1.I.6 APPENDICE DELLE FONT
II. 1 «L E PITTURE DELLE CATACOMBE CONTENGONO RITRATTI ?»
II.1.3 Nicerus ai Santi Marcellino e Pietro
Uno dei cubicoli di IV secolo delle catacombe dei santi eponimi presenta l’unico caso in un contesto cristiano cimiteriale un intero spazio cubicolare dedicato alla defunta Nicerus. La donna è ritratta con il consorte, committente delle pitture all’ingresso del piccolo ambiente, come una sorta di cappella privata familiare.
Il programma figurativo di quest’ultima, mescola immagini votive a temi neo e veterotestamentari: Il Buon Pastore, come di consueto, campito al centro della volta e ai lati le Storie di di Giona. La vera eccezione qui è la “personalizzazione” della scelta dei temi cristiani incentrati su scene di miracolo, le quali scene sembrano alludere al vissuto reale di Nicerus. Nell’arcosolio di fondo (fg.55) sono rappresentate tre scene di miracolo, che hanno come protagonista una figura femminile, caratterizzano l’arcosolio di fronte all’ingresso del cubicolo detto “di Nicerus”410.
410 A.Nestori 1993, n. 65. Fig 55 Fig 56 Fig 57
132 Nella lunetta è rappresentata la “Guarigione dell’emorroissa”, nel sottarco, a destra, la scena della “Samaritana al pozzo”(fg.56), a sinistra, quella della Mulier inclinata (fg.57), mentre al centro, in una mandorla, è campita una figura femminile orante. La scena dell’emorroissa (fg.55 ) è dipinta entro una cornice rossa su un fondo bianco. Ai lati sono dipinti due identici motivi, composti da tralci sottili che partono da una sfera blu contornata di rosso, sulla quale spicca il pavone che fa la ruota. Cristo incede verso destra in direzione opposta alla donna velata che è in ginocchio ai suoi piedi: la figura è quella dell’emorroissa, rappresentata mentre trattiene il sottilissimo lembo di stoffa dalla veste di Colui che sta per compiere il miracolo di guarirla.
Nella scena campita a sinistra, Cristo è seduto su una roccia di fronte alla figura della Samaritana: il volto ha un’accentuazione espressionistica nella resa della passione della donna, evidenziata dall’andamento all’ingiù delle sopracciglia.
Il viso di Cristo è delineato con dettagli fisionomici piuttosto realistici, quali il naso a punta, la fossetta scura sotto la bocca semichiusa e il rosso accentuato della gota; diversamente, i tratti della samaritana sono semplificati ma intensi, gli occhi sotto le sopracciglia inarcate formano due triangoli tra loro simmetrici che indirizzano lo sguardo in alto e rendono l’espressione supplice.
A destra la scena della Mulier inclinata rappresenta la guarigione della donna malata,: nella scena Cristo le posa la mano destra sul capo della donna, sfiorandole la fronte, mentre la donna si china con il petto leggermente in avanti, tenendo le braccia rigide e tese lungo il ventre.
La chiave di lettura della scena principale, interpretata senza incertezze come il miracolo della Guarigione dell’emorroissa, è fornita esplicitamente dal gesto che fa la donna di toccare il lembo del pallio di Cristo. La scena traduce alla lettera l’episodio di Marco411, secondo il quale Cristo, sentendosi toccare il mantello, si volta per guardarsi
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133 intorno e subito dopo guarisce la donna, alla quale è sufficiente il minimo contatto per essere guarita. Cristo non ha nessun contatto con la donna, non viene raffigurato nel tradizionale gesto dell’impositio manum412, forse per evitare di ripetere una scena del tutto simile a quella vicino, della mulier inclinata . La rappresentazione di questo tema è piuttosto rara e nella pittura cimiteriale romana compare, forse, per la prima volta nel III secolo, nella controversa scena della cripta della Coronatio Catacomba di Pretestato413e in altre pitture della catacomba dei Santi Marcellino e Pietro414.
Nell’episodio della “Samaritana al pozzo”415, raffigurato sul lato destro dell’arcosolio, il ‘dialogo’ tra le due figure sembra figurativamente ‘silenzioso’, dove è percepibile una certa distanza gerarchica tra le due figure. Il miracolo della Mulier
inclinata dipinta nella parte sinistra del sottarco costituisce un vero e proprio unicum nel
panorama cimiteriale romano416; traduce in pittura l’episodio narrato dal Vangelo di Luca: Cristo nella sinagoga guarisce la “mulier quae habebat spiritum infirmitatis annis
decem et octo et erat inclinata”417. La scena rappresenta l’attimo appena precedente il miracolo, quando Cristo le si rivolge dicendo “mulier dimissa est ab infirmitate tua”, operando la guarigione attraverso il gesto dell’impositio manum418. L’interpretazione della scena in chiave battesimale419, si fonda sull’ipotesi della presenza dell’acqua, che sarebbe ‘citata’ dalla fascia verde del suolo su cui poggiano le figure420, anche se qui
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La medesima iconografia scolpita su un frammento di sarcofago a San Callisto (cfr. Bisconti 1991, p.83). 413 Ibidem 414 A. Nestori 1993, 52 n. 17, 60 n. 28, 62 n. 71. 415 Gv 4, 4-42. 416 E. Josi 1918-19, p. 80. 417 Lc 13, 10-13. 418 L. de Bruyne 1943, p. 113. 419 Ibidem, pp. 148-149. 420
La scarsa fortuna del tema della mulier inclinata, potrebbe essere dipesa dalla difficoltà di tradurre in immagine una scena di miracolo in cui l’unico elemento di riconoscibilità è affidato alla resa,
134 non siamo di fronte all’acqua ma quella su cui poggiano le figure è semplicemente la loro ombra portata421.
Lorenza De Maria sulla scorta mette in evidenza come l’episodio della Mulier
inclinata sia davvero un unicum nel panorama dell’iconografia cristiana422. Secondo la studiosa, sembra di poter ricondurre sia la scena della lunetta che quelle del sottarco, alla realizzazione di un programma unico. Il primo ad avanzare la tesi che la presenza di tre scene neotestamentarie, tutte riferibili a donne, fosse collegata ad una precisa volontà di dedicare la decorazione del cubicolo alla memoria della defunta a cui era destinata la sepoltura fu Peter Kirsch423. Ferrua giunse a collegare alla donna il nome “Nicerus”, nome che, attestato come femminile, ricorre nel graffito della parete sinistra: “Nicerus
bibat in Christo Primosus te amat”424.
Le due figure trovano collocazione, come si è detto, sulla parete di ingresso al cubicolo, secondo una disposizione gerarchica dello spazio tipica dei cimiteri cristiani: le interpretiamo come i ritratti dei due coniugi proprietari del sepolcro, che in atteggiamento orante si rivolgono verso l’arcosolio425; sono definiti in modo vivace e realistico, soprattutto il volto di Nicerus, che ha labbra carnose e occhi a mandorla con iridi verdi, la quale, per l’intensità dell’espressione, sembra avvicinarsi ad un vero e proprio ritratto fisionomico426.
tecnicamente problematica, dell’atteggiamento inclinato della donna, che qui è riassunto nel movimento, quasi bloccato, del corpo e nella rigidità della tensione delle braccia :cfr. L. De Maria 1992, p. 141. 421 Cfr.A.Ferrua 1970, p.58. 422 J. G. Deckers 1992, pp. 217-238. 423 J .P .Kirsch 1930, pp. 210-214. 424 A. Ferrua 1975, n. 16371; A. Ferrua 1970, p. 63. 425 E. Josi 1919, 83. 426
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