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Miglioramento delle popolazioni animali

4. Piano della tesi

2.2 Miglioramento delle popolazioni animali

Tale progetto di normalizzazione equina sarà a più riprese rilanciato nel corso del XVIII secolo.422 Nel 1717, in particolare, viene promulgato un nuovo “Règlement du

Roy et Instructions touchant l'administration des Haras du Royaume” che istituisce un corpo stabile di gardes-étalons incaricati di controllare l'uso dei cavalli reali e di presiedere al momento della monta. Tali misure, considerate eccessivamente vincolanti e senza diretti vantaggi per il proprietario, incontrano molta resistenza tra la popolazione, motivo per cui il 29 gennaio 1790 l'assemblea costituente deciderà la soppressione del régime des haras.423 Nel frattempo, l'allevamento di cavalli aveva

subito un più generale processo di normalizzazione grazie alla formazione di funzionari statali esperti nella maréchalerie e nell'arte veterinaria, come si vedrà più avanti. Alla regolamentazione emanata direttamente dal sovrano e controllata dai suoi emissari, si era sostituita una forma di controllo del bestiame al tempo stesso più sottile e più diffusa, che si estende progressivamente dall'allevamento equino a quello delle altre specie. Così come nella formazione dei sistemi disciplinari Foucault ha visto la continuazione politica di un modello sostanzialmente militare,424 la storia

dell'investimento statale del governo animale ci appare scandita in una prima fase in cui la normalizzazione delle risorse animali è finalizzata al potenziamento bellico, e in una seconda fase in cui il miglioramento del bestiame è orientato allo sviluppo economico.

Anche in questo caso, era stato “Colbert qui, le premier, fit des manufactures de

421Michel Foucault parla di una “statalizzazione del biologico”, concetto che non è tuttavia possibile applicare al contesto della seconda metà del Seicento, nella misura in cui non esiste né un “biologico” né delle “popolazioni” animali: per tutto ciò bisogna attendere, come si vedrà, la fine del XVIII secolo. Cfr. Michel Foucault, “Bisogna difendere la società”. Corso al Collège de France (1975-

1976), cit., p. 206.

422Cfr. Jean-Babtiste Huzard, Instruction sur l'amélioration des chevaux en France, destinée

principalement aux cultivateurs, Huzard, Paris an X, che ripercorre la storia dell'allevamento equino e

dei vari decreti di miglioramento degli haras.

423René Musset, “L'administration des haras et l'élevage du cheval en France au XVIIIe siècle (1715- 1790)”, Revue d'histoire moderne et contemporaine, vol. 13, n. 2, 1909, p. 152.

laine une questione de «police».”425 Come per la rigenerazione degli haras, al fine di

dare nuovo impulso alle manifatture laniere Colbert aveva pensato innanzitutto ad importare pecore inglesi e spagnole, ma la distribuzione degli esemplari aveva dato in questo caso ancora meno risultati che quella di stalloni.426 Il problema del

miglioramento del grosso bestiame (bovino e ovino) rappresenta dunque nel XVIII secolo una questione ancora pressoché inaffrontata. Benché cruciali nel “metabolismo agricolo” scandito dalle operazioni di letamazione, aratura e raccolta, i bovini restano a lungo esclusi dai primi tentativi di pianificazione zootecnica su scala nazionale. Ancora nel 1791 per Lavoisier “les bestiaux ne sont que les instruments employés pour cultiver et pour fumer, et le bénéfice qu'ils procurent n'est qu'un léger accessoire”:427 l'interesse

ch'essi possono rappresentare per la nazione non è dunque esso stesso che accessorio. Nonostante l'idea della marginalità economica del bestiame fosse ancora tanto diffusa, essa suscita i primi dibattiti tra savants come Buffon e Quesnay,428 nonché le

proteste delle società di agricoltura: “Cinquante-six taureaux & centhuit beliers répandus dans une grande Province, y sont à peine perceptibles. Les veaux & les agneaux qui en naîtront se melant avec ceux de petite race, feront retomber très- promptement les troupeaux dans l'état de médiocrité que la Province a voulu faire cesser.”429 Tale sentimento d'insufficienza spinge quello che Bourde ha chiamato il

primo “centre améliorateur” costituito da agronomi e savants430 e ancora incapace di

modificare le pratiche di allevamento animale nei suoi strati più profondi, a promuovere l'idea di una relazione tra “culture des bestiaux” e ricchezza della nazione. Il problema della “rareté” e della “cherté” del bestiame e dei suoi prodotti non diviene allora

425André J. Bourde, Agronomie et agronomes en France au XVIIIe siècle, cit., vol. II, p. 795. 426Ibidem, p. 797.

427Antoine Laurent de Lavoisier, De la richesse territoriale du Royaume de France, cit.

428Si tratta in particolare del dibattito sulla maggiore efficacia di buoi o cavalli nella lavorazione della terra, che vede lo schieramento opposto di Quesnay, che nell'articolo “fermiers” dell'Encyclopédie sostiene la superiorità dei cavalli per i lavori agricoli, e di Buffon, che parteggia per l'uso dei bovini che, se per certi versi sono meno produttivi del cavallo, presentano il vantaggio di una seconda utilizzazione in termini di prodotti carnei. Cfr. André J. Bourde, Agronomie et agronomes en France

au XVIIIe siècle, cit., vol. I, pp. 476 e sgg.

429Corps d'observations de la Société d'Agriculture, de Commerce & des Arts, établie par les Etats de

Bretagne (Années 1759-1760), chez Brunet, Paris 1762, p. 214.

430André J. Bourde, Agronomie et agronomes en France au XVIIIe siècle, cit., vol. II, p. 898. “A l'attitude traditionnelle qui acceptait trop souvent que les animaux fussent seulement “le reflet du sol”, les agronomes ont tenté de substituer une action délibérée en vue de parvenir à la formation de ce qu'on entend aujourd'hui par «race».” Ibidem, p. 752.

veramente visibile che all'indomani della Rivoluzione, quando la Convenzione conduce le grandi inchieste dell'anno II e dell'anno III.431 A fronte della crescita della

popolazione e della promessa della sua prosperità, anche “la répopulation [des bestiaux], dans ce moment-ci, doit être puissamment encouragée”.432

È nell'estate del 1789, in pieno processo rivoluzionario, che la Société d'agriculture di Parigi pubblica una relazione dal titolo “Observations sur la population des bestiaux et leurs différentes espèces”: a fronte delle esigenze sistemiche di una nazione e del suo popolo, l'insieme delle risorse animali (in questo caso bovine) diviene a sua volta un problema di “popolazione”.433

On a dit plus haut que la cherté du comestible à Paris était nécessaire pour y assurer l'abondance. Cette vérité incontestable agit bien plus impérieusement sur la viande de boucherie que sur d'autres denrées, un boeuf n'est point le produit d'une récolte ou d'une marée, il lui faut huit à neuf ans pour acquérir sa maturité; il remplit les intervalles de son accroissement en devenant nécessaire à l'Agriculture, par ses travaux & par ses fumiers. Ainsi le même boeuf passe par plusieurs Provinces. Les unes sont faites pour l'élever, d'autres pour le faire travailler & d'autres pour l'engraisser. Son existence dans quelque terme qu'on la prenne, fait donc la prospérité des trois quarts & demi de la France avant d'arriver au Consommateur; mais si à ce dernier terme il est à vil prix, cette vileté reflue de proche en proche jusqu'au Nourrisseur, qui découragé, abandonne le soin de la population, source précieuse de la fécondité générale, & principe unique de l'approvisionnement.434

È chiaro che il bestiame non rappresenta più la risorsa domestica in cui trovano sollievo il lavoratore dei campi e la sua famiglia. Il bestiame, nella complessità dei suoi

431Cfr. in particolare Octave Festy, Les animaux ruraux en l'an III. Dossier de l'enquête de la

Commission d'agriculture et des arts, Paul Hartmann, Parigi 1961. Cfr. anche Malik Mellah, L'École d'économie rurale vétérinaire d'Alfort (1766-1813), cit., pp. 293 e sgg..

432M. de Francourt, “Observations sur la population des bestiaux et leurs différentes espèces”, in

Mémoires de la Société Royale d'agriculture, été 1789, p. 179.

433S u l concetto di “popolazione” nell'età moderna, cfr. Michel Foucault, Sicurezza, territorio,

popolazione. Corso al Collège de France (1977-1978), Feltrinelli, Milano 2004. Cfr. anche Luca

Paltrinieri, “L’émergence de la population. Mirabeau, Quesnay, Moheau”, in Audrey Kiéfer et David Risse (dir.), La biopolitique outre-Atlantique après Foucault, L’Harmattan, Paris 2012, p. 73-88. 434M. de Francourt, “Observations sur la population des bestiaux et leurs différentes espèces”, cit., p.

fenomeni di riproduzione e crescita sottolineati dall'autore, si trova inscritto in una nuova dinamica nazionale, che prevede la sua circolazione, e che fa della “cura della popolazione” animale un passaggio obbligato per la “fecondità generale”. È solo allora che la conservazione dei capi di bestiame, unità di misura di un'economia rurale, si amplifica nel problema sostanzialmente nuovo dell'accrescimento e del miglioramento della specie, su cui si giocano gli interessi di una nuova economia politica. Il governo del bestiame è ormai legato alla questione della nazione e della sua autonomia sui mercati globali: “Réduite à ses propres forces, la France produira toujours de quoi nourrir ses habitans, il ne s'agira que de bien diriger ces forces, & ce ne sera jamais que par les espérances que l'on animera l'activité des Nourrisseurs de bestiaux.”435

Quell'articolazione tra “vita del corpo e […] vita della specie” in cui Foucault individua uno dei caratteri salienti della regolazione delle popolazioni,436 è dunque una questione

prima di tutto politica. Ben prima del suo uso in senso scientifico nelle teorie dell'evoluzione, è dunque sotto lo sguardo accentratore e regolatore dello Stato, dei suoi amministratori e dei suoi savants, che 1.781.500 di cavalli che Lavoisier conta all'indomani della Rivoluzione,437 saranno pensati come una “popolazione”. Il termine,

come lo si trova utilizzato ormai nella letteratura agronomica e nei rendiconti statistici del XVIII e XIX secolo,438 lungi dall'alludere a una generica aggregazione di simili,

identifica un gruppo, al tempo stesso unitario ed eterogeneo, sottoposto a un trattamento centralizzato. Qui differenziazione, specializzazione e normalizzazione non si escludono a vicenda, ma sono processi che si avvitano piuttosto l'uno sull'altro.

Il rapporto tra centro e periferia, che come si è visto aveva rappresentato il punto di attrito delle politiche di miglioramento del bestiame d'ancien régime, è un altro aspetto cruciale della definizione di questo concetto di “popolazione” biologica che apre un nuovo campo di problemi politici prima ancora che epistemologici. Secondo l'Encyclopédie il concetto di popolazione “désigne le rapport des hommes au terrein

435Ibidem, p. 178.

436Michel Foucault, La volontà di sapere. Storia della sessualità 1, cit., p. 129.

437Antoine Laurent de Lavoisier, De la richesse territoriale du Royaume de France, cit.

438Cfr. oltre al testo già citato di Francourt e all'inchiesta dell'anno III ricostruita da Festy, ad esempio Eugène Gayot, Atlas statistique de la production des chevaux en France: documents pour servir à

qu’ils occupent”.439 Effettivamente, nella seconda metà del XVIII secolo i testi

agronomici e poi quelli veterinari cominciano a tratteggiare una vera e propria mappatura della popolazione bovina e ovina, e una definizione delle loro razze in relazione all'appartenenza territoriale. Nel testo di Francourt del 1789, ad esempio, le oltre 20 tipologie di bovini ch'egli individua sono denominate secondo la loro provenienza regionale.440 Tale principio di collocazione delle razze in riferimento a un

territorio è tuttavia funzionale solo in una logica di circolazione del bestiame che immette gli animali in un circuito commerciale preciso. Ad esempio, per la celebre razza bovina denominata “Limousine” sono previsti lungo il corso della sua “carriera” una serie di spostamenti: “A l'âge de trois ans ces bœufs sont employés aux travaux dans le Limosin, l'Angoumois & la Saintonge, le Périgord & le haut Poitou. Tous les ans chaque paire de boeufs change de Propriétaire & de canton, & enfin à l'âge de maturité ils passent tous en Limosin ou en Normandie pour être engraissés.”441 La

differenziazione delle popolazioni bovine in base al territorio assume dunque un senso soltanto all'interno di una visione globale che ha il suo principio d'irraggiamento nella sfera della circolazione delle merci.

Non solo i modi del governo animale, precedentemente commisurati alle esigenze del contesto rurale, entrano progressivamente nell'età classica in una nuova logica nazionale, di cui Claude-Olivier Doron ha illustrato il momento iniziale442 e Malik

Mellah la soglia moderna.443 La stessa individuazione e definizione delle popolazioni e

439Etienne Noël d'Amilaville, Articolo “population”, in Encyclopédie, vol. XIII (POM-REGG), p. 88. 440Nomi che conservano ancora, anche se alcune di queste regioni non esistono più. Per una dettagliata

rassegna delle varie popolazioni animali secondo la loro collocazione regionale, come registrate nell'inchiesta del governo della Convenzione, cfr. anche Octave Festy, Les animaux ruraux en l'an III.

Dossier de l'enquete de la Commission d'agriculture et des arts, cit.

441M. de Francourt, “Observations sur la population des bestiaux et leurs différentes espèces”, cit., pp. 154-155.

442“A partir des XVIe et XVIIe siècles, et en liaison d’abord avec l’intervention croissante de l’Etat

comme nouvel acteur, gros demandeur d’un certain type de chevaux (de guerre) et porteur d’une conception particulière de la “race des bons chevaux”, et d’autre part, avec l’explosion de la demande en chevaux de carrosse, on assiste à une unification et à une uniformisation des marchés qui prennent une dimension plus nationale, ainsi qu’au développement d’une volonté de conformer les productions locales à des demandes générales parfois contradictoires. On passe, en quelque sorte, d’une économie rustique, d’une production ajustée à un domaine familial ou à un terroir, à une économie politique d’ordre national, elle-même inscrite dans une compétition interétatique, qui exige que la production se plie à certaines normes générales, parfois théorisées par les agronomes, et qui correspondent aux besoins de l’Etat et des classes dominantes.” (Claude-Olivier Doron, Races et dégénérescence.

L’émergence des savoirs sur l’homme anormal, cit., p. 426).

delle razze animali dipende dal duplice processo di centralizzazione statale e di messa in circolazione del bestiame su di un mercato nazionale e internazionale, che sottopone le varietà locali a nuovi criteri normativi. È in questa inscrizione degli animali domestici nelle preoccupazioni statali e nelle reti commerciali, inscrizione che passa per la loro costituzione in “popolazioni”, che la questione del governo animale diviene un problema politico e che, a sua volta, la politica comincia a intridere il proprio discorso dei problemi e del lessico delle funzioni vitali. Al termine di questo processo sei- settecentesco di presa in carico politica dell'allevamento animale, Jules Rieffel potrà ben dire: “On a dit quelque part que le bétail était un mal nécessaire: mais on dira bientôt que bétail est le premier des biens; a pecu pecunia.”444 Il risultato del processo di presa

in carico politica delle risorse animali è una vera e propria valorizzazione monetaria: a pecu pecunia.

Alla valorizzazione politica ed economica delle risorse animali avviata da Colbert, si aggiunge nel XVIII secolo un più vasto processo di valorizzazione epistemologica degli animali domestici, attraverso la costituzione di una scienza veterinaria. Il programma seicentesco di accentramento di alcune tecniche di allevamento animale nelle mani del sovrano, con la disposizione di un rudimentale apparato di controllo sulla qualità e sul trattamento dei cavalli destinati a formare una nuova razza pregiata, troverà la sua continuazione un secolo più tardi nell'istituzione delle Scuole veterinarie. Qui sarà istruito un corpo di maniscalchi e veterinari che, senza esercitare una funzione propriamente repressiva di controllo dell'operato degli allevatori, svolgerà in maniera più discreta e al tempo stesso più efficace l'ardua impresa di passare al vaglio e

économique que la France livrait à l’Angleterre. À la fin de l’Ancien Régime comme sous l’Empire, une double conviction était partagée qu’il fallait que cesse l’exportation de numéraire engendrée par les importations d’Angleterre et qu’il était nécessaire que les productions françaises, par leur qualité et par leurs prix, puissent concurrencer celles du puissant voisin. Chez Jean-Marie Roland de la Platière comme chez Jean-Antoine Chaptal ou l’aumônier de l’Empereur, l’abbé de Pradt, on trouvait la conscience d’une avance de l’Angleterre dans le domaine des arts mécaniques. Dans cette dynamique et dans cette guerre “industrielle”, l’animal était central, car à la fois machine et main-d’oeuvre, énergie et matière première.” (Malik Mellah, “Portrait du berger en figure républicaine ou comment faire entrer l’animal domestique en Révolution”, Annales historiques de la Révolution française, n. 374, oct.-déc. 2013, p. 87).

444Jules Rieffel, “Chronique agricole de novembre”, Journal d'agriculture pratique et de jardinage, vol. IV, décembre 1847, p. 757. Eugène Gayot sceglierà nel 1858 questo motto come epigrafe al suo Le

correggere le antiche pratiche di governo animale. Attraverso la costituzione di una scienza veterinaria, la questione della normalizzazione e della valorizzazione del bestiame si lega più chiaramente a quella della razionalizzazione dei saperi rurali. Tale sarà allora, per usare le parole di un altro politico particolarmente dedito alla riforma dell'agricoltura e dell'allevamento, la doppia missione della medicina veterinaria: emendare il corpo animale e il sapere umano,

pour combattre surtout un fléau plus affreux peut-être, celui des préjugés, cette erreur meurtrière qui multiplie les drogues; ce fanatisme insensé qui impute à des sortiléges, à des puissances invisibles, à des chimères ridicules, la perte et les maux du bétail, qu'on aurait souvent préservé, si l'on eût été sûr de n'avoir à combattre qu'un dérangement fortuit de l'économie animale, plutôt que les phantômes de superstition.445

La stigmatizzazione dei saperi rurali segnala una, seppur limitata, “rottura epistemologica” nel processo di costituzione della scienza veterinaria. Una nuova economia rurale e un nuovo governo animale dovranno allora passare per un sapere rinnovato, capace di realizzare la normalizzazione dell'allevamento non più attraverso la dura e diretta ingiunzione statale, ma per mezzo di una lenta e dolce trasformazione delle credenze e delle mœurs.

Conviene a questo punto chiarire cosa intendiamo con l'espressione governo degli animali a cui abbiamo fatto ricorso. Una puntualizzazione di Michel Foucault in “Le sujet et le pouvoir” a proposito del concetto di “gouvernement” ci servirà a giustificare il nostro impiego di tale espressione, e il suo significato politico.

Le pouvoir, au fond, est moins de l'ordre de l'affrontement entre deux adversaires, ou de l'engagement de l'un à l'égard de l'autre, que de l'ordre du “gouvernement”. Il faut laisser à ce mot la signification très large qu'il avait au XVIe siècle. Il ne se référait pas seulement à des structures politiques et à la gestion des États; mais il désignait la manière de diriger la conduite d'individus ou de groupes: gouvernement des enfants, des âmes, des

445Nicolas François de Neufchâteau, “Discours prononcé par le ministre de l'Intérieur à l'Ecole vétérinaire d'Alfort”, cit., p. 315.

communautés, des familles, des malades. Il ne recouvrait pas simplement des formes instituées et légitimes d'assujettissement politique ou économique; mais des modes d'action plus ou moins réfléchis et calculés, mais tous destinés à agir sur les possibilités d'action d'autres individus. Gouverner, en ce sens, c'est structurer le champ d'action éventuel des autres. Le mode de relation propre au pouvoir ne serait donc pas à chercher du côté de la violence et de la lutte, ni du côté du contrat et du lien volontaire (qui ne peuvent en être tout au plus que des instruments): mais du côté de ce mode d'action singulier – ni guerrier ni juridique – qui est le gouvernement.446

Così come si parla, nel XVII e nel XVIII secolo, di “gouvernement des enfants, des âmes, des communautés, des familles, des malades”, si parla effettivamente di “gouvernement des bêtes”, “des animaux” o “du bétail”. Si tratta di concetti che s'installano in una dimensione intermedia tra il ménage in senso domestico e l'aménagement propriamente politico. È in questo spazio liminale che il problema del governo animale è al tempo stesso respinto nel campo impolitico della gestione domestica e nondimeno investito politicamente.

2.3 “Il faut soigner les animaux”: il discorso veterinario tra economia e morale

L'istituzionalizzazione della medicina veterinaria permette di meglio comprendere come intorno al problema del governo animale si dispieghino nella seconda metà del XVIII secolo un insieme di saperi e di tecniche volte a razionalizzare e normalizzare le