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St Michel de Tonnerre (dopo il 992) Diocesi di Langres

CAPITOLO II: LE RIFORME DI GUGLIELMO IN

5. St Michel de Tonnerre (dopo il 992) Diocesi di Langres

Nell’anno 938 il vescovo Enrico di Langres affidò, come feudo a vita, al suo vassallo Teuto e alla sua famiglia, la ecclesia sancti Michaelis presso le mura di Tonnerre251.

Questa è l’ultima notizia conservata su St.-Michel de Tonnerre fino a quando il vescovo Widrich di Langres (970 circa-980), insieme al conte Milone I di Tonnerre, nel 980 istituì nuovamente il monastero e lo dotò riccamente. Testimoni di questa rifondazione furono anche l’abate Maiolo e il duca Enrico di Borgogna252. Sotto la

guida del primo abate, Dodone253, il conte Milone qualche anno più tardi divenne

monaco254. Già al tempo del successore di Dodone, Eldefredo, preposito all’epoca di

Dodone, il vescovo Brunone si comportò come sostenitore dell’abbazia e la dotò con generosità255. L’ultima testimonianza documentata su Eldefredo è una donazione a 250 Dép. Yonne, cant. Tonnerre; Laurent/Claudon, p. 270 sgg.

251 Quantin, I, n. 73, p. 141 sg.; Laurent/Claudon, p. 272.

252 Quantin, I, n. 76, p. 146 sgg.: luglio 980, per Signum M. abbas prima di Ainrici comitis si intende

certamente Maiolo; Chaume, Duché, I, p. 456 sg. Su Enrico cfr. Kienast, Herzogstitel, p. 96.

253 Secondo una supposizione probabilmente errata di Mabillon, Ann., IV (1707), p. 4 Dodone veniva

da St.-Bénigne, così anche per Laurent/Claudon, p. 272; non sono state trovate prove a riguardo (neanche nel Monasticon benedictinum BN, ms. lat. 12685, su cui altrove si basa Mabillon; su Dodone, fol. 77r).

254 Quantin, I, n. 79, p. 153: Milo comes seculum reliquens comam capitis sui et barbam totondit;

nel 1046 il conte di Tonnerre Milone III donò alcuni possedimenti al monastero per la salvezza della propria anima e di quelle dei suoi antenati: Milo atavus meus qui ipsius beati archangeli

Michaelis primus fundator extitit, et inibi aliquantulum monasticam vitam duxit, deinde Wuydo proavus meus, seu Milo pater meus (Quantin, I, n. 94, p. 180 sg.); secondo la genealogia dei conti

di Tonnerre in Chaume, Duché, I, p. 441, nota 1 e p. 539 e, Idem, Mélanges, p. 133 e la tavola dopo p. 280, e Chevrier/Chaume, p. 299 (Milo V), Milo fundator sarebbe il conte Milone I di Tonnerre (890 circa) e colui che è nominato fondatore di St.-Michel nel 980 sarebbe il conte Milone III (circa 970 – 85), figlio di colui che viene qui chiamato Wuydo proavus, vissuto tra il 930 e il 970; questo Milone III però sarebbe secondo questo sistema l’avus che qui manca, il che è improbabile; lo schema fisso: pater, avus, proavus, abavus, atavus (vedi Georges sub voce: atavus), non può essere ancora considerato vincolante in questo periodo (cfr. dizionario Mittellateinisches Wörterbuch sub

voce: attavus). Non c’è comunque alcun dubbio che per Milo primus fundator si intenda il conte

nominato nel 980, il quale più tardi andò in monastero; in tal senso è da ritenere valida la genealogia proposta da Petit, II, p. 441; cfr. l’atto del duca Riccardo II di Normandia, in cui egli chiama il suo bisnonno Rollone attavus, utilizzando attavus al posto del ‘più corretto’ proavus (Fauroux, n. 53, p. 171); obiezioni simili sono da muovere a De Vajay (p. 155, nota 1 e passim), il quale, per spiegare la discendenza di Ottone Guglielmo forza lo stesso schema e in un brano di un documento simile a quello di Tonnerre citato sopra, dove vengono menzionati solo un avus e un atavus, sottolinea l’assenza di un proavus e di un abavus e tenta di costruire le sue tavole genealogiche in conformità allo schema.

255 L’edizione che Quantin (I, n. 79, p. 152 sgg.: intorno al 992) dà di questo documento non è corretta

in un passaggio decisivo, in quanto egli non ha compreso il testo del cartulario dell’abbazia (Stein, n. 3836) compilato nel XVI secolo (Bibl. mun. de Tonnerre, ms. G, fol. 4v-5r): cum Dodo reverendus

abbas ipsum locum regebat et Eldefredus prepositus sub ipso claustrum fratrum et ordinem regulariter sollicitus custodiret. Quum etiam post predictum dominum dodonem abbatem in ordine

St.-Michel de Tonnerre dell’anno 992256. Oltre ai nomi desunti dai documenti non si

sa nulla di questi primi due abati di Tonnerre dopo la rifondazione.

All’incirca in questo periodo (992) Brunone dovrebbe aver affidato l’abbazia a Guglielmo, come racconta la Cronaca di St.-Bénigne257, ma Guglielmo non viene

citato in nessuno dei documenti, ormai divenuti sempre più frequenti, delle donazioni per il monastero di Brunone e dei conti di Tonnerre 258. Uno dei suoi

allievi, Letbaldo, un cavaliere di Beaune, vassallo del duca Enrico di Borgogna o del conte Ottone Guglielmo, che era divenuto monaco sotto Guglielmo a St.- Bénigne, e che grazie alla sua erudizione si era guadagnato l’appellativo di sapiens, fu per un periodo abate di Tonnerre259. Visto che dopo la morte di Guglielmo un

altro monaco di St.-Bénigne, Unaldo, ricoprì questo incarico260, si può pensare che

regiminis ei successit ... [in Quantin, p. 153 si legge: ... Eldefredus frater communie despensioni prepositus (poiché interpretò male una nota del copista e la incluse nel testo) ... Quum etiam Petrus post (qui l’abbreviazione di post è interpretata erroneamente come Petrus post]. Una copia corretta

si trova in BN, coll. Champagne 44 fol. 104r-v (Stein, n. 3838). L’abate Pietro di Tonnerre risale dunque a un errore di Quantin.

256 Quantin, I, n. 80, p. 154 sg.: intorno al 992, il documento è datato regnante Hugone rege anno VI,

questo sesto anno di reggenza va dal 3/7/992 al 2/7/993, cfr. Newman, p. 6, nota 1.

257 Bougaud, p. 136 (cit. sopra, nota 203).

258 Quantin, I, n. 81, p. 156 sg.: 992-1005: Bruno attesta questa donazione di un allodio a Coussegrey

(cfr. Chaume, Duché, II, 3, p. 950) con le relative chiese, probabilmente lo stesso anno, vedi Petit, II, n. 685, p. 427 sg.: intorno al 997 (questa sarebbe in effetti la primissima data, poiché viene indicata: XVIII Kal. Sept. regnante Roberto rege, ma non è l’unica possibile); a riguardo ibid., n. 686, p. 428: 1002 e ibid., n. 687, p. 430 sg.: 1002-05, qui Bruno testimonia la donazione della contessa Letgarde a St.-Michel.

259 Bougaud, p. 150: ex castro Belno dicto Miles, Ledbaldus ... Patri Willelmo est adiunctus. Cuius

imbutus doctrina spiritali, per aliquod tempus Archimandrita in Tharnodorensi loco est substitutus;

su Archimandrita come abate vedi p. 15 nota 27; cfr. Bougaud, p. 168 la donazione per St.-Bénigne del figlio di Letbaldo, Achedeo, canonico a Langres = Chevrier/Chaume, n. 196, p. 8: (990-1003), vedi sopra, nota 89. Il 25/8, tra il 1008 e il 1015, il vescovo Brunone donò a St.-Michel tre chiese, a Puiseaux, Turgy e Lantage [Gautier, Langres, II, n. 64, p. 108 sg. dal cartulario di St.-Michel (vedi sopra, nota 255) ms. D, fol. 226v]. La linea della data viene comunicata nel Monasticon benedictinum (BN, ms. lat. 12685, fol. 77r; cfr. a riguardo Becquet, Monasticon benedictinum, p. 325 sgg.) - poco dopo sotto la rubrica «benefactores praecipui» anche il contenuto della donazione (ibid., fol. 79r- v) -: «Actum est, refert cartularium (da un’altra mano cambiato in: «inquit tabularium») hoc apud Lingonas iussu abbatis Beraldi atque cancellarii. Signum Brunonis qui dedit tres ecclesias. anno 998 et 1023. Floruit Beraldus ab anno saltem 998 ad annum 1023» (questo passo viene ripetuto in

Monasticon Gallicanum di dom Germain, ms. lat. 11819, fol. 452v-453r e 457v, da cui derivano

anche le modifiche nel Mon. Ben.). Erroneamente Beraldo viene qui indicato quale terzo abate di Tonnerre, così viene ripreso anche da Mabillon, Ann., IV (1707) p. 4 e G. Chr., IV, col. 713, dove inoltre Beraldo viene identificato con l’allievo di Guglielmo: «Beraldus seu Letbaldus». Qui si tratta però del cancelliere del capitolo di St.-Mammès a Langres, e non di un abate di St.-Michel; sul cancelliere vedi Chevrier/Chaume, p. 266 sg. (Bérauld l’Ancien); quest’appunto sarebbe da completare per questo documento. A cosa si riferiscano le date 998 e 1023 rimane incerto

all’epoca in cui Guglielmo era in vita il monastero di St.-Michel de Tonnerre sia rimasto sotto la sua giurisdizione261. Forse dopo la morte di Letbaldo era diventato

priore di Tonnerre Unaldo, che Guglielmo al suo arrivo a St.-Bénigne aveva potuto trattenere come unico tra i monaci locali, poiché era ancora un ragazzo. Guglielmo aveva probabilmente stabilito di farne il suo successore. A St.-Bénigne Unaldo aveva rivestito l’incarico di sacrestano262. I legami con St.-Bénigne vennero mantenuti per

tutta la durata del suo abbaziato, anche se non vi sono testimonianze, tranne che per una registrazione nel necrologio. Giacché molto probabilmente è sua la data di morte attestata dal necrologio di St.-Bénigne263, e non del suo successore Unaldo

II che egli stesso aveva designato. Infatti Unaldo II, in seguito alla morte di Unaldo I (1057/8) il quale era stato abate per 27 anni, venne eletto abate dai monaci su proposta del suo predecessore264.