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3.2 Indicazioni per la definizione di un nuovo quadro formativo

3.2.1 Un mercato più aperto e internazionale

Tra gli ambiti su cui intervenire, prima ancora che su quello formativo, per favorire il settore audiovisivo italiano e in particolare quello cinematografico, c’è

60 Sul caso Mymovies si veda A.TRIELLI, L’offerta audiovisiva on line in Italia: il caso di Mymovies.it, in Cinergie

(www.cinergie.it), n.6, novembre 2014

61 Intervista a Stefano Rulli realizzata da Gianfranco Cercone in collaborazione con Davide Rocco il 14 marzo 2013 per Radio Radicale.

114 l’apertura dello stesso, alla luce delle indicazioni e suggerimenti contenuti nel

documento dei 100 autori. L’apertura del mercato è la condizione imprescindibile affinché quest’ultimo possa assorbire molte delle professionalità che al momento ne restano escluse.

Una condizione come quella registrata, in cui buona parte della produzione indipendente ha enormi difficoltà distributive e molte opere prime prodotte non raggiungono la sala, produce enormi danni a livello di occupazione. Lo stato di oligopolio della distribuzione italiana, più forte che in altri paesi, lascia fuori dal mercato un numero crescente di film e quindi di professionalità coinvolte, cui non viene concessa la possibilità di recuperare gli investimenti fatti in fase di produzione.

Grandi passi avanti sono stati fatti negli ultimi anni in termini di supporto alla fase di produzione, con l’attivazione di fondi regionali, facilitazioni e servizi offerti dalle film commission e le politiche di tax credit e tax shelter che hanno favorito l’ingresso di privati nel finanziamento dei film.

Molto più sporadici e meno sistematici invece gli interventi a livello nazionale sul versante più critico, quello della distribuzione. Ciò in controtendenza rispetto alle politiche adottate dall’Unione Europea negli ultimi anni, con buona parte dei fondi del programma Media destinato al sostegno della distribuzione. A una distribuzione nelle sale fortemente condizionata dalla presenza di soggetti dominanti si aggiunge la mancanza di piani e strategie riguardo alla distribuzione legale on line, che ha favorito a sua volta l’intensificarsi della pirateria.

Non solo: il forte disequilibrio tra un forte incremento negli incentivi alla produzione e l’assenza di una efficace rete distributiva finisce per rendere i primi addirittura controproducenti. Paolo Vidali, direttore del Fondo Audiovisivo FVG, spiega:

Questo tipo di finanziamento [il finanziamento alla produzione] è stato forse uno degli elementi che ha portato alla situazione attuale la cinematografia italiana: dare soldi alla produzione e sostenerla tout court, senza preoccuparsi di cosa c’è prima e di cosa c’è dopo, ha fatto sì che ci siano centinaia di film finanziati dallo Stato che non hanno mai avuto un pubblico62.

62 P.VIDALI, Cinéma d’abord. Il Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, in M.M. GAZZANO, S.PARIGI, V.ZAGARRIO (a cura di), Territori del cinema italiano. Produzione, diffusione, alfabetizzazione, Udine, Forum 2013, p.126

115 Riassumendo, sono dunque molteplici i fronti sui quali innestare interventi

mirati al superamento delle problematiche distributive nel nostro paese:

1. a livello normativo, al fine di favorire una maggiore concorrenza tra i soggetti per quanto riguarda le forme di distribuzione tradizionale e definire un quadro normativo più chiaro per lo sviluppo di forme di distribuzione on line. Come evidenziato da Re63, al centro del dibattito si pone innanzitutto l’attuale sistema delle finestre (che stabilisce gli intervalli temporali oltre i quali è possibile la distribuzione del prodotto sulle varie piattaforme alternative alla sala: pay tv, free tv, home video, VoD). L’evoluzione tecnologica che negli ultimi anni ha ampliato numero e tipologia delle diverse forme distributive deve necessariamente accompagnarsi a una rivalutazione del sistema delle finestre attualmente in vigore, definito in condizioni ormai superate e a sua volta messo in discussione dalle stesse nuove forme distributive. Scrive Re in proposito:

[…] una delle questioni più interessanti a proposito della distribuzione on-line consiste nella sua capacità di “incrinare” le fondamenta della distribuzione “classica” e, più precisamente, di mettere radicalmente in discussione il funzionamento delle windows.[...]Fin verso la fine del primo decennio del nuovo millennio, il sistema funzionava ancora correttamente. Ma oggi, attraverso la forte spinta esercitata verso quello che viene definito un “simultaneous, non-exclusive, flat-priced access”, la distribuzione online rappresenta una sfida senza precedenti: “Because VoD can largely fulfil the consumer’s appetite for access to all ‘when I want it, how I want, where I want it’, there was a simultaneous attack on not just the concept of windows, but more fundamentally the elements of exclusivity and timing upon which windows are constructed”64

L’ANICA ha recentemente formulato una serie di proposte per una ridefinizione del sistema normativo dell’audiovisivo italiano, contenute nel documento

Piattaforma di proposta politica ANICA: per una nuova cultura dell’industria audiovisiva in Italia65. Si tratta di una serie di interventi volti al riequilibrio e aggiornamento del mercato audiovisivo, che lo renda maggiormente accessibile alla produzione indipendente. Le varie proposte sono riassunte a fine documento in un

63 V. RE, Italy on demand: distribuzione on line, copyright, accesso, cit.

64 Ibidem

65 ANICA, Piattaforma di proposta politica ANICA: per una nuova cultura dell’industria audiovisiva in Italia, consultabile al link http://www.anica.it/news/news-anica/piattaforma-di-proposta-politica-anica-per-una-nuova-cultura-dellindustria-audiovisiva-in-italia, ultima consultazione 29/04/2015

116 quadro – che riproduciamo qui sotto – e costituiscono un punto di riferimento

importante in un progetto di apertura del mercato:

Tabella contenuta nel documento prodotto dall’ANICA Piattaforma di proposta politica ANICA: per

una nuova cultura dell’industria audiovisiva in Italia, consultabile al link

http://www.anica.it/news/news-anica/piattaforma-di-proposta-politica-anica-per-una-nuova-cultura-dellindustria-audiovisiva-in-italia, ultima consultazione 29/04/2015

2. nello sviluppo di nuovi modelli distributivi e strategie di marketing

3. nell’ampliamento possibilità di vendita del prodotto italiano all’estero

Relativamente a questi due ultimi punti, un ruolo importante può essere svolto dalla formazione, in linea con le politiche formative attivate negli ultimi anni a livello europeo.

Abbiamo visto come le condizioni di mercato non costituiscano un contesto favorevole all’attivazione di corsi in distribuzione: la forte concentrazione del

117 settore fa sì che la richiesta di professionalità sia molto limitata. Ciò non significa

tuttavia che le innovazioni che si susseguono e influenzano il comparto audiovisivo non abbiano effetto anche in ambito distributivo, aprendo la strada a possibilità degne di essere indagate e sviluppate. Sono queste le premesse all’attivazione dell’unico corso di distribuzione attivo in Italia nel periodo considerato dall’indagine PRIN in distribuzione del prodotto cinematografico, erogato da A.S. For CINEMA:

Il digitale ha generato un impatto su tutti i pezzi della catena del valore dalla produzione, alla distribuzione fino alla fruizione sia in sala che a livello: i processi di innovazione e modernizzazione che ha portato con sé, sta determinando un’ampia gamma di saperi nuovi che non riguarda solo la sfera prettamente tecnica produttiva e post-produttiva, ma anche ruoli più manageriali che devono fare i conti con nuove normative, modalità di contrattualizzazione ad hoc per i sistemi di trasmissione di nuova generazione, e le figure a metà tra i processi creativi e quelli gestionali (si pensi alla fase dello sviluppo in cui l’idea progettuale dovrà tradursi in un business plan credibile) che devono saper adeguare la scelta dei contenuti audiovisivi sfruttando tutte le potenzialità di commercializzazione e di coproduzione con partner esteri66.

È all’estero infatti che il settore distributivo deve guardare con più insistenza e determinazione: è forte la necessita di rafforzare il sistema di vendita oltre i confini nazionali, ancora molto debole. Bruno Zambardino, direttore didattico delle attività formative di A.S. For Cinema, sottolinea come questo sia un aspetto su cui puntare sempre di più, anche attraverso la formazione di figure professionali che allo stato attuale mancano in Italia, come quella dell’export manager67. In risposta a questa esigenza il corso di distribuzione organizzato dall’Associazione prevedeva anche un modulo specificatamente dedicato al mercato internazionale. Come si legge all’interno del compendio dei materiali didattici relativi al corso

Una ricerca Anica sull’export del cinema italiano, prodotto tra il 2006 e il 2010, stima il valore del mercato estero in 45 milioni di euro con un leggero incremento nel biennio 2009-2010. È stato commercializzato all’estero circa il 60% dei 612 film prodotti nei 5 anni.

66 S.CONTI S.MEOMARTINI, Prefazione in B.ZAMBARDINO, D.CARELLI (a cura di), La distribuzione

cinematografica in Italia e all’estero. Compendio ragionato dei materiali didattici relativi ai corsi in distribuzione promossi da A.S. For Cinema nel biennio 2011-2012, Roma, A.S.For CINEMA 2012, p.8

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Confrontando tale valore con gli investimenti privati nei film italiani degli stessi anni, si può stimare il peso dell’export tra il 7 e l’8% del valore totale.

Il mercato estero, attualmente poco sviluppato, rappresenta uno dei bacini di espansione dell’industria cinematografica italiana potenzialmente più rilevanti e deve essere considerato un’importante fonte di finanziamenti per i film a vocazione internazionale attraverso le coproduzioni e anche grazie al ricorso alle principali fonti di sostegno pubblico europeo: Media ed Eurimages68.

Più in generale, l’internazionalizzazione del cinema italiano, intesa nel senso di apertura dei canali di sfruttamento del film e di connessione tra il sistema cinema italiano e altre importanti realtà produttive costituisce insieme alla questione distributiva un’altrettanto fondamentale area di intervento per l’industria audiovisiva nel nostro paese. Abbiamo già visto come l’Italia si trovi in una pozione di notevole arretratezza anche sul versante produttivo rispetto ad altri paesi europei, basti qui ricordare che mentre Francia, Germania e Spagna chiudono il 2013 rispettivamente con 116, 92 e 96 film realizzati in co-produzione con altri paesi, l’Italia è ferma a 39. Un’importante risorsa a questo proposito è costituita da Cine-regio, un network che raccoglie 43 fondi regionali per l’audiovisivo distribuiti su territorio europeo, inclusi quelli di Norvegia e Svizzera. Sebbene assai giovane (è stata costituita nel 2005 come associazione indipendente no-profit), costituisce oggi forse il principale e più efficace connettore tra realtà produttive europee. Il suo merito è stato in particolare quello di aver ampliato i confini d’azione dei fondi regionali (insieme alle Film Commission dei singoli paesi, come abbiamo visto, strumenti cardine della nuova produzione audiovisiva italiana ed europea). I principali obiettivi di Cine-regio sono così illustrati sul sito del network:

The objectives of Cine-Regio are threefold and interlinked:

KNOWLEDGE SHARING, FILM POLICY AND CO-PRODUCTIONS

To exchange views, perspectives, good practice and information for the benefit of the European film industry, including and integrating new regional film funds

To raise awareness, represent and promote regional audiovisual interests across Europe, in particular at the European level

To strenghten the co-development and co-production of audiovisual products, fusing talents and resources in different regions for a wider market. Including supporting cooperation,

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instead of competition, to allow the combination of creative, technical and economic resources69.

L’Italia si trova al secondo posto per numero di fondi inclusi nel network, che ammontano a 6 (il primo posto è della Francia, con 7 fondi): Apulia Film Fund, BLS Südtirol – Alto Adige, FIP – Film Investimenti Piemonte, Fondo Audiovisivo Friuli Venezia Giulia, Sardegna Film Foundation, Trentino Film Fund. Una presenza così consistente all’interno del circuito costituisce un buon punto di partenza per un’inclusione sempre maggiore del nostro paese nelle dinamiche di mercato europee.

3.2.2 Le Film Commission come punto di partenza per l’individuazione dei