• Non ci sono risultati.

Norah Lange e la rivista Martín Fierro

Nella decade del 1920 ci fu una rottura estetica nell’ambiente intellettuale argentino. Una serie di trasformazioni politiche e sociali portarono alla necessità di un mercato editoriale moderno che, a sua volta, creò uno spazio propizio per l’apparizione delle prime avanguardie.

Un numero considerevole di intellettuali aveva approfondito i propri studi nel vecchio continente. In Europa questi giovani vennero influenzati dalle nuove correnti letterarie e, una volta tornati in patria, plasmarono le nuove avanguardie europee adattandone principi e forme alla loro terra, alla loro società, alla loro gente. A partire dal 1909, con il manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti61, cominciarono a prender piede i vari movimenti di rinnovamento come il surrealismo, il dadaismo, l’immaginismo e l’espressionismo che vissero e crebbero fino al 1920. Tra queste correnti si annovera anche l’ultraismo, nato in Spagna nel 1919 grazie a Guillermo de Torre, iniziatore del movimento che ebbe,

61

Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) arriva in Argentina nel giugno del 1926 dove organizza una conferenza in concomitanza con la Exposición de pintores modernos con opere di Norah Borges, Emilio Pettoruti, Xul Solar e Pedro Figari. Per omaggiare l’arrivo di Marinetti a Buenos Aires, la rivista Martín Fierro gli dedica un numero speciale (III Nos. 29-30, 8 giugno 1926), il numero comprende la riproduzione del manifesto di Marinetti e articoli che difendono la posizione politica del futurista italiano.

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

28

con caratteristiche proprie, un grande successo in Argentina, in modo particolare nella città di Buenos Aires62 dove venne importato da Borges.

Nel 1918, infatti, Jorge Luis Borges si sposta dalla Svizzera (dove aveva compiuto i suoi studi e dove era entrato in contatto con il dadaismo) alla Spagna dove collabora con riviste di stampo ultraista come Ultra. Nel 1921 torna nella sua città natale, Buenos Aires, dove diffonde i principi di quel movimento nato in Spagna ad opera di Guillermo de Torre.

Le riviste erano il miglior mezzo per poter diffondere quelle innovazioni letterarie importate dal Vecchio Continente e adattate alla propria terra. Nel 1921 alcuni artisti e scrittori porteños appesero ai muri della città fogli dove vi erano scritte poesie o stampati dipinti; in realtà quei fogli erano la revista mural Prisma, creata da giovani artisti desiderosi di far conoscere le proprie opere alla città di Buenos Aires. La rivista era diretta da Eduardo Gonzáles Lanuza63, Jorge Luis Borges, Francisco Piñero64 e Guillermo Juan65. Un anno dopo, Macedonio Fernández, Roberto Ortelli66, Norah Lange e alcuni poeti europei come Guillermo de Torre, Salvador Reyes67, Alberto Rojas Jiménez68 si unirono al gruppo che aveva fondato Prisma, collaborando alla creazione di una nuova rivista, Proa. Riferendosi a Proa, Borges afferma:

62

Mateo García Haymes, “Una vanguardia conservadora. La revista Martín Fierro ante la

emergencia de las industrias culturales (1924 – 1927)”, http://www.academia.edu.

63

Eduardo Gonzáles Lanuza nasce in Spagna, a Santander, nel 1900; a nove anni si trasferisce con i genitori a Buenos Aires, muore nella stessa città nel 1984. Era chimico industriale ma con una forte propensione per le materie letterarie. Tra le sue opere più famose La degollación de los inocentes (1938), Oda a la alegría y otros poemas (1949), Aires para canciones(1977); é stato anche autore di saggi come Variaciones sobre la poesía (1943) e Los martinfierristas (1961).

64

Francisco Piñero ultraista è uno dei fondatori delle riviste Prisma e Proa.

65

Guillermo Juan nato nel 1906 a Buenos Aires, muore nella stessa città nel 1966; partecipa al movimento ultraista e alla fondazione delle riviste Prisma, Proa e Martín Fierro. Era cugino di Jorge Luis Borges e di Norah Lange.

66

Roberto Ortelli, nato in Uruguay, era amico di Borges come testimonia un carteggio ritrovato; amministratore della rivista Nosostros, scrisse poesie, saggi e racconti. Tra le sue opere Cuentos de la

vida trágica (1924) e Miedo... (1925).

67

Salvador Reyes nato in Chile, collaborò con la rivista Proa.

68

Alberto Rojas Jiménez nasce a Valparaíso il 21 luglio 1900 e muore a Santiago del Chile nel 1934. La sua unica opera pubblicata in vita è Chilenos en París (1930). Ha collaborato ed è stato direttore della rivista Claridad .

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

29

Hartos estábamos de la insolencia de palabras y de la musical indecisión que los poetas del novecientos amaron y solicitamos un arte impar y eficaz en que la hermosura fuese innegable como la alacridad que el mes de octubre insta en la carne juvenil y en la tierra.69

Nell’estate del 1923 Evar Méndez e Samuel Glusberg70

organizzarono diverse riunioni per discutere sulla nascita di una nuova rivista: il Martín Fierro. A questi incontri assistevano intellettuali con poca esperienza, giovanissimi (tra i 20 e i 25 anni) figli della borghesia, entusiasti all’idea di partecipare alla creazione di quello che, senza che lo potessero immaginare, sarebbe diventato il principale organo di diffusione delle avanguardie ispanoamericane.

Nel febbraio del 1924, a Buenos Aires, viene pubblicato il primo numero della rivista Martín Fierro, uno degli organi più influenti dell’avanguardia letteraria argentina.

69

Hector René Lafleur, Sergio D. Provenzano, Fernando P. Alonso, Las revistas literarias argentinas

1893 – 1976, América Latina S.A., Buenos Aires, 1962, p. 87.

70

Guillermo Evaristo González Méndez (14/11/1855 – 22/12/1955) è stato uno dei fondatori e direttori della rivista Martín Fierro; Samuel Glusberg (1898 – 1987) nato in Moldavia, arriva a Buenos Aires nel 1905 ed è uno dei fondatori della rivista Martín Fierro.

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

30

Immagine 5: Copertina del primo numero della rivista Martín Fierro.

Lo scopo della rivista era dare vita ad un rinnovamento artistico, allontanandosi da ciò che era il passato letterario del paese, dal modernismo e da ciò che era ritenuto retrogrado. Di fondamentale importanza era l’umorismo delle ballate, delle odi e delle parodie.

L’inclinazione combattiva della rivista, il suo spirito rivoluzionario e il suo umorismo suscitarono l’interesse e l’ammirazione dei più giovani, affascinati dall’idea di un rinnovamento in campo letterario, nella pittura e nella musica. Il titolo della rivista era ovviamente un omaggio all’omonimo poema epico argentino scritto da

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

31

José Hernández con il quale la rivista condivideva un animo rivoluzionario ed un forte sentimento nazionalista71.

Immagine 6: In questa foto alcuni dei collaboratori della rivista Martín Fierro. Martín Fierro era il fulcro di tutte le proposte formali

dell’avanguardia porteña. I giovani e talentuosi intellettuali che collaboravano alla formazione della rivista erano influenzati dall’ultraismo spagnolo, dal futurismo di Marinetti e dal creazionismo di Huidobro.

Come quella di tutte le riviste, la vita di Martín Fierro fu breve. Dopo quarantacinque numeri, nel 192772, la rivista cessò di esistere; non si interruppero però i rapporti tra i martinfierristas, che anzi, proseguiranno a lungo nel tempo.

In quegli anni di fermento artistico, la casa di calle Tronador era diventata un luogo di fondamentale importanza per la letteratura argentina di quegli anni. Grazie alle assidue e costanti riunioni che avevano luogo in casa sua, Norah si avvicina sempre di più alla rivista

71

Emilio Carilla, Estudios de Literatura Argentina (siglo XX), Universidad Nacional de Tucuman, Tucuman, 1968, pp. 56-57.

72

Quando Hipolito Yrigoyen si candida alla presidenza del Paese, i componenti della rivista si dividono tra chi vuole scrivere di politica e chi no. La rivista, fino a quel momento, si era occupata esclusivamente di arte e di letteratura e una parte del gruppo si era fermamente opposta ad un cambio tematico. Questa rottura interna portò alla fine della rivista.

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

32

Martín Fierro e pubblica alcune delle sue poesie sulla rivista fino ad

essere considerata una vera e propria collaboratrice.

La sopravvivenza dei rapporti tra i rappresentanti è testimoniata dai discorsi scritti da Norah Lange grazie ai quali l’autrice omaggia scrittori o ricorrenze (anniversari, compleanni, pubblicazioni). Alcuni di questi discorsi compongono il libro Estimados Congéneres e, per festeggiare il decimo anniversario della fondazione del Martín Fierro, Norah scrive un discorso indirizzato a Evar Méndez. Era il 20 dicembre del 1934. Dalle sue parole emerge l’ammirazione nei confronti della rivista e dell’ambiente di “bohemia inteligente y jovial que singularizó al grupo”.

In queste pagine scrive:

“Del periódico Martín Fierro y de su director Evar Méndez, sólo me llegaban, al comienzo, movedizas anécdotas.”73

Evar Méndez e Norah si conobbero un pomeriggio nella redazione della Revista Oral e fu proprio lui ad aiutarla nella pubblicazione di El rumbo de la rosa. Di questo incontro Norah ricorda:

“Yo lo había construido bajo otros contornos. No esperaba ese encuentro con su aire enjuto y pálido de pierrot cansado, con su lunar, su austera contextura de poeta romántico que anota sonetos mediante desfallecida pluma de explotado palmípedo. Por más que me esforzara, me era imposible ubicarlo mucho tiempo seguido en esa actividad de hombre que no puede transitar sin siete kilos de revistas bajo el brazo.”74

Sempre nel discorso dedicato a Evar Méndez la scrittrice sottolinea il rapporto di amicizia che la legava ai martinfierristas, ricorda l’atmosfera leggera che regnava durante le riunioni nella casa di calle Tronador e descrive il forte impatto che la rivista provocò tra gli

73

Norah Lange, Estimados Congéneres, Losada, Buenos Aires, 1968, p. 15.

74

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

33

intellettuali ma soprattutto la grande stima nei confronti dei principi che stavano alla base del Martín Fierro:

“Apenas me enteré de la existencia del periódico, no me separé de sus páginas acrobáticas, ya que todos los poetas amigos colaboraban en él.”75

L’autrice aveva solo diciannove anni quando venne pubblicato il primo numero di Martín Fierro, era ancora molto immatura per partecipare attivamente alla redazione della rivista. In ogni caso, grazie alle riunioni dei martinfierristas che avevano luogo a casa sua, Norah aveva instaurato rapporti di amicizia con i grandi nomi della letteratura ispanoamericana di quegli anni, amicizie che le permettevano di conoscere in anteprima quello che sarebbe apparso in ogni numero della rivista; le riunioni erano animate da uno spirito allegro, da quell’ironia che era una delle fondamentali caratteristiche dell’ultraismo porteño.

“Yo llegué un poco tarde, o tal vez el periódico apareció demasiado temprano y debí aguardar un rato antes de alistarme en sus reverberantes páginas. Adherida, desde el comienzo, a todo lo que fuese anecdótico, los poetas martinfierristas que aparecían los sábados en mi casa de la calle Tronador, y cuyos nombres me complazco en enumerar: Jorge Luis Borges, Ricardo E. Molinari, Raúl Gonzáles Tuñón, Francisco Luis Bernárdez, Leopoldo Marechal, Jacobo Fijman, Roberto A. Ortelli, Antonio Vallejo, Oliverio Girondo, Lyzandro Z. D. Galtier, Eduardo Gonzáles Lanuzza, me entregaban versiones coloridas de las próximas colaboraciones, de acertados epitafios, de las reuniones acaloradas, de los banquetes bochincheros donde se inició la exhumación de la solemnidad y por los cuales transitaba una camaradería dispuesta a todo, regocijada y movediza, un espíritu burlón y franco, pero ambos desprovistos de esas miradas al bies y de esas frases inconclusas que han vuelto a tiritar de sobremesa.”76

Sempre nel discorso dedicato ad Evar Méndez traspare non solo l’amore dell’autrice per la rivista e i suoi collaboratori, ma soprattutto la grande stima che deriva dall’aver ben compreso quanto le caratteristiche

75

Ibidem, p. 15.

76

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

34

di umoristica rottura erano state di importanza fondamentale in quanto rinnovamento letterario.

“Martín Fierro constituyó, desde su primer número, el más estridente grito al cielo contra atareadas morondangas que amenazaban extenderse. Su vitalidad agresiva, su perentoria adversión por toda manifestación achacada de huera solemnidad, su encoro por todo lo falso, lo oropelesco, lo rétorico, fueron las primeras proezas sanitarias que ejerció con estruendoso éxito contra los rezongos de quienes sólo gimotean de amarillo limón ante una consagración que no sea la propia, contra otros que la desean aunque sea por cuotas, contra los hervideros de lugares comunes y similares renombradas elucubraciones sujetas al orden de las trepadoras. [...]creo que ha de transcurrir mucho tiempo antes de que el país conozca otro periódico literario, otro momento tan abastecido de buenas intenciones, de limpidez estética, de altas preocupaciones y, ante todo, de renovación pura y desinteresada.”77

Nel novembre del 1949, in occasione della festa organizzata nella sede della S.A.D.E. per celebrare il 25° anniversario dall’apparizione della rivista Martín Fierro, Norah omaggia i martinfierristas con uno dei suoi discorsi intriso di ironia sui cambiamenti fisici degli intellettuali, dovuti al passare degli anni e burlandosi di aneddoti personali:

“Dicen que Fulano está mejor que hace 10 años pero, ¿no recorriste un ligero descanso en su cuero cabelludo?”78 “- ¡Qué bien está Menganita! – y ya nos congratulamos ante su carencia de limón, cuando la oímos añadir, mientras pernocta junto a su única aventura espiritual: una fatigosa Coca-Cola.”79

A differenza del discorso dedicato a Evar Méndez in occasione del decimo anniversario di Martín Fierro, il testo scritto dall’autrice per il 25° anniversario della rivista si concentra su coloro che hanno partecipato alla rivista piuttosto che sui principi della rivista stessa.

77 Ibidem, p. 18. 78 Ibidem, p. 185. 79 Ibidem.

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

35

“El vigésimo anniversario de Martín Fierro nos encuentra mejorados y, lo que es más importante, aumentados y corregidos; consuelo que podéis verificar en los perfiles de sus colaboradores.”80

L’attenzione dell’autrice si focalizza sui collaboratori della rivista ed è mediante il sistema delle negazioni che essa traccia il profilo del

martinfierrista ad hoc:

“no era martinfierrista quien se permitía asaltar por regímenes al pie de holanda-argentina o despanzurrados zapatillos. Tampoco lo era quien – en trance de jurado- trasladaba en su bolsillo el título aconsejado por camandulero teléfono, ni quien, pegajoso de requiebros, se ubicaba en diversas cabeceras, a la siniestra de directores de revistas para estropearles la Copa Melba. No era martinfierrista quien creía en el porvenir de cierto pintor zona sur... pero se equivocó; ni quien distribuía abundantes raciones de mal humor - como acontece en la actualidad – para luego quedarse en casa al lado de reminiscencias atiborradas de chofitoles y, sobre todo, no era martinfierrista el que se acomodaba en conocido sillón parecido a cualquier academia.”81

Per tutta la sua esistenza la rivista Martín Fierro si dedicò all’arte, non si interessò mai di politica e si dissociò da tutto ciò che era accademico. L’umorismo era uno dei principali elementi del rinnovamento estetico dell’ultraismo e Norah Lange ripete questo concetto sia nel discorso per la celebrazione del decimo, sia in quello scritto per il venticinquesimo anniversario di Martín Fierro.

Nel libro Estimados Congéneres ritroviamo una serie di discorsi ordinati cronologicamente che omaggiano scrittori come Amado Villar in occasione della pubblicazione del libro Marimorena avvenuta nel novembre 1934. Norah Lange racconta del loro primo incontro nella taverna del Royal Keller, importante luogo di ritrovo per gli intellettuali porteños di quegli anni:

80

Ibidem, p. 186.

81

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

36

“Conocí a Amado Villar en el sótano del Royal Keller, una noche en que peroraba movedizamente sobre su actuación en Marruecos, de cuya altisonante actividad forzada surgiría prometida novela.”82

La sera del loro primo incontro la Revista Oral aveva dedicato un numero al poeta Marinetti e l’autrice descrive, con la consueta ironia ultraista, l’abbigliamento di Villar per l’occasione:

“Esa noche la Revista Oral dedicaba un número al poeta Marinetti, y en su omenaje Amado Villar ocupó su solemne pantalón a rayas, su jacquet 1900, sus zapatos de taco alto, su profusa corbata de las grandes ocasiones. Este pormenor es de fácil comprobación. Muchos de vosotros lo habéis contemplados en nocturna ceremonia, adecuadamente investido de esa indumentaria merecedora de duradero boato, de besamanos, de envarado minué. Desde esa noche, a pesar de la tesitura de su vestimenta, fuimos amigos.”83

L’umorismo è presente anche quando l’autrice racconta l’ossessione di Villar per la fine del mondo; ossessione che lo scrittore condivideva con una zia alquanto singolare che scrupolosamente conservava una bara nella propria stanza da letto:

“Sabéis a qué temas me refiero: a su tan agredida y retocada argumentación de “la fin del mundo”, persecución tan acabada en él que nos vimos obligados a organizarle auspiciosa conferencia en Signo, y otra confabulada rememoración que también suele ocupar variado y entretenido espacio: su tía Peregrina, estrábica y meticulosa, que acostumbra probarse el previsto ataúd que guarda en su alcoba, para evitar contratiempos de perimetraje el día de su ocupación definitiva.”84

Il movimento ultraista non aveva influenzato solo la letteratura ma anche la musica e soprattutto la pittura. Tra le pagine della rivista venivano pubblicati i dipinti naïf di Leonor Fanny Borges85 (meglio

82 Ibidem, p. 9. 83 Ibidem, p. 10. 84 Ibidem, p. 13. 85

Leonor Fanny Borges nasce a Buenos Aires il 4 marzo 1901, muore nella stessa città il 20 luglio 1998. Usa lo pseudonimo Norah Borges sotto suggerimento del fratello Juan Luis Borges. È stata

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

37

conosciuta come Norah Borges), pittrice influenzata dalle avanguardie europee, in modo particolare dal cubismo. Norah Lange, in Estimados

Congéneres, ricorda gli equivoci nati a causa dell’omonimia con la

pittrice:

“ni siquiera es posible la confusión entre Norah Borges y Norah Lange, ya que la primera nos vigila desde estas salas con “Tobías y el ángel” y la infrascrita procura tonificar esta endeble perorata.”86

Immagine 7: La Fuente di Norah Borges

Norah Borges aveva anche contribuito al libro di Norah Lange,

La calle de la tarde, disegnandone la copertina.

Sempre in Estimados Congéneres l’autrice dedica al caricaturista Antonio Salazar87 due discorsi, il primo scritto nel giugno del 1935, in onore della festa organizzata per il ritorno di Oliverio Girondo a Buenos Aires, il secondo è del novembre 1936, scritto in occasione di un banchetto organizzato per l’esposizione delle caricature dello stesso

pittrice e critica d’arte argentina. Dopo un lungo periodo in Svizzera torna in Argentina dove diffonde i precetti della pittura ultraista. Pubblica le sue creazioni sulle riviste Proa, Mural e Martín Fierro.

86

Norah Lange, Op. cit., p. 186.

87

Antonio Salazar nasce in Guatemala nel giugno del 1897, muore nella città di El Salvador il 31 dicembre del 1986. Ha studiato arte in Messico e nel 1923 arriva a Parigi dove entra in contatto con le avanguardie europee. Arriva a Buenos Aires nel 1935.

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

38

Antonio Salazar e per l’evento la scrittrice aveva donato al pittore un “arqueológico aparato fotográfico”.88

Nel discorso del 1936 emergono parole di stima nei confronti di Salazar, le cui opere vengono descritte dalla Lange “enjundiosas” e “tonificantes”. Elogia il talento e la determinazione di Salazar, annunciando (velatamente) i problemi diplomatici che sarebbero sorti in futuro a causa del suo coraggio:

“Este ombligógrafo ya escriturado a su nombre, le significará la atenuación de sucesivos problemas. No le será necesario intuir la porción de ombligo adscripta a las personas que trata, para enterarse de su funcionamiento temperamental, de sus reacciones, de su encefália permeabilidad, de sus recovecos filatélicos, de su afiliación política, de sus inconfesadas aspiraciones.”89

Salazar, infatti, disegnò le caricature dei dittatori Francisco Franco, Mussolini, Hitler e addirittura di Perón; fu proprio la caricatura del militare argentino che gli costò l’esilio dal paese. Era il 1936 quando Norah scriveva:

“Su talento realizará lo demás, y aunque a Toño Salazar le conste que en este país muchos caballeros de prestigio ocultan su ombligo – en otros términos, su temperamento – detrás de las solapas, en alguna polaina, en el puño del paraguas; que otros procuran olvidarlo en sus hogares para pasar inadvertidos...” 90

88

L’autrice era solita donare oggetti singolari agli artisti che omaggiava con i suoi discorsi. Ad Alberto Girondo aveva regalato “una percera con anfibios de celuloide”, a Gonzáles Carbalho “una cítara”. Aveva incoronato Oliverio Girondo con “una guirnalda de lamparitas eléctricas” in occasione del banchetto organizzato per la pubblicazione del libro Interlunio; a Rafael Alberti aveva offerto “un gallo Leghorn encerrado en una jaula que decorò Oliverio Girondo”; per la cuoca Martha Brunet, Norah aveva addobbato la tavola dove avrebbero cenato con “legumbres y hortalizas”, al politico

Documenti correlati