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Fin qui è stato ampiamente dimostrato come in URSS la ricezione della letteratura mondiale del XX secolo fosse principalmente limitata alla sola corrente realista nella sua variante progressista. Si potrebbe dire che, così come a partire dagli anni Trenta la critica cercò di inglobare nel sistema letterario sovietico la letteratura nazionale ottocentesca ascrivendola alla corrente del cosiddetto “realismo critico”555, allo stesso modo tentò di assimilare la letteratura straniera del novecento556. Un sostanziale impulso a questa tendenza fu certamente dovuto al pensiero critico di György Lukács che considerava il contributo del realismo critico fondamentale per lo sviluppo del socialismo poiché – al pari di tutte le rappresentazioni realiste – esso offriva degli spunti di riflessione utili alla critica marxista del capitalismo perorando, in tal modo, la causa socialista:

In no other aesthetic does the truthful depiction of reality have so central a place as in Marxism. This is closely tied up with other elements in Marxist doctrine. For the Marxist, the road to socialism is identical with the movement of history itself. There is no phenomenon, objective or subjective, that has not its function in furthering, obstructing or deviating this development. A right understanding of such things is vital to the thinking socialist. Thus, any accurate account of reality is a contribution – whatever the author’s subjective intentions – to the Marxist critique of capitalism, and is a blow in the cause of socialism.557

552 Sulla trasformazione dell’intera produzione socialista in un prodotto ideologicamente significante, sulla mitizzazione

e la conseguente feticizzazione del lavoro e della produzione come risultato della politica economica socialista si veda: E. Dobrenko, Politekonomija socrealizma, op. cit., pp. 363-373.

553 E. Dobrenko, Literaturnaja kritika i institut literatury epochi vojny i pozdnego stalinizma: 1941-1953, op. cit., p. 402. 554 E. Dobrenko, Politekonomija socrealizma, op. cit., p. 28.

555 Per un approfondimento si veda: E. Magnanini, Era veramente «critico» il realismo? Una discussione sulle peculiarità della letteratura russa dell’800, «Annali Ca’ Foscari», 1-2 (1982), pp. 85-107.

556 Si veda: A. Ivaščenko, Socialističeskij realizm i sovremennaja zarubežnaja literatura, «Voprosy literatury», N. 5

(1959), pp. 77-103; V. Dneprov, Sovremennyj kritičeskij realizm i problema novatorstva, «Voprosy literatury», N. 2 (1959), pp. 40-70.

557 G. Lukács, Critical Realism and Socialist Realism, in The Meaning of Contemporary Realism, London: Merlin Press,

121 Pertanto, pur riconoscendo la superiorità del realismo socialista sul realismo critico dovuta alla sua capacità di rappresentare la realtà nel suo sviluppo rivoluzionario da una prospettiva interna al sistema socialista («critical realism’s inability to depict, from the inside, the social forces on which socialism is based»558), Lukács era a favore di un’alleanza tra le due correnti che, seppur diverse e per certi versi contrapposte, avevano altresì molto in comune («since genuine Marxism […] is based on the exploration of objective reality, it must be in the interests of Marxism to enter into a close alliance with critical realism»)559. Tale alleanza veniva investita di un profondo significato estetico ed ideologico, sicché avrebbe favorito gli interessi del marxismo grazie alla capacità del realismo critico di descrivere da un punto di vista non-socialista la realtà della nuova società offrendo così il proprio contributo alla lotta per il socialismo:

Critical realism is important because it can describe the reaction of the non-socialist to the new society, can depict its transforming power, its rich inherent complexity. Critical realism has thus a significant contribution to make to present-day literature and is an important ally of emerging socialism.560

L’argomentazione più interessante offerta da Lukács in favore della collaborazione e del reciproco scambio fra il realismo socialista ed il realismo critico risiedeva non soltanto nell’arricchimento della prospettiva socialista che l’interazione tra queste due correnti avrebbe garantito in funzione dei caratteri nazionali che il movimento socialista possedeva nei diversi paesi (sia all’interno del blocco che al suo esterno); ma anche nella possibilità di approfondire – attraverso lo studio dei processi letterari – la conoscenza delle dinamiche in cui la rivoluzione del proletariato andava realizzandosi nelle società borghesi:

Each socialist movement has a particular national character. There is a close connection between a people’s achievement of nationhood and its decisive class struggles. This connection determines not only a nation’s particular fate, but also the character of its bourgeois and proletarian revolutionary movements. The evaluation of this process is, of course, properly the object of Marxist historiography. But literature, too, furnishes valuable insights.561

Come abbiamo già visto analizzando la risoluzione della seduta dell’Inostrannaja komissija dell’Unione degli Scrittori (23 giugno 1953)562 anche alle diverse correnti realiste progressiste straniere – pur sempre considerate nei termini di una variante del socrealizm – era riconosciuto un particolare carattere nazionale determinato da diversi fattori specifici, quali la tradizione letteraria dei

558 Ivi, p. 107. 559 Ivi, p. 108. 560 Ivi, pp. 108-109. 561 Ivi, p. 109.

122 singoli paesi (istoričeskij opyt svoej nacional’noj literatury)563, le modalità e lo stadio della lotta per il socialismo raggiunto dai singoli popoli (zadači i uslovija bor’by sboevo naroda)564. Nel caso della Francia, ad esempio, in quell’occasione si notava che gli scrittori progressisti attivamente impegnati nella lotta contro la reazione (aktivnye učastniki bor’by s reakciej)565, armati di una visione del mondo marxista-leninista (vooružënnye marksistsko-leninskim mirovozzreniem)566 e arricchiti dall’esperienza della letteratura sovietica (obogaščënnye opytom sovetskoj literatury)567 erano saldamente ancorati alle posizioni del realismo socialista (pročno stojat na pozicijach

socialističeskogo realizma)568. Pertanto, nonostante le aperture che a partire dagli anni Cinquanta la politica culturale sovietica cominciò a dimostrare nei confronti della letteratura straniera, anche nel caso della ricezione della letteratura italiana del XX secolo si riscontra la stessa tendenza all’omologazione ideologica e culturale. Se si analizza la critica sovietica, infatti, si nota il tentativo di assimilare l’intero processo letterario italiano enucleando alcune tematiche variamente riconducibili all’ideologia marxista-leninista e confinandolo, di fatto, nei limiti del realismo nella sua variante progressista569. In tal modo, del periodo fascista si dava conto soltanto di quelle opere riconducibili al realismo critico – come Gli indifferenti di A. Moravia; Tre operai (1934) di C. Bernari, primo romanzo italiano “di fabbrica”; Un uomo provvisorio (1934) di F. Jovine e

Conversazione in Sicilia di E. Vittorini – per poi passare al neorealismo del dopoguerra – con i suoi

C. Levi, R. Viganò, C. Cassola e I. Calvino tra gli altri – ed infine alla letteratura di denuncia degli anni del “miracolo economico” e della crisi dell’intelligencija – con opere quali La vita agra (1962) di L. Bianciardi, Il congresso (1963) di L. Bigiaretti e Il padrone (1964) di G. Parise.

Scrivendo a proposito del neorealismo in una monografia interamente dedicata all’argomento (Neorealizm v ital’janskoj literature)570, infatti, Zlata Potapova individuava nello stile e nella forma i tratti peculiari di quella corrente che era definita proprio nei termini di una “variante” nazionale e storica del realismo –

Итальянский литературный неореализм обладает своими оригинальными особенностями, которые отчетливо проявились и в содержании, и в форме послевоенной итальянской прозы – в авторской позиции, в тематике и выборе героев, в обрисовке образов и характеров, в соотношении субъективного и объективного начал в повествовании, в 563 Ivi, l. 4. 564 Ibidem. 565 Ibidem. 566 Ibidem. 567 Ibidem. 568 Ibidem.

569 Cfr.: C. Kin, Ital’janskij variant, in Mif, real’nost, literatura, Moskva: Sovetskij pisatel’, 1968, pp. 192-231. 570 Z. Potapova, Neorealizm v ital’janskoj literature, Moskva: Izd. Akademii nauk SSSR, 1961.

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композиции, стиле и языке. Все эти особенности, характерные для неореализма в его сильных и слабых сторонах, явились не чем иным, как национальной и исторической спецификой итальянской реалистической литературы – такой, какой она складывалась в послевоенный период, пройдя горнило второй мировой войны и Сопротивления.571

Le tematiche ricorrenti del realismo italiano – sia di quello critico che di quello impegnato – erano indicate nella critica sociale (movimento contadino e operaio, lotta di classe, crisi dell’intelligencija, critica della società borghese) e nell’antifascismo. Pertanto, se da un lato si operava la differenziazione tra il realismo socialista e la corrente realista italiana in virtù di alcune caratteristiche peculiari allo stile ed alla forma di quest’ultima, nel contenuto veniva sostanzialmente attuata un’assimilazione ideologica ai canoni del marximo-leninismo. A tal proposito basti pensare che l’origine dello sviluppo della tradizione realista progressista del Novecento veniva fatto risalire all’opera degli scrittori dell’“emigrazione antifascista” (pisateli antifašistskoj emigracii)572, primo fra tutti Giovanni Germanetto:

Двадцать лет фашизма привели итальянскую литературу, отгороженную и от собственного народа, и от прогрессивной зарубежной культуры, к застою, провинциализму и подражательному декадентству. Реалистическая традиция литературы развивалась писателями антифашистской эмиграции. Прежде всего следует назвать повесть писателя- коммуниста Джованни Джерманетто «Записки цирюльника» […]. Деятельница итальянского рабочего движения Тереза Ноче создала в эмиграции повесть «Юность, лишенная солнца» о судьбе рабочей молодежи. Писатель Амедео Уголини выступил в 1934 г. Со сборником рассказов «Фонарь» […]. В этих рассказах полных поэтичности, несмотря на обыденность сюжетов, прозвучало сочувствие к простым людям.573

Per quanto riguardava il dopoguerra, invece, si evidenziava il rifiorire di una letteratura maggiormente orientata ai temi sociali e in contatto con gli interessi di tutta la nazione (v kontakte s obščenarodnymi

interesami) in cui le tematiche prevalenti erano la Resistenza e il destino di tutte le classi sociali: В суровых буднях народной жизни, озаренных пламенем Сопротивления, итальянские писатели увидели глубокое историческое содержание. Как опытные мастера, так и начинающие авторы ощутили, что только в контакте с общенародными интересами можно создавать художественно значимые произведения. Изображение реальной действительности, судьба всех классов общества в результате исторических сдвигов, война

571 Z. Potapova, Neorealizm i literatura, in Neorealizm v ital’janskoj literature, op. cit., p. 43. 572 Ivi, p. 32.

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и Сопротивление, пути и дела людей – вот что стало основным содержанием послевоенного итальянского романа, повести, новеллы.574

In tal modo, al primo decennio del dopoguerra (1945-55) s’ascrivevano le opere in cui la lotta al fascismo e all’occupazione tedesca detenevano un posto di primo piano – come L’Agnese va a morire (1949) di R. Viganò, Il sentiero dei nidi di ragno (1947) di I. Calvino e I vecchi compagni (1953) di C. Cassola – e lo stesso avveniva anche negli anni successivi, quando le storie dei partigiani in lotta continuavano a popolare il panorama letterario italiano come nel caso della silloge Cinque storie

ferraresi (1956) di G. Bassani e La ragazza di Bube (1960) di C. Cassola. La lotta di classe era invece

individuata in opere quali Cristo si è fermato ad Eboli (1945) di C. Levi e Le terre del Sacramento (1950) di F. Jovine dove s’illustrava la condizione dei contadini italiani durante il fascismo e la loro battaglia per la terra. L’ingiustizia sociale e l’attivismo per la difesa dei diritti erano invece indagati nelle opere di D. Rea – Gesù, fate luce (1950) – e C. Bernari – Speranzella (1949); mentre la crisi dell’intelligencija e la delusione delle aspettative all’indomani del conflitto mondiale costituivano il fulcro tematico dei racconti lunghi di Calvino La speculazione edilizia (1957) e La nuvola di smog (1958). A completare questa panoramica della letteratura realista italiana, la critica sovietica rintracciava un altro tema ricorrente nell’alienazione e nella critica all’industrializzazione sfrenata che caratterizzò il cosiddetto “miracolo economico” degli anni Sessanta575:

В 60-е годы, когда так называемое «экономическое чудо» итальянского неокапитализма нарушило устоявшиеся человеческие связи, проблема отчуждения встала в литературе особенно остро. В произведениях, так или иначе затрагивавших соотношение «человек- производство», ответ давался однозначный: в обстановке современной экономической системы человек становится частью ее механизма, обезличивается; унижается его достоинство, фетишизируется сам технический прогресс, плоские идеалы материального довольства заменяют собой духовные ценности.576

A questo gruppo appartenevano, tra gli altri, la silloge di A. Moravia L’automa (1962) e il romanzo

Il padrone (1964) di G. Parise. Un’ultima caratteristica della “variante” realista italiana era altresì

individuata in quella particolare commistione di realtà e fantasia che trovava la sua massima espressione nei finali fantastici di alcuni capolavori del cinema neorealista, primo fra tutti Miracolo

a Milano:

[…] сказочность, и особенно сказочные финалы, отнюдь не противоречила поэтике неореализма. В пределах художественного произведения сказочность как бы стирала

574 Ivi, p. 38.

575 Cfr.: C. Kin, Literatura pered licom “industrial’nogo mira”, «Voprosy literatury», 4 (1963), pp. 178-185. 576 Z. Potapova, Ital’janskij roman segodnja, Moskva: Nauka, 1977, p. 92.

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противоречия между идеалами Сопротивления и порожденными им же социальными иллюзиями. После «Похитителей велосипедов» Де Сика и Дзаваттини создали «Чудо в Милане».577

Alla luce di questa analisi, quindi, possiamo concludere che la ricezione critica del neorealismo avvenne sotto l’egida di tre macro-categorie: l’antifascismo (letteratura della Resistenza), l’ideologia marxista (lotta di classe, alienazione, critica al capitalismo e all’industrializzazione, sviluppo economico e perdita dei valori) e il fantastico (skazočnost’).