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Il mito di Medea in Felix Holt

4.1 Inquadramento storico

In Felix Holt (1866) l’attenzione di George Eliot si rivolge a due problematiche ampiamente dibattute nella realtà inglese degli anni ’60-’70 dell’Ottocento: le riforme politiche legate al diritto di voto e la Woman Question.

Il romanzo è ambientato al tempo del primo Reform Bill del 1832, che, oltre ad abolire dai seggi elettivi i cosiddetti “borghi putridi” (rotten boroughs), ovvero le aree scarsamente popolate, aumentò il numero degli elettori maschi aventi diritto al voto, ma non incluse le donne e le classi lavoratrici; le femministe cominciarono allora a reclamare il suffragio anche per queste due categorie. Molte petizioni a sostegno della causa furono presentate in Parlamento, ma vennero accolte solamente quando John Stuart Mill, uno dei massimi esponenti del liberalismo, venne eletto parlamentare; nel 1866 Mill presentò in Parlamento una petizione firmata da 1499 donne, che dette a molte di esse la speranza di un possibile cambiamento. Le aspettative delle femministe furono però deluse dalla promulgazione del secondo Reform Bill nel 1867: la nuova legge ribadiva infatti che potevano votare esclusivamente gli uomini aventi già diritto65.

Ambientando il romanzo al tempo del primo Reform Bill ma prendendo ispirazione dalle agitazioni popolari degli anni ’60 dell’Ottocento riguardanti l’estensione del diritto di voto alle donne, George Eliot traccia un collegamento tra le due riforme e analizza così i problemi che erano nati in seguito all’emanazione del primo Reform Bill e che si ripresentarono al momento della promulgazione del secondo nel 1867.

Per quanto riguarda il problema della posizione della donna, pare che George Eliot non apprezzasse che le si chiedesse di esternare le proprie convinzioni al riguardo: non amava «to be quoted in any way on this subject» (The George Eliot

Letters, IV, 425), poiché giudicava la problematica particolarmente complicata

(«a question so entangled as the Woman Question», The George Eliot Letters, II, 396), e preferiva quindi mantenere le distanze: «There is no subject on which I am

58 more inclined to hold my peace than on the ‘Women Question’» (The George

Eliot Letters, V, 58).

Diversamente da molte scrittrici a lei contemporanee (ad esempio Augusta Webster o Amy Levy), George Eliot non era un’attivista politica né sosteneva le campagne delle femministe66. La studiosa Szirotny67 propone tre motivi per giustificare tale scelta: in primo luogo George Eliot non amava occuparsi di questioni politiche, specialmente di natura legislativa, e riteneva che le femministe non dovessero cercare aiuto nei partiti politici, dal momento che essi non si interessavano realmente ai problemi delle persone («I care as much or more for the interests of the people, but I believe less in the help they will get from democrats», The George Eliot Letters, VII, 47). In secondo luogo George Eliot riteneva che fosse difficile raggiungere il cambiamento, poiché considerava la posizione della donna particolarmente complessa; l’adesione al movimento femminista o alle lotte politico-sociali nelle quali molte donne si impegnavano, risultava dunque per la scrittrice uno sforzo vano:

I feel too deeply the difficult complications that beset every measure likely to affect the position of women and also I feel too imperfect a sympathy with many women who have put themselves forward in connection with such measures, to give any practical adhesion (The

George Eliot Letters, V, 58).

In terzo luogo Eliot non aveva fiducia nella maggior parte delle donne, né moralmente né intellettualmente. Essa lamentava amaramente che le donne erano spesso incompetenti e che molte di esse svolgevano la professione di scrittrici nonostante non ne avessero le capacità: «There is something more piteous almost than soapless poverty in this application of feminine incapacity to literature» (The

George Eliot Letters, II, 439); «What I should like to be sure of as a result of

higher education for women […] is, their recognition of the great amount of social unproductive labour which needs to be done by women, and which is now either not done at all or done wretchedly» (The George Eliot Letters, IV, 25). George Eliot riteneva che solamente migliorando l’educazione sarebbe stato possibile per le donne affermarsi:

66

Cfr. Szirotny 2012: 184-193.

59

I believe that a more thorough education will tend to do away with the odious vulgarity of our notions about functions and employment, and to propagate the true gospel that the deepest disgrace is to insist on doing work for which we are unfit - to do work of any sort badly (The

George Eliot Letters, IV, 425).

La scrittrice credeva dunque nel valore didattico della letteratura e si considerava un’attivista proprio in quest’ambito: la sua missione era «teaching the world through books» (The George Eliot Letters, VI, 405). Nei suoi romanzi la scrittrice riesce a indagare sulle problematiche sociali e morali cercando di mantenere un punto di osservazione neutro; essa obiettava ai lettori che erano soliti associare il pensiero dei personaggi con la sua opinione personale: «I am rather morbidly averse to anything that can be mistaken as a sign of a personal reason for a critical judgment» (The George Eliot Letters, III,100).

Sebbene non si schierasse politicamente con le femministe, George Eliot auspicava un modo per superare il bigottismo vittoriano e l’oppressione femminile. Essa sosteneva infatti una riforma graduale della società che consentisse alle donne di ottenere un’educazione pari a quella degli uomini e che permettesse loro di raggiungere l’autonomia senza distruggere i valori femminili e le tradizioni, a differenza delle femministe che volevano sovvertire istituzioni quali la famiglia, la figura della madre e il ruolo stesso della donna68.

Secondo George Eliot donne e uomini sono diversi: nelle sue lettere essa parla infatti di «physical and psychological differences between men and women» (The

George Eliot Letters, IV, 467-468). Eliot era convinta che l’oppressione

femminile potesse essere contrastata (al fine di ottenere la parità tra i sessi) non attraverso i tentativi, da parte delle donne, di volersi occupare di ambiti propriamente maschili (come la politica), ma tramite la distinzione dei ruoli (maschili e femminili), accompagnata dall’uguaglianza dei diritti per donne e uomini e dallo sviluppo di una maggiore forza morale:

The one conviction on the matter which I hold with some tenacity is, that through all the transitions the goal towards which we are proceeding is a more clearly discerned distinction of function with as near an approach to equivalence of good for woman and for man as can be secured by the effort of growing moral force to lighten the pressure of hard non-moral outward conditions (The George Eliot Letters, IV, 364-365).

60 La diversificazione dei ruoli di genere si riflette nella divisione del romanzo in due sezioni: la parte della narrazione concernente le elezioni politiche riguarda ambiti prettamente maschili, quali la politica, le riforme sociali e l’economia e vi è una totale mancanza di personaggi femminili; la parte del romanzo che esplora la vita privata delle due figure femminili principali (Mrs. Transome ed Esther) e che vede la quasi totale assenza degli uomini, riflette sulla figura e sul ruolo della donna nella società vittoriana.

4.2 L’intreccio del romanzo

Il romanzo è ambientato nella cittadina fittizia di Treby Magna nelle Midlands al tempo del primo Reform Bill del 1832. Harold Transome, un proprietario terriero locale, ritorna a casa ricco e con un figlio dopo aver trascorso quindici anni a Smirne per fare carriera nel settore commerciale, e decide di candidarsi alle elezioni parlamentari per il seggio della sua contea, il North Loamshire; contrariamente alle tendenze familiari, non si schiera con i Tories (i conservatori), ma con i Radicali, alienandosi così il sostegno di molti alleati e causando il dispiacere della madre, Mrs. Transome. Harold ottiene il supporto dello zio, Mr. Lingon, il pastore di Little Treby, e recluta come suo agente elettorale l’avvocato di famiglia, Matthew Jermyn.

Nel paese dove si svolgono la campagna elettorale e le elezioni abita anche Felix Holt, un giovane appassionato di politica che condivide le idee dei Radicali. Egli è recentemente tornato dai suoi viaggi a Glasgow per risiedere stabilmente con la madre e partecipare alla campagna elettorale. Felix inizia a frequentare assiduamente la casa del pastore Rufus Lyon, di cui diventa amico, e conosce anche Esther, la figlia (adottiva) del pastore; Felix intrattiene brillanti conversazioni con lei e le dà preziosi consigli sul suo comportamento.

Harold sospetta che in passato Jermyn abbia gestito male la proprietà dei Transome, sottraendo denaro per se stesso, ma decide di rimanere in silenzio sulla questione durante la campagna elettorale. Nel frattempo Lyon viene a sapere da Maurice Christian, il servitore dei Debarry (la famiglia che sostiene il candidato tory), notizie compromettenti sull’identità del padre biologico di Esther. Il pastore decide allora di rivelare a Esther di essere in realtà il suo patrigno e le racconta la

61 verità sull’identità del padre (che è morto), appresa da Maurice. Lyon svela inoltre a Esther che lei è l’erede legale della proprietà dei Transome, cioè Transome Court. Dopo aver appreso la notizia, Esther non muta la sua relazione affettiva con il padre adottivo, al quale si lega ancor di più.

Felix si innamora della ragazza, la quale provava già un certo affetto per lui; entrambi hanno però il presentimento di non essere destinati a sposarsi.

Il giorno delle elezioni scoppiano dei tumulti a Treby Magna: i minatori ubriachi provenienti dalla vicina cittadina di Sproxton assaltano la città e distruggono molte proprietà. Felix Holt si trova coinvolto casualmente nella sommossa e cerca in tutti i modi di dirigere le ostilità per le elezioni fuori da Treby, ma deve affrontare corpo a corpo una guardia che cerca di reprimere l’insurrezione. Nel difendersi dagli attacchi dell’uomo, Felix lo uccide involontariamente. La folla rivoluzionaria si dirige poi verso il palazzo dei Debarry, dove Felix, ritenuto il capo della rivolta, viene arrestato e incarcerato.

Harold Transome perde le elezioni e decide di iniziare la causa legale contro Jermyn per la pessima gestione di Transome Court. Nel frattempo Harold viene anche a sapere che, essendo morto l’ultimo erede diretto di Transome Court, che gli aveva permesso fino ad allora di conservare la proprietà, adesso questa sarebbe passata a un altro erede, che avrebbe potuto reclamarla per sé e non accordarla più ad Harold. Perciò egli cerca di ottenere informazioni sull’identità del discendente legittimo. Jermyn, che è a conoscenza dell’identità dell’erede, ricatta Harold dicendo che gli rivelerà il nome del successore di Transome Court solamente se lui ritirerà il procedimento legale nei suoi confronti. Ma Harold riesce a scoprire chi è l’erede grazie a Maurice Christian: si tratta di Esther Lyon. Harold decide allora di invitare Esther a trascorrere un periodo a Transome Court con lo scopo di persuaderla a sposarlo: il matrimonio risolverà facilmente il problema della proprietà. Esther e Harold stabiliscono un buon rapporto ed Esther diventa anche una confidente per Mrs. Transome, che si dispera per il fatto di non ricevere attenzioni, ma solamente rimproveri dal figlio Harold. Trascorrendo del tempo con Harold a Transome Court, Esther impara a conoscerlo meglio e ad ammirarlo. La ragazza si sente combattuta tra Harold e Felix e paragona l’ipotesi di una vita

62 confortevole e lussuosa con Harold a una vita di crescita personale, ma all’insegna della povertà con Felix.

Nel frattempo Felix subisce un processo con l’accusa di aver provocato i tumulti nel giorno delle elezioni e di aver ucciso una guardia: al processo sono presenti anche il pastore Lyon, Esther e Harold. Felix viene condannato per l’omicidio della guardia, ma Esther, sapendo che Felix è un uomo onesto e mite, interviene deponendo volontariamente a suo favore e dimostrando che Felix non aveva intenzione di uccidere l’uomo, ma che si è soltanto difeso. La testimonianza della ragazza impressiona molto i presenti e tutta la corte, tanto che, grazie anche all’intervento dei potenti Debarry, Felix ottiene l’assoluzione.

Poco tempo dopo Harold chiede a Esther di sposarlo, appoggiato dalla madre, ma la ragazza rimanda la decisione, non sentendosi in grado di rispondere.

Harold ha un ulteriore colloquio violento con Jermyn: egli apprende che Jermyn è suo padre e che è stato concepito dalla relazione che lui ha avuto in gioventù con Mrs. Transome (e interrotta da Jermyn stesso per sposare un’altra donna, cioè colei che è sua moglie, Mrs. Jermyn). Harold rimane profondamente sconvolto dalla notizia, dal momento che Jermyn era l’uomo che lui odiava con tutto il cuore e decide di ritirare la sua proposta di matrimonio per trasferirsi altrove. In realtà Esther aveva già deciso di declinarla e di tornare a casa dal padre, rinunciando ai suoi diritti su Transome Court.

Nel finale apprendiamo che la carriera di Jermyn è definitivamente rovinata, mentre Harold si allontana temporaneamente dalla sua proprietà, seguito da Mrs. Transome, la quale morirà un po’ di tempo dopo. Esther e Felix si sposano e si trasferiscono con il pastore Lyon lontano da Treby Magna.

63

4.3 I riferimenti classici in Felix Holt

In Felix Holt George Eliot usa per la prima volta un nuovo espediente di rimando ai classici: in aggiunta ai paragoni all’interno della narrazione, essa inserisce delle epigrafi all’inizio di ogni capitolo, alcune delle quali sono create dall’autrice69

, altre sono citazioni provenienti da vari autori70. Le epigrafi che presentano citazioni dai classici sono due: oltre a suggerire delle analogie tematiche, esse permettono alla scrittrice di evidenziare il collegamento con gli autori antichi e di enfatizzare alcuni aspetti rilevanti della narrazione.

La prima epigrafe è collocata all’inizio del capitolo XLII e contiene due citazioni, la prima dall’Elettra e la seconda dall’Aiace di Sofocle:

Thou says it, and not I; for thou hast done

The ugly deed that made these ugly words. Sophocles, Electra

Yea, it becomes a man To cherish memory, where he had delight. For kindness is the natural birth of kindness. Whose soul records not the great debt of joy, Is stamped for ever an ignoble man.

Sophocles, Ajax (Felix Holt, p. 394)

La prima citazione è rappresentata dai versi 624-625 dell’Elettra: Clitemnestra, spinta dalle accuse della figlia Elettra, confessa di aver ucciso il marito Agamennone per rivendicare il sacrificio della figlia Ifigenia e l’affronto che il marito le aveva procurato riportando dalla guerra Cassandra come concubina, ed Elettra accusa la madre di aver ucciso il padre per usurpargli il trono, spinta dal suo amante Egisto. Di fronte all’ira di Clitemnestra, Elettra la rimprovera duramente e le ricorda che è stata lei a compiere il crimine e a confessarlo, perciò

69Quelle ai capitoli I, II, III, V, VII, XI, XII, XIV, XV, XVI, XVII, XIX, XX, XXI, XXII, XXV,

XXXVI, XXXV, XXXVIII, XXXIX, XLI, XLIV, XLV, XLVI, XLVII, LI.

70 Benjamin Constant (capitolo L), Bibbia (capitolo XXXVII), Thomas Browne (capitolo XXIX),

Eschilo (capitolo XLVIII), Fuller (capitolo IV), Marlowe (capitolo VI), Shakespeare (capitoli VIII , IX, XIII, XXIII, XXIV, XXVII, XXX, XXXIII, XXXVI, XL), Sofocle (capitolo XLII), Tennyson (capitolo XLIII), Theocrito (capitolo X), Tito Andronico (capitolo XXVIII), Wordsworth (capitolo XVIII).

64 deve essere pronta a pagarne le conseguenze. Questa citazione è un’allusione al fatto che Mrs. Transome è responsabile dell’adulterio che ha commesso, dunque non può che biasimare se stessa.

La seconda citazione è rappresentata dai versi 520-524 dell’Aiace, cioè la parte finale della tirata di Tecmessa, la compagna di Aiace: la donna rivolge all’eroe un discorso implorante cercando di convincerlo a non uccidersi perché questo non solo le causerebbe dolore, ma la lascerebbe sola ed essa non lo sopporterebbe, poiché trova conforto, serenità e ricchezza solo in lui. Tecmessa gli ricorda inoltre che chi dimentica i propri cari e il bene da essi ricevuto è un uomo ignobile. George Eliot sceglie questi versi perché richiamano l’ingratitudine di Jermyn nei confronti di Mrs. Transome.

La seconda epigrafe è collocata invece all’inizio del capitolo XLVIII ed è rappresentata da una citazione dall’Agamennone di Eschilo:

‘Tis law as steadfast as the throne of Zeus – Our days are heritors of days gone by. AESCHYLUS: Agamennon (Felix Holt, p. 457)

La citazione riproduce i versi 138-141 dell’Agamennone di Eschilo: essi vengono pronunciati dal Coro, il quale, stabilendo un parallelo con la legge di Zeus (secondo cui l’apprendimento avviene mediante la sofferenza), riflette sul fatto che l’esperienza è maestra di vita e che l’uomo può raggiungere la saggezza solo imparando dalle colpe commesse. Questa citazione instaura un collegamento tematico con le vicende narrate nel capitolo: Harold ha saputo da Jermyn che egli è il suo vero padre, perciò si reca dalla madre a chiederle spiegazioni. Mrs. Transome però non riesce a dare risposte esaurienti al figlio, poiché è soffocata emotivamente dai ricordi del passato: la donna è consapevole che la situazione che lei e Harold stanno affrontando è una conseguenza degli errori che essa ha commesso in gioventù.

Oltre che nelle epigrafi si può notare un richiamo alle opere degli autori antichi anche nell’introduzione che George Eliot antepone al romanzo: qui la scrittrice descrive brevemente l’epoca in cui si svolge il romanzo ed esprime il proprio giudizio avvalendosi di un’espressione latina: «Non omnia grandior aetas quae

65

fugiamus habet, says the wise goddess: you have not the best of it in all things, O

youngsters! The elderly man has his enviable memories» (Felix Holt, p. 3). La frase in latino, che significa “Nell’età avanzata non tutto è da evitare”, è una citazione dalle Metamorfosi di Ovidio (VI, 28-29) e viene pronunciata dalla dea Minerva davanti ad Aracne: la dea si traveste da vecchia sperando che Aracne ascolti i suoi preziosi consigli e ritiri la sfida, lanciata dalla giovane contro la dea per dimostrare di essere la migliore nell’arte di tessere la lana. Ma Aracne rifiuta di ascoltare le parole di una vecchia e prosegue ostinatamente sulla sua strada, scontrandosi drammaticamente con il proprio destino. La citazione sottolinea come sia importante non sottovalutare la vecchiaia, in quanto vi risiedono saggezza ed esperienza; si deve piuttosto imparare da essa. George Eliot inserisce questa frase all’interno della descrizione del lontano 1832 per sottolineare che, nonostante le epoche passate vengano spesso ricollegate a fattori negativi, quali la povertà, la disuguaglianza sociale e l’instabilità politica, non devono tuttavia essere sottovalutate poiché ciascuna età ha dato il proprio frutto, di cui non sempre viene tenuto conto nelle epoche successive.

4.4 Il rapporto di Felix Holt con il mito di Medea

In Felix Holt il rapporto con il mito di Medea viene stabilito sia tramite paralleli espliciti tra i personaggi e Medea e Giasone, che attraverso citazioni dalle fonti classiche (in particolare da Euripide). Medea è richiamata principalmente dalla figura di Mrs. Transome: come la principessa colchica, Mrs. Transome si innamora di un uomo che l’abbandona per sposare un’altra donna, più giovane e più ricca (Mrs. Jermyn); come Medea sfida le convenzioni sociali, così Mrs. Transome si pone deliberatamente contro i dettami della società vittoriana

4.4.1 Mrs. Transome

Mrs. Transome è il personaggio con cui si apre il romanzo: essa viene presentata mentre attende con ansia il ritorno del figlio Harold che non vede da dieci anni, durante i quali lui ha vissuto a Smirne cercando di fare carriera nel settore del commercio. Il capitolo I è occupato dalla descrizione dell’aspetto fisico,

66 delle riflessioni e delle abitudini quotidiane di Mrs. Transome. Della sua figura apprendiamo:

She walked lightly, for her figure was slim and finely formed, though she was between fifty and sixty. She was a tall, proud-looking woman, with abundant grey hair, dark eyes and eyebrows, and a somewhat eagle-like yet not unfeminine face. Her tight-fitting black dress was much worn; the fine lace of her cuffs and collar, and of the small veil which fell backwards over her high comb, was visibly mended; but rare jewels flashed on her hands, which lay on her folded black-clad arms like finely-cut onyx cameos (Felix Holt, p.13).

La descrizione fisica di Mrs. Transome mette in rilievo la figura di una donna avanti con gli anni; i colori che la denotano sono il grigio dei capelli e il nero, che ricorre negli occhi, nel vestito, sulle maniche. Tale colore suggerisce la condizione di “morte” spirituale che accompagna l’esistenza di Mrs. Transome,

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