3. Il sistema cognitivo
4.1 La natura dei concetti e i legami con le categorie lessicali
Molta letteratura è stata prodotta sull‟esplicazione della natura dei concetti, interamente corroborata da una messe di dati proveniente da indagini serrate e lunghe in questo campo. Visto lo spazio limitato si dovrà necessariamente produrre una sintesi per focalizzare quelle che sono stati gli studi e i traguardi più significativi raggiunti, nonché i risvolti e le implicazioni che i risultati hanno comportato sia in termini di nuove concezioni sulla cognizione sia nella identificazione di percorsi educativi più efficaci per attivarla e favorirla.
Quando si pensa alla natura dei concetti si è volti ad identificare le proprietà che li caratterizzano. Secondo Cavallini(1995) la proprietà principale è quella che i concetti sono categorie universali (ibidem, pag 227), e quindi con questo termine si intende riferirsi ad un simbolo astratto e generale che racchiude tutte le caratteristiche più rilevanti, comuni a un gruppo determinato di oggetti o eventi. I concetti si formano perché il nostro pensiero separa nella realtà quello che è utile o essenziale da ciò che è superfluo, cioè le caratteristiche costanti da quelle variabili. Noi riconosciamo e classifichiamo gli oggetti sulla base dei concetti. Questo processo di schematizzazione dei dati percettivi rappresenta una grande economia di energia e di pensiero. I due processi fondamentali per giungere alla formazione di un concetto sono quindi l'astrazione e la generalizzazione. Secondo Pontecorvo (1983) e Carey (1985) la natura dei concetti non è così chiara e ben risolta, soprattutto quando si cerca di stabilire la relazione tra concetti e conoscenze e, in particolare per le scienze, tra concetti e teorie, le autrici affermano la natura contestuale dei concetti. Anche Langer e Wiser (1988) accanto a Pontecorvo e Carey sostengono a riguardo che i concetti non possono essere slegati dai sistemi di conoscenze e teorie,
sociali o individuali, nell‟ambito delle quali i concetti prendono forma. Ogni concetto è legato al corrispettivo quadro teorico ed è pura illusione tentare di concepire un concetto in astratto e avulso dal suo contesto conoscitivo. Queste concezioni hanno notevoli risvolti riguardo al processo di insegnamento/apprendimento e in tal senso sono direttamente legate alle teorie di Piaget, Bruner, Vygotsklj, secondo le quali la conoscenza della realtà e quindi il processo di apprendimento, è un processo costruttivo in cui i nuovi contenuti della conoscenza sono elaborati sulla base di quelli già esistenti che agiscono come un filtro in quanto ogni nuovo dato viene interpretato dal soggetto e non semplicemente registrato.
Sulla base delle concezioni citate quindi, la mente interpreta e organizza le esperienze, sistemandole all‟interno di una struttura più generale. In questo modo semplificando e ordinando in categorie sempre più generali fornisce un senso alle esperienze.32
Le attività organizzatrici sono la costruzione di copioni e di concetti. Secondo queste visioni un concetto è la rappresentazione mentale di un insieme di entità diverse, che vengono raggruppate sulla base di una proprietà comune o di una similitudine.
La formazione dei concetti, quindi, modella la complessità del reale favorendo la trasformazione del mondo in un‟estensione cognitiva afferrabile assicurando la sua comprensione soggettiva/intersoggettiva attraverso categorie culturalmente condivise e per mezzo di stretti legami che si stabiliscono tra concetti e la creazione del linguaggio è
32 In Pedagogia on-line/SIS, 2002, U. Margiotta, nella seconda lezione sul tema “genesi e sviluppo delle
teorie della mente in J. Bruner” e precisamente nella spiegazione del modello “HIP” mette in evidenza i meriti che l‟approccio HIP ha avuto sugli studi dell‟apprendimento proprio riguardo al “…ruolo dei processi attivi di elaborazione compiuti dall‟individuo e allo sviluppo di metodologie in grado di non limitarsi ad una generica descrizione della attività cognitiva umana, ma di precisare, natura limiti e relazioni dei processi sottostanti”. Come avviene la trasformazione dell‟informazione esterna‟ Come viene selezionata, ridotta? Come viene elaborata? Come interpretata e immagazzinata sotto forma di rete concettuale? Il modello del flusso di informazioni(F.I.) con la strutturazione di registri sensoriali e “magazzini” STS e LTS, nonché una serie di operazioni di controllo poste in STS influenzano i trasferimenti da STS verso LTS. La relazione tra stimolo ricevuto e conoscenze possedute si arriva al risultato di decifrazione di un numero elevato di caratteristiche globali e particolari dello stimolo. “L’elaborazione messa a punto dal sistema uomoserveimplicitamente ed
esplicitamente per immagazzinare informazionie per la trasformazione in traccia mnesica recuperabile all’occorrenza”.
possibile condividere e favorire la circolarità dei significati tra soggetti appartenenti allo stesso gruppo culturale.
La formazione dei concetti ha un evidente legame con le definizioni verbali, ma questo è, secondo molti studi, a partire da quelli di Vygotsklj, preceduto da una iniziale formazione preverbale in bambini in cui si è osservata una buona capacità di categorizzare e la categorizzazione avviene su base sia funzionale, sia percettiva, sia astratta; con il procedere dello sviluppo i concetti subiscono cioè una organizzazione gerarchica.
Da un punto di vista formale, la natura dei concetti implica che di essi sia data una definizione esplicita e quindi che siano in stretta relazione reciproca con la lingua.
Vergnaud (1985-1987-1990) nel suo lavoro sui concetti matematici, mette in evidenza proprio questo fatto”…un concetto non è un concetto finchè non ha un nome” (1987 pag 52) riferendosi specificatamente all‟ambito scientifico, ma la validità di questa affermazione si può assumere come generale. La sola etichetta però, non basta a determinare un concetto, perché è indispensabile un legame imprescindibile con il significato, i concetti scientifici sono caratterizzati da l‟univocità dei significati mentre tutti gli altri concetti richiedono la determinazione della gamma dei significati (Newman et al. 1989, Nelson 1986). Quindi, ogni concetto comporta la connessione tra definizione e segni e tra definizioni e razionalità. Queste sono le due condizioni fondamentali affinchè una idea più o meno precisa si modelli in concetto perfettamente significato.
Nella letteratura si è operato una distinzione tra concetti e schemi e messo in evidenza che strategie funzionali come segni e definizioni razionali consapevoli determinano i concetti per cui a differenza degli schemi essi implicano una competenza conoscitiva e dunque linguistica. Gli schemi rappresentano delle strutture che organizzano i contenuti di conoscenza non consapevole e sono modellati “dall‟esperienza percettiva e inconscia, con stretto legame al senso comune” (Cavallini,1995, pag
231). Newman ed altri parlano infatti di “funcional or thematic or relational a proposito degli schemi, mentre si esprimono in questi termini a proposito dei concetti: “taxonomic or categorial” (Newman e AA. VV, 1989, pp123).
Anche Nelson (1986 pp1-19) mette in evidenza il carattere contestuale e percettivo degli schemi distinguendolo da quello sistematico e astratto dei concetti.
Stando a quanto affermano questi autori si deduce, ad esempio, che sono di tipo razionale o logico oppure, in senso più generale sistematico astratto, le categorie di formazione dei concetti biologici come quelli che portano a categorizzare, in zoologia, i delfini e i pipistrelli tra i mammiferi invece che, rispettivamente, tra pesci e uccelli; sono dello stesso tipo quelli che portano a classificare nello stesso philum degli uccelli, struzzi, quaglie e aquile, mentre appartengono a categorie non
razionali, percettive o analogiche, quelle che portano a modellamento
di concezioni generali che inducono a credere che “tutti gli organismi marini siano pesci” e quindi che il delfino e la balena lo siano ( Lindsay e Norman, 1983). Allo stesso tipo di categorie appartengono quelle che conducono al modellamento di concezioni specifiche che inducono convinzioni tipo “i gamberi sono pesci” secondo la categoria “sono in vendita in pescheria” (Luccio, 1991). “Gli attributi definienti dei concetti devono essere ben stabili, espliciti, chiari, inequivocabili. Le classi concettuali hanno confini precisi…non consentono sovrapposizioni anche solo parziali di altre classi o assegnazioni di individui incerti. I concetti rispondono al bisogno di precisare le forme di organizzaione razionale i senso stetto e disciplinare delle conoscenze e permettono di interpretare le nozioni disciplinari in modo puntuale ed idoneo ad orientare nella rete delle loro relazioni sistematiche, e delle procedure con cui sono definite o definibili ed elaborate o elaborabili” (Cavallini, 1985, pag 232).
4.2 Interazione sociale, cultura, lingua e categorizzazione