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SEZIONE I Studi idrologici

3. DETERMINAZIONE DELLE PORTATE MEDIE MENSILI

3.3 Determinazione del coefficiente di deflusso

3.3.1 Metodo del bacino assimilabile

Tale coefficiente risulta di agevole determinazione nel caso in cui siano presenti per il bacino in esame sia i dati di pioggia che quelli di portata. Peraltro in tale situazione il valore di ψ viene solitamente fornito direttamente dagli annali idrologici.

Nel presente lavoro di tesi si è determinato il valore del coefficiente di deflusso attraverso il metodo del bacino assimilabile.

3.3.1.1 Individuazione di un bacino assimilabile

Come si è visto nel paragrafo §6.4.2 il deflusso dipende dalle caratteristiche morfologiche e geologiche del bacino, dalla vegetazione, uso del suolo e dalle condizioni climatiche.

Il metodo consiste quindi nel trovare un bacino idrografico, geograficamente vicino, che abbia le caratteristiche elencate sopra, molto simili a quelle del bacino oggetto di studio e del quale sia noto il coefficiente di deflusso ψ.

Verificata la similitudine dei due bacini, è possibile adottare per il bacino in esame il coefficiente di deflusso del bacino assimilabile

3.3.1.2 Assimilabilità geografica

Per quanto riguarda il presente lavoro di tesi l’individuazione di un possibile bacino a cui fare riferimento è stata condotta partendo dalla ricerca negli annali idrologici di stazioni idrometriche geograficamente vicine al Rio Nigola. Quella che è risultata più prossima al sito dell’impianto è la stazione idrometrica del Flumendosa a Gadoni.

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Figura 3.2: Risultati delle misure

Tale stazione risulta infatti ad una distanza dalla sezione di chiusura del bacino in studio, misurata in linea d’aria, pari a 6,13 Km ed i bacini idrografici relativi alle due sezioni risultano contigui.

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La condizione relativa alla similitudine geografica è quindi rispettata.

A questo punto per poter determinare le caratteristiche da confrontare è necessario determinare come prima cosa il bacino idrografico in cui è posta la stazione.

Questa operazione è stata eseguita utilizzando ancora una volta il programma QGIS nella gestione ed elaborazione delle carte digitali. Per la metodologia seguita si rimanda al paragrafo §6.2.1.2 relativo al tracciamento del bacino del Rio Nigola.

Si riportano di seguito le immagini fornite da QGIS relative al bacino del Flumendosa con le relative informazioni.

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Figura 3.4: Bacino del Flumendosa e del rio Nigola

Come si può notare i due bacini risultano differenti dal punto di vista delle dimensioni. Questo fattore se pur non positivo, non pregiudica la assimilabilità.

Noto il bacino idrografico è possibile determinare le sue caratteristiche che saranno oggetto del confronto.

3.3.1.3 Assimilabilità morfologica

Dal punto di vista morfologico i due bacini si presentano molto simili, quello del Rio Nigola può essere considerato come la versione in scala ridotta del bacino del Flumendosa. Sono entrambi bacini montani che raggiungono rispettivamente la quota massima di 1331,5 m s.l.m. il primo e 1560 m s.l.m. il secondo. La quota media è di 836 m s.l.m. e 1083 m s.l.m. rispettivamente. Anche la pendenza media del bacino risulta dello stesso ordine di grandezza essendo pari al 51 % e al 53,5 il secondo.

Alla luce di questi dati, dal punto di vista morfologico i due bacini possono essere considerati come assimilabili.

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3.3.1.4 Assimilabilità geologica

Per una valutazione di massima delle caratteristiche geologiche dei due bacini si è utilizzato come strumento la carta geologica d’Italia, della quale si riporta la carta relativa alle formazioni rocciose della Sardegna. Si è fatto riferimento nello specifico ai fogli numero 540, Mandas e il foglio numero 541, Jerzu. Si riporta di seguito la carta geologica della Sardegna.

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I due bacini idrografici risultano solo parzialmente contenuti in tali carte e i fogli contenenti la restante parte del bacino non sono reperibili. Per questo motivo si è cercato uno strumento alternativo.

La soluzione è stata trovata ancora una volta nella cartografia digitale della Regione Sardegna. Dalla sezione download del Geo portale è infatti possibile scaricare la versione digitale della carta geologica.

Essa è stata poi gestita col solito software QGIS. Dal GIS relativo alla geologia è possibile estrapolare le informazioni relative alla natura delle formazioni presenti nelle varie parti del bacino, attraverso lo strumento di interrogazione fornito da QGIS.

Come si può evincere dalle immagini che seguono, fornite dal software, in entrambi i bacini si hanno per gran parte della superficie le stesse formazioni rocciose per entrambi i bacini.

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Figura 3.7 Qgis, carta geologica della Sardegna

Figura 3.8 Qgis, carta geologica della Sardegna

Fa eccezione la presenza di graniti nel bacino del Flumendosa. Ma possiamo considerare tale presenza non influente sul complesso.

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Le unità tettoniche interessate dai due bacini sono le medesime e sono l’unita tettonica della Barbagia e l’unità tettonica di Meana Sardo delle quali si riporta una breve descrizione.

UNITA' TETTONICA DELLA BARBAGIA:

Potente complesso di metamorfiti di basso grado costituito prevalentemente da una successione terrigena nota in letteratura come “Postgotlandiano” o Complesso metamorfico di basso grado della Barbagia. Tale complesso che rappresenta la terminazione meridionale delle falde interne costituisce il nucleo della Sinforme della Barbagia e buona parte del massiccio del Gennargentu.

UNITA' TETTONICA DI MEANA SARDO

E' un'unità tettonica con buona qualità di affioramento, che permette di riconoscervi tutti i termini della successione litostratigrafica, dal Cambriano medio al Siluriano- Devoniano. E' tettonicamente compresa tra le Unità del Gerrei, con la quale è ripiegata nell'Antiforme del Flumendosa, e l'Unità della Barbagia.

La relativa successione litostratigrafica si distingue da quella dell'Unità del Gerrei per l'assenza della formazione dei Porfoidi e per una successione dell'Ordoviciano superiore più potente.

Le formazioni rocciose che caratterizzano i due bacini sono le “Filladi grigie del Gennargentu” (dette “Schistu”, nella Lingua Sarda) delle quali si riporta una breve descrizione

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FORMAZIONE DELLE FILLADI GRIGIE DEL GENNARGENTU.

Si tratta di una successioni litostratigrafica costituita da una irregolare alternanza di livelli da metrici a decimetrici di metarenarie quarzose micacee, quarziti, filladi quarzifere, filladi e metasiltiti. In taluni casi la somiglianza con le successioni cambro- ordoviciane è molto netta, in altri casi prevalgono invece termini più quarzitici o metarenarie a grana fine e metasiltiti.

In campagna è spesso evidente un layering bimodale, che corrisponde però ad una foliazione tettonica. Spesso è possibile osservare in microlithons una foliazione tettonica ancora più vecchia. Quindi ogni evidenza delle strutture sedimentarie primarie è stata cancellata.

In prossimità del contatto tettonico che sovrappone l'Unità della Barbagia con quella di Meana Sardo si osservano fasce milonitiche ampie alcune decine di metri, con presenza di nastri di quarzo che, in sezione sottile mostrano una orientazione preferenziale dei singoli cristalli.

Lo spessore originario della formazione non è valutabile poiché la base è sempre interessata dal Sovrascorrimento della Barbagia e non affiora mai il tetto.

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Figura 3.9: Aspetto caratteristico delle Filladi del Gennargentu

Anche dal punto di vista geologico e quindi della conduttività idraulica, i due bacini possono essere considerati assimilabili.