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NEONATO DA MADRE CON SGB ASINTOMATICO

Nel documento Percorsi Assistenziali Neonatologici (pagine 142-147)

La profilassi è considerata completa se è stata somministrata alla donna almeno una dose di antibiotico ev 4 ore prima del parto.

NEONATO DA MADRE CON SGB ASINTOMATICO

PROFILASSI INTRAPARTUM COMPLETA PROFILASSI INTRAPARTUM INCOMPLETA O NON ESEGUITA EG > 35 sett. ƒ Nessuna valutazione ƒ Nessuna terapia ƒ Osservazione per 72 ore EG < 35 sett. ƒ Emocromo, PCR, Emocoltura, Urinocoltura ƒ Osservazione per 72 ore EG < 35 sett. ƒ Emocromo, PCR, Emocoltura, Urinocoltura ƒ Terapia antibiotica empirica ƒ Se esami e colture normali sospendere terapia dopo 72 ore EG > 35 sett. ƒ Emocromo, PCR, Emocoltura, Urinocoltura ƒ Osservazione per 72 ore Infettivolo gici

Percorsi Assistenziali Neonatologici Anno 2008

40. INFEZIONE NEONATALE DA LISTERIA

Background

L’agente eziologico è la Listeria Monocytogenes, un bacillo gram positivo, anaerobio facoltativo, intracellulare facoltativo.

L’incidenza è dello 0,1-11,3 casi/1.000.000 di persone. La mortalità è del 20%.

La trasmissione avviene attraverso alimenti contaminati, in particolare: latte non pastorizzato, formaggi molli e/o fermentati, wurstel, pollame, molluschi e pesce crudo, verdure crude. Le donne in gravidanza sono 20 volte più suscettibili alla malattia che può manifestarsi in modo aspecifico (sintomi simil-influenzali).

Clinica

La sintomatologia alla nascita può simulare una sindrome respiratoria (post-asfittica, SAM

o polmonite), una sepsi “early onset” o un’infezione del sistema nervoso centrale.

Diagnosi

Il gold standard per la diagnosi sono gli esami colturali (emocoltura, urinocoltura, puntura

lombare).

, Esistono dei test per valutare la virulenza dei ceppi di Listeria Monocytogenes inoculando il siero infetto in topi a livello gastrico e/o peritoneale, oppure mediante PCR-RFLP (reazione a catena della polimerasi-polimorfismo da lunghezza dei

frammenti di restrizione) dei geni associati alla virulenza (internalina A e B, listerolisina O, fosfolipasi I e C, attivatore di PC-PLC) o PFGE (Pulsed field gel electrophoresis).

Provvedimenti assistenziali

1. Figlio di madre con infezione certa e trattata in modo idoneo: ) Nessun controllo nè terapia

2. Figlio di madre con infezione certa trattata in modo incompleto o non trattata: ) Esami diagnostici

) Trattamento con Ampicillina + Gentamicina per due settimane (per 3 settimane

se meningite) (per dosaggi vedi Sepsi)

In caso di impossibilità all’uso delle beta-lattamine utilizzare Cotrimossazolo o Imipenem (per dosaggi vedi Sepsi)

3. Neonati con infezione neonatale da Listeria: vedi Sepsi neonatali

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1. Posfay-Barbe KM et al. Listeriosis. Pediatr Rev 2004 ; 25:151-159

2. Ichiba H et al. Neonatal listeriosis with several respiratory failure responding to nitric oxide inhalation. Pediatr Int 2000;42:696- 698

3. American Academy of Pediatrcs. Red Book (VI edizione italiana) 2006, pagg. 520-526

Infettivolo

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41. SIFILIDE CONNATALE

Background

L’agente eziologico della sifilide è il Treponema Pallidum (spirocheta). La prevalenza nelle gestanti in Europa è dello 0,005% (nei paesi a rischio la prevalenza è 3-18%); il 40% dei soggetti contagiati durante la vita fetale muore in utero e il 60% nasce con sifilide congenita. L’ incidenza della sifilide congenita, in Europa, è di 5/100.000 nati vivi.

Le conseguenze dell’infezione materna possono essere ostetriche (aborto, parto pretermine), fetali (idrope, epatosplenomegalia, morte intrauterina) e neonatali (morte neonatale, sifilide congenita,

sequele tardive).

La trasmissione materno-fetale può avvenire in qualsiasi momento della gravidanza e in ogni stadio della malattia e può avvenire per via ematogena, transplacentare, per contatto diretto al momento del parto con le lesioni genitali materne e/o durante l’ allattamento (in caso di lesioni sifilitiche al seno).

Manifestazioni cliniche

Sono presenti due forme cliniche:

• forma precoce in cui il neonato può presentare eruzione bollosa in sede palmo- plantare, linfoadenopatia generalizzata, epatosplenomegalia, facies vecchieggiante, coriza muco-purulenta o emorragica, idrocefalo, convulsioni, tipici segni radiologici delle ossa lunghe (lesioni osteolitiche delle metafisi)

• forma tardiva che si presenta con la triade di Hutchinson (denti di Hutchinson,

sordità neurosensoriale, cheratite interstiziale), ritardo mentale, convulsioni, atrofia ottica,

paralisi, anomalie ossee (tibia a sciabola, naso a sella, bozze frontali).

Test diagnostici

Esistono due tipi di test:

• Test non treponemici: VDRL (Veneral Disease Research Laboratory) e RPR (Rapid

PlasmaReagin). Sono poco costosi e di facile esecuzione, ma poco specifici e usati

come test di screening. In caso di positività devono sempre essere confermati dai test treponemici.

• Test treponemici: FTA (assorbimento anticorpi treponemici in fluorescenza), TPPA (emoagglutinazione per anticorpi antitreponemici).

Altre indagini che si possono effettuare sono: l’osservazione diretta al microscopio del

materiale biologico, l’esame della placenta con immunofluorescenza per identificare il Treponema, l’esame delle secrezioni nasali o delle lesioni sospette del neonato con immunofluorescenza.

Vanno inoltre eseguiti al neonato: emocromo, funzionalità epatica e pancreatica,

Infettivolo

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P

ROTOCOLLO

A

SSISTENZIALE

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1. Michelow IC et al. Central nervous system infection in congenital syphilis. N Eng J Med 2002; 346:1972

2. Wendel GD Jr et al. Treatment of syphilis in pregnancy and prevention of congenital syphilis. Clin Infect Dis 2002; 35 (suppl 2): 200

3. Centre for Disease Control. Sexually transmicted disease treatment guidelines 2002. MMWR; 51/RR6:25-29 4. American Academy of Pediatrcs. Red Book (VI edizione italiana) 2006, pagg. 520-526

FIGLIO DI MADRE CON INFEZIONE LUETICA

in GRAVIDANZA

, La madre ha effettuato terapia con Penicillina benzatina (2 dosi da 2,4 milioni di U im oppure 4 dosi da 1,2 milioni di U im ogni 7gg) nei primi 8 mesi di gravidanza.

, Ha fatto un prelievo per VRDL nel 3° trimestre e al momento del parto e il titolo di VDRL è diminuito di almeno 4 volte il valore iniziale

No valutazione neonato NESSUNA TERAPIA

La madre ha fatto la terapia, ma il titolo non è diminuito di almeno 4 volte il valore iniziale, oppure non ha effettuato la terapia

) Valutazione obiettiva del neonato

) Emocromo, ast, alt, amilasi, esame urine

) Esame liquor

) Rx ossa lunghe

) VDRL, FTA, TPPA

) Ecoencefalo

Se tutto negativo, NO TERAPIA

Se almeno 1 dato positivo, terapia con penicillina benzatina (50.000 U/kg/dose ogni 12 h ev x 7 gg poi ogni 8 h x 3 gg) oppure penicillina G procaina (50.000 U/kg/dose im ogni 24 h x 10 gg)

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Infettivolo

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42.

NEONATO FIGLIO DI MADRE CON INFEZIONE DA HCV

Background

Il virus dell’epatite C (HCV) è un virus a RNA con grande eterogeneità ed elevato numero di mutazioni, cosicchè parecchie varianti possono coesistere nello stesso paziente. Non è stato possibile fino ad oggi, coltivarlo in vitro anche se ora è disponibile la sequenza dell’intero genoma.

L’incidenza globale di infezione varia tra 1-10/100.000 ogni anno, ma nei paesi sviluppati l’incidenza sta progressivamente decrescendo a seguito del controllo del rischio iatrogeno.

La trasmissione dell’HCV può avvenire attraverso trasfusioni di sangue o emoderivati ottenuti da persone infette. Il rischio attuale di trasmissione trasfusionale è inferiore a 1/200.000 unità. Il tasso di trasmissione sessuale è stimato circa al 5%.

Il rischio di trasmissione verticale, è in Italia del 5%, ma il rischio è più elevato (circa

15%) per le donne in cui coesiste una viremia sia per HCV che per HIV. Il rischio non

varia in relazione alla modalità del parto (stessa percentuale di rischio tra parto spontaneo e

cesareo).

Diagnosi

Non esistono ad oggi kit commerciali per rilevare l’antigene di superficie dell’HCV, anche se sono stati sviluppati metodi molto sensibili per la proteina core dell’HCV.

La ricerca dello RNA virale è il gold standard per la diagnosi di infezione in atto. I test diagnostici utilizzati sono:

, Test sierologici

) ELISA - immunoassay enzimatico - (EIA test)

Rileva le IgG anti HCV (anticorpi contro le proteine virali) sul siero tramite test immunoenzimatico. È considerato un test di screening.

) Immunoblot ricombinante (RIBA)

Rileva le IgG anti-HCV su siero tramite metodo immunoblot ricombinante (in grado di rilevare una reattività verso due o più antigeni HCV in differenti regioni del

genoma). È un test di conferma del precedente e va sempre effettuato nel caso

in cui l’ELISA sia venuto positivo.

) Attualmente non sono disponibili test per le IgM. , Test molecolari

) Ricerca qualitativa dell’HCV RNA

Si effettua mediante reazione a catena della polimerasi (PolyCR), previa retrotrascrizione (RT-PCR) o TMA (Transcription Mediated Assay). La presenza

Infettivolo

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Provvedimenti assistenziali

I neonati da madri HCV positive devono essere sottoposti a screening per HCV.

Vista la presenza in circolo di anticorpi materni almeno fino al 12° mese di vita, i neonati devono essere sottoposti alla ricerca di RNA virale e solo dopo il 12° mese di vita si può procedere alla ricerca degli anticorpi anti HCV.

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