• Non ci sono risultati.

Moutier-St Jean (Réome) (dopo il 990-1003) Diocesi di Langres

CAPITOLO II: LE RIFORME DI GUGLIELMO IN

4. Moutier-St Jean (Réome) (dopo il 990-1003) Diocesi di Langres

Nell’anno 885 Moutier-St.-Jean, che già dall’VIII secolo era monastero regio, fu restituito ai vescovi di Langres228 dall’imperatore Carlo III. Già prima di Geilone

(880-888), che ricevette questa donazione, era stata introdotta la regola benedettina da uno dei suoi predecessori, probabilmente Alberico229. Ma anche come monastero

vescovile sembra sia rimasto per lungo tempo nelle mani di abati laici, fino a quando entrambi gli abati Ingelbrando e Aureliano, dei quali si può supporre che fossero monaci, furono scelti, secondo la Regola, negli anni 956?-982?230.

Secondo il catalogo degli abati, che Roverius raccolse nella sua monografia su Réome, per la quale poté basarsi su un più antico catalogo del XIV secolo231, ancor 221 Donazione per St.-Bénigne, per la quale viene sottolineata anche la partecipazione del figlio di lei:

Bougaud, p. 175; = Chevrier/Chaume, n. 209, p. 14: (996-1016); donazione per Bèze: Bougaud, p. 302, risalente anche al tempo del vescovo Brunone.

222 Rodulfus Glaber, Vita, cap. 12, col. 788 s.; cfr. Bougaud, p. 296 e sopra, nota 211. 223 Bougaud, p. 294; cfr. Sackur, I, p. 268.

224 Dép. Haute-Saône, cant. Champlitte; Laurent/Claudon, p. 443, Trévillers, p. 113. 225 Bougaud, p. 308-12.

226 Ibid., p. 309: Vult autem praedictus Girardus hunc locum tali conventione construere, ut in

subiectione et in disciplina sancti Petri Besuensis, atque abbatis ipsius ecclesiae permaneat omni tempore; ibid., p. 311: locus ille (Fouvent), in quo sedes constructa est monasterii in honore sanci Sepulchri, et sanctae Mariae semper Virginis, Abbatiae Besuensi, sancti Petri semper subiaceat, et sub abbatis potestate permaneat.

227 Dép. Côte-d’Or, cant. Montbard; Laurent/Claudon p. 262 sgg.

228 B. M., I, 1712; MG DD, reg. Germ. ex stirpe Karol., II, 129, p. 206 sg.; cfr. ibid., 155 a p. 252; Voigt, p.

14, nota 54 e Claudon, Langres, p.18, Semmler, Beziehungen, p. 390 e nota 132.

229 Laurent/Claudon, p. 268.

230 Roverius, p. 113; Vittenet, p. 16 sg. e p. 39. È tramandata una donazione dal vescovo Accardo di

Langres a Réome (vedi Vignier, I, p. 538 e Gautier, Langres, II, n. 55, p. 88), così come dal suo successore Widrich (ibid., n. 59, p. 99).

oggi conservato, si susseguirono uno dopo l’altro a Réome tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI gli abati Maiolo di Cluny (983 circa-992), Guglielmo di Digione (992 circa-1002)232 ed Elderico (1003-1016)233. Questo catalogo è l’unica testimonianza di

una riforma di Maiolo234. Nella Gallia Christiana e negli studi moderni la sequenza

Guglielmo-Elderico venne invertita235. Quando si deve datare realmente la riforma

di Guglielmo e quale motivo è intervenuto per questo scambio di abati?

Elderico, allievo di Maiolo e suo successore come abate di St.-Germain d’Auxerre236,

era stato insediato come abate anche a Flavigny già prima del 992 dal vescovo Walther di Autun237. Réome, quindi, fu la terza abbazia in cui divenne abate, secondo quanto

è indicato sotto la data del 1003 nell’antico catalogo degli abati di Réome238. Se si

esclude la possibilità di una dipendenza, la data qui citata del 1003 trova conferma nella storia degli abati di St.-Germain d’Auxerre iniziata sicuramente prima del 1290. In base di essa Elderico fu obbligato a sgomberare il suo monastero da Roberto il Pio il quale, nell’assedio di Auxerre del 1003, nonostante le richieste dei monaci, volle includere nelle sue operazioni militari anche l’altura su cui si trovava il monastero di St.-Germain. Elderico, dopo aver lasciato stare solo alcuni monaci a St.-Germain presso la tomba del santo, si ritirò con il resto della comunità nel «suo monastero di Moutier-St.-Jean»239. Il fatto che il monaco Wulferius di Réome, l’unico a possedere

L’«antiquus catalogus abbatum monasterii s. Joannis Reomaensis cum antiquis notis chronicis» (ibid., p. 437) si ferma al 1351.

232 Bougaud, p. 135 (cit. sopra, nota 203).

233 Elderico però era già morto il 14/1/1010; la sua morte è segnalata nei necrologi di Réome il giorno

15/1: obiit Heldricus pie recordationis abbas (p. 367), di St.-Bénigne il 14/1 (fol. 128r), Montiéramey il 20/1 (p. 320), Villars (p. 4), St.-Martin-des-Champs (p. 422), Longpont (p. 520), di St.-Martial de Limoges (p. 67), della cattedrale di Auxerre (p. 226), mentre Hugo di Flavigny, che indica il 1010 come anno della morte (Chronicon, lib. II, p. 368 e Series abbatum p. 503), indica come giorno della morte il XIX Cal. Gen. (Necrologium, p. 287); per ulteriori registrazioni vedi Sackur, I, p. 245, nota 1 (con errore XIV Cal. Feb.). A St. Arnulf è registrato l’8/1 un Heldericus abbas (p. 4).

234 L’archivio monastico è stato in parte bruciato in un incendio nel 1567, mancano totalmente

documenti del primo periodo del monastero, Petit, V, p. 364.

235 G. Chr., IV, col. 661: Maiolo, Elderico (fino al 1009), Guglielmo (fino al 1015); così anche Vittenet,

p. XXVI.

236 Maiolo riformò St.-Germain d’Auxerre su richiesta del duca Enrico il Grande di Borgogna e poi

insediò il suo allievo Elderico come abate, Gesta ep. Autiss,. cap. 47, Duru, I, p. 382 sg.; i Gesta abb.

Autiss., Labbe, I, p. 571, che riprendono soprattutto il racconto dei Gesta ep., indicano come data

di insediamento di Elderico il 989; cfr. Chaume, Duché, I, p. 455.

237 Nel marzo 992 il vescovo Walther donò le decime di 19 altari all’abbazia di Flavigny al tempo di

Elderico = Collenot, Cartulaire de l’abb. de Flavigny, n. 27, p. 76; cfr. Petit, V p. 367, nota 6, Sackur, I, p. 244.

238 Roverius, p. 438: Heldricus S. Maioli discipulus praesidebat anno 1003 et fuit praesidens

tribus monasteriis uno et eodem tempore, scilicet sancti Germani Autisiodorensi, Reomaensi et Flavigniacensi; cfr. Sackur, I, p. 243, nota 5.

239 Sulla datazione dell’assedio di Auxerre del 1003 vedi Pfister, p. 257 sg.; Sackur, II, p. 18, nota

5; Chaume, Duché, I, p. 476 sg.; Richard, p.4; Rodulfus Glaber, Hist., lib. II, cap. 8, p. 42 sg. annota solo la partenza dei monaci da St.-Germain, senza dire dove andarono: ceteros (monachos)

alcune conoscenze mediche, su ordine del ‘suo’ abate dovette recarsi per una visita medica a St.-Germain d’Auxerre, dove morirà nel 1006, lascia supporre che all’epoca entrambe le abbazie fossero sottoposte a un unico abate, probabilmente Elderico, che tuttavia non viene mai nominato240. La Cronaca di St.-Bénigne racconta come

unica fonte, tuttavia in un punto nel quale non è possibile trovare nessun preciso riferimento temporale di ciò che è narrato, che il re Roberto, in collera nei confronti di Guglielmo, rimasto fedele alla causa del proprio vescovo nella guerra di successione borgognona, gli avrebbe tolto l’abbazia di Moutier-St.-Jean. Ciò può essere successo solo nel 1003241, e cioè ancora prima dell’assedio di Auxerre, visto che l’abbazia allora

era già in mano di Elderico.

Un fatto importante del periodo abbaziale di Guglielmo a Réome è raccontato da Rodolfo il Glabro. Poiché non si sa quando lo stesso Rodolfo fu monaco a Réome, anche questo avvenimento non è databile242, sebbene si supponga che egli fosse

presente: nella chiesa di St.-Paul243, dipendente da Réome, durante la celebrazione

della messa di Pasqua, il calice scivolò dalle mani del prete e cadde a terra. Quando Guglielmo venne a saperlo ordinò a tre suoi monaci di porre rimedio a questo sacrilegio244. Se con questo tribus e suis monachis si vogliano intendere monaci

di St.-Bénigne o di Réome, a Rodolfo il Glabro non sembra degno di rilievo. Egli conferma solo il racconto della Cronaca, secondo cui Réome era diventata abbazia

cum suo abbate Hilderico nomine iussio regis inde (St.-Germain) exire compulerat; Gesta abbatum s. Germani Autiss., Labbe, I, p. 572: Heldericus . . . ad alium monasterium sue ditioni subditum quod Reomum vocatur se transtulit.

240 Rodulfus Glaber, Hist., lib. II, cap. 9, p. 45 sg.: sui abbatis imperio; riguardo al 1006 cfr. Sackur,

Studien, p. 391, nota 1.

241 Bougaud, p. 173: Rotbertus cum exercitu maximo hanc patriam sepe intrans incendiis et rapinis

plurima loca vastaverit, nihil in ea retinere potuit, quamdiu Bruno episcopus vixit. Et quia ei nocere non poterat, huius malivolentie causa Domno abbati Willelmo tulit abbatiam S. Joannis monasterii Reomensis, eo quod partibus favebat, ut iustum erat, sui Pontificis; poiché la seguente

descrizione dell’assedio di Digione viene introdotta con denique quodam tempore (ibid.) e deve essere datata al 1015/16, l’occupazione di Réome è da datare qualche anno prima, dunque al 1003, cfr. sotto, nota 245; diversamente anche Vogelsang, Der cluniazensische Chronist, p. 27; nella sua Vita, Rodolfo il Glabro parla solo in generale di ostilità di Roberto verso Guglielmo, mentre a differenza che nella Cronaca lascia intendere una decisa posizione di Guglielmo contro il re (cap. 21, col. 713 s.): Rotberto Francorum regi de ipso (Willelmo) indicatum fuerat, quod Brunoni …

episcopo, qui regi minus acquiescebat, talia suaderet quae regali iuri nimium resisterent. Ille vero simul et regina coniux illius propter hoc illi irati, comminati sunt aliquoties coenobiis eius damnum inferre maximum.

242 Petit, Raoul Glaber, p. 288 accetta sulla base di questo e di un altro episodio un soggiorno

di Rodolfo il Glabro a Réome dal 1004/5 al 1015, nel 1015 poi Réome fu sottratta a Guglielmo; Vogelsang, Der cluniazensische Chronist, p. 27 data 1010-15 (vedi sopra, nota 241); Sackur, II, p. 354, nota 4 sottolinea giustamente che per tale datazione il materiale probante è insufficiente.

243 Cfr. Petit, V, p. 366, nota 1.

244 Rodulfus Glaber, Hist., lib.V, cap. 1, p. 124: Sed ut predictus pater (Willelmus) comperit, ut

erat vir sollertis ingenii, tribus e s u i s monachis huius delicti culpam penitere precepit, videlicet pertimescens ne forte culpa insipientis presbiteri involveret s u o s cum illo ad vindictam ultionis.

di Guglielmo. Ma non si può certo ammettere che Réome e St.-Bénigne, anche solo per un breve periodo, abbiano formato un’unica comunità.

Quindi emerge che la sequenza del catalogo degli abati di Réome: Maiolo, Guglielmo ed Elderico è quella corretta. Guglielmo probabilmente all’inizio degli anni ’90 dal vescovo Brunone ottenne anche questa abbazia, che il re Roberto gli tolse nel 1003 e affidò a Elderico245. Diversamente dalle abbazie di St.-Bénigne e Bèze trattate finora,

qui probabilmente prima di Guglielmo era già stato abate per alcuni anni il suo maestro Maiolo, così che non si può parlare in senso stretto di una riforma operata da Guglielmo. Di ciò si parlerà ancora in altra sede.

La sequenza già citata viene anche confermata dalle notizie riguardanti il successore di Elderico a Réome. In diversi documenti degli anni compresi tra il 1019 e il 1040 sottoscrive come testimone l’abate di Réome Aganon (Azelin)246 de Monte sancti

Johannis oppure de monasterio sancti Johannis, che era figlio del visconte Oddone di

Beaune, figlio illegittimo del duca Enrico di Borgogna. Da un appunto riportato nella

Cronaca di St.-Bénigne in merito a una permuta tra questa abbazia e Flavigny, risulta

che Aganon, qui chiamato Aquio, già prima del 1012247 aveva il titolo di abate. Egli è

quindi il diretto successore di Elderico, dopo la sua morte nel 1010. Gli avvenimenti che portarono alla sua nomina come abate sono sconosciuti. La domanda se Brunone successivamente abbia riacquistato una sua influenza sull’abbazia rimane senza risposta. Il legame con St.-Bénigne era stato spezzato probabilmente dall’intervento di Roberto248. Il successore di Aganon fu contemporaneamente abate di St.-Germain

d’Auxerre e di Moutier-St.-Jean249.

245 La stessa datazione è usata da Chevrier/Chaume, p. 244: 1003 e Richard, p. 68: 1003, mentre

Chaume, Duché, I, p. 480 e Pfister,p. 260 sg. datano tra il 1006 e il 1015; quest’ultimo non vede alcuna relazione tra la partenza dei monaci da St.-Germain e la sottrazione di Réome da parte di Roberto (p. 257); lo scritto del vescovo Brunone a Elderico, di cui purtroppo si conserva solo un frammento, trattava forse di questa situazione, PL 139, col. 1533 s.

246 Cfr. Chevrier/Chaume, p. 266 (Azelin alias Ainon) tuttavia le prove non sono complete; vedi

Guichenon, Bibl. Sebus., II, n. 72, p. 376 e parecchi documenti in Petit, I, p. 341 sgg. (documents); cfr. Chaume, Les anciens vicomtes, p. 107. Questo abate manca nei cataloghi citati (vedi sopra, nota 231).

247 Bougaud, p. 165 sg.; = Chevrier/Chaume, n. 243, p. 36: 1012 e lo stesso n. 236, p. 33: (1005-12), la

data lì indicata per la morte di Elderico, il 1008, è errata; sulla genealogia di Azelin vedi Richard,

Origines, p. 115 sg. e JARRY, Tableau, n. V.

248 Solo dalla bolla papale del 1147 si può risalire a un documento - non databile - redatto dal vescovo

Brunone per Réome, vedi Roverius, p. 198 e Gautier, Langres, II, n. 69, p. 115. La registrazione della morte di Aganone (19/5, vedi Chevrier/Chaume, p. 266) manca nel necrologio di St.- Bénigne. Degli abati di St.-Bénigne dell’XI secolo si trova solo Jarenton (1077-10/2/1113) nel necrologio di Réome (p. 371). Comunque manca la parte da metà luglio a dicembre, quindi anche il giorno della morte di Alinardo. I monaci di Réome nel necrologio di St.-Bénigne non si possono datare, possiamo qui menzionare la registrazione di Acelinus s. Johannis reomensis il 23/4 (fol. 137 bis r) a St.-Bénigne e a Réome (p. 377).