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5.6 Simulazione sistema spettrometro

6.1.1 Metodo di analisi dati

Il trattamento dei dati topograci corneali consiste nella comparazione dei valori misurati di due set di dati. La struttura dei set di dati da utilizzare per le analisi di accuratezza e ripetibilità sono leggermente diversi, per questo motivo risulta utile fornire una trattazione separata per i due casi. Per ciò che concerne la determinazio- ne di accuratezza, un campione di dati consiste nei valori misurati con lo strumento da caratterizzare in ogni punto relativi ad una supercie test nota, mentre l'altro campione consiste nei valori forniti, per la stessa supercie di test, dal costruttore. Per ogni coppia di questi due set di dati, viene eseguita una dierenza. Ciò dà luogo ad un campione di dati, ottenuti dalla dierenza dei valori dei due campioni di dati originari. Questi valori vengono designati come ∆Dijk, dove gli indici i e j si

riferiscono ai due diversi set di valori, mentre l'indice k indica la specica posizione di ogni punto [24]. La posizione è specicata da due coordinate che rappresentano il meridiano θ e la posizione radiale x, in cui il punto si trova. I valori noti della

CAPITOLO 6. RIPETIBILITÀ E ACCURATEZZA DELLE MISURE

6.1. NORMATIVA ISO 19980:2013(E) 77

supercie di test sono determinati conoscendo la forma della supercie dell'oggetto da testare in ogni posizioni da misurare. I valori ottenuti dalle varie dierenze dei valori in ogni punto, ∆Dijk, sono raggruppati in sottoinsiemi in base alla posizione

a cui si riferiscono. In particolare questi vengono suddivisi in tre diverse zone in cui il campione viene misurato: una zona centrale, una zona intermedia e una zona esterna. Le tre diverse zone del campione in cui viene suddivisa l'analisi sono quelle riportate in tabella 6.1.

Centrale 1 mm ≤ diametro ≤ 3 mm Intermedia 3 mm < diametro ≤ 6 mm

Esterna diametro > 6 mm

Tabella 6.1: Zone di suddivisione dati per test di accuratezza e ripetibilità delle misure, secondo la normativa ISO 19980:2013(E) [24].

Ogni sottoinsieme relativo alle zone sopraindicate e comprendente i valori die- renza nelle varie zone è trattato come un insieme. Per ognuno dei tre insiemi sono stati calcolati Mij, ossia valor medio dell'insieme dierenza dei due insieme i e j,

del quale è stato preso in considerazione il valore assouto e sij, deviazione standard

dell'insieme dierenza degli insiemi i e j, servendosi delle formule sottoelencate.

∆Dijk = wk(Dik− Djk) (6.1) Mij = 1 n n X k=1 ∆Dijk (6.2) sij = v u u u t n P k=1 (∆Dijk− Mij)2 n − 1 (6.3)

In queste formule n indica il numero di punti misurati, i e j sono gli indici che caratterizzano i due insiemi di dati, mentre k è l'indice specico del punto in esame. Dik è il valore al punto k del parametro in esame, di cui si vuole cioè calcolare

accuratezza o ripetibilità [24]. Il valore wk indica invece un fattore di peso dell'area

che dipende dalla posizione e merita una trattazione a parte che verrà eettuata nel paragrafo 6.1.2. Per quanto riguarda il test di ripetibilità sono state eseguite misure ed analisi per i seguenti output topograci:

CAPITOLO 6. RIPETIBILITÀ E ACCURATEZZA DELLE MISURE

6.1. NORMATIVA ISO 19980:2013(E) 78

ˆ Elevazione anteriore ˆ Elevazione posteriore

ˆ Curavtura tangenziale anteriore ˆ Curvatura tangenziale posteriore ˆ Curvatura sagittale anteriore ˆ Curvatura sagittale posteriore

Per ciò che concerne l'accuratezza sono state valutate soltanto curvatura tangen- ziale anteriore e elevazione anteriore, come richiesto dalla normativa.

Elevazione anteriore e posteriore

Le mappe rappresentanti l'elevazione anteriore e posteriore riportano l'elevazione delle superci anteriore e posteriore della cornea in ogni posizione, come dierenza rispetto ad una supercie di riferimento. Le superici di riferimento sono scelta in maniera tale da minimizzare l'errore quadratico medio delle elevazioni corneali. La scala di colori utilizzata è quella di Klyce/Wilson nella quale i colori caldi rappre- sentano le aree che giacciono sopra la supercie di riferimento, mentre i colori freddi quelle che si trovano al di sotto rispetto a questa [26]. In gura 6.1 è possibile osser- vare una mappa corneale dell'elevazione anteriore e una dell'elevazione posteriore.

Figura 6.1: Esempio di mappe di elevazione anteriore e posteriore corneale ottenute con MS-39.

CAPITOLO 6. RIPETIBILITÀ E ACCURATEZZA DELLE MISURE

6.1. NORMATIVA ISO 19980:2013(E) 79

Curvatura tangenziale anteriore e posteriore

La curvatura tangenziale, o locale, è l'unità geometrica che descrive l'inclinazione della cornea per un dato punto e in una data direzione. Anche in questo caso la scala utilizzata è quella di Klyce/Wilson [26]. Un esempio di mappe di curvatura tangenziale anteriore e posteriore è visibile in gura 6.2.

Figura 6.2: Esempio di mappe di curvatura tangenziale anteriore e posteriore ottenute con MS-39.

Curvatura sagittale anteriore e posteriore

La mappa di curvatura sagittale, chiamata anche assiale, rappresenta la distribu- zione della curvatura sagittale anteriore o posteriore. Anche in questo caso la scala utilizzata è quella di Klyce/Wilson [26]. Un esempio di mappe di curvature di questo tipo è visibile in gura 6.3.

Figura 6.3: Esempio di mappe di curvatura sagittale anteriore e posteriore ottenute con MS-39.

CAPITOLO 6. RIPETIBILITÀ E ACCURATEZZA DELLE MISURE

6.1. NORMATIVA ISO 19980:2013(E) 80

Spessore corneale

La mappa dello spessore corneale rappresenta, punto per punto, la distribuzione dello spessore della cornea in micron. La scala di colori utilizzata per questa rap- presentazione è sempre quella di Klyce/Wilson, nella quale i colori caldi (rosso, arancione, giallo) sono associati alle zone di minor spessore, mentre i colori freddi si riferiscono a zone più spesse [26]. In gura 6.4 è possibile osservare un esempio di mappa di spessore corneale ottenibile con MS-39.

Figura 6.4: Esempio di mappa di spessore corneale ottenuta con MS-39.

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