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La regolazione della vendemmiatrice

Attuale situazione di mercato e diffusione delle vendemmiatric

4.2 La regolazione della vendemmiatrice

La regolazione della vendemmiatrice è sicuramente l’operazione più importante e difficile di tutta la raccolta perché condiziona il risultato della vendemmia nelle rese di raccolta, nella qualità del prodotto e nella salvaguardia del vigneto (Intrieri et al, 1990; Pezzi et al, 2005).

Gli studi e le esperienze effettuate hanno ampiamente dimostrato l’importanza fondamentale di una buona regolazione; ovviamente non è possibile indicare regole precise per ogni situazione in quanto molte sono le variabili che entrano in gioco. Qui di seguito vengono esposti i più importanti elementi di regolazione:

• altezza di raccolta;

• numero dei battitori;

• distanza tra gli scuotitori;

68 • velocità di avanzamento;

• regolazione dei sistemi di pulizia;

• velocità dei nastri;

• regolazione della testata di raccolta.

L’altezza di raccolta viene valutata in rapporto al terreno e all’estremità inferiore dei grappoli più bassi; è solitamente di 250-300 mm da terra per lasciare un adeguato spazio al gruppo di intercettazione e trasporto della macchina.

Le due serie di scuotitori che possono essere istallati sulla testata di raccolta devono agire solo sulla zona fruttifera ed essere sufficienti ma il più contenuto possibile per scuotere meno la pianta; infatti una numero troppo elevato di scuotitori determina una maggior defogliazione delle piante, con un conseguente aumento delle perdite per ammostamento. Le coppie di scuotitori normalmente sono in numero variabile da 5 a 11; all’occorrenza è possibile smontarle o disattivarle per lasciare operative solamente le coppie che scorrono sulla fascia produttiva.

La distanza fra le due serie di scuotitori viene regolata all’inizio del vigneto in funzione dello spessore della parete vegetativa e delle strutture di sostegno (figura 51).

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La regolazione che risulta di maggior rilievo rispetto alle altre, è la frequenza di battitura, ovvero il numero dei battiti al minuto, normalmente compresa tra 400-600 colpi/minuto, e può essere aumentata e diminuita in funzione della velocità di avanzamento e alla facilità di distacco degli acini.

Quest’ultimo parametro influenza in maggior misura la qualità del lavoro, incidendo in modo diretto sulla percentuale di defogliazione delle viti e su quella di ammostamento del prodotto.

L’altra regolazione fondamentale è la velocità di avanzamento che è strettamente legata alla frequenza di battitura e deve essere quella massima in grado di permettere alla macchina il distacco, la pulizia e il carico di prodotto, mantenendo un bassa incisività nei confronti della pianta.

La regolazione dei ventilatori di pulizia del prodotto viene fatta in funzione dello stato della raccolta, cioè si cerca un punto di compromesso tra la pulizia del prodotto e le perdite di mosto: all’aumentare del grado di pulizia incrementano le perdite di mosto, che tra l’altro tende a bagnare le foglie.

La velocità dei nastri di trasporto del vendemmiato viene incrementata all’ aumentare della produttività del vigneto, controllando tuttavia che tale incremento di velocità non vada a scapito della qualità del prodotto, soprattutto come maggiore grado di ammostamento.

Una innovazione tecnologia che caratterizza molte delle moderne macchine vendemmiatrici consiste nella possibilità di controllare e modificare in corso d’opera, mediante computer di bordo direttamente dal posto guida, molti paramenti di funzionamento della testata di raccolta (distanza, ampiezza, frequenza di battitura, ecc.); è possibile anche programmare questi parametri in maniera differenziata in prossimità dei pali, rilevati a mezzo di appositi sensori elettronici, variare la frequenza di battitura in maniera proporzionale alla velocità di avanzamento, per mantenere costante il numero di oscillazioni per metro di filare, anche in caso di rallentamenti (figura 52-53).

Molto interessante si è dimostrato il controllo dell’assetto della testata di raccolta per quanto riguarda l’allineamento sul filare e la corrispondenza con la fascia produttiva attraverso lo spostamento in altezza ed il disassamento delle ruote, per compensare, nel lavoro in collina, pendenze trasversali o longitudinali.

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La complessità del sistema richiede però molta professionalità da parte dell’operatore, condizione necessaria per assicurare al raccolto elevato livelli qualitativi.

Figura 52. Regolazione organi di raccolta automatizzate (Smart System, Pellenc).

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Nelle vendemmiatrici a scuotimento verticale la regolazione è più semplice, anche se è impegnativo per l’operatore osservare la posizione del battitore a stella rispetto al filo di sostegno del capo a frutto. Infatti è fondamentale che il battitore sia posizionato sempre in tensione sul filo di sostegno e questo richiede una differente regolazione alle estremità del filare rispetto a quella richiesta nelle posizioni centrali. Naturalmente anche nello scuotimento verticale è indispensabile regolare correttamente la frequenza del battitore, la velocità di avanzamento e il ventilatore per la pulizia.

Controlli funzionali delle vendemmiatrici

I controlli sull’operatività delle vendemmiatrici possono essere molto semplici, come ad esempio la valutazione delle sole perdite visibili, o più completi valutando altri parametri caratteristici della raccolta. In ogni caso sono la premessa per migliorare le rese produttive e i livelli qualitativi delle uve vendemmiate a macchina.

La valutazione potrebbe interessare i seguenti parametri:

• produzione raccolta;

• il grado di defogliazione, quantificato misurando la densità fogliare generalmente prima e dopo il passaggio della macchina oppure mediante tecniche di analisi dell’immagine su fotogrammi acquisiti da due fotocamere poste sulla vendemmiatrice;

• il grado di ammostamento del prodotto, valutato mediante sgrondo della massa raccolta;

• presenza di impurità vegetali o non nelle uve raccolte;

• le perdite visibili, rappresentate dal prodotto caduto a terra e rimasto sulla pianta dopo il passaggio della macchina;

• le perdite ”occulte”, non visibili, rappresentate dal mosto aderente alle foglie rimaste sulla pianta e da quello disperso sugli organi di pulizia della macchina.

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