Capitolo 4 : Europa e shale gas, differenze rispetto agli USA e fattibilità di un
4.5 Risultati dell’analisi 108
I valori reputati maggiormente interessanti ai fini della nostra ricerca sono quelli relativi al VAN dell’investimento (per il quale si è ipotizzato un TIR pari al 10%), il TIR (che per essere valutato vantaggioso si è ipotizzato debba superare un valore soglia del 10%, e gli anni necessari al cash flow dell’investimento per diventare positivo.
4.5.1 Scenario 1
Nel primo scenario dunque, abbiamo inserito i seguenti dati:
Initial production rate, boepd:
690,000
Fraction of production that is oil:
0%
Initial decline rate (%/y):
70%
Hyperbolic exponent:
0,9
Severance tax % (oil / gas):
0%
40%
Lease bonus (2010), $/acre
n.d.
Well spacing unit, acres
n.d.
Well cost (2011 D&C), M$
15.000,0
Lease Operating Expense, $ / mcf
0,7
Gas Price, $
4,04
I risultati che abbiamo ottenuto, sono i seguenti:
VAN -‐ 8210000 $
TIR -‐15,4 %
Breakeven Year Oltre l’anno 10
Come vediamo, ipotizzando per il nostro modello un prezzo del gas pari a 4,04$, ossia il prezzo medio di vendita ipotizzato per lo shale gas in USA, vediamo che il nostro investimento risulta essere estremamente negativo.
Sia il Valore Attuale Netto che il Tassi Interno di Rendimento sono infatti negativi, mentre l’anno in cui il cash flow raggiunge il punto di breakeven è stimato essere oltre l’anno 10. Tale prezzo del gas, dunque, non è attuabile.
4.5.2 Scenario 2
Nello scenario numero 2 abbiamo calcolato il prezzo al quale lo shale gas prodotto dal nostro pozzo deve essere venduto affinché il VAN relativo al nostro investimento sia pari a 0.
Questo sarà dunque il nostro breakeven price, ossia il prezzo oltre il quale il nostro investimento sarà ritenuto vantaggioso.
I valori di input utilizzati in questo scenario sono dunque i seguenti:
Initial production rate, boepd:
690,000
Fraction of production that is oil:
0%
Initial decline rate (%/y):
70%
Hyperbolic exponent:
0,9
Severance tax % (oil / gas):
0%
40%
Lease bonus (2010), $/acre
n.d.
Well spacing unit, acres
n.d.
Well cost (2011 D&C), M$
15.000,0
Lease Operating Expense, $ / mcf
0,7
VAN
0
I risultati ottenuti utilizzando questi dati sono i seguenti: Breakeven price 9,675 $
Breakeven Year 5
Il TIR di questo investimento è pari ovviamente al 10%, in quanto nel calcolo del VAN supponiamo appunto un TIR del 10%, percentuale a cui il VAN assume il valore di 0, come da noi ipotizzato in questo scenario.
Ciò che è importante notare è che il prezzo che pareggia l’investimento è di 9,675 $, ossia più del doppio del prezzo a cui il gas viene venduto negli Stati Uniti.
Questo è un indice di quanto siano economicamente diversi questi due investimenti, e nello specifico quanto sia più costosa la produzione di shale gas in Europa rispetto che in America. Per ora comunque, ci limitiamo ad analizzare i dati ricavati; in seguito li commenteremo ed analizzeremo.
4.5.3 Scenario 3
Nel terzo scenario della nostra analisi, abbiamo calcolato il prezzo al quale il gas ricavato dovrebbe essere venduto al fine di ottenere un VAN pari a quello ottenuto nello scenario 1 del capitolo 3, ossia 1156284 $.
Questo ci permetterà di fare un ulteriore confronto tra i due investimenti. I dati di input utilizzati sono dunque i seguenti:
Initial production rate, boepd:
690,000
Fraction of production that is oil:
0%
Initial decline rate (%/y):
70%
Hyperbolic exponent:
0,9
Severance tax % (oil / gas):
0%
40%
Lease bonus (2010), $/acre
n.d.
Well spacing unit, acres
n.d.
Well cost (2011 D&C), M$
15.000,0
Lease Operating Expense, $ / mcf
0,7
VAN
1156284
I risultati ottenuti sono i seguenti:
Prezzo 10,468 $/mcf
TIR 13,2 %
Breakeven Year 5
Il prezzo a cui il gas deve essere venduto affinché il nostro investimento realizzi un VAN pari a 1156284 $ è di 10,468 $ per mcf di gas.
A tale prezzo, il cash flow dell’investimento diventa positivo durante il quinto anno, e il Tasso Interno di Rendimento che tale prezzo consente di raggiungere all’investimento è pari al 13,2%, dunque oltre la soglia del 10% ritenuta necessaria per poterlo definire vantaggioso.
4.5.4 Conclusioni
L’analisi effettuata ci consente di giungere ad alcune conclusioni.
Innanzitutto va detto che i risultati ottenuti derivano dai dati di input utilizzati nel nostro modello; questi, come abbiamo detto, in molti casi sono ipotesi che nella realtà potrebbero rivelarsi diverse dal valore utilizzato.
I nostri calcoli infatti, mirano a dare un’idea approssimativa di come potrebbe svilupparsi un investimento in un pozzo di shale gas, ma non hanno la presunzione di essere esaustivi o perfetti.
Essi comunque ci permettono di farci un’idea circa le differenze derivanti da un investimento in un pozzo di shale gas Europeo (per la precisione, in Polonia), rispetto ad un omologo investimento negli Stati Uniti.
La prima differenza importante sta appunto nell’entità del capitale iniziale necessario.
Come abbiamo visto, i costi di D&C in Europa sono più che doppi rispetto a quelli statunitensi, e tali costi vanno sostenuti prima di poter ottenere delle entrate dall’investimento.
Per questo, anche se nel nostro modello abbiamo ipotizzato che l’investimento fosse sostenuto da un’unica azienda, nella realtà è presumibile che tale capitale sarà finanziato attraverso prestiti bancari o joint venture tra diverse compagnie.
Guardando i risultati dei tre scenari invece, si nota come quella risorsa che negli Stati Uniti (lo shale gas, appunto) ha permesso un grande abbassamento dei prezzi del gas, in Europa non permetta margini altrettanto ampi.
Dallo scenario numero 1 notiamo che se il prezzo di vendita del gas fosse pari a 4,04 $/mcf come negli USA, nessuna compagnia sarebbe disposta a sfruttare le risorse polacche, in quanto tutti i valori dell’investimento (VAN, TIR, breakeven point) risultano sfavorevoli. Perché un investimento di tale entità risulti vantaggioso, il prezzo di vendita deve superare i 9,675 $/mcf, come è possibile vedere nello scenario 2; tale prezzo risulta essere più che doppio rispetto a quello medio di vendita incontrato nell’analisi di un pozzo statunitense. Se, infine, si volesse eguagliare il VAN derivante dall’investimento a 10 anni effettuato nel Marcellus Shale con quello derivante dal pozzo in Polonia, allora il prezzo Europeo dovrebbe essere pari a 10,468 $/mcf, a fronte dei 4,04 $/mcf a cui viene venduto negli USA.
Tutto questo fa intendere come i due mercati siano profondamente diversi tra loro, e come sia difficile poter replicare l’esperienza americana nel territorio europeo.
Questo non significa che il mercato dello shale gas in Europa sia economicamente sfavorevole, ma semplicemente che i risultati del suo sfruttamento saranno inferiori in termini di abbassamento dei prezzi di mercato del gas rispetto a quanto è successo negli Stati Uniti
Conclusione
Scopo di questo elaborato era cercare di ipotizzare uno scenario in cui il gas che sta trainando l’economia energetica americana venisse sfruttato anche in Europa.
Abbiamo visto infatti che lo shale gas ha avuto un ruolo centrale in quella rivoluzione che ha portato in pochi anni gli Stati Uniti a passare da importatori di gas ad esportatori.
Tutto questo è stato però possibile grazie alla “scoperta” e all’utilizzo di alcune tecnologie particolari per la sua estrazione, vale a dire la tecnica della fratturazione idraulica e della
perforazione orizzontale, le quali, come abbiamo visto, portano con sé tanti benefici
economici, quanti dubbi e problemi sul loro impatto ambientale.
Tutto quel che si può dire, comunque, è che nell’America dei terremoti causati dall’estrazione dello shale gas, il suo sfruttamento ha permesso ai prezzi di mercato di diventare pari ad un terzo rispetto ai corrispettivi europei.
Questo elaborato ha cercato dunque di concentrarsi sugli aspetti prettamente economici di questo mercato, nel tentativo di studiarne ed evidenziarne le caratteristiche come si farebbe con qualsiasi altro mercato.
Trattandosi di energia, tuttavia, la componente ambientalistica si è rivelata essere centrale per quanto riguarda questo argomento, tale da essere una variabile di importanza cruciale nel modello, alla pari delle altre variabili più strettamente “economiche”.
La differenza principale tra un investimento nello shale gas negli Stati Uniti e uno in Europa, riguarda infatti proprio l’ambiente; la conformazione stessa dei bacini trovati in Europa è diversa (ed economicamente meno vantaggiosa) di quella dei corrispondenti americani, la densità di popolazione (e quindi la possibilità di avere delle terre distanti dai centri abitati dove poter trivellare) è molto più alta in Europa, creando così un’ulteriore barriera al mercato europeo dello shale gas.
In generale abbiamo visto che sarebbe impossibile replicare l’esperienza americana in Europa negli stessi termini.
Per questo motivo, nonché per una maggiore propensione e tendenza alle energie rinnovabili da parte della Comunità Europea, quasi tutti gli stati Europei si sono dichiarati contrari, o non particolarmente interessati allo sfruttamento e allo sviluppo dello shale gas.
Lo stato europeo che sembra essere più interessato all’argomento è certamente la Polonia; nel suo sottosuolo infatti è stato stimato il bacino di gas d’argilla più importante in Europa, e il governo polacco ha visto tutto questo come un’opportunità concreta per il proprio paese. In questo elaborato abbiamo quindi cercato di ipotizzare lo sfruttamento di un pozzo di shale gas in Polonia, e confrontarne le caratteristiche economiche derivanti con quelle di un pozzo analogo situato nel Marcellus Shale, negli Stati Uniti.
Il risultato finale evidenzia molto bene le differenze sostanziali tra i due continenti, e sottolinea come anche dal punto di vista economico la rivoluzione avvenuta in America grazie al gas d’argille non sia replicabile in Europa; non con gli stessi effetti, se non altro. Questo non significa che dal punto di vista strettamente economico non sia vantaggioso, ma semplicemente che gli effetti tangibili (come ad esempio l’abbassamento dei prezzi del gas) non sarebbero così grandi come è avvenuto oltreoceano.
La Comunità Europea, inoltre, per quanto riguarda il mercato dell’energia, sta puntando fortemente e chiaramente in direzione delle energie rinnovabili, categoria in cui lo shale gas ovviamente non ricade, altro motivo per cui probabilmente il vecchio continente non è la culla ideale per un investimento in questo gas.
Per concludere, se si guarda questo argomento solo dal punto di vista economico investire in Europa nello shale gas risulta essere vantaggioso; sarebbe superficiale, però, pensare che le uniche variabili coinvolte in questo mercato siano quelle economiche. Da un punto di vista ambientale e culturale, un investimento di questo tipo in Europa troverebbe di fronte a sé molti ostacoli e barriere, sia a livello locale che politico.
Questo elaborato, però, ha come scopo quello di analizzare gli aspetti economici di tutto questo, i quali da soli, come è stato detto in prcedenza, dimostrano la fattibilità e la profittabilità di un investimento europeo nello shale gas.
Ringraziamenti:
Ai professori Stefano Micelli e Lincoln Pratson, per avermi seguito, guidato, incoraggiato, ma mai sostituito durante questo cammino, e per avermi permesso di conoscere un mondo finora a me oscuro e sconosciuto come quello delle energie. Un ringraziamento ovviamente va anche a tutto lo staff di VIU per l’incredibile opportunità concessami di soggiornare a Duke University.
A mia mamma, perché la tua onestà è stata la mia forza, e il tuo continuo aiuto, soprattutto quello psicologico, il mio sostegno. Grazie per non avermi mai fatto mancare la cosa più importante: l’amore.
A mio papà, per avermi insegnato la più grande lezione economica, ossia che ogni cosa ha un costo.
A Giorgia, perché così come le foreste crescono senza fare rumore, così è cresciuta la nostra amicizia: nel silenzio. Grazie perché ho imparato che l’amicizia non si basa sulla quantità di tempo condiviso, ma sulla qualità dello stesso e sull’energia espressa in quei momenti, e con te, Giorgia, non ho mai passato un solo momento banale in vita mia. Grazie per essere stata amica quando serviva, bastone quando avevo bisogno e compagna di viaggio quando tutto ciò che volevo era solamente non essere da solo.
A Mattia, Mario, Marco, Luca e tutti gli amici che in un modo o nell’altro, in una serata o nell’altra mi hanno ascoltato, aiutato e capito. Spero siate orgogliosi di me almeno quanto lo sono io di essere vostro amico.
A Laura, perché non so come fai, ma riesci a sopportarmi. Grazie perché mi hai rimesso in piedi nel momento più difficile e mi hai dato la forza e la grinta decisiva per fare gli ultimi passi di questo percorso e non perdermi nel tragitto. Senza di te sarebbe stato tutto diverso.