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La mediazione didattica

Un segmento significativo della competenza didattica, precisamente quella finalizzata alla costruzione di segni, si pone, dunque, come attività di mediazione. Nell’ambito dell’

insegnamento, tale dimensione coinvolge tutte le variabili presenti nel contesto e, perciò, si esercita sia nei confronti dell’allievo, sia nei confronti dell’oggetto culturale, sia nei confronti del processo di insegnamento.

a) L’attività di mediazione sull’allievo

Essa consiste nelle operazioni che l’insegnante deve promuovere presso l’allievo, perché questi consegua risultati di apprendimento significativi.

Il fine ultimo della mediazione svolta su tale versante è quello di mettere l’allievo nella condizione di confrontarsi produttivamente con l’analogato. Il fatto che la scuola collochi il suo intervento in contesti separati dalla vita reale pone infatti l’esigenza che lo studente eserciti la sua azione di

Marco Piccinno, concetti e costrutti di Didattica Generale, Dispense per il corso di Didattica Generale.

apprendimento su oggetti ricostruiti, distinti da quelli reali, che conservano le caratteristiche di questi ultimi. Il compito cui egli è chiamato è allora quello di operare su oggetti ricostruiti, come se fossero reali, rimanendo però consapevole della distanza che intercorre tra essi e l’originale. Perché questo avvenga, è necessario che l’insegnante ponga in essere una attività di mediazione che si sviluppa attraverso 5 passaggi successivi.

Distanziamento: l’oggetto di apprendimento deve essere scorporato dai suoi naturali contesti di occorrenza, per essere inserito in una rete di relazioni differente, che ne consenta l’osservazione sistematica. Esempi di distanziamento sono la scelta di un passo antologico operata dall’insegnante di Lettere, o una foglia raccolta dai campi e incollata su un cartellone posto nella classe, durante una lezione di scienze.

Analogazione: consiste nella costruzione di un oggetto di apprendimento diverso da quello reale, che però conserva tutte le caratteristiche di quest’ultimo. Sono esempi di analogazione la lezione dell’insegnante su un qualsiasi argomento, la ricostruzione per immagini di una foglia, di un organismo, ecc, che ne indica le diverse parti costitutive, ecc.

Rappresentazione: è la riflessione condotta dall’allievo sull’oggetto ricostruito; in questa fase egli deve imparare a trascendere la letteralità o l’immediatezza percettiva dell’oggetto, per scorgere in esso nuovi significati.

L’allievo perviene alla rappresentazione quando, per esempio, in un passo antologico impara a riconoscere i motivi ricorrenti di un autore o il nucleo concettuale di una visione filosofica, ovvero quando impara a riconoscere nella foglia non un oggetto verde che pende dall’albero, ma un organo della pianta.

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Speculazione: è il momento in cui l’allievo si rende consapevole della distanza che intercorre tra l’oggetto ricostruito e l’oggetto reale. L’oggetto elaborato nel corso dell’azione didattica non è mai specchio, è sempre lampada [E. Damiano, cit.]. Questo vuol dire che le sue coordinate non replicano la realtà concreta dell’oggetto, ne riassumono semplicemente la sua struttura, ovvero i suoi tratti costitutivi. Il suo apprendimento deve servire perché l’allievo riesca a riconoscere quei tratti, anche quando essi si danno attraverso forme percettive differenti. Così, lo studio di un passo antologico deve servire perché l’allievo impari a riconoscere i temi in esso contenuti anche quando l’autore li esprime con parole diverse, in altre parti della sua opera. Ovvero, la riflessione condotta su una foglia deve servire perché l’allievo impari a riconoscere la sua struttura e la sua funzione anche quando essa, nell’esperienza, si presenta attraverso caratteristiche percettive differenti: non in forma estesa come nell’edera, ma in forma aghiforme, come negli aghi di pino. In questo senso, il processo di apprendimento deve promuovere nell’allievo la capacità di decontestualizzazione, ovvero saper riconoscere gli apprendimento anche in contesti diversi da quelli in cui sono stati assimilati per la prima volta.

Trasferimento: è il momento in cui la conoscenza appresa deve essere trasformata in criterio regolatore della condotta. In questa fase si tratta di promuovere presso l’allievo la capacità di utilizzare gli apprendimenti non soltanto nel contesto scolastico, ma nei luoghi di vita dove egli svolge la sua esistenza. Si ha trasferimento, quando lo studio delle guerre di indipendenza non promuove soltanto la conoscenza delle vicende storiche, ma aiuta altresì l’allievo ad elaborare un significato personale di che cosa vuol dire essere liberi, di quale sia il modo per lui più efficace di confrontarsi e di gestire tale bisogno di libertà. Allo stesso modo, si ha trasferimento quando il fatto di riconoscere nella foglia un organo di alimentazione dell’albero, potenzia nell’allievo atteggiamenti maggiormente rispettosi della natura.

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b) Attività di mediazione sull’oggetto culturale

Il processo di mediazione sull’oggetto culturale si esplica attraverso passaggi speculari alla mediazione sull’allievo.

Esso si compone dei seguenti step:

Messa a fuoco: che consiste nella scorporazione dell’oggetto dal contesto;

Scomposizione: che consiste nell’individuazione dei suoi elementi costitutivi;

Integrazione: che comporta la messa a fuoco dei nessi che intercorrono tra tali elementi;

Riarticolazione: costruzione di un’immagine stilizzata (non semplificata) dell’oggetto. A questo livello si tratta di costruire una rappresentazione dell’oggetto che conservi i suoi tratti costitutivi ed i nessi che intercorrono tra questi. Diversa dalla riarticolazione è la semplificazione, che restituisce un’immagine impoverita dell’oggetto, la quale ne riduce la complessità perché omette la rappresentazione di alcuni suoi tratti. In questo senso, la lezione dell’insegnante su Dante o su un fenomeno naturale rappresenta la riarticolazione. Lo spettacolo di Benigni su un canto della Divina Commedia, una puntata di Quark o le sintesi brevi di un autore rappresentano una semplificazione, perché non ricostruiscono l’oggetto nella complessità dei suoi elementi.

Definizione: consiste nella definizione concettuale di un oggetto, operata non soltanto a livello dichiarativo (che cosa è), ma anche a livello procedurale (a che cosa mi serve, come tale conoscenza può accrescere la capacità dell’allievo di interagire con il contesto).

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