tasso di equilibrio per il quale alcuni riceveranno il prestito ed alcuni non lo riceveranno (razionati).

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razionamento del II tipo nel caso in cui le banche neghino credito ad alcuni clienti, pur concedendolo ad altri del tutto indistinguibili da quelli razionati. Il razionamento del credito è una conseguenza dell’informazione asimmetrica che è presente nel mercato del credito in quanto le banche che erogano i prestiti non conoscono la probabilità di insolvenza dei debitori, i quali hanno una maggiore informazione sulla probabilità di successo del progetto da finanziare e si differenziano per onestà, avversione al rischio e rischiosità del progetto.

Stiglitz e Weiss nel loro modello esaminano la duplice funzione del tasso di interesse in condizioni che implicano il razionamento del credito:

• Ruolo selettivo con il quale è possibile, tenendo basso il tasso, evitare la selezione avversa e cioè che restino solo i "cattivi" debitori; il tasso costituisce quindi una variabile importante per le banche.

• Ruolo di incentivo con il quale le banche cercano di influenzare le azioni dei debitori ovvero come strumento per mitigare il fenomeno dell'azzardo morale.

S-W hanno dimostrato che il razionamento del credito è possibile anche in presenza di moral hazard anche se nel prosieguo del capitolo io mi soffermerò principalmente sull'aspetto della selezione avversa.

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Con il fenomeno dell'azzardo morale, quando il tasso di interesse viene aumentato, i debitori per poter ripagare i prestiti divenuti più costosi, hanno interesse a intraprendere progetti più rischiosi (che quindi, se hanno successo, produrranno maggiori profitti). Vi è una correlazione positiva tra l'assunzione del rischio da parte dei debitori e il tasso richiesto.

Stiglitz e Weiss nel loro articolo (1981) partono dal presupposto che per la banca, il rendimento atteso del prestito è una funzione decrescente del rischio. Le banche, non potendo influenzare direttamente le azioni dei debitori, utilizzano l’unico mezzo a loro disposizione che sono le condizioni di contratto, modificandole al fine di indurre il debitore ad agire nel suo interesse.

S-W definiscono i rendimenti attesi di una banca come una curva in cui i rendimenti aumentano all'aumentare del tasso di interesse fino ad un tasso r* che S-W considerano come tasso in cui la banca raggiunge il livello più elevato di profitto perchè per tassi più elevati restano solo i clienti più rischiosi (Fig 3.1).

Fig 3.1 Rendimenti attesi banca Fonte: Stiglitz e Weiss, 1981

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I tassi superiori a r* invece provocano una diminuzione dei profitti delle banche poiché, oltre il tasso r*, escono i clienti meno rischiosi e rimangono solo clienti più rischiosi.

E’ possibile che in corrispondenza del tasso r* vi sia un eccesso di domanda (razionamento del credito); nonostante ciò tale tasso, per le ragioni dette sopra, costituisce una situazione di equilibrio. S-W dimostrano il ruolo della selezione avversa sul rapporto di credito attraverso tre teoremi: il primo e il secondo definiscono la relazione fra il tasso d’interesse e la rischiosità, asserendo che al crescere del tasso d’interesse, oltre il livello r*, la rischiosità aumenta; il terzo teorema afferma che il rendimento atteso dalla banca è una funzione decrescente della rischiosità del prestito.

Per concludere, il tasso di interesse oltre a provocare l’effetto di incremento dei profitti attesi di una banca, produce anche un effetto indiretto che agisce nella direzione opposta, che prende il nome di fenomeno di “selezione avversa” in cui i soggetti meno rischiosi vengono scacciati dal mercato, lasciando il posto a quelli più rischiosi i quali, essendo soggetti ad alto rischio scoraggeranno l’erogazione dei prestiti da parte delle banche e provocheranno una diminuzione dei profitti attesi delle banche (Fig 3.2).

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In Fig 3.2 sono rappresentati due gruppi aventi differente rischiosità: sia i debitori a basso rischio che i debitori ad alto rischio sono disposti a prendere il prestito per tassi inferiori a r1; mentre per tassi superiori a r1 solo i debitori ad alto rischio sono disposti a prendere il prestito.

Con 𝜌 si indica il rendimento delle banche.

Fig 3.2 Rendimento delle banche in funzione di r

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3.2 Selezione avversa nel mercato delle carte di credito

Nel 1999 Ausubel fu il primo a studiare il fenomeno della selezione avversa nel mercato delle carte di credito legata soprattutto alla variazione dei tassi di interesse.

Il meccanismo spiegato dallo studioso Ausubel (1999) è analogo a quello definito da S-W con il razionamento del credito. Ausubel infatti con i suoi studi investiga su una problematica che affrontano le banche e gli emittenti di carte di credito ogni volta che questi inviano delle offerte differenziate ai clienti sulla base dei rischi di credito di quest’ultimi. Ausubel con il suo esperimento effettuato su un mercato reale con clienti reali, verifica l’esistenza della selezione avversa per la quale aumenti del tasso di interesse attirano coloro che sono considerati “cattivi” debitori, che hanno una probabilità di default nel futuro maggiore di coloro che hanno un profilo di rischio più basso e che consapevolmente non accettano aumenti del tasso di interesse, ma invece decidono di andare cercare condizioni più vantaggiose da altri concorrenti. Qualche anno dopo Agarwal (2010) contribuisce con un altro studio alla prova dell’esistenza dell’ipotesi della selezione avversa nel mercato delle carte di credito adducendo altre ipotesi e focalizzando l’attenzione su un target di mercato costituito da un campione di debitori “prime”, cioè con un basso rischio di credito.

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3.2.1 L’analisi di Ausubel (1999)

Ausubel effettua un'analisi su dati sperimentali raccolti da ricerche di mercato condotte da una delle principali emittenti di carte di credito negli Stati Uniti che consistono in prove randomizzate su sollecitazioni inviate a campioni di clienti. Il mercato delle carte di credito ha subito molti cambiamenti dal 1980, soprattutto per quanto riguarda le innovazioni nel marketing seguite all’espansione dell’uso delle carte di credito alla fine del ‘900. Già alla fine degli anni ’90 la politica di marketing delle carte di credito era diventata molto aggressiva24. Ad oggi lo strumento di marketing più utilizzato è la posta elettronica25.

La posta elettronica è diventato il mezzo più efficace, come abbiamo visto anche nel capitolo precedente, per diffondere l’offerta relativa alle varie tipologie di carte di credito nelle case degli Americani; secondo Asubel una famiglia americana riceve più di due email al mese riguardanti offerte di carte di credito. Oggigiorno gli emittenti di carte di credito attraverso questo mezzo di comunicazione decidono i termini e le condizioni delle loro offerte grazie anche agli studi randomizzati su larga scala condotto su queste sollecitazioni, che vengono effettuati al fine di condurre analisi sensibili sui consumatori e quindi poter vedere il cambiamento delle caratteristiche di questi potenziali consumatori al variare delle offerte da parte degli emittenti.

24 Calem, Gordy, Mester, 2005

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E’ importante specificare che, nell’effettuare queste sollecitazioni, gli emittenti sono avvantaggiati dal permesso di poter accedere a informazioni dettagliate fornite dalle agenzie di credito di tutti i potenziali clienti che fanno parte del gruppo di consumatori da sollecitare; le sollecitazioni tipicamente vengono inviate dall’emittente di carte di credito a tutti quei clienti il cui nome appare sulle liste acquistate dalle agenzie.

Il permesso grazie al quale gli emittenti possono ottenere informazioni segrete sugli individui ha ragioni legali che hanno validità proprio nell’ambito dell’offerta di carte di credito, ovvero quella che viene definita “Firm offer of credit” (definita nel Fair Credit Reporting Act26, § 604 - 15 U.S.C. § 1681b), regola per la quale in una situazione di offerta di credito l’agenzia è autorizzata a fornire report (sui clienti) che altrimenti in altri casi sarebbero privati.

Queste sollecitazioni vengono definite da Ausubel come preapprovate27. Il termine “preapprovata” 28 viene spiegato anche nei siti delle principali emittenti di carte di credito: nel sito della compagnia Discover la cui carta di credito è oggi una delle più diffuse in America, un’offerta è preapprovata quando l’individuo che la riceve soddisfa determinati criteri scelti dall’emittente che effettua una superficiale valutazione della situazione creditizia del potenziale cliente.

26 91st United States Congress, 1970 27 Ausubel L., 1999

28 Le sollecitazioni vengono definite "preapprovate" quando, dopo aver effettuato un complesso processo di marketing

dal nome prescreening dove si effettua un controllo sulle caratteristiche del cliente (reddito, spese del debitore ecc.), sullo storico creditizio e sul punteggio FICO, le emittenti inviano al cliente delle offerte per delle carte di credito con condizioni che rispecchiano il quadro creditizio del cliente; in questo caso si definiscono offerte preapprovate perchè sono già state approvate dall'emittente secondo i suoi criteri e aspettano solo un'accettazione da parte del cliente.

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Queste offerte si distinguono sostanzialmente in offerte “superiori” e offerte “inferiori”29. Le offerte cosiddette “superiori” sono caratterizzate o da tassi introduttivi (APR) più bassi e durata (periodo di grazia) iniziale nella quale è valido questo tasso ridotto più lunga, oppure da tasso nel periodo seguente a quello di grazia più basso.

L’offerta “inferiore” contiene invece condizioni opposte ovvero APR più elevato, periodo di grazia più corto oppure tasso nel periodo seguente al periodo di grazia più elevato. L’APR è un tasso percentuale annuo sui prestiti ottenuti ed è molto utile per comparare le varie offerte di carta di credito sul mercato. Come ho specificato anche nel precedente capitolo l’APR assume diverse forme, per quanto riguarda l’APR introduttivo, che è il termine di paragone tra le offerte nello studio di Ausubel, viene offerto ai clienti per un periodo di tempo limitato, secondo il Credit CARD Act del 2009 questi periodi iniziali devono durare almeno sei mesi fino a un massimo di 18 mesi, e può essere applicato a specifiche transazioni così come al trasferimento del saldo o all’anticipo di contanti. Quest’ultimo APR serve per incentivare i clienti ad accettare l’offerta ed è quello che ci interessa ai fini di capire lo studio di Ausubel.

I potenziali clienti che desiderano ricevere una carta di credito, valuteranno tutte le sollecitazioni inviate dalle diverse banche o dai diversi emittenti e sceglieranno la migliore offerta secondo le loro esigenze che solitamente corrispondono ad un APR più basso.

29 Ausubel L., 1999

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A causa della variabilità della situazione finanziaria dei potenziali clienti, la banca o l’emittente di carte di credito si riserva il diritto di verificare nuovamente il merito creditizio del potenziale cliente una volta che questo ha accettato l’offerta; a seguito di questa verifica l’emittente deciderà se rilasciare o meno la carta di credito al cliente.

Nella sua indagine, Ausubel esamina i risultati dello studio di mercato di un’importante emittente di carte di credito negli Stati Uniti effettuato nel 1990. La sua attenzione si focalizza su due aspetti della selezione avversa: quella su informazioni osservabili, ovvero le informazioni sui potenziali clienti che sono note all’emittente e quella su informazioni nascoste, cioè tutto ciò che riguarda il comportamento creditizio che l’individuo adotterà una volta ottenuta la carta di credito.

Nella prima fase l’autore analizza il fenomeno della selezione avversa sulle informazioni osservabili, comparando le caratteristiche di coloro che rispondono affermativamente all’offerta (respondents) e di coloro che invece la rifiutano (nonrespondents) e in seguito le caratteristiche dei soli respondents in relazione al tipo di offerta accettata (inferiore o superiore).

Nella seconda fase, l’autore verifica l’ipotesi di selezione avversa sulle informazioni nascoste ovvero vengono comparate le caratteristiche e i comportamenti dei clienti nel periodo seguente al rilascio della carte di credito in relazione alle offerte che questi hanno scelto.

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Andiamo per gradi. Gli esperimenti di mercato effettuati sono tre: il primo viene condotto su una mailing list di 600.000 potenziali clienti suddivisi casualmente in sei celle; ogni cella è costituita da 100.000 individui di cui si conoscono le medie relative ad alcune variabili che sono: il numero di mesi che il cliente rimane nei database dell’agenzia del credito, il più alto limite del credito sulle carte di credito detenute, i saldi revolving, il tasso di utilizzo del credito (dato dal saldo revolving diviso per il limite del credito revolving), il saldo del mutuo, e il numero di giorni di insolvenza riportati negli ultimi dodici mesi. Queste variabili vengono utilizzate al fine di Confrontare le celle a coppie.

Il secondo esperimento viene condotto su una mailing list di 863.876 clienti, suddivisi in cinque celle sempre caratterizzate da differenti offerte con le stesse modalità del primo esperimento, quindi variando solo APR, durata del periodo di grazia e tasso successivo; il terzo esperimento infine considera una mailing list di 500.000 individui sempre suddivisi in cinque celle e con stesse modalità degli altri esperimenti. Anche nel secondo e terzo esperimento gli individui, suddivisi casualmente tra le celle, rappresentano campioni con valori medi omogenei relativi alle variabili dette sopra. Inoltre in tutti gli esperimenti va considerato che approssimativamente a un 5% degli individui che hanno risposto alle sollecitazioni è stata declinata l’offerta a causa di un peggioramento delle condizioni di credito o di informazioni incomplete;

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nonostante ciò questo 5% non influenza gli esiti degli esperimenti secondo Ausubel. Si consideri che su 1.963.876 di sollecitazioni inviate per posta, sono state rilasciate solo 15.081 carte di credito.

La prima fase del lavoro svolto da Ausubel come già detto precedentemente riguarda appunto la comparazione delle caratteristiche tra i respondents e i nonrespondents; questo confronto si effettua sulla base di alcune variabili dette sopra.

Dai risultati empirici possiamo notare che: nel primo esperimento di mercato i respondents (sono circa 5.244 quelli considerati idonei dall’emittente a ricevere una carta di credito) hanno una media di 122 mesi di permanenza nei database dell’agenzia di credito, mentre i nonrespondents hanno una media di 175 mesi, questo significa che i primi hanno uno storico creditizio più corto rispetto ai secondi, e questo influenza negativamente il punteggio FICO in quanto più è breve la permanenza sui file dell’agenzia di credito, meno il cliente potrà essere monitorato dalla banca o dall’emittente; inoltre la durata di questa permanenza può essere interpretata in un altro senso: più è lunga la durata più il conto del cliente è rimasto attivo e questo sottintende un buon comportamento creditizio. Inoltre i respondents hanno un punteggio di credito più basso (in media 585) rispetto ai nonrespondents (media di 643), quindi i primi tendenzialmente hanno un rischio di credito maggiore rispetto ai secondi; il più alto limite di credito

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sulle carte, invece, ammonta in media a $6.259 per i respondents, mentre per i nonrespondents ammonta a $7.704. L’interpretazione data è che questo ammontare sta a indicare una misura del merito creditizio e quindi limite più elevato corrisponde a una buona solvibilità. Un altro risultato molto significativo è il tasso di utilizzo del credito: per coloro che accettano l’offerta il tasso medio di utilizzo è in media del 27.1% mentre per gli altri è del 15.5%; questo dato evidenzia quanto i respondents siano più inclini a utilizzare più del loro credito disponibile e quindi perché abbiano risposto all’offerta e spiega anche la ragione per la quale questi individui siano più rischiosi e abbiano di conseguenza una maggiore probabilità di default rispetto ai nonrispondents. Con il termine default, si indica quando il debitore non riesce a ripagare l’ammontare preso in prestito; secondo la definizione di Stiglitz e Weiss, matematicamente il default si ha quando 𝑅 < 𝐵 1 + 𝑟 dove R rappresenta l’ammontare di debito che viene ripagato, B è l’ammontare preso in prestito e 𝑟 è il tasso di interesse. Per quanto riguarda le carte di credito, con il termine default si indica sempre l’insolvenza del debitore, che si riferisce al mancato pagamento da parte di questo che può comportare o un incremento del tasso (penalty rate) o una limitazione dell’accesso alla linea di credito; in caso di delinquenza grave, l’emittente può ricorrere ad azioni legali per costringere il debitore a pagare, o al pignoramento.

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I dati appena mostrati verificano l’ipotesi iniziale di selezione avversa sulle informazioni osservabili: coloro che rispondono all’offerta sono tendenzialmente più rischiosi rispetto agli altri, ovvero hanno un rischio di credito più elevato; quindi nonostante siano gli individui che accettano maggiormente le offerte degli emittenti, sono anche quelli che potenzialmente apportano un rischio maggiore per gli stessi emittenti. La selezione avversa si manifesta proprio nel fatto che le offerte dell’emittente hanno funzione selettiva tra gli individui, ma questa selezione è avversa alle intenzioni dell’emittente perché in questo modo vengono attirati solo clienti più rischiosi.

Come già anticipato, in un secondo momento l’autore si propone di valutare la presenza di selezione avversa sempre sulle informazioni osservabili, ma comparando a questo punto le caratteristiche dei soli respondents relativamente alle due tipologie di offerta (superiore ed inferiore). Nel primo esperimento di mercato le celle vengono nominate Cella A, Cella B, Cella C, Cella D, Cella E e Cella F: alla Cella A vengono inviate offerte con APR di 4.9% valido per 6 mesi, alla B offerte con APR di 5.9% per 6 mesi, alla C offerte con APR di 6.9% per 6 mesi, alla D offerte con APR di 7.9% per 6 mesi, alla E offerte con APR di 6.9% per 9 mesi e la F da un APR di 7.9% per 12 mesi. Dalla Fig 3.3 è possibile osservare che l’offerta con il maggior tasso di risposta è quella che propone una carta di credito con APR di 4.9% per una durata di 6 mesi.

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Fig 3.3 Andamento tasso di risposta relativo alle varie offerte

Fonte: Elaborazione propria sui dato di Ausubel (1999)

Inoltre vengono effettuate altre comparazioni tra le celle e vengono valutate le caratteristiche degli individui secondo il tipo di offerta scelto. Confrontando a coppie le celle caratterizzate da offerte con stessa durata del periodo di grazia e diverso APR, è evidente che i soggetti che rispondono all’offerta con tasso inferiore tendenzialmente presentano caratteristiche superiori tra cui ad esempio reddito più alto, limite al credito più elevato e un tasso di utilizzo del limite del credito più alto. In Fig 3.4 sono riportati i valori delle suddette caratteristiche. La comparazione tra le celle A (4.9%/ 6 mesi) e D ( 5.9%/ 6 mesi) è quella più significativa dal punto di vista statistico ed economico e fornisce prove solide sulla selezione avversa: il reddito medio degli individui assegnati alla Cella A (offerta superiore) che rispondono all’offerta è di $43.019 mentre il reddito

0,0% 0,2% 0,4% 0,6% 0,8% 1,0% 1,2% 1,4% 1,6% 1,8% 2,0%

4,9%/ 6 mesi 5,9%/ 6 mesi 6,9%/ 6 mesi 7,9%/ 6 mesi 6.9%/ 9 mesi 7,9%/ 12 mesi

Tasso risposta per singola cella

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medio dei respondents assegnati alla Cella D (offerta inferiore) è di $39.702; il limite al credito medio per gli individui della Cella A è di $6.446 mentre quello per gli individui della Cella D è di $5.827; per coloro che rispondono all’offerta della Cella D la percentuale di utilizzo dei massimali del credito è maggiore proprio perché sono clienti con caratteristiche inferiori e quindi tendenzialmente più rischiosi, infatti utilizzano più del loro credito disponibile.

I risultati sono abbastanza significativi anche comparando le offerte con stesso APR e diversa durata: in questo caso i respondents all’offerta con durata maggiore presentano caratteristiche superiori rispetto ai respondents all’offerta con stesso tasso e durata inferiore.

L’emittente, con le varie tipologie di offerte, seleziona i clienti più rischiosi da quelli meno rischiosi, però l’avversità di questa selezione consiste nel fatto che un tasso più elevato in realtà attira clienti con caratteristiche inferiori (redditi inferiori, saldi sulle carte di credito più bassi, limiti di credito più bassi, alto tasso di utilizzo del credito e e di conseguenza maggiore rischio di default).

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Fig 3.4 Caratteristiche dei respondents Primo esperimento di mercato Fonte: Ausubel, 1999

Nel secondo esperimento di mercato si effettuano le stesse comparazioni e i risultati sono qualitativamente simili a quelli del primo esperimento (Fig 3.5). Anche in questo caso, attraverso un t-test sull’uguaglianza delle variabili tra le coppie di celle selezionate, si nota che l’uguaglianza per la maggior parte delle variabili è rifiutata con lo 0.01% di probabilità; ovvero vi sono evidenti differenze tra le variabili come ad esempio tra la cella con tasso minimo e

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quella con tasso massimo che sottolineano quanto i respondents all’offerta inferiore abbiano caratteristiche inferiori rispetto ai respondents all’offerta superiore (quest'ultimi hanno redditi superiori del 13% mentre i saldi revolving sonosuperiori addirittura del 46%).

Nel terzo esperimento (Fig 3.6), la differenza tra le sollecitazioni risiede solo nella variabilità del tasso nel periodo seguente al periodo di grazia. Anche in questo caso i risultati più significativi si ottengono dal confronto tra la Cella con il tasso minore e quella con il tasso maggiore: reddito, limite al credito, saldo revolving e tasso di utilizzo sono superiori per gli individui che accettano

Fig 3.5 Caratteristiche dei respondents Secondo esperimento di mercato,

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l’offerta con tasso successivo inferiore (ridotto del 4%).

Sempre con riferimento alle informazioni cosiddette osservabili, Ausubel analizza l’andamento dei conti dei clienti nei successivi 27 mesi dopo l’apertura del conto per valutarne morosità, fallimento e default attraverso dei parametri che sono: il delinquency rate che indica la percentuale di conti che hanno visto più di 60 giorni di insolvenza, il chargeoff rate che indica la percentuale di conti i cui saldi sono stati contabilmente annullati perché non più rappresentativi della situazione reale durante i 27 mesi di vita del conto aperto; il saldo chargeoff che

Fig 3.6 Caratteristiche dei respondents Terzo esperimento di mercato, Fonte: Ausubel L., 1999

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