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Minestro di Formaggio

Nel documento CUOCO MILANESEE LA (pagine 30-34)

Per fare bene questa minestra bisogna prove­ dersi di brodo magro, poscia di formaggio buono, nuovo, nella quantità d’once 28, gratulatene la metà e l’altra metà tagliatelo in piccoli pezzetti. S u l fondo d’un piatto concavo che possa stare al fuocp, mettete uno strato di formaggio gratugiato con alcuni pezzi di burro, e ricopritelo con fétte piccole di pane, sopra il medesimo dispónete uno strato di formaggio in pezzi, poscia un altro di pane, indi un altro di formaggio gratugiato, e continuate alternando allo strato di formaggio in pezzi quello del pane, fino a tanto che lo avete finito. Sull’ultimo strato ch’esser deve di formag­ gio in pezzi aggiungete anche alcuni pezzetti di burro; bagnate il tutto con un poco di brodo e fatelo bollire a fuoco lento sino a tanto che formi come una torta sul fondo del piatto, e che tutto U brodo sia stato assorbito. In allora versate dell’altro brodo, e del pepe in grani grossi, ed abbiate cura di portare questa zuppa ben calda in tavola.

PURÈ

CH E POSSONO SERVIR E ANCHE D I PIATTO DI MEZZO E D I ANTIPASTO

P avé ca lle le a li a lla P rev ea ia le eall’alia.

Prendete delle Imiti, e quando son ben mon- date, lavatele e poscia ponetele a bollirò nel brodo

di piselli, quando sono collo a metà metteteti un bicchier d’olio d'oliva d’ottima q u alità, una dozzina di spicchi d’aglio, qualche cipolla sparsa di garofani e due bicchieri di vino di Champagne. Quando le lenti sono cotte estraetene le cipolle e levatene quel po’ di untume che viene a galla, poscia preparate nel piatto il vostro pane ta­ gliato a piccole fettuccie e fritte nel burro, poi versate sullo stesso le vostre lenti ma molto calde.

(D u ró n i de N im es). P avé colle V e n e a ll’ olio

a lla P rovenzale.

Lavate bene le verze e mettetele in una m ar­ mila senza sfogliarle soverchiamente , unitevi una mezza dozzina di cipolle, altrettante carote, quattro spicchi d’aglio, uu bicchier d’ olio buo­ nissimo ea un cucchiaio di sugo magro. Riem

-E

ite la vostra pentola di brodo di piselli e Rite en cuocere la vostra verza, poscia esraetene le carote e le cipolle, levatene rum arne. Prendete del pane comune scrostatelo, e riponete le croste in una casseruola in un col brodo della verza, e fate bollire lentamente la vostra zuppa, e poi versatela calda nel piatto.

P avé di fanghi.

Prendete dei funghi bianchissim i, lavateli e ta­ gliate l’estremità del gam bo, riponeteli per un momento al fuoco con un po’ di sugo di bidone

e pochissima acqu a, poscia lasciateli scolare, e tagliateli, dopo spremeteli in un pannolino bianco, inai riponeteli nella casseruola con del burro. Quando il burro è liquefatto ed assume l ’aspetto d’olio, aggiungetevi una quantità sufficiente di consumato, e riducetelo alla consistenza del purè, aggiungetevi un poco di pepe acciacato e fatelo passare dallo staccio.

P u rè a lla G astaldi.

Si preparano le cipolle n e l. medesimo modo che si fa per il purè di cipolle, e si fanno pas­ sare sul fuoco acciocché non prendino colore. Quando è ben ridotto vi si pongono quattro cuc- chiaj di crema cotta, una pinta di crema di latte e dello zucchero, si riduce il purè mescolandolo continuamente su fuoco ardente, quando è di­ venuto denso se lo fa passare allo staccio. È me­ stieri aVer molto riguardo perchè non prenda la bollitura.

P u rè di Selvaggina.

S i pone in una marmita di mezzana grandezza tre libbre di burnì manzo, tre o quattro vecchie pernici, due libbre di giretto di vitello , un fa­ giano, carote, cipolle e selleri, garofani, ed un m azzolino di finocchio. Si fanno cuocere tre per­ nici allo spiedo, che freddate si pestano in un m ortajo con mollica di pane grossa tre volte come un u o v o , inumidita prima nel brodo, si bagnano parim enti le pernici di brodo, quando il tutto è

ben pesto se lo fa passare dallo staccio, quando il rostro purè è ben passato mettetevi del brodo in modo che non sia nè troppo denso nè troppo chiaro, ponetelo su fuoco lento, e badate che non prenda la bollitura.

Purè 41 Carote.

Tagliate in fette rotonde una trentina di ca­ rote di bella qualità, mettete in una casseruola una mezza libbra di burro, aggiungendovi sette od otto cipolle alle quali toglierete le due estre­ m ità, e poscia dividerete in quattro brani. Quando il burro è liquefatto mettetevi le carote che a- vrete cura di rimescolare perchè non si attacchino 6ul fondo della casseruola. Quando le carote co­ minciano a divenire tenere, inumiditele con del brodo e mettetevi dello zucchero. Dopo di averie lasciate bollire lentamente per tre ore, vi assicu­ rerete colle dita se le carote si frantumano facil­ mente, allora togliete il purè e ponetele nello staccio, schiacciate le carote inumidendole col brodo perchè ne sia più facile lo scolo, e ba­ date che il purè non sia troppo chiaro, e non abbia a bollire per molto tempo perchè in al­ lora diventerebbe agro. Quando il purè è nella casseruola aggiungetevi quattro cuccniaj di crema colta, fatelo bollire un momento togliendogli la schiuma fino a tanto che sia divenuto denso.

P u rè d’A staclii o Gamberi m arin i.

Acquistante un gambero ben fresco, lo sgu­ sciarne ritirando la polpa che si trova nella coda

e nelle branche, tagliate la medesima in pezzetti e riponetela a parte. Ciò fatto pestate il rima* nente con un pezzo di crema lino, fatelo passare per il setaccio, mettetelo in una casseruola ri­ scaldata a bagno-maria aggiungendovi la polpa tagliata. Quest’apparecchio serve per ornare dei

vols-au-vent, e piccoli pasticci.

Nel documento CUOCO MILANESEE LA (pagine 30-34)