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Metodi di valutazione delle prove

Sperimentazione svolta nel triennio di dottorato

7.1 Metodi di valutazione delle prove

La valutazione delle differenti prove realizzate è stata effettuata analizzando i parametri operativi, qualitativi e quantitativi.

La metodologia di rilievo è stata proposta già agli albori della vendemmia meccanica (AA.VV., 1978) con una procedura che risulta ancora oggi in gran parte valida. Ci si può comunque rammaricare come negli anni successivi ben poco sia stato proposto per migliorare l’esecuzione delle indagini, soprattutto per meglio analizzare le interazioni fra macchina e pianta e fra macchina e qualità del prodotto raccolto. In questo contesto le recenti indagini svolte dal gruppo di lavoro del DEIAgra si sono basate anche su metodi di rilievo innovativi al fine di conoscere meglio alcuni aspetti salienti della vendemmia meccanica che fino ad ora sono stati trascurati dalla ricerca.

Normalmente le prove prevedono la seguente sequenza: individuazione di una o più basi di rilievo, valutazione delle condizioni dell’impianto, regolazione della macchina, esecuzione dei rilievi previsti, valutazione tecnologica dell’intervento.

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Base di rilievo

Normalmente, per consentire alla macchina di realizzare una raccolta rappresentativa delle condizioni di normale impiego, i rilievi vengono effettuati su parcelle di 20-30 metri, rappresentate da tratti di filare omogenei e senza fallanze, effettuando 3-4 ripetizioni randomizzate per ogni tesi ed ogni vitigno.

Ogni parcella di lavoro viene isolata, raccogliendo manualmente la produzione ai suoi estremi, per un ampiezza di circa 3 metri; ciò consente di delimitare con precisione la parcella di rilievo e di impiegare le macchine a pieno regime di lavoro.

Condizioni della coltura

La prova viene normalmente preceduta da una serie di rilievi per definire le caratteristiche della produzione e delle piante al momento della raccolta. A tale scopo, su un numero adeguato di piante scelte a random al di fuori delle parcelle individuate, vengono misurati:

• la produzione unitaria;

• le caratteristiche morfologiche della produzione;

• i principali valori analitici delle uve (solidi solubili, acidità, pH);

• la resistenza al distacco degli acini;

• la massa e la superficie fogliare unitaria;

• l’umidità delle foglie. Regolazione della vendemmiatrice

Prima dell’esecuzione del lavoro è fondamentale individuare le regolazioni della macchina che rispondono alle finalità della tesi. A tale scopo sono necessari controlli operativi in porzioni del vigneto al di fuori delle basi di prova. Questi test preliminari servono innanzitutto per scegliere e misurare la velocità d’avanzamento e la frequenza del battitore (figura 107). Il battitore viene regolato in altri parametri fondamentali; ad esempio nelle vendemmiatrici a scuotimento orizzontale il battitore viene predisposto nel numero e nella distribuzione delle aste, nella distanza fra le due serie di aste, ed eventualmente nell’ampiezza del loro

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movimento di oscillazione. Importante è anche la regolazione dei sistemi di pulizia (aspiratori, diraspatori, ecc) per realizzare una adeguata eliminazione delle parti vegetali distaccate, che se regolate in modo non corretto, potrebbero determinare un aumento delle perdite occulte.

Figura 107. Tacchimetro portatile laser per rilevare la frequenza dei battitori.

Rilievi attuati dopo la raccolta

Una volta eseguita la raccolta, rispettando le regolazioni della vendemmiatrice prima scelte, vengono eseguiti rilievi per caratterizzare il vendemmiato, l’entità delle perdite e l’azione sulle piante.

L’intera massa di uva raccolta viene sgrondata e pesata per determinare la produzione unitaria e il grado d’ammostamento provocato. Un campione significativo della massa sgrondata viene poi utilizzata per separare manualmente le parti vegetali (foglie e tralci) e misurarne la loro incidenza in percentuale.

Un rilievo importante riguarda la determinazione delle perdite, comunemente definite visibili e occulte. Le prime sono rappresentate dai grappoli o da frazioni di questi, rimasti sulle piante o caduti a terra. La loro determinazione non presenta particolari difficoltà in quanto vengono raccolti manualmente dalle piante o intercettati da teli appositamente posizionati sul suolo prima del passaggio della macchina (figura 108). In questa fase è utile anche determinare, su un campione significativo, il peso medio dei raspi per avere una misura più esatta del prodotto non distaccato.

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Figura 108. Rilievo delle perdite visibili, il prodotto caduto a terra viene intercettato da teli appositamente posizionati sul suolo prima del passaggio della

macchina.

Più impegnativo si dimostra il rilievo delle perdite impropriamente definite occulte, in quanto sono chiaramente visibili ma di difficile quantificazione; esse sono rappresentate dal mosto, che viene espulso direttamente dagli organi di pulizia o che bagna le foglie. A questo riguardo il gruppo di lavoro con cui ho collaborato ha messo a punto un metodo per quantificare questo tipo di perdita, che prima veniva stimata indirettamente. Tale metodo analizza il mosto che bagna le foglie, misurandone il grado zuccherino e l’umidità delle foglie prima e dopo la vendemmia secondo la seguente relazione:

) ( ) 1 ( f m m a a a F U F M − − − − = dove:

M è il mosto perso (g); F è la massa delle foglie bagnate con il mosto, dopo il passaggio della vendemmiatrice (g); U è la sostanza secca di F (g); am, è la frazione

d’acqua del mosto; af è a frazione d’acqua delle foglie prima della vendemmia.

Per il rilievo sulle foglie bagnate rimaste sulle piante è fondamentale una loro raccolta in tempi molto rapidi, per definirne il peso umido prima che subentrino fenomeni di evaporazione (figura 109).

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Figura 109. Raccolta delle foglie bagnate dopo il passaggio della vendemmiatrice.

Per il mosto disperso dagli organi di pulizia invece si utilizza un sistema igroscopico, costituito da una rete a maglia stretta contenuta in un lungo sacco di iuta, che intercetta il flusso in uscita su tutta la base di rilievo da un ventilatore. Le foglie vengono raccolte dalla rete e pesate e il mosto che le bagna viene calcolato secondo il metodo sopra descritto. Il mosto libero non trattenuto con le foglie viene invece trattenuto dal sacco di iuta e determinato per differenza del peso di quest’ultimo dopo e prima della raccolta. Qualora la vendemmiatrice utilizzi anche altri sistemi di selezione, come diraspatori o tavoli di separazione, è necessario raccogliere con un telo le parti espulse e applicare i metodi descritti per quantificare la quantità di mosto che si disperde.

Infine viene determinato il grado di defogliazione provocato dalla raccolta, per valutare indirettamente il maltrattamento prodotto dalla macchina sulle piante. La stima della defogliazione è importante per la correlazione che presenta, insieme al grado di ammostamento, sull’entità delle perdite occulte. Per questo rilievo è necessario raccogliere e pesare l’intera massa fogliare di almeno 2-3 piante e rapportare il valore ricavato con quello determinato in maniera analoga prima della vendemmia.

Accelerazioni trasmesse durante le raccolta

La misura delle accelerazioni trasmesse dalla vendemmiatrice per provocare il distacco dell’uva sono un aspetto fondamentale per analizzare l’azione dei battitori

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e comprendere alcuni aspetti altrimenti poco chiari. Grande attenzione è stata dimostrata dal gruppo di ricerca a questo aspetto, fino ad allora completamente trascurato per la vendemmia meccanica. Basta ricordare infatti che le uniche precedenti indagini furono condotte dal prof. G.Stefanelli nel 1974, misurando le accelerazioni trasmesse da una vendemmiatrice a scuotimento verticale su un cavo metallico. A questo aspetto è stata dedicata una particolare attenzione da parte del gruppo di ricerca con cui ho collaborato con indagini a partire dal 2002; insieme abbiamo analizzato le interazioni tra macchina, pianta e prodotto raccolto e le perdite di produzione.

Per questo rilievo vengono utilizzati accelerometri piezoelettrici, collegati ad un amplificatore di carica e ad un registratore digitale.

L’uso degli accelerometri permette di definire numerosi parametri: il numero e l’intensità delle sollecitazioni, la potenza trasmessa, l’ampiezza delle oscillazioni, la variazione di velocità durante gli impatti e la durata dell’urto.

Normalmente gli accelerometri (3-4) vengono posizionati su parti differenti della fascia produttiva per vedere la diversa capacità di trasmissione dei fenomeni vibratori che le caratterizza. Ad esempio, su una forma d’allevamento a GDC può essere utile collocare il primo accelerometro sul cordone permanente e gli altri su tralci a distanze progressive dal primo (10, 20 e 30 cm) (figura 110).

Figura 110. Schema di posizionamento degli accelerometri sul cordone e sui tralci.

Altre misure delle sollecitazioni trasmesse interessano la fase di trasporto del prodotto all’interno della vendemmiatrice dopo il distacco dalla pianta. In questo caso viene utilizzata una sfera strumentata con un accelerometro triassiale; questa

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viene rilasciata nel flusso di prodotto che cade sugli organi di intercettazione e che viene poi trasportato all’interno delle tramogge della macchina. La sfera strumentata, pur non essendo confrontabile come dimensione e massa a quella degli acini, fornisce valori reali di misura che, anche se non completamente utilizzabili come valore assoluto, sono indubbiamente utili per fornire indicazioni sui diversi comportamenti delle macchine.

Analisi sui mosto e vini

Per definire gli effetti della vendemmia meccanica sulla qualità del prodotto in diversi casi è necessario valutare con analisi chimiche e sensoriali i mosti e/o i vini ottenuti.

Le analisi chimiche e sensoriali sono state effettuate dai laboratori Astra, siti nel polo tecnologico di Tebano, certificati secondo i metodi ufficiali della normativa europea.

Le analisi sensoriali sono state eseguite da gruppi di degustatori esperti, capaci di cogliere la realtà sensoriale dei prodotti e di tradurre le percezioni visive, olfattive e gustative in termini pertinenti. Per queste valutazioni vengono utilizzati il test triangolare, quello di preferenza, e un’analisi descrittiva quantitativa, per definire differenze fra i campioni e definire una scala di valore qualitativo.

7.2 Valutazioni funzionali e operative della vendemmia meccanica a