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La megalopoli padana

Capitolo 6 – Considerazioni Conclusive

4.1 Obiettivi della pianificazione strategica metropolitana

5.1.1 La megalopoli padana

Prima di entrare nel merito della discussione specifica sulla Città metropolitana di Bologna, sembra interessante inquadrare il sistema bolognese e il sistema reticolare emiliano-romagnolo nell'ambito di quella che gli studiosi chiamano “megalopoli padana”, ossia all'interno di un grande spazio europeo nato dalla vicinanza reciproca e dalla intensità di relazioni di molti spazi locali economicamente forti.

Pur nella consapevolezza che definire grandi regioni europee può diventare un esercizio carico di ambiguità a causa di una realtà di fonti e di dati assai disomogenea, si vuole comunque proporre un orizzonte allargato entro il quale inquadrare e contestualizzare tutte le suggestioni e le riflessioni che seguiranno, avvertendo la necessità di trattare il tema della Città metropolitana con lo sguardo rivolto anche verso l'esterno.

Il tema “europeo” delle macro r‐ egioni, che si sviluppa a partire dal 2009, apre infatti nuove opportunità di sviluppo territoriale e locale, ponendo al centro la costruzione di territorio attraverso strategie multilivello e integrate.

Tali strategie si formano dal basso, dall’iniziativa di paesi o regioni accomunati da caratteristiche o sfide comuni e da opportunità molto specifiche ed evidenti o dall’esistenza di problemi che non possono essere affrontati in modo soddisfacente da soggetti che agiscono da soli.

“Questo nuovo gigante privo di ruolo istituzionale esprime in sé diverse questioni; in particolare, dal punto di vista territoriale e per sua natura (dimensione, complessità,

multiscala, geometria variabile dei flussi interessati) tende ad escludere dallo sviluppo le aree più deboli (prive di opportunità o sfide), isolandosi dal contesto esterno escludendo altresì il contesto locale. Si ripropone così la questione irrisolta della territorializzazione

delle politiche, già emersa nella precedente programmazione UE, cioè della difficoltà di far intercettare i grandi flussi dal contesto locale. Nel contesto italiano tale questione può essere affrontata coordinando le azioni “strategiche” in modo che effetti regionali diventino anche locali e viceversa, con l’obiettivo di superare la visione frammentata dei territori e ricentrare gli effetti diretti e indiretti sullo sviluppo locale e sull’integrazione.” (Properzi, 2012)

La megalopoli padana

Ciò che si vuole mettere in evidenza è l'importanza di declinare un paradigma consolidato come quello delle reti di città (lunghe e corte) e della loro estensione con un nuovo concetto di macro-regione di tipo funzionale e a geometria variabile. In questo nuovo quadro, linee di ricerca innovative con approccio “territoriale” si concentrano sulla definizione della cosiddetta “massa critica” effettuata in una logica che supera la politica europea di policentrismo tendente all’equilibrio a favore di una politica della competitività e delle strategie territoriali. Questo modello di lettura interpretativo del sistema potenziale delle Macro‐regioni europee, deve essere infatti particolarmente consapevole della dimensione e variabilità della “massa critica” per la cui definizione entrano in gioco il territorio, le armature urbane, la loro maturità, le reti naturalistico‐ambientali, i sistemi insediativi.

In particolare, il sistema metropolitano padano conta circa 21 milioni di abitanti, distribuiti su un territorio di 8 Regioni e della parte meridionale del Canton Ticino. La città principale è ovviamente Milano, primo centro economico e finanziario d'Italia e uno dei più importanti d'Europa. Il sistema si sviluppa lungo due assi pedemontani principali: quello da Torino a Venezia e quello da Milano a Rimini, ai quali si aggiunge l'area metropolitana di Genova. La popolazione che vive nelle aree metropolitane ammonta a quasi 13 milioni di residenti, mentre i rimanenti 8 milioni si distribuiscono nella rete delle città medie e piccole e in un territorio rurale caratterizzato da una molteplicità di centri minori.

La megalopoli padana si caratterizza per la presenza delle più grandi imprese industriali e di numerosissimi distretti specializzati. L'area a più elevata concentrazione industriale è lo spazio metropolitano Milano-alta Lombardia (grossomodo il triangolo Milano- Varese-Brescia) nel cui territorio la densità delle aziende è tra le più elevate a livello mondiale. Lungo la Torino-Venezia, oltre al polo piemontese, si trovano i distretti

industriali di Ivrea e Biella, quelli del nord-est (Verona, Padova, Vicenza, Treviso) e quelli situati all'interno delle valli prealpine. Lungo l'asse emiliano la massima concentrazione industriale è nel tratto tra Parma e Bologna, caratterizzato dalla presenza di numerosi distretti specializzati (alimentari, abbigliamento, piastrelle, imballaggi). Milano e Bologna sono le più importanti stazioni ferroviarie e i nodi più trafficati delle comunicazioni su ferro per l'estero; Il sistema portuale si incentra su un nodo intermodale principale, Genova-Savona, e sui porti adriatici di Ravenna e Venezia. Il sistema aeroportuale è organizzato sullo scalo intercontinentale della Malpensa, sugli altri due scali milanesi di Linate e di Bergamo-Orio al Serio e sugli aeroporti regionali, compreso quello svizzero di Lugano.

Nella megalopoli hanno un peso rilevante le attività legate al turismo, a Venezia prima di tutto, e poi a Milano, a Verona e in tutte le medie e piccole città d'arte. Il turismo è il settore produttivo principale in alcune aree, come le riviere liguri e i lidi adriatici della Romagna, la più grande area turistica d'Europa. Gli spazi rurali interessano soprattutto la parte centrale della regione e sono compresi tra i due assi metropolitani, in cui risultano funzionalmente integrati.

Il sistema territoriale descritto, non è una “invenzione” accademica né tantomeno politica, sebbene esso sia stato oggetto di diverse strumentalizzazioni. Nel corso degli ultimi anni sono state avviate infatti diverse iniziative concrete finalizzate alla costruzione di una rete per favorire la cooperazione tra città. Ad un primo progetto di macroregione del nord ovest, segue nel 2004 l'iniziativa MiTo, nata con l'obiettivo di costruire un'area forte e competitiva sull'asse Torino-Milano attivando processi innovativi a partire da sinergie e complementarietà tra i due centri. Nel 2005 viene costituita una seconda alleanza territoriale alla scala nord ovest: un patto tra 25 Province58 con l'obiettivo di rilanciare la competitività dell'intero territorio caratterizzato da una fitta rete di città.

Ciò che si è voluto evidenziare attraverso questa breve descrizione è che, nel pensare alle politiche da mettere in atto nella futura Città metropolitana, è importante tenere in considerazione come Bologna e il sistema policentrico dell'Emilia Romagna si inseriscono all'interno di questo più vasto sistema metropolitano, rispetto al quale alcune realtà regionali (le Province di Parma e Piacenza) sono già piuttosto integrate.

Regioni* kmq abitanti densità Città principale Piemonte 20.876 3.616.488 200 Torino Lombardia 23.860 9.749.593 408 Milano Trentino 6.214 477.359 85 Trento Veneto 10.781 3.532.220 329 Venezia Friuli 2.178 315.755 145 Pordenone Liguria 3.384 1.132.547 356 Genova

Emilia romagna 22.447 4.354.450 194 Bologna

Marche 2.892 366.935 143 Pesaro

TOTALE 92.632 23.545.347

• superfici ed abitanti relativi alle sole aree regionali comprese nella megalopoli.