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Messaggio alla comunità parrocchiale S. Giovanni Battista in Canosa di Puglia

Prot. n. 35/11 E

Carissimo Parroco e carissimi fedeli,

Il prossimo 29 maggio sarò con voi per amministrare la Cresima ad un gruppo di ragazzi della vostra parrocchia.

Per l’occasione, credo opportuno rivolgere un caro saluto ai cresi-mandi, ai loro genitori ed amici e a tutti i fedeli della parrocchia.

La Cresima, infatti, è un sacramento che coinvolge tutta la comu-nità parrocchiale, dalla quale questi ragazzi sono stati accolti nel Bat-tesimo, della quale sono divenuti membri e che ha contribuito a far crescere nella fede con la testimonianza di una vita cristiana auten-tica.

Sui Confermandi sarà invocato lo Spirito Santo, che verrà ad essi elargito con l’imposizione delle mani del Vescovo e l’unzione sulla fronte con il Crisma.

Nelle mie omelie in occasione delle cresime, faccio spesso notare che il rito della Confermazione è molto simile a quello dell’Ordina-zione dei presbiteri, dei quali vengono unte le mani.

Dalla Cresima, oltre che dal Battesimo, trae origine l’apostolato dei laici, non inferiore, per importanza, a quello dei presbiteri e, con questo, complementare.

È a voi noto il programma pastorale della Conferenza Episcopale Italiana “Educare alla vita buona del Vangelo”, che intende risponde-re all’emergenza educativa, che è sotto gli occhi di tutti. I nostri ado-lescenti e giovani risentono di questa grave lacuna soprattutto nelle relazioni con gli adulti e coetanei, con conseguenti squilibri in campo sociale e politico.

45 LA PAROLA DEL VESCOVO

Grazie all’impegno generoso delle nostre comunità parrocchiali (presbiteri, famiglie, catechisti, fedeli in generale) la situazione è me-no drammatica tra le me-nostre popolazioni.

Il lavoro, tuttavia, deve continuare ad accrescersi per dare rispo-sta alla voglia di credere dei giovani, che emerge da recenti sondag-gi, non solo ecclesiastici ma anche civili.

Voglia di credere si traduce nel cercare, insieme con loro, chi e che cosa può servire loro come punto di riferimento e come fonda-mento di una speranza credibile.

La Chiesa, nel suo insieme: sacramenti, catechesi, testimonianza della carità, indica Cristo Risorto, che riempie la comunità e i singo-li fedesingo-li di autentica gioia, come stiamo esperimentando in questi cin-quanta giorni, dalla Veglia di Pasqua alla Pentecoste.

Molte volte la morale è considerata in maniera angusta, come un insieme di precetti e di norme, che si tratterebbe di inculcare se non addirittura di sanzionare con punizioni e castighi.

Questa non è la via della Chiesa, che invece educa alla vita buo-na del Vangelo, cioè ad uno stile di vita che, riempiendo il singolo, trasborda sugli altri e cioè sull’apostolato, come dicevo prima.

Perché si invoca e si comunica lo Spirito Santo? Perché senza di Lui l’apostolato scade in propaganda, che solletica la superficie, ma non scende in profondità, non appaga quel bisogno di credere, che anima adolescenti, giovani e adulti.

Gli scritti del Nuovo Testamento attestano che la presenza dello Spirito veniva sentita ed esperimentata con potenza e segni straordi-nari, quali il dono delle lingue ed estasi, tanto che il rito della Cre-sima appariva come la logica conseguenza (v. At 8,14-15).

Son certo, pertanto, che l’intera comunità parrocchiale scorgerà nella Cresima dei nostri ragazzi come il soffio potente dello Spirito Santo che investe tutti: adulti, giovani e famiglie, per operare un rin-novamento profondo nella nostra vita e nel nostro operare, per por-tare frutti di opere e non soltanto belle parole.

Con affetto, vi saluto e vi benedico.

Andria, dalla Sede Vescovile, 14 maggio 2011, festa di San Mattia, apostolo.

† Raffaele Calabro Vescovo di Andria

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Presentazione al volume C. Gelao - L. Renna

Minervino Murge

Testimonianze su un’antica diocesi

VITA DIOCESANA

Prot. n. 39/11 E

Presentazione

Mi è grato presentare questa pubblicazione che raccoglie gli atti di due Convegni: il primo celebrato il 24 maggio 2008, il secondo il 19-20 settembre 2008, dal titolo “La Chiesa Madre di Minervino, sto-ria ed arte di un’antica Cattedrale”

L’occasione è stata quella del IV centenario della Dedicazione del-la Chiesa Matrice, già Cattedrale di Minervino Murge, avvenuta il 30 agosto 1608, celebrato con varie iniziative di natura liturgica e pa-storale, e con iniziative di carattere culturale, come appunto i due Convegni già menzionati.

Per ben intendere l’arte (architettura, quadri, oggetti artistici, etc.) è necessario tener presente il suo contesto storico. Mons. Luigi De Palma, dopo aver fatto il punto della situazione odierna, conclude op-portunamente: “In conclusione, sebbene la storiografia tradizionale mi-nervinese possa essere giudicata datata e perciò inadeguata a corri-spondere alle moderne esigenze della disciplina storica, una nuova sto-ria della Chiesa di Minervino, rigorosa e valida sotto l’aspetto scien-tifico, può rappresentare un serio contributo della comunità ecclesiale locale all’evangelizzazione del nuovo millennio, in cui da alcuni anni sono coinvolte le Chiese italiane” (pag. 232).

A tal riguardo, si può osservare che gli studi pregevoli della dott.ssa Clara Gelao “Osservazioni sulla cattedrale rinascimentale di Minervino Murge”, con appendice iconografica di ottima fattura, come pure quello della dott.ssa Teresa D’Avanzo “”sui segni lasciati dalla nuova costruzione e dei restauri ottocenteschi”, e del prof. Vincenzo

Zi-47 LA PAROLA DEL VESCOVO

to sull’Episcopio e di tanti altri, si muovono sulla direzione indicata da Mons. Luigi De Palma: rigore scientifico, sì da colmare le lacune della storiografia locale ed integrarla in essa.

Quanto poi alla valutazione della storiografia locale precedente co-me datata, va pur rilevato che la prospettiva di Chiesa e, soprattut-to, di Chiesa locale tracciata dal Concilio Vaticano II, ha spiazzato e superato non solo l’opera dei trattatisti minervinesi o pugliesi, ma an-che quella di altre regioni italiane ed europee.

A proposito della storia delle Chiese locali in Italia, non sono mancate , nell’ultimo ventennio, impegnate riflessioni. Ne segnalo so-lo qualcuna. Una quindicina di anni fa, in occasione di un seminario su Storia locale e storia regionale. Il caso Veneto, il prof. Bruno Ber-toli intitolava il suo contributo: “La storia delle chiese locali: una nuo-va storiografia ecclesiastica?” (Atti del Convegno di studi, Neri Pozza 1994, pp. 95-107). Nel 1995 uscirono gli atti di un importante Con-vegno di studi, dal titolo “Ricerca storica e chiesa locale in Italia. Ri-sultati e prospettive” (Dehoniane, Roma 1995).

In tale Convegno, Severino Dianich, reputato specialista di storia dell’ecclesiologia, constata il sostanziale disinteresse della storiografia ecclesiastica sino al Vaticano II, per talune elaborazioni ottocentesche del concetto di chiesa locale, molto anguste e vaghe.

L’adozione di coppie semantiche come gerarchia e laicato, i riferi-menti espliciti alla pastoralità sono significativi a riguardo. Termini come “famiglie religiose”, ”popolo di Dio”, mai e poi mai potremmo ri-trovarli in una ricerca ecclesiastica locale preconciliare.

Tale testimonianza e le concettualizzazioni che stanno dietro sono il frutto di un rinnovamento profondo di metodologie e di impostazioni.

Come non va scartata o svalutata totalmente o pregiudizialmente la tradizione complessa di studi e di ricerche in ambito locale, a par-tire dalla fine dell’ottocento, alimentata da diverse componenti. Quel-la civico-municipale, ad esempio, ha una forza ed una vitalità sor-prendente ed attuale.

Non va lasciato cadere l’invito o il suggerimento di Mons. Luigi De Palma di ampliare e di meglio fondare scientificamente e con ri-gore critico le acquisizioni storiche in nostro possesso, sia in chiave sincronica (collegandole con le varie pratiche della pastorale, centro diocesano-parrocchie, associazioni laicali, pietà popolare, etc.) sia in chiave diacronica, senza la quale difficilmente si coglie lo sviluppo storico.

Mons. De Palma indica lo scopo condivisibile di tale rivisitazione ed aggiornamento storico: la nuova evangelizzazione ed, io aggiunge-rei, la prospettiva di un maggiore radicamento della comunità eccle-siale nel territorio.

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VITA DIOCESANA

Pubblicazioni come questa in oggetto contribuiscono, senza ombra di dubbio, a ravvivare il senso di appartenenza della popolazione al-la propria terra, senza provincialismi o arroccamenti campanilistici, in un intreccio fecondo della storia della Chiesa con quella civile e so-ciale di tutto un popolo.

Riprendendo il concetto di Benedetto Croce, rilevo che la storia non è solo rievocatrice del passato, ma è anche quella che fluisce ininterrotta nel presente verso il futuro.

Ed è proprio l’interesse per la palpitante attualità dell’ora presen-te lo stimolo e la motivazione più profonda che alimenta la ricerca storica di epoche e di tempi passati, rovistando i documenti di archi-vio, la produzione artistica, al peculiarità geofisiche, etc.

Minervino Murge, appollaiata in alto sul colle con la sua Catte-drale ed il Palazzo vescovile, spaziando verso la pianura sottostante spiega forse il carattere dei cittadini consapevoli della loro forza e del loro coraggio, fiduciosi in se stessi, ma soprattutto in Dio.

Andria, 31 maggio 2011, festa della Visitazione della B.V. Maria.

† Raffaele Calabro Vescovo di Andria

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