La valutazione dei rischi deve considerare:
• la cultura dei tifosi oggetto della tutela dell'ordine pubblico (ad esempio comportamenti caratteristici, motivazioni e intenzioni - ciò che in un paese o regione è ritenuto un tipico comportamento a rischio non necessariamente lo sarà anche per tifosi provenienti da un altro paese/regione);
• i fattori che possono incidere sul rischio, ad esempio attività di altri gruppi (tifosi della squadra avversaria e/o comunità locali), sensibilità, antecedenti e qualsiasi altro elemento di particolare rilevanza (date, luoghi, tipi di azione, simbologia);
• le circostanze che possono incidere sul comportamento dei tifosi o dei gruppi considerati pericolosi per l'ordine pubblico, o sul rischio che questi pongono.
Occorre fissare i livelli di comportamento accettabili e comunicarli prioritariamente alle organizzazioni di tifosi. Occorre vagliare l'opportunità di incoraggiare i tifosi a riunirsi in un ambiente sicuro/controllato (ad esempio una zona loro riservata) o in aree/bar predefiniti nel centro della città.
Sulla base delle informazioni e intelligence raccolte dovrebbe essere possibile prevedere e
distinguere gli eventi [...] caratterizzati da un rischio normale da quelli che rappresentano un rischio maggiore per l'ordine pubblico.
b) Contatto iniziale
Il livello di rischio per l'ordine pubblico non è immutabile, bensì altamente dinamico. Può aumentare o diminuire con rapidità secondo le circostanze. È pertanto opportuno monitorarlo e valutarlo in modo accurato e costante.
A tal fine:
• la polizia dovrebbe essere incoraggiata ad avviare un'azione interpersonale decisa e positiva con i tifosi (atteggiamento non aggressivo, sorridente, schieramento a coppie o in piccoli gruppi in uniforme ordinaria, disseminati tra la folla, consentendo alle richieste di scattare fotografie laddove opportuno, ecc.);
• nel caso di partite internazionali, se possibile, si dovrebbero schierare in luoghi chiave gli agenti di polizia con conoscenze linguistiche pertinenti (ad esempio nelle zone riservate ai tifosi, nel centro città, lungo le principali linee dei trasporti pubblici verso gli stadi, agli ingressi degli stadi) al fine di agevolare la comunicazione con i tifosi;
• se la lingua non rappresenta un ostacolo, gli operatori di polizia dovrebbero tentare di comunicare con i tifosi per raccogliere informazioni sulla loro condotta, le loro intenzioni, preoccupazioni e sensibilità;
• le unità di tutela dell'ordine pubblico o le squadre antisommossa con equipaggiamento protettivo, veicoli blindati, ecc. dovrebbero essere tenute in luoghi defilati a meno che la situazione non richieda un'azione più energica.
Tutto ciò, oltre a una valutazione continua dei rischi, aiuterà la polizia ospitante a raccogliere informazioni e sarà utile alle decisioni di comando in ordine allo schieramento tattico.
c) Rischio crescente
Se si determinano circostanze che comportano un rischio è importante:
• comunicare ai tifosi che agiscono in modo eccessivamente provocatorio, minaccioso o altrimenti inaccettabile che il loro comportamento è suscettibile di innescare un intervento della polizia;
• in caso di incidenti che coinvolgono i tifosi ospiti, che la delegazione della polizia ospite convalidi le valutazioni della polizia ospitante.
Se le misure suddette non dovessero allentare le tensioni, può rendersi necessario l'uso della forza da parte della polizia. In questa fase lo schieramento di polizia deve mirare a ridurre al minimo il rischio; è quindi essenziale che l'intervento non porti a un'escalation della tensione (ad esempio con l'uso indiscriminato della forza).
Se si individuano fattori che possono far aumentare il rischio:
• è fondamentale comunicare con chiarezza alle squadre di intervento schierate le informazioni sulle persone che costituiscono un rischio e la natura di quest'ultimo, affinché l'eventuale uso della forza sia adeguatamente mirato per prevenire il coinvolgimento di persone innocenti;
• è opportuno che le persone che non rappresentano alcun rischio siano autorizzate ad
allontanarsi e/o siano messe in grado di imporre l'autodisciplina prima che si renda necessario l'intervento della polizia.
d) Distensione
• Dopo che l'incidente è stato risolto la tutela dell'ordine pubblico deve tornare a un livello appropriato.
e) Dopo l'evento
• È opportuno condurre una riunione d'informazione completa e registrare gli elementi pertinenti (ad esempio qualità delle informazioni ricevute prima e durante l'evento, comportamento e gestione dei tifosi, tattiche della polizia e applicazione dei livelli di tolleranza).
CAPITOLO 7 Intermediari Sezione 1 - Necessità di intermediari
I contatti tra polizia e tifosi in modo continuo e strutturato o nell'ambito di specifiche operazioni di tutela dell'ordine pubblico, o entrambi, rappresentano un imperativo primario in termini di rapporti efficaci con la tifoseria e per la riduzione al minimo dei rischi per la sicurezza di persone e cose.
Ciononostante, è innegabile che talvolta potrebbe essere proficuo sia per la polizia che per i tifosi se tali rapporti venissero gestiti con l'assistenza di una persona od organismo intermediario. Ciò è particolarmente vero in circostanze in cui stanno emergendo tensioni e quando l'esigenza immediata è allentare la tensione e/o risolvere il conflitto.
In tali circostanze i requisiti fondamentali vertono sul fatto che l'intermediario sia stato formato e collaudato nella gestione di scenari di conflitto, conosca il comportamento, la cultura e le percezioni dei tifosi coinvolti e sia noto alla polizia e ai tifosi coinvolti, nonché goda della loro fiducia, per lo meno in una certa misura. Questo ruolo di intermediari può essere svolto, in base alle circostanze locali, da una serie di membri del personale preposto alla tutela dell'ordine pubblico (ospiti o specializzati) o da altro personale designato, come gli SLO o gli accompagnatori.
Come rilevato ripetutamente, gli intermediari dovrebbero essere schierati dalla polizia esclusivamente sulla base di una valutazione del rischio.
a) Personale designato per il dialogo tra polizia e tifosi
In alcuni paesi la comunicazione con i gruppi di tifosi, inclusi quelli a rischio, è riservata ad agenti di polizia specializzati preposti al dialogo che vantano esperienza nell'interazione con gruppi di tifosi e che questi percepiscono come distinti dal personale operativo. Gli operatori preposti al dialogo sono spesso in grado di raggiungere un elevato livello di fiducia presso i tifosi e questa reputazione può essere usata efficacemente per attenuare situazioni di conflitto prima della loro escalation in gravi disordini. Per apportare valore aggiunto alle operazioni di tutela dell'ordine pubblico in occasione di eventi calcistici, la funzione principale del personale preposto al dialogo dovrebbe essere lo sviluppo di canali efficaci di comunicazione e di un rapporto di fiducia con i tifosi.
b) Delegazioni di polizia ospiti
Conformemente al manuale UE per il settore calcistico, alcune delegazioni di polizia ospiti includono personale designato ad assumere compiti relativi ai rapporti con la tifoseria, il cui ruolo principale è instaurare un rapporto continuativo tra gli organi della polizia ospitante e i tifosi ospiti.
Tale ruolo consente ai singoli operatori in questione di sviluppare una buona comprensione delle dinamiche dei tifosi ospiti e dei relativi rischi e di godere di riconoscimento e fiducia, in particolare tra i tifosi che si recano regolarmente a eventi fuori casa. È opportuno riconoscere, ciononostante, che non tutti i membri di una delegazione di polizia ospite sono formati, attrezzati o vantano esperienza in tale ruolo e lo schieramento di tali osservatori di collegamento dovrebbe sempre basarsi su una valutazione del rischio da parte del capo della delegazione di polizia ospite.
c) Steward ospiti
In alcuni paesi è usuale che le società ospiti schierino squadre di steward a sostegno degli steward della società ospitante per i contatti con i tifosi ospiti. Essi vantano familiarità ed esperienza nel gestire il comportamento e la cultura dei loro tifosi. Gli steward, inoltre, sono noti ai tifosi ospiti e, di conseguenza, spesso sono trattati con un maggiore grado di tolleranza e considerazione rispetto agli steward e/o al personale di polizia ospitanti. Ciononostante, il ruolo degli steward ospiti dovrebbe essere convenuto prima dell'evento e il ricorso a essi in qualità di intermediari dovrebbe essere preso in considerazione soltanto previo consenso sul fatto che il loro ruolo non si limiterà allo stadio e includerà spazi pubblici e scenari di risoluzione dei conflitti. Ancora una volta, il loro schieramento dovrebbe essere guidato da una valutazione del rischio intrapresa dal capo della delegazione di polizia ospite.
d) Delegati ai rapporti con la tifoseria (SLO)
Il presente manuale comprende un capitolo separato sui delegati ai rapporti con la tifoseria (SLO), che presenta orientamenti sul potenziale ruolo degli SLO designati che comunicano con i tifosi nei pub e nei luoghi da essi frequentati e che svolgono un ruolo di intermediari nella risoluzione delle tensioni e dei conflitti in luoghi pubblici. È importante rammentare che gli SLO sono dipendenti della società/della federazione e che le loro competenze e capacità non sono uniformi in Europa. Gli SLO dovrebbero essere un punto di contatto importante e competente per tutte le parti interessate (nei giorni delle partite ma non solo), in vari scenari. Ciononostante, non dovrebbero essere schierati in qualità di intermediari a meno che non siano formati e disposti ad assumersi tale compito. Lo schieramento dovrebbe sempre essere soggetto a una valutazione del rischio da parte della polizia.
e) Accompagnatori
In alcuni paesi europei vige la prassi secondo cui "accompagnatori" designati viaggiano con i tifosi ospiti. Queste persone vengono dal paese o dalla città di origine o residenza dei tifosi e conoscono la cultura dei tifosi ospiti.
Viaggiano con i tifosi della società o della squadra nazionale dovunque vadano e sono presenti nella città ospitante il giorno della partita, nonché quello precedente e quello successivo. Si recano inoltre altrove se è presente un gran numero di tifosi.
Possono avere la propria sede presso l'ambasciata dei tifosi e svolgere una forma di
sensibilizzazione nei confronti degli spettatori oppure agire in qualità di steward, scortando gruppi organizzati dai loro paesi o città di origine allo stadio e viceversa.
Tali "accompagnatori" non godono di nessuno status giuridico al di fuori del proprio paese, e quindi il loro ruolo dovrebbe, per definizione, limitarsi al mantenimento delle relazioni.
Il loro principale compito è occuparsi dei tifosi ospiti e fornire servizi adeguati al fine di migliorare l'accoglienza che ricevono e ottimizzare l'ospitalità mostrata nei loro confronti. Possono fornire informazioni ai tifosi e aiutarli a risolvere problemi, in stretta consultazione con l'ambasciata dei tifosi.
Svolgono il ruolo di ambasciatori itineranti dei tifosi, contribuendo a sviluppare e rafforzare una cultura del tifo positiva, basata sul rispetto e la tolleranza. In alcune circostanze e in alcuni paesi possono anche essere in grado di facilitare il dialogo tra la polizia e i tifosi, in modo da allentare la tensione e redimere le controversie senza che sia necessario l'intervento della polizia.
La dimensione dell'equipe e le modalità di contatto con gli organizzatori, la polizia e le autorità comunali varieranno in base alle esigenze e circostanze locali. È importante garantire [...]
l'istituzione di chiare linee di comunicazione e una chiara comprensione [...] dei ruoli e delle responsabilità.
Il profilo auspicato di un accompagnatore non deve necessariamente essere quello di una persona che svolge questo lavoro professionalmente, o che lavora nel settore educativo con tifosi a rischio, dal momento che i suoi compiti si concentrano principalmente sulla prevenzione primaria nei confronti di tutti i tifosi e sulle competenze e capacità di dialogo e risoluzione dei conflitti [...].
CAPITOLO 8
Inclusività e lotta contro la discriminazione
Conformemente all'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, e tenendo conto dell'articolo 11 della Carta, sulla libertà di espressione e d'informazione, gli eventi calcistici dovrebbero essere pienamente inclusivi e allettanti per tutte le comunità all'interno della società. Si tratta di un elemento chiave di un approccio efficace orientato ai servizi. Di conseguenza, non si dovrebbe tollerare alcuna forma di comportamento discriminatorio. L'obiettivo dovrebbe essere garantire che l'esperienza calcistica (all'interno e al di fuori degli stadi) sia accogliente e piacevole per tutti, indipendentemente dal colore, la lingua, la religione o credo, la nazionalità, l'origine nazionale, etnica o sociale, la disabilità, l'età, il genere o l'orientamento sessuale.
È pertanto importante che la polizia partecipi a meccanismi locali pluristituzionali - un organo di coordinamento - che definiscano misure complete e avanzate tese a prevenire e contrastare il razzismo e le altre forme di comportamento discriminatorio in connessione con gli eventi calcistici.
Le attività relative al calcio dovrebbero iscriversi in un programma più ampio e sistematico di attività antidiscriminazione della polizia.
Tale organo di coordinamento dovrebbe garantire che la definizione di ciò che costituisce un comportamento discriminatorio e intollerante sia chiara, ampiamente compresa e applicata. La definizione dovrebbe includere:
• l'incitamento pubblico alla violenza, all'odio e alla discriminazione;
• gli insulti e la diffamazione pubblici;
• le minacce nei confronti di una persona o un gruppo di persone;
• l'espressione pubblica di un'ideologia che sostiene la superiorità di un altro gruppo di persone, o lo scredita o denigra, sulla base di razza, colore, lingua, religione, nazionalità, origine etnica, disabilità, genere od orientamento sessuale;
• la negazione, minimizzazione, giustificazione o apologia in pubblico della discriminazione o dell'intolleranza;
• la divulgazione o distribuzione pubblica, o la produzione o conservazione con l'intenzione di divulgare o distribuire pubblicamente, di materiale scritto, illustrato o di altro tipo contenente manifestazioni di discriminazione o intolleranza disciplinate dalla legge.
Alcuni tipi di comportamenti, tra cui quelli che configurano reati penali nel paese ospitante, dovrebbero essere proibiti, inclusi gli insulti e i cori razzisti, l'ostentazione di striscioni e simboli razzisti e l'uso, la distribuzione e la vendita di striscioni, simboli, bandiere, volantini o immagini razzisti e discriminatori.
Le istituzioni locali dovrebbero cooperare al fine di sviluppare una chiara strategia di risposta e ricorrere alle disposizioni giuridiche disponibili per sanzionare i comportamenti razzisti e
discriminatori. Le misure imposte dovrebbero essere proporzionate ma sufficientemente robuste da prevenire e scoraggiare i potenziali trasgressori e, se del caso, dovrebbero includere una dimensione educativa.
Oltre a garantire l'attuazione delle disposizioni giuridiche pertinenti, l'organo di coordinamento dovrebbe garantire la fornitura di formazione specializzata alla polizia e al personale presente negli stadi per quanto concerne l'attuazione della legislazione, l'individuazione dei reati e la lotta alle forme meno evidenti di discriminazione e intolleranza. La polizia dovrebbe instaurare uno stretto rapporto con tutte le istituzioni locali coinvolte nel sistema di giustizia penale, inclusi i procuratori e i giudici/arbitri, al fine di sensibilizzare circa la necessità di punire e imporre sanzioni adeguate a ogni tifoso, o altro partecipante, condannato per un reato razzista o discriminatorio.
È altresì importante che la polizia e le altre autorità abbiano un rapporto con i tifosi per definire la strategia della società calcistica in materia di lotta alla discriminazione e all'intolleranza e il modo per incoraggiare i tifosi ad autodisciplinarsi, nonché le vittime a sporgere denuncia. Lo SLO designato può svolgere un ruolo cruciale nell'ambito di tale rapporto. È opportuno offrire sostegno alle iniziative esistenti dei tifosi incentrate attivamente sulla prevenzione e la risposta al razzismo o alle altre forme di discriminazione. Lo SLO designato può svolgere un ruolo cruciale nell'ambito di tali contatti e dello sviluppo di una strategia pluristituzionale sostenibile contro la discriminazione.
CAPITOLO 9
Delegati ai rapporti con la tifoseria (SLO) Sezione 1 – Contesto normativo
Dall'inizio della stagione 2012/13, le società che chiedono una licenza per partecipare a una delle competizioni europee (Champions League/Europa League) sono tenute, ai sensi dell'articolo 35 del regolamento dell'UEFA sulla concessione di licenze ai Club e il Fair Play Finanziario, a nominare un delegato dedicato ai rapporti con la tifoseria (SLO) quale principale punto di contatto per i tifosi.
Questo requisito relativo al personale, approvato dal comitato esecutivo UEFA nel 2010, è
un'ulteriore indicazione dell'importanza che l'organismo di regolamentazione del settore calcistico europeo attribuisce alla promozione di relazioni costruttive tra le società, i tifosi e gli altri principali soggetti interessati, come la polizia e i responsabili della sicurezza.
Dal momento che la maggior parte delle associazioni o leghe nazionali ha adottato una norma analoga nei regolamenti interni in materia di licenze, più di 1 000 società in Europa sono tenute ad avere almeno uno SLO.