Capitolo 4 : Europa e shale gas, differenze rispetto agli USA e fattibilità di un
4.1 Differenze strutturali tra USA e Europa 82
4.1.1 Mineral rights 82
Il primo aspetto da analizzare per un’azienda che intenda investire in una materia proveniente dal sottosuolo è certamente capire a chi appartengono i diritti riguardanti lo sfruttamento del sottosuolo stesso, ossia con chi doversi relazionare prima di tutto per poter ottenere l’accesso alle materie da sfruttare.
Come abbiamo visto nel capitolo 3, negli Stati Uniti i proprietari terrieri detengono il diritto allo sfruttamento di tutto ciò che si trova al di sotto del loro terreno, circoscritto nei confini del loro terreno.
In America infatti è diritto del proprietario terriero scavare, sfruttare e produrre qualsiasi minerale risieda nel proprio sottosuolo.
Questo diritto si estende dunque anche al petrolio o al gas contenuto al di sotto della superficie di un possedimento.
Il diritto minerario è quindi costituito da 5 elementi:
-‐ il diritto di utilizzare tanta superficie quanta ne sia ragionevolmente necessaria all’accesso ai minerali
-‐ il diritto di trasferire in futuro questo diritto -‐ il diritto a ricevere una bonus consideration23 -‐ il diritto a ricevere dei delay rentals24
-‐ il diritto a ricevere delle royalties
Il possesso del diritto minerario sul sottosuolo permette dunque ai proprietari terrieri di guadagnare dalla cessione del proprio diritto nei confronti delle aziende che intendono investire, sia attraverso un pagamento iniziale che delle royalties future sui guadagni dell’azienda stessa.
L’America, però, è l’unica nazione al mondo dove il diritto sui minerali presenti nel sottosuolo appartiene al proprietario terriero; in tutto il resto del mondo, e quindi anche in Europa, la proprietà del sottosuolo è sì appartenente al proprietario terriero, ma non per quanto riguarda i minerali in esso giacenti, i quali sono proprietà dello Stato.
Nella legge italiana, ad esempio, l’art.840 del codice civile riguardante la proprietà fondiaria recita così:
“La proprietà del suolo si estende al sottosuolo, con tutto ciò che vi si contiene (1), e il proprietario può fare qualsiasi escavazione od opera che non rechi danno al vicino. Questa disposizione non si applica a quanto forma oggetto delle leggi sulle miniere, cave e torbiere (2)
(3). Sono del pari salve le limitazioni derivanti dalle leggi sulle antichità e belle arti [839], sulle acque [909], sulle opere idrauliche e da altre leggi speciali [Cost. 42]. Il proprietario del suolo non può opporsi ad attività di terzi che si svolgano a tale profondità nel sottosuolo o a tale altezza nello spazio sovrastante (4), che egli non abbia interesse ad escluderle (5).”25
Un’azienda che intenda dunque sfruttare dei minerali contenuti nel sottosuolo europeo, dovrà dunque tener conto del fatto che tali minerali risultano essere proprietà dello Stato dove essi si trovano.
23 Chiamasi bonus consideration l’incentivo monetario che il soggetto locatario (sia esso un’impresa o un gruppo di imprese)
paga al soggetto locatore (il proprietario del diritto minerario) per eseguire o ratificare il contratto di acquisizione di tale diritto.
24 Chiamasi delay rental il pagamento da parte del soggetto locatario nei confronti del soggetto locatore nel caso la produzione
non inizi secondo gli accordi stipulati, ma il suo inizio venga ritardato; il mancato pagamento da parte del soggetto locatario implicherà la conclusione del contratto in essere.
25 Codice Civile, LIBRO TERZO - DELLA PROPRIETÀ, Titolo II - Della proprietà (Artt. 832-951), Capo II - Della proprietà
4.1.2 Geologia
Alcuni studi preliminari, hanno evidenziato come nel mondo ci siano 142 bacini di scisto, e più di 650 formazioni scistose.
Queste riserve ammontano a 456 Tcm di shale gas, di cui si stima che il 40 % sia recuperabile.
Si stima inoltre che gli Stati Uniti e gli stati appartenenti al CSI posseggano quasi il 60% delle risorse disponibili al mondo.
L’Europa invece, dispone del 7% di tali risorse, senza dimenticare che queste stime potrebbero crescere (o diminuire) con l’avanzare degli studi a riguardo.
In ogni caso, le proprietà delle formazioni scistose sono abbastanza simili tra USA e Europa, nonostante alcune caratteristiche quali la profondità, la temperatura del sottosuolo, la porosità e il contenuto di argilla varino da bacino a bacino.
Come abbiamo detto, lo shale gas è un gas non convenzionale, ma che si trova generalmente in prossimità di riserve convenzionali, vecchie rocce sedimentarie che contengono principalmente argilla e quarzo.
La maggior parte delle formazioni scistose negli Stati Uniti si sviluppano su grandi aree, e il loro sfruttamento si è concentrato sull’utilizzo di molteplici “sweet spots”, che producono generalmente 4 milioni di piedi cubici di gas al giorno.
Uno sfruttamento delle risorse come questo potrebbe rivelarsi difficile in un continente così densamente popolato quale l’Europa, in quanto ciò comporterebbe la costruzione di piattaforme di estrazione nelle vicinanze dei centri abitati; la mancanza di terre disabitate nelle quali poter procedere con l’installazione di piattaforme estrattive potrebbe dunque rivelarsi un primo problema per l’Europa.
Inoltre, c’è da dire che in alcune zone dell’Europa il gradiente geotermico26 risulta essere
relativamente alto: ogni 15-‐20 metri di profondità infatti, la temperatura terrestre sale di 1 grado Celsius, a differenza dei 33 metri di media mondiale.
Questo, unito al fatto che le riserve di shale gas conosciute in Europa si trovano ad una profondità 1,5 volte superiore a quella delle riserve analoghe negli Stati Uniti, potrebbe rivelarsi un problema per quanto riguarda l’innalzarsi eccessivo della temperatura.
26 il gradiente geotermico corrisponde alla variazione di temperatura alla variazione di profondità all’interno della crosta
4.1.3 Tecnologia
Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, lo sfruttamento e la produzione di shale gas richiedono l’utilizzo di tecnologie quali la fratturazione idraulica e la perforazione orizzontale.
Negli Stati Uniti, grazie alle piattaforme di perforazione, si è reso possibile lo sviluppo di molteplici pozzi di estrazione da un unico sito.
Questa tecnologia, in Europa, dovrebbe essere maggiormente sviluppata, poiché, come abbiamo appena visto, i territori europei sono caratterizzati da alta densità di popolazione e da una scarsità di zone libere per la perforazione.
Inoltre, siccome i tassi di declino della produzione nei pozzi sono molto alti, negli Stati Uniti le tecniche di fratturazione si stanno evolvendo e perfezionando sempre più.
Detto ciò, dunque, ci si può attendere che la progettazione generale per i pozzi nel vecchio continente sia simile a quella dei pozzi d’oltreoceano, con la differenza che la profondità che essi dovranno raggiungere, e le temperature terrestri che dovranno affrontare saranno diverse, come abbiamo visto nel paragrafo precedente.
Inoltre, c’è da dire che la disponibilità di attrezzatura necessaria alla perforazione è limitata in Europa rispetto agli USA: ad inizio del 2012, le piattaforme di perforazione terrestre disponibili negli Stati Uniti erano circa 2000, mentre quelle disponibili in Europa solamente 7227, e la situazione non sembra destinata a cambiare di molto.
Il trasporto fisico delle attrezzature dall’America all’Europa risulta infatti difficile e costoso, e in ogni caso la maggior parte delle attrezzature americane esistenti vengono già utilizzate in territorio domestico; per questo, gli operatori europei si trovano costretti ad ordinare delle nuove attrezzature, siano esse provenienti da fornitori statunitensi o locali, e ciò comporta sia un grande impiego di capitale, che delle tempistiche d’attesa per la produzione (si va dai 9 ai 12 mesi in media).
L’interesse di molte aziende Europee e non, si è quindi spostato verso l’entrata in società (attraverso l’acquisizione di azioni) di imprese americane già presenti nel mercato dello shale gas, in modo da poter acquisire e riprodurre il loro know how.
Un esempio delle acquisizioni che ci son state in Europa è riassunto nella tabella seguente:
Nazione Compagnia Compagnia acquisita Quota acquisita Valore ($) Data Bulgaria Transatlantic Petroleum Direct Petroleum Bulgaria 100% 34,5 milioni Febbraio 2011
Lituania Tethys Oil UAB Minijos
Nafta
25% 17,3 milioni Gennaio
2012
Polonia LNG Energy Kunagu Real
Estate
100% 9,28 milioni Maggio 2010
Polonia LNG Energy Joyce
Podlasie and Maryani Podlasie
50% 4 milioni Febbraio
2011
Polonia San Leon
Energy
Realm Energy
100% 17,7 milioni Agosto 2011
Polonia Petrolinvest Eco Energy 40+48% 70,4 milioni Maro 2012
Polonia Petrolinvest Silurian 60% 25000 Dicembre
2010
Polonia Eni Minsj Energy
Resources
100% n/a Dicembre
2010
Tabella 15: Acquisizioni quote societarie tra Europa e USA
Il mercato del gas Europeo è stato storicamente detenuto da grandi imprese multinazionali, più che da piccole medie aziende, e questo ha parzialmente ostacolato lo sviluppo di tecnologie di perforazione rispetto a quanto è avvenuto negli Stati Uniti, dove ci sono molteplici operatori e quindi maggiore concorrenza e maggiore sviluppo di tecnologie. Ciononostante, il mercato europeo, per quanto riguarda la tecnologia, ha la possibilità di adottare le best-‐practices delle imprese statunitensi come modello di riferimento, adattando queste soluzioni al proprio mercato.
4.1.4 Regulation
Le regolamentazioni riguardanti lo shale gas in Europa variano molto da paese a paese; nonostante l’importanza e la centralità della Comunità Europea, gli stati hanno la possibilità e l’autorità di definire e varare la maggior parte delle proprie regolamentazioni legislative. Ciò porta a grandi differenze nell’approccio ai vari argomenti tra stato e stato.
Per quanto riguarda lo shale gas, queste differenze sono ben visibili, ad esempio tra due nazioni come la Francia e la Polonia.
In Francia, com’è noto, negli anni passati si è creduto ed investito moltissimo nell’energia nucleare, e questo (senza sottovalutare i problemi che i rischi sismici derivanti dalla fratturazione idraulica potrebbero comportare in vicinanza di centrali nucleari) ha portato il governo francese a decidere di fermare le perforazioni del sottosuolo, chiudendo quindi la porta allo sviluppo del mercato dello shale gas.
In Polonia, invece, lo shale gas è visto come una grandissima prospettiva futura per il paese, viste anche le grandi riserve che il sottosuolo polacco possiede; in questo senso il governo spinge affinché sia fatto tutto il possibile per ricercare, stimare, esplorare e infine produrre shale gas.
In questo quadro si racchiudono dunque le difficoltà incontrate dalla Comunità Europea a coordinare e accordare tutti gli stati membri in un’unica regolamentazione.
Ad oggi una precisa regolamentazione a livello europeo riguardante lo shale gas non è ancora stata decisa e delineata.
Un piccolo accenno ai gas non convenzionali (e dunque in generale anche allo shale gas) lo si trova nel testo della Energy Roadmap 2050, il piano d’azione riguardante l’energia varato dalla Comunità Europea nel 2011; in esso infatti sono definite le linee guida che l’Europa intende seguire per quanto riguarda l’energia, ponendosi come obiettivo la decarbonizzazione dell’intera economia europea e il raggiungimento della riduzione dell’80% delle emissioni totali di CO2 entro il 2050.28
Nonostante questo, nel testo si accenna allo shale gas come potenziale risorsa energetica sulla quale bisogna continuare a ricercare; non si specificano dunque le regolamentazioni che questo mercato deve seguire.
Alcuni stati europei, come ad esempio la Polonia, cercano di rivendicare il diritto statale sulle decisioni che riguardano lo sfruttamento delle proprie risorse, opponendosi dunque ad una regolamentazione centralizzata e valida per tutta l’Europa.
In mancanza dunque di un modello legislativo centrale, la Commissione europea non ha potere sul controllo delle leggi riguardanti le risorse del sottosuolo; queste decisioni vengono perciò lasciate ai governi statali.
L’unico elemento comune che si può riscontrare nelle regolamentazioni introdotte dai vari stati è quello di seguire, appunto, le direttive generali introdotte dalla Commissione Europea per quanto riguarda il mercato dell’energia e gli obiettivi da raggiungere.
Infine, va detto che laddove manchino degli specifici ordinamenti riguardanti lo shale gas, si tende in genere a seguire quelli riguardanti il gas convenzionale.
4.1.5 Tassazione
Come per quanto riguarda la regolamentazione, in Europa non c’è ancora una tassazione specifica riguardo allo shale gas.
Nella maggior parte degli stati europei, come abbiamo detto, vengono applicate allo shale gas le stesse leggi fiscali del gas convenzionale.
Tuttavia i principi che stanno alla base della legislazione in merito al gas convenzionale non sempre si rivelano idonei anche per quanto concerne l’estrazione dello shale gas, date le differenze nella tecnologia utilizzata e nei modelli economici che ne derivano.
Solitamente, nonostante ogni Stato abbia le sue particolarità, la tassazione applicata allo shale gas in Europa riguarda principalmente i diritti di licenza, gli accordi sulla spartizione dei prodotti e tasse specifiche sugli idrocarburi.
Ancora una volta, l’unico stato che nello specifico si sta impegnando a delineare una tassazione riguardante lo shale gas è la Polonia.
Come abbiamo detto, il governo polacco vede nello shale gas un’importante risorsa per il futuro dell’energia e del proprio paese, e intende investire nel settore.
Affinché ciò sia possibile, oltre alle risorse, sono necessarie le conoscenze, e proprio per questo il governo polacco si sta impegnando in modo da attirare al suo interno investitori esteri che possano applicare il proprio know how nell’estrazione delle risorse.
In merito, nel 2012 il ministero della finanza polacco aveva affermato che la tassazione e il prelievo fiscale sulla produzione di shale gas sarebbe stato pari approssimativamente al 40% dei profitti ricavanti da questo mercato, a partire dal 2015.
Recentemente, lo stesso ministro ha affermato che tale legge entrerà effettivamente in vigore nel 2015, ma che non saranno effettuati prelievi fiscali fino al 2020, con lo scopo di attrarre ulteriori investitori esteri.
In ogni caso, al di fuori della situazione della Polonia, negli altri stati europei non sono ancora state varate leggi che specifichino la fiscalità applicata alla produzione dello shale gas, e questa è un’altra grossa differenza tra la situazione europea, e quella statunitense, dove la tassazione, pur variando leggermente da stato a stato, è comunque chiara e definita.
Affinché la produzione di shale gas diventi una realtà anche nel vecchio continente sarà necessario dunque che anche i governi degli stati europei discutano e decidano la linea da seguire per quanto concerne questa tipologia di energia, tenendo in considerazione le peculiarità di questo settore, come la tecnologia utilizzata per l’estrazione.
4.1.6 Logistica
Affinché l’Europa possa investire nello shale gas, è necessario valutare anche le problematiche legate alla logistica derivante dalla sua produzione.
Come già appurato in precedenza, infatti il trasporto del gas naturale all’interno e tra gli stati europei è affidato principalmente ai gasodotti.
La capacità delle pipeline esistenti è sufficiente a soddisfare i volumi di gas trasportato attualmente; nonostante questo, comunque, c’è da rilevare il fatto che se nuove e consistenti quantità di shale gas venissero introdotte nel mercato, la rete dovrebbe essere sicuramente sviluppata e ampliata, attraverso investimenti significativi
Non solo il trasporto del gas prodotto può sollevare problemi di logistica, ma anche il trasporto dell’acqua necessaria all’esplorazione dei bacini stessa.
Come abbiamo visto, infatti, il processo di fratturazione idraulica ha bisogno di ingenti quantità di acqua per essere messo in atto.
Alcuni studi hanno evidenziato che per la perforazione di un singolo pozzo negli Stati Uniti, la quantità d’acqua necessaria può arrivare a 17 milioni di litri.
Se teniamo conto del fatto che i bacini europei sono caratterizzati dal trovarsi ad una profondità maggiore rispetto a quelli americani, e da un gradiente geotermico più alto, la quantità d’acqua necessaria all’esplorazione di un pozzo si shale gas europeo è ritenuta essere addirittura maggiore.
L’approvvigionamento dell’acqua necessaria al processo di fratturazione idraulica è un problema primario nel computo dell’analisi di profittabilità di un pozzo di shale gas, in quanto il suo costo può cambiare pesantemente i risultati dei progetti.
-‐ il trasporto via camion, nel caso l’acqua utilizzata provenga da una zona distante dal sito di perforazione
-‐ il trasporto via pipeline, nel caso la fonte d’acqua sia disponibile all’interno di un raggio di 2-‐3 kilometri dal sito.
Realisticamente queste sono le due opzioni adottabili anche nel vecchio continente, anche se bisogna valutarne i costi, essendo più alti i prezzi in Europa rispetto a quelli statunitensi. Inoltre, bisogna anche valutare il fatto che, come abbiamo già evidenziato, la distanza tra i siti di esplorazione e i centri abitati, in Europa, risulta essere bassa, e questo può scaturire una sorta di “competizione” per l’approvvigionamento della risorsa tra le imprese e i centri cittadini, con la conseguenza di un innalzamento dei prezzi.
Si rende dunque necessario lo sviluppo di una soluzione che possa far incontrare sia la necessità di abbattere i costi che la necessità di approvvigionamento, sfruttamento e trattamento delle risorse d’acqua disponibili, minimizzare i rischi ambientali legati al suo utilizzo e tener conto delle necessità dei privati cittadini.