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CAPITOLO IV. LA PROTEZIONE DEI DATI NELLA SOCIETA DELL’INFORMAZIONE

1. Il nesso tra società della conoscenza, diritto alla conoscenza e privacy

Società dell’informazione, società della conoscenza o società interconnessa, sono tutte espressioni comunemente utilizzate da sociologi, economisti, futuristi e saggisti per designare la società contemporanea. Dopo aver elevato la conoscenza al rango di bisogno primario428, Rodotà definisce la società della conoscenza “uno spazio sociale dilatato, senza precedenti nella storia dell’umanità, creato da Internet, identificato con la rete, dove si mescolano soggetti e fenomeni diversi, dove i ruoli possono cambiare vorticosamente e molti interessi trovarsi in conflitto” e “riempito da una infinita conoscenza”429.

428 Per arrivare a questa considerazione Rodotà fa riferimento ad un noto saggio dell’antropologo F. Remoti intitolato Fame di sapere, che nel testo diventa anche “fame di conoscenza”: emblematica la parola “fame” che indica un bisogno primario, che come tale se non viene soddisfatto conduce alla morte. Ecco allora il parallelo tra due tipi di morti possibili: la morte del corpo che avviene per mancanza di cibo e la morte della mente che avviene per mancanza di conoscenza. RODOTÀ S., Il diritto alla conoscenza, in Relazione conclusiva al Seminario della Scuola per Librai tenutosi presso la Fondazione Cini a Venezia, 2014. http://www.scuolalibraiuem.it/upload/documenti/1392903189.pdf

429 Rodotà ricorda che per le sue caratteristiche tale spazio viene definito da Giuliano Gallino come “bene pubblico globale” e frequentemente indicato anche come “bene comune liberamente accessibile da ogni persona”. Cit. Ibidem; Più pragmatica l’interpretazione di un altro autore che intravede nella società dell’informazione un mutamento epocale che si traduce nella pratica, nel passaggio da una società industriale a una società postindustriale “nella quale la conoscenza assume, nel ciclo produttivo di un impresa, un valore maggiore rispetto al passato, di quello riconducibile ai prodotti fisici o alle materie prime impiegate”; in tal senso l’autore definisce la società dell’informazione o della conoscenza, come “sistema economico e sociale globale nel quale il valore dell’informazione può addirittura arrivare a superare quello dei prodotti stessi”. OTRANTO P., Internet nell'organizzazione amministrativa: Reti di libertà, Cacucci Editore S.a.s., 2015. Cit. pp.53-54 [Come si legge in nota 3 p.54, l’autore rielabora il pensiero di M. Castells, The information age: Economy, Society and Culture. Vol III. End of Millenium, Blackwell Publishers, Oxford, 2003; interessanti anche gli altri due volumi che completano la trilogia del sociologo catalano sulla Network Society e sui fenomeni che stanno alla base di tale processo di mutamento epocale: Vol I The Rise of the Network Society,

Emblematica a questo punto la domanda che l’autore pone e che si può riassumere come segue: cosa vuol dire percorrere questo spazio infinito muniti di un diritto che nella fattispecie è il diritto alla conoscenza? Sarebbe errato fermarsi ad una prima conclusione immediata e pensare che diritto alla conoscenza significhi “diritto a qualsiasi conoscenza, in qualsiasi modo e forma”430, in particolare la conoscenza deve guardarsi dall’essere intrusiva431 ed è proprio in questo contesto che si riscopre secondo l’autore, l’importanza 1996 e Vol II The Power of Identity, 1997, per un primo approccio all’autore si legga un articolo pubblicato su il Quaderno di Comunicazione, rivista di dialogo internazionale, Mimesis, Milano diretta da A. Semeraro, disponibile al sitoweb: http://siba- ese.unisalento.it/index.php/quadcom/article/viewFile/5006/4376 ]; sulla stessa lunghezza d’onda un altro autore sostiene che l’avvento di internet abbia completamente trasformato le strutture della società: “Internet ha (…) accelerato il tramonto della società industriale - caratterizzata dai conflitti tra capitale e lavoro nell’ambito della produzione di beni- e ha favorito la nascita di nuove relazioni sociologiche collocate nella cornice dello scambio di informazioni attraverso apparati tecnologici” CARUSO C., L’individuo nella rete: i diritti della persona al tempo di internet, in Forum Costituzionale, 2013, disponibile online: http://www.forumcostituzionale.it/wordpress/images/stories/pdf/documenti_forum/paper /0406_caruso.pdf; per approfondimenti si veda anche un altro autore che analizza dettagliatamente i concetti di società dell’informazione e post-modernità: KUMAR K., Le nuove teorie del mondo contemporaneo. Dalla società post-industriale alla società post-moderna, Piccola Biblioteca Einaudi Ns (Traduzione di P. Palminiello), 2000.

430 Affermazione a cui l’autore arriva attraverso un ragionamento strutturato basato sul confronto tra passato e presente che porta alla luce una differenza sostanziale: in passato l’accesso al sapere “rifletteva una divisione netta tra produttori e consumatori di conoscenza”, oggi sappiamo che è impossibile tracciare una linea netta di demarcazione tra le due categorie o con parole dell’autore “tra questi due mondi” sempre più vicini, “siamo di fronte a un rapporto sempre più paritetico tra ricezione e produzione”, ogni utente o consumatore può improvvisarsi produttore modificando o arricchendo la conoscenza in rete tanto che la conoscenza si presenta e viene percepita “come conoscenza condivisa già all’origine, per il modo in cui viene prodotta e per il modo in cui è diventata accessibile, e per questo è sottratta alle regole che la costruivano come proprietà di qualcuno, chiudendola in cerchi ristretti o dominandola attraverso la censura”. RODOTÀ S., Op. Cit. Supra note 428.

431 L’autore specifica che questa tesi è dimostrata nei fatti attraverso infiniti esempi tra cui uno in particolare è rappresentato dal c.d. Datagate, o divulgazioni sulla sorveglianza di massa del 2013, ovvero la lunga serie di inchieste giornalistiche che ha portato alla rivelazione di operazioni di sorveglianza di massa poste in essere dall'Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense (NSA) in collaborazione con servizi di intelligence di altri paesi, sia nei confronti di cittadini e istituzioni statunitensi che stranieri, che rappresenta un esempio evidente di conoscenza intrusiva rispetto alla vita delle persone. Ibidem; per approfondimenti si leggano alcuni articoli riportati dal The Guardian, in particolare: GREENWALD G., NSA collecting phone records of millions of Verizon customers daily, The Guardian, 2013, disponibile online al sitoweb: https://www.theguardian.com/world/2013/jun/06/nsa-phone-records-verizon- court-order; GREENWALD G., MACASKILL E., Boundless Informant: the NSA's secret tool to track global surveillance data, The Guardian, 2013, disponibile online al sitoweb: https://www.theguardian.com/world/2013/jun/08/nsa-boundless-informant-global-

datamining; GREENWALD G., XKeyscore: NSA tool collects 'nearly everything a user does on the

internet', The Guardian, 2013, disponibile online al sitoweb:

https://www.theguardian.com/world/2013/jul/31/nsa-top-secret-program-online-data; interessante anche il seguente articolo riportato da The Washington Post: GELLMAN B.,

della privacy quale “diritto fondamentale da rispettare non tanto per garantire una sorta di diritto a separarsi dalla società che ciascuno di noi deve vedersi garantito, ma come tutela della libertà di ciascuno432, perché in quei casi433 la selezione, l’individuazione di determinati soggetti può determinare l’impossibilità di palesarsi all’esterno per ciò che effettivamente si è, perché c’è il rischio di essere immediatamente discriminati”434. In questi termini la privacy risulterebbe l’antidoto alla limitazione della libertà delle persone se guardassimo a questa limitazione come un male, e si tratterebbe della concretizzazione di un limite necessario alla conoscenza globale indiscriminata.

Dunque seppur oggettivamente difficoltoso, risulta necessario il raggiungimento di un equilibrio accettabile tra la libertà di informazione e di espressione attraverso la rete e la tutela della privacy o riservatezza.435