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MICHELE LESSONA 1 BIOGRAFIA.

2 2 IL MODELLO DI SMILES ARRIVA IN ITALIA.

3. MICHELE LESSONA 1 BIOGRAFIA.

Delineare una breve biografia su Michele Lessona potrebbe sembrare superfluo, ma in realtà questa risulta necessaria se si vuole capire in modo più preciso come si siano sviluppati i suoi interessi, il perché della sua adesione al darwinismo, e il motivo del suo impegno nella scrittura di opere affini alla filosofia del self-help inaugurata da Samuel Smiles.

Michele Lessona nacque a Venaria il 20 settembre 1823, dove trascorse felicemente i primi anni della sua infanzia. La quiete di quel paese e la vicinanza con Torino resero il soggiorno molto piacevole, tanto che Lessona non perderà mai occasione di tornarvi anche una volta raggiunta l'età adulta.

Nella vita di Michele Lessona un ruolo molto importante per la sua futura formazione sarà ricoperto dal padre, Carlo Lessona.

Carlo Lessona si trasferì a Venaria Reale per ricoprire l'incarico di direttore della Scuola di Veterinaria istituita nel 1769 da Carlo Emanuele III, ruolo ottenuto grazie agli studi compiuti in Francia e in particolare a Torino, dove venne influenzato da Bonelli, diventando così un convinto seguace delle tesi trasformiste di Lamarck. Da questo è facile capire l'ambiente culturale a cui il giovane Michele Lessona venne esposto fin da ragazzino, il quale spesso non perse addirittura occasione di partecipare, talvolta, alle lezioni del padre.

Nel 1834 Lessona si trasferì a Torino per proseguire gli studi alle scuole superiori, non rimanendo però, almeno inizialmente, troppo entusiasta della nuova città.

Dalle prime esperienze qui compiute però, Lessona comprese di provare una grande passione non tanto per le scienze naturalistiche, ma soprattutto per le lettere, tanto che durante il corso della sua vita si rammaricherà sempre di non aver coltivato questa vocazione. Comunque sia, nel 1840 Lessona si iscrisse al corso di Medicina e Chirurgia dell'università di Torino, concludendo gli studi nel 1846 e avviandosi così ad una promettente carriera di medico.

È proprio in questo periodo però che avverrà uno degli eventi più significativi della vita di Lessona: nel novembre del 1846 egli fuggì insieme all'amata Maria Ghingetti, istruttrice di una delle sue

sorelle, in Egitto. La loro fuga purtroppo porterà a degli esiti drammatici; Lessona tornò in Italia vedovo, con una figlia e privo di un qualsiasi sbocco professionale.

L'esperienza in Egitto se non altro segnò un episodio fondamentale per il suo avvicinamento al naturalismo: l'ambiente desertico così ricco dal punto di vista faunistico e l'amicizia stretta con Augusto Diamanti, un giovane appassionato di ricerche zoologiche, contribuirono ad avvicinarlo a questo campo.

Al ritorno in Italia nel 1850 Lessona aveva ormai acquisito delle buone conoscenze in tale ambito proprio grazie a queste spedizioni naturalistiche, dove si concentrò prevalentemente sullo studio di alcuni sauri, riuscendo perfino a catturarne qualche esemplare; ed è proprio grazie a questi animali che Lessona venne presentato da Diamanti a Filippo De Filippi, allora direttore del Regio Museo Zoologico di Torino e docente di Zoologia dell'università della medesima città.

Filippo De Filippi rimasi così entusiasta e affascinato alla vista di questi animali portati a lui in dono, che decise fin da subito di promuovere Lessona come insegnante di storia naturale presso le scuole secondarie. È proprio in una simile circostanza che Michele Lessona inizierà la sua carriera nel campo dell'insegnamento, arrivando a ricoprire diverse cattedre, fino a diventare addirittura rettore.

La svolta della sua carriera accademica avvenne nel 1854 quando gli venne assegnata la cattedra di Zoologia dell'università di Genova e perfino il ruolo di direttore del Gabinetto di Storia Naturale, cariche che manterrà contemporaneamente fino al 1864.

Il decennio trascorso da Lessona a Genova sarà per sua stessa ammissione uno dei periodi migliori della sua vita; periodo in cui si occupò di coltivare una grande quantità di interessi, dedicandosi non solo all'insegnamento, ma anche a varie escursioni naturalistiche e intraprendendo anche l'attività di divulgatore scientifico (in particolare a partire dalla teoria di Darwin, come vedremo in modo più approfondito in un paragrafo successivo).

Dopo il felice periodo genovese, dopo una breve esperienza a Bologna, Lessona verrà richiamato dall'università di Torino, occupando il posto di De Filippi morto durante un viaggio di esplorazione, ed ottenendo nel 1867 la cattedra di Zoologia oltre che quella di Anatomia.

È proprio in quegli anni (1869) che venne pubblicato Volere è potere, il libro che diede a Lessona una grande notorietà; ed è sempre in quel periodo che iniziò la sua carriera di traduttore. Nel 1872 Lessona tradusse L'Origine dell'uomo, a cui seguirono la traduzione del Viaggio di un naturalista

intorno al mondo nell'anno seguente, e La formazione della terra vegetale nel 1882.

sulla quale decise di scrivere un'opera intitolata Confessioni di un rettore. Nell'opera in questione Lessona discute degli argomenti più disparati, che vanno dalla critica verso quei genitori che obbligano i loro figli a percorrere determinate carriere accademiche in un prospettiva che miri al solo guadagno dopo il conseguimento della laurea, senza però preoccuparsi invece delle vocazioni, al problema degli studenti fuori corso; fino ad interessarsi ad argomenti che lo riguardavano più da vicino data la sua professione, come per esempio la critica a un esagerato municipalismo provinciale e regionale delle università italiane, la proposta del pensionamento dei professori all'età di sessant'anni e all'esaltazione del libero insegnamento.

Per queste e altre ragioni Confessioni di un rettore ebbe da una parte un discreto successo, ma fu anche oggetto di diverse critiche dovute alla schiettezza con cui Lessona aveva descritto determinati colleghi e l'ambiente universitario italiano in generale.

Le soddisfazioni però non erano ancora finite: nel 1892 Lessona venne nominato presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino e senatore del Regno d'Italia su proposta di Giovanni Giolitti.

Per quanto onorato di tale nomina Lessona cercò di opporsi poiché questo nuovo incarico avrebbe tolto prezioso tempo ai suoi studi e soprattutto all'amato Museo.

Nonostante i tentativi di sottrarsi a tale incarico, alla fine Lessona venne nominato senatore, anche se sfortunatamente per lui la carriera politica sarà molto breve e sporadica a causa dell'incombente malattia che poi si rivelerà fatale.

I problemi cardiaci avevano iniziato a presentarsi nel 1892, per poi aggravarsi nei mesi successivi. Alla salute cagionevole si aggiunsero poi i numerosi impegni come l'insegnamento, la direzione del Museo Zoologico e la presidenza dell'Accademia delle Scienze, che non gli permisero di riguardarsi e riposarsi adeguatamente.

Nel Febbraio del 1893 le sue condizioni si aggravarono ulteriormente, tanto che un grave malore lo costrinse a letto per diversi giorni; un anno dopo ancora le sue condizioni erano ormai critiche. Ad aggravare il suo calvario, probabilmente in modo definitivo, fu il trauma provocato dalla perdita della sua primogenita Francesca, figlia avuta con la sua prima moglie Maria Ghinghetti.

Il giorno venerdì 1 giugno 1894, Lessona tenne la sua ultima lezione, e circa un paio di mesi dopo passò a miglior vita, esattamente il 20 luglio 1894.

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