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Murakami Takashi per Louis Vuitton: collezioni e spot pubblicitar

Due borse della collezione Eye Love

Monogram (sopra) .

A sinistra: una borsa della linea Cherry

Blossoms, facente parte della collezione Cerises.

Due borse della linea Cherry, facente parte anch’essa della collezione Cerises.

Un modello della collezione pensata da Murakami esclusivamente per il MOCA di Los Angeles.

Due scene tratte dallo spot Superflat Monogram.

Due scene tratte da Superflat First Love, secondo spot realizzato da Murakami e Hosoda per la

Fino all’anno 2003, il brand Louis Vuitton ha sempre mantenuto l’appeal che lo aveva contraddistinto fin dalle origini: sinonimo di classe, eleganza e signorilità, il possedere un prodotto di questa azienda significava tutto questo, oltre che la dimostrazione di potersi permettere quanto di più lussuoso il mercato della moda aveva da offrire. Marc Jacobs, consapevole della fama che il marchio aveva raggiunto, decide di cambiare rotta per rivoluzionarne l’immagine, conferendogli l’unica caratteristica che probabilmente mancava alle collezioni: un tocco di freschezza e colore, che lo avrebbe reso meno istituzionale e più adatto a ogni tipologia di consumatore, senza però che ciò vada a discapito della classe che lo aveva sempre connotato.

Jacobs ingaggia quindi Murakami, attratto dal suo eclettismo e dalle sue opere, così bidimensionali e ricche di colori sgargianti da sembrare dei cartoni animati, per realizzare due linee di borse e piccola pelletteria in edizione limitata: Eye Love

Monogram e Cerises. La prima collezione è sicuramente la più innovativa per Louis

Vuitton, in quanto proprio il monogramma LV cambia, e diventa multicolore prendendo colori pop quali fucsia, blu elettrico, giallo limone e rosso ciliegia, posto su uno sfondo neutro, bianco o nero, per enfatizzarlo. Lo stesso sfondo viene ulteriormente arricchito da fiorellini di melo e occhietti tondi, il cui stile è tratto dal mondo dei manga; i colori infatti non sono realistici, ma sembrano provenire da ambientazioni fantastiche e allegre. Eye Love Monogram raggiunge un successo inaspettato: il marchio torna ad essere un vero e proprio cult, e la sua fama torna all’apice.

Nel 2004 viene progettata la seconda stagione di borse, sempre limited edition, dal titolo Cerises, incentrato appunto sul tema della ciliegia, composto di due serie distinte. Nella primavera del 2004 viene lanciata la prima serie, denominata Cherry

Blossoms, ovvero “fiori di ciliegio”; sulle classiche borse dal monogramma dorato su

fondo marrone spuntano numerosi fiori rosa chiaro. Sebbene la serie faccia riferimento ai fiori di ciliegio, è tuttavia curioso segnalare che i fiori stessi risultano

molto simili a quelli che compaiono nel primo episodio di Anna dai capelli rossi, che però venivano presentati come fiori di melo. Questo fiore è piccolo e bianco, ma nel cartone viene colorato di rosa al fine di non creare una discromia tra esso e il volto di Anna, al quale viene accostato. In realtà, i fiori disegnati da Murakami sulle borse sono del tutto somiglianti a dei fiori di pesco, simbolo di dolcezza e delicatezza nel suo Paese. Sempre legata a Cherry Blossoms l’artista progetta la serie Cherry, dove i fiori lasciano spazio ai frutti, quindi a coloratissime e invitanti ciliegie, le quali conferiscono un tocco sfizioso e chic ai prodotti, senza sfociare nella stravaganza, che risulterebbe indubbiamente fuori luogo con l’idea dell’immagine che l’azienda ha sempre voluto promuovere. La ciliegia inoltre, come la fragola, è simbolo in Oriente di una velata e mai esplicita provocazione, legata al gioco della seduzione, ma sempre vissuto con un atteggiamento innocente e non palesemente malizioso. L’Occidente, ormai abituato ad immagini ben più sfrontate, non ha quasi più a che fare con un simile immaginario; tuttavia, avvertendo l’esigenza di tornare a stimoli dai toni più delicati, ma non per questo meno efficaci, accoglie la serie con grande entusiasmo, dimostrando così l’intelligenza creativa e innovatrice delle scelte di Murakami, che raggiunge così la fama a livello mondiale.

Nel 2008 l’artista decide di collaborare nuovamente con il brand, creando una linea di borse in edizione limitata, acquistabili solo nello store del Brooklyn Museum of Art di New York, il cui ricavato sarebbe stato devoluto a finanziare il museo stesso. L’occasione si presenta in seguito al trasferimento della mostra personale dell’artista dal MOCA di Los Angeles38 al Brooklyn Museum appunto, dove le opere sarebbero rimaste dal 4 aprile al 13 luglio di quell’anno. Anche per questo progetto Marc Jacobs e Murakami collaborano, e questa volta più che mai emergono due ambiti che hanno un ruolo fondamentale nel percorso artistico di quest’ultimo: il legame con la Pop Art di Warhol e il mondo militare.

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Presso il MOCA di Los Angeles le opere in mostra erano rimaste dal 29 ottobre 2997 all’ 11 febbraio 2008.

In questa linea di borse, il logo resta quello classico, e a cambiare è lo sfondo, che diventa a stampa militare mimetica, a chiazze marrone-verde o verde-grigio. Il motivo camouflage viene dunque decontestualizzato, anche se non totalmente sciolto dal suo significato originale. Infatti Murakami intende offrire un ̶ seppur velato ̶ spunto di riflessione: il mercato del lusso è un vero e proprio campo di battaglia ed egli, in quanto businessman, ha ben chiaro questo concetto.

I lavori di Murakami per Louis Vuitton non si esauriscono tuttavia con le borse. L’artista infatti nel 2003, avvalsosi della collaborazione del regista Hosoda Mamoru39, realizza uno spot pubblicitario per promuovere la collezione di borse disegnata in quell’anno su richiesta di Jacobs. Murakami rispolvera quindi la sua passione per gli anime, poiché decide di realizzare una pubblicità mediante la tecnica dell’animazione, in cui i protagonisti vengono disegnati in puro stile Superflat e presentano un’origine esplicitamente nipponica.

In questo spot, dal titolo Superflat Monogram, si vede dalle prime immagini una bambina che si trova di fronte ad un negozio della maison, dalla cui vetrina si intravedono alcune borse; tiene un cellulare in mano, e sembra stia aspettando qualcuno. Ad un certo punto il telefonino le scivola dalla mano, e viene prontamente raccolto da uno strano personaggio, simile a un panda, rappresentato anch’esso sotto forma di cartoon. Il panda però non rende il cellulare alla bambina, bensì lo ingoia, cogliendola così di sorpresa; dopo qualche istante, però, ella comincia a colpirlo ripetutamente con i suoi piccoli pugni sul torace. L’animale, completamente insensibile ai deboli colpi della bambina, ingoia anche quest’ultima, trasportandola in un mondo fantastico. Ella così scivola entro un tunnel dove scorrono veloci una moltitudine di colori, fino a cadere su un prato pieno di fiori animati e sorridenti. Sul prato è presente anche una roccia dai colori pastello su cui cresce una pianta di bambù, mentre intorno scorrono i monogrammi della maison francese. Il panda a questo punto riconsegna il cellulare alla bambina, che si trova magicamente

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trasportata di nuovo al di fuori del negozio. L’idea è quella che la piccola protagonista abbia vissuto un sogno ad occhi aperti, se non fosse che, quando apre il telefonino, vi trova dentro una foglia di bambù. In quell’istante arrivano un gruppo di bambini, gli amici che stava aspettando, e tutti insieme si allontanano dal negozio. L’intento commerciale che emerge dalla visione di questo spot invia un messaggio di invito a fare un viaggio in un mondo colorato e magico, attraverso l’acquisto di una borsa Louis Vuitton. La voglia di spensieratezza ed evasione è propria della società occidentale, che ha eliminato ormai i colori dal suo quotidiano in un mondo troppo schematico e costituito da regole. Murakami con la realizzazione di questo spot esorta a vivere con più leggerezza, e acquistare uno degli articoli prodotti dall’azienda è una sorta di “pass” per accedere ad una dimensione più allegra, colorata e frizzante.

L’intento commerciale è quindi evidente; inoltre l’artista stesso realizzerà delle tele sia con il soggetto anime dello spot sia con quello della stampa delle borse, rilevando ulteriormente il valore artistico di questo progetto.