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e la nascita della Croce Rossa

Dalla caduta di Napoleone I al secondo impero le cose non migliorano, le sanità militari rimangono strutture molto arretrate e quanto abbiamo letto di Pierre Boissier fotografa bene la situazione. Anche alla guerra di Crimea i soldati muoiono più di colera e di tifo che non eroicamente sui campi di battaglia. Tuttalpiù ci si occupa degli ufficiali e dei coman- danti e non della truppa.

Nel giugno 1859 siamo in piena seconda guerra di indipendenza italia- na e Napoleone III comanda le armate alleate, di Francia e Piemonte, contro l’Austria. La mattina del 24 giugno 1859 inizia una della più grandi battaglie del XIX secolo, forse seconda solo a Warteloo. È certo che la sera del 24 giugno Henry Dunant si trovava a Castiglione delle Stiviere ed il 25 era spettatore di uno dei più grandi macelli del XIX secolo.

La Battaglia (4-5-6-7)

Per capire l’orrendo macello di cui fu spettatore accorato il nostro gio- vane Henry bisogna calarsi in quegli anni di metà ottocento, quando con la guerra di Crimea (1853-56) la potenza delle armi da fuoco divenne estremamente devastante.

rigati lasciavano poche speranze di recupero agli obiettivi colpiti. Gli stessi austriaci dovranno riconoscere l’assoluta supremazia dell’artiglie- ria francese a cannoni rigati:

• Al momento di firmare il trattato di pace di Villafranca, il feld-mare- sciallo Hess avrebbe confessato che gli austriaci alla battaglia di Solfe- rino avevano avuto 50.000 uomini messi fuori combattimento. Avreb- be aggiunto :” I cannoni rigati francesi decimavano le nostre riserve”. • È riportato dagli storici militari: “Per la prima volta, durante la cam- pagna, il nuovo cannone scanalato a spirale ebbe uno scontro regola- re con i cannoni austriaci di vecchio tipo.. e subito dopo fu chiara la superiorità dei nuovi cannoni francesi”.

La gettata dei vecchi cannoni ad anima liscia era decisamente più corta. Il 24 giugno 1859 si assisté dunque alla più imponente battaglia euro- pea dopo Lipsia. Gli schieramenti in campo furono massicci.

La sera del 22 giugno, 9 corpi d’armata, per un totale di 190.000 uo- mini con 500 cannoni guidati dal conte Schlick (2°Armata) e dal gene- rale Wimpfen (1°Armata) in presenza dell’imperatore Francesco Giusep- pe, ricevettero l’ordine per l’indomani mattina di passare il Mincio e di avanzare fino a prendere posizione sulle alture di S.Martino, Solferino e Cavriana fino alla piana di Medole.

Dall’altra parte gli Alleati, 150.000 uomini e 400 pezzi di artiglieria, la sera del 22, superata la linea del Chiese, si distendevano per non più di 20 chilometri da Desenzano a Carpenedolo incluso Castiglione delle Stiviere. Ala sinistra: Armata Sarda nei pressi di Lonato. Al centro: pri- mo Corpo di armata maresciallo Baraguay d’Hilliers, Guarda Imperia- le (Riserva), secondo Corpo d’Armata maresciallo Mac Mahon, quarto Corpo d’Armata generale Niel, tutti tra Castiglione e Medole. Ala de- stra: terzo Corpo d’Armata maresciallo Canrobert all’altezza di Castel- goffredo.

Il 23 giugno passò senza che le due imponenti armate avessero sentore della reciproca vicinanza.

All’imbrunire del 23, gli austriaci occuparono saldamente le alture di S.Martino, Solferino, Cavriana e Volta.

di, ma sembra probabile che un enorme maglio fissato all’ala destra montagnosa e ben fortificata (S.Martino, Madonna della Scoperta e Pozzolengo, tenuti dall’8° Corpo d’armata, Gen. Benedeck.) e un cen- tro super rinforzato (a Solferino 5 Corpi di armata (1°,5°,7°,3° e 9°) si estendono fino a Cavriana e alla pianura) avesse con la sua testa, (ala sinistra) costituita da altri 3 Corpi di armata ( 10°,11° e 2°), il compito di aggirare il fianco destro alleato fino a costringere i franco-piemonte- si tra la linea del Chiese e il Garda annientandoli grazie anche all’apporto del Corpo guidato dal Principe di Lichtestein, uscito da Mantova il 24 giugno, ma che mai arriverà sul campo di battaglia ( somiglianza con Grouchy a Waterloo).

Una manovra superba che, acutamente intuita e temuta dal Marescial- lo Canrobert, comandante dell’ala destra francese, lo tenne in ansia per tutta la prima parte del 24 giugno, tanto da mettere in serio pericolo le posizioni al centro del Maresciallo Mc Mahon e del generale Niel che dalle dieci di mattina gli chiedevano aiuto. Solo alle 15 il Maresciallo Canrobert si recò di persona presso il gen. Niel e constata la critica si- tuazione, mentre dall’estrema sinistra austriaca nessuno sembrava ormai giungere, ordinò alla divisione Renaud e alla 1°brigata della divisione Trochu di stringere al centro venendo finalmente in aiuto al generale Niel. Erano le 16 del 24 giugno. L’operazione stritolante e avvolgente della potente ala sinistra austriaca non avvenne mai e la battaglia fu vinta dagli alleati grazie alla brillante intuizione di Napoleone III di sfondare al centro, a Solferino.

La sera del 23, due potenti eserciti si trovarono schierati a pochi chilo- metri di distanza senza che né l’una né l’altra parte avesse cognizione della reciproca postazione.

La mattina presto, anche per prevenire il caldo, gli alleati, dopo un po- vero rancio, marciarono pensando di avventurarsi in un territorio sguar- nito ed invece andarono incontro ad una battaglia frontale che sarà delle più sanguinose. Anche gli austriaci pensavano di riprendere la marcia dopo la consumazione del rancio e di avanzare in giornata fino al Chie- se, ma già all’alba si ebbero i primi scontri. Iniziò così una grande bat- taglia di impatto fra 300.000 uomini e 900 cannoni che si fronteggia-

rono “lungo una linea di combattimento di estensione, al massimo, di 5 leghe (circa 10 chilometri). Lo scontro durò oltre 15 ore”.

La descrizione della battaglia non è qui possibile e rimando ai testi cita- ti.

Lo spettacolo della battaglia cambierà la sua vita ! Vi leggo solo alcuni brani del libretto che H.Dunant scrisse e pubblicò a sue spese nel 1862 e che poi fece il giro di tutte le corti di Europa e del Mondo, tradotto in venti lingue : Un Souvenir de Solferino.

Trattamento dei prigionieri

A San Martino, un officier de bersagliers, le capitaine Pallavicini, est blessé, ses soldats le reçoivent dans leurs bras, ils le portent et le dépo- sent dans une chapelle où il reçoit les premiers soins, mais les Autrichiens, momentanément repoussés, reviennent à la charge et pénètrent dans cette église ; les bersagliers, trop peu nombreux pour résister, sont forcés d’abandonner leur chef ; aussitôt des Croates, saisissant de grosses pier- res qui se trouvent à la porte, en écrasent la tête du pauvre capitaine dont la cervelle rejaillit sur leurs tuniques.

Lo strazio dei feriti e dei soccorsi

Un Tyrolien qui gisait non loin de leur bivouac, leur adressait des sup- plications qui ne pouvaient plus être exaucées, car l’eau manquait entière- ment ; le lendemain matin on le trouva mort, l’écume à la bouche et la bouche pleine de terre ; son visage gonflé était vert et noir ; il s’était tor- du dans d’atroces convulsions jusq’au matin, et les ongles de ses mains crispées étaient recourbés.

Ici est un soldat, entièrement défiguré, dont la langue sort démesurément de sa mâchoire déchirée et brisée ; il s’agite et veut se lever, j’arrose d’eau fraîche ses lèvres desséchées et sa langue durcie ; saisissant une poignée de charpie, je

la trempe dans le seau que l’on porte derrière moi, et je presse l’eau de cette éponge dans l’ouverture informe qui remplace sa bouche. Là est un autre malheureux dont une partie de la face a été enlevée par un coup de sabre: le nez, les lèvres, le menton ont été séparés du reste de la figure ; dans l’impos- sibilité de parler et à moitié aveuglé il fait des signes avec la main, et par cette pantomime navrante, accompagnée de sons gutturaux, il attire sur lui l’attention ; je lui donne à boire et fais couler sur son visage saignant quel- ques gouttes d’eau pure. Un troisième, le crâne largement ouvert, expire en répandant ses cervelles sur les dalles de l’église ; ses compagnons d’infortune le repoussent du pied parce qu’il gêne le passage, je protège ses derniers mo- ments et recouvre d’un mouchoir sa pauvre tête qu’iI remue faiblement en- core.

L’esempio

Mais les femmes de Castiglione, voyant que je ne fais aucune distinction de nationalité, suivent mon exemple en témoignant la même bienveillance à tous ces hommes d’origines si diverses, et qui leur sont tous également étrangers. « Tutti fratelli », répétaient-elles avec émotion. Honneur à ces femmes com- patissantes à ces jeunes filles de Castiglione!

Il Souvenir de Solferino è un libro ispirato (6):

En écrivant silencieusement le Souvenir de Solferino, j’étais comme soulevé hors de moi, dominé par une force supérieure et inspiré par le souffle de Dieu. Dans cette émotion contenue dont mon âme était remplie, j’avais un senti- ment d’intuition confus quoique profond, que mon travail était un instru- ment de Sa Volonté, pour arriver à l’accomplissement d’une oeuvre sainte destinée dans l’avenir à des développements infinis pour l’humanité. Grande Successo! A Ginevra G.Moynier, presidente della Società di pubblica utilità, avvicina Dunant. È il 9 febbraio 1863, nasce il Comi-

tato dei Cinque (fig.Comitato).

A ottobre ( 26 ottobre 1863 ) 1°grande conferenza preparatoria diplo- matica

convocata d’arbitrio da Dunant il 15 settembre dello stesso anno dal Congresso di Statistica di Berlino. (6 - 12 Settembre 1863). [ pag.56 Memorie].

Due erano le proposte chiave:

- La costituzione delle Società nazionali di soccorso ai feriti (questo solo voleva Moynier)

- La neutralità dei feriti e delle persone e strutture connesse (Con questo Dunant lo scavalca)

La conferenza è un grande successo. Si prepara allora una conferenza plenipotenziaria. 25 stati sono convocati, 16 vi partecipano, 4 non fir- mano ( non ne hanno i poteri pg. 82 Memorie), Gran Bretagna, Stati Uniti, Sassonia e Svezia, che firmeranno dopo ( 1870, pg. 67 Memorie). Brasile, Grecia, Messico e Turchia si rammaricano di non aver potuto partecipare, ratificheranno dopo.

Il delegato russo arriverà in ritardo, anche la Russia ratificherà dopo. I 12 che firmano: Baden, Belgio, Danimarca, Spagna, Assia , Francia, Paesi Bassi, Italia, Portogallo, Prussica, Wurtember e Svizzera.

La conferenza diplomatica è un altrettanto grande successo. Nasce la 1°Convenzione di Ginevra

6 -22 Agosto 1864.

Gli anni dopo il ’64 sono anni di grande attività per il Dunant, ma an- che di rovesci finanziari , tutto preso dalle sue grandi idee umanitarie porterà alla bancarotta le sue società.

Nel ’67 è la bancarotta, diventa un barbone, viene cacciato dalla Croce Rossa:

Moi aussi, après mes revers de fortune vivant de la vie des plus humbles et supportant sortes de privations

bouchées un pain d’un sou

cache dans leur poche »

J’ai été de ceux qui noircissent leurs habits d’une plumée d’encre

et blanchissent leur col de chemise

avec de la craie. Comme ceux pauvres hommes qui mettent du papier

dans un chapeau usé râpé

devenu trop grand

et dont les souliers prennent l’eau

Verrà perseguitato ed impedito di cercare di riparare il suo danno eco- nomico, poi il crollo e la morte del suo grande protettore, Napoleone III, gli chiude ogni speranza.

Nel 1873 Moynier, primo presidente della Croce Rossa, nel suo libro “ I primi dieci anni” non lo nomina mai.

Alla fine del secolo egli è un uomo distrutto e isolato da tutti, sull’orlo della follia.

Finalmente nel 1895 un giornalista svizzero tedesco, George Baumber- ger, lo incontra nel piccolo pensionato di Heiden .

Le sue condizioni fanno il giro del mondo. Personaggi illustri si occu- pano di lui, nel 1901 gli viene attribuito il 1° premio Nobel per la pace. Moynier tenterà dì non farglielo attribuire e di farlo dare a lui e al Co- mitato Internazionale di Croce Rossa.

Conclusioni

H. Dunant si adoperò sempre per mantenere unite le due facce della sua grande idea:

• L’assistenza ai feriti che faceva capo ai comitati nazionali de Croix Rouge

• La parte pattizia sottoscritta dalle potenze internazionali (1°Conven- zione) Da essa sostanzialmente nascerà il DIU.

Ma Dunant non fu solo il padre della Croce Rossa:

- Costringerà le Sanità militari a rifondarsi. Basti pensare che il simbo- lo croce rossa è comune a tutte le sanità militari.

- Egli darà il via a un associazionismo internazionale che ha portato nel nostro secolo alla Società delle Nazioni poi ONU, alla FAO, all’OMS, alla Corte internazionale di giustizia, ecc. che dovrebbero regolare il mondo al posto della violenza e dei conflitti armati ( pag. 110 Memo- rie)

- È un grande letterato o meglio è un ottimo reporter di guerra . Il suo Souvenir può essere considerato il capostite della grande letteratura di guerra del XX secolo.

- È un pacifista convinto; scriverà nell’L’avvenir sanglant”(8-9-10-11) pagine di fuoco contro la guerra e il progresso scientifico e tecnologico al servizio della distruzione.

La trahison de la science

Ah! La guerre n’est pas morte ! Tout ce qui fait la gloire de votre prétendue civilisation sera employé à son service. Vos chemins de fer électriques, vos balIons dirigeables, vos bateaux sous-marins, insubmersibles, vos ponts-volants, vos photographies instantanées, vos télégraphes, vos téléphones, comme aussi d’autres inventions merveilleuses de Graham Bell ou d’Edison, la serviront admirablement à côté de vos engins homicides.

La prophétie

On verra mais sans pouvoir déterminer l’ordre successif des événements: des révolutions, avec l’anarchie, suivies de nouvelles tyrannies escamotées com- me les précédentes; une revanche, dont l’issue est impossible à prévoir dans le duel entre latins et germains, combat gigantesque qui se renouvellera pro- bablement et pour le malheur de tous; l’Europe entraînée dans une guerre générale, dont on ne peut dire les péripéties multiples et amènera sans doute le remaniement de sa carte ; les ambitions des Césars du Nord, l’invasion cosaque, en Occident, les complications asiatiques qui en résulteront; la gran-

de question d’Orient, avec tous ses dérivés, avec toutes ses difficultés, qui re- commencera plus intense et dont la solution semble plus éloignée que jamais; l’effondrement de l’empire ottoman ouvrant la porte à tous les imprévus ;

la formation possible d’une confédération slave, la création probable d’une confédération latine, ravivant les haines de races, amenant les persécutions des despotismes, et finalement leur renversement pour faire place à la révo- lution sociale universelle au milieu d’un monde à demi dépeuplé.

Le résumé reste ceci: du sang, du sang, encore du sang, du sang partout. È un profeta, si pensi alla sua fede nella donna di cui la figura dell’in- fermiera professionale è anche un suo prodotto.

Toutes les nations civilisées ont certainement le devoir et le désir de s’appli- quer à réaliser la pacification sociale.

Or, une pacification sincère et véritable - au point douloureux de tension où nous sommes arrivés, - ne semble guère désormais possible sans un profond mouvement d’évolution ascendante opéré dans l’avenir par l’influence de la femme.

Non seulement c’est par elle que doit paisiblement commencer ce grand mouvement ascendant de progrès moral destiné à remplacer l’idéal de la force par celui de la douceur et de la bonté ; mais c’est aussi par l’influence fémi- nine que doit se propager et se réaliser cet idéal plus juste d’une société meil- leure, pitoyable aux faibles aux déshérités.

C’est à la femme, aujourd’hui, qu’appartient la garde de la société, beaucoup plus qu’à ces vingt-deux millions de soldats européens, dont les baïonnettes brillent de Gibraltar aux Monts Oural et de Palerme à la Baltique. Profetizza le tragedie del nostro secolo con la sensibilità dei grandi spi- riti. Quindi la sua creatura, la Croce rossa, non è soltanto un organiz- zazione umanitaria, una grande struttura internazionale, una grande associazione potente con grande capacità di mezzi anche finanziari uni-

ca al mondo ad essere accreditata all’ONU, ma è soprattutto una gran- de Idea! A tutt’oggi la più grande idea umanitaria laica della storia , quella appunto nata dal «tutti fratelli» delle donne di Castiglione e dal sangue sparso sulle verdi terre di Solferino e San Martino

Bibliografia di riferimento

1. P.VANNI, D.VANNI, R.OTTAVIANI “L’assistenza ai militari feriti o amma- lati in guerra: onore a H.Dunant.” L’Arco di Giano, Rivista di medical huma- nities: bioetica e guerra. 2004 N°39, 99-119

2. P.VANNI, D.VANNI, M.G.BACCOLO, R.OTTAVIANI “ Nascita e svilup- po della prima grande idea umanitaria internazionale laica: la Croce Rossa”. Omaggio ad H.Dunant in Un ricordo di Solferino oggi a cura di C.Cipolla. Ed. Franco Angeli Milano 2003, 213 – 299.

3. G.BLOND “Storia della grande Armée” Rizzoli Ed. Milano 1981

4. H.DUNANT “Souvenir de Solferino”. Imprimerie Jules- Guillaume Fick 1862. Prima traduzione italiana di Luigi Zanetti 1863 a cura di P.Vanni et all. Qua- derni H.Dunant. Fondazione G.Ronchi. vol.XCIV, maggio 2008.

5. H.DUNANT “Un Ricordo di Solferino”Ristampa a cura del Comune di Sol- ferino. Ed.Sometti. Mantova 2001

6. DUNANT H. (2009) “Un Souvenir de Solferino”. Edizione critica italiana a cura di C. Cipolla e P. Vanni. Franco Angeli Ed. Milano.

7. H.DUNANT “Memorie” 2°edizione riveduta ed ampliata a cura di P.Vanni, M.G.Baccolo e R.Ottaviani. Sorbona Idelson Gnocchi ed. Napoli 2005. 8. H.DUNANT “Un Souvenir de Solferino suivi de l’Avenir sanglant” Préface de

D.de Rougemont. Textes choisis et présentés par D.C.Marcanton, (Inst.H.Dunant, Ed. L’Age d’Homme. Lausanne1969), p.161.

9. H.DUNANT “L’avenir sanglant” a cura di M.Mercier. Ed. Zoé, 1994. 10. R.OTTAVIANI, P.VANNI, D.VANNI, M.BARRA (2007) “H.Dunant il

pacifista”Atti della Fondazione G.Ronchi, LXII, n°2, pp.241-254.

11. R.OTTAVIANI, P.VANNI, M.BARRA (2007) “Il pacifismo di H.Dunant” Medicina nei secoli; Arte e Scienza vol.19/2 , 545-560.

Cronologia in breve della vita di H.Dunant

1828 Nasce a Ginevra da famiglia “aristocratica” e calvinista.

1838 Un’infanzia felice. Adora la madre che insieme alla scrittrice Bee-

cher-Stowe (capanna dello zio Tom) e a Florence Nigthingale saranno le tre grandi donne della sua vita.

1842 Va in collegio e riceve una formazione tutto sommato modesta

(solo religiosa?). Grande sensibilità. Da bambino aveva pianto alla vista dei condannati del Bagno penale di Tolone.

1848/1852 Svolge molta attività filantropica. Si iscrive alla Società della

Carità. Contribuisce a fondare le Unioni Cristiane.

1849 Apprendistato in banca.

1853/1859 Inizia a lavorare come imprenditore in campo economico

(in NordAfrica). Ha molto successo. Scrive due libri: uno sulla Tunisia (contro la schiavitù), uno su Napoleone III (di fatto a sua gloria).

1859 “Folgorazione” sulla via per Solferino, nascita dell’Idea di Croce

Rossa a Castiglione

1862 Nell’autunno esce Un Souvenir de Solferino è la traduzione della

folgorazione ed un successo europeo.

1863 (ottobre) Conferenza internazionale di Ginevra. Dunant segreta-

rio del Comitato promotore. L’idea prende corpo.

1864 (agosto) Conferenza diplomatica e Convenzione di Ginevra. L’idea

si stabilizza.

1867 Il tribunale di Ginevra dichiara Dunant fallito (1.000.000 di fran-

chi: un’enormità!). Egli presenta le dimissioni da Segretario del Comi- tato. Il 6 settembre le sue dimissioni sono accettate da tutto “anche come membro della C.R.”, È la sua sepoltura da vivo. G. Moynier la esegue.

1908/1910 Scrive il testamento. Lascia ogni suo avere in beneficenza o

a chi lo ha aiutato negli ultimi anni della sua vita. Al nipote Maurice, lascia tutta la documentazione scritta. Dichiara di voler essere cremato a Zurigo e che “1a successione sia sottoposta alla legislatura del Canto- ne di Ginevra, mio Cantone d’origine“.

Ricordo che lo stesso anno (infausto) si portò nella tomba (il 21 agosto a Ginevra) Gustave Moynier (cinquant’anni spesi bene per la nobile cau- sa) e F. Nightingale (il 13 agosto a Londra), mistica fiaccola delle infer- miere, ma estranea alla Croce Rossa.

Ringraziamenti

L’autore intende ringraziare sentitamente gli amici del Centro Interna- zionale di studi risorgimentali- garibaldini – Città di Marsala, prof. Sal- vatore De Simone, ing.Luigi Giustolisi e prof.Cristina Vernizzi, per la squisita ospitalità.

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