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Poesia e prosa della musa dell'ultraismo argentino. Norah Lange: uno sguardo critico.

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INDICE

La musa dell’ultraismo argentino ... 1

Alcuni elementi di poetica ... 8

Norah Lange e la rivista Martín Fierro ... 27

Il primo esperimento in prosa: Voz de la vida e il viaggio verso la Norvegia: 45 días y 30 marineros... 44

Il successo di Cuadernos de Infancia ... 69

Personas en la sala ... 94

Bibliografia ... 111

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I

Introduzione

Nella prima metà del XX secolo l’inteligencia porteña è composta quasi esclusivamente da uomini. Le donne faticano ad affermare la propria identità artistica all’interno di un ambiente per lo più maschile e maschilista. Le scrittrici devono rispettare determinate regole sociali per potersi affermare e per far sì che le loro opere vengano accettate e criticate positivamente. Norah Lange, apparentemente, accetta il compromesso.

Sin da giovanissima Norah Lange viene circondata da alcuni grandi nomi dell’ultraismo porteño e, incoraggiata dalla circostanza, comincia a scrivere poesie. Sono tre le raccolte in versi di influenza ultraista pubblicate dalla scrittrice: La calle de la tarde (1925), Los días y

las noches (1926) e El rumbo de la rosa (1930). Norah però non è

soddisfatta dei propri versi e nel 1927 scrive la sua prima opera in prosa:

Voz de la Vida che però, come anche il suo secondo romanzo 45 días y 30 marineros, non riceve critiche positive. Il successo per l’autrice arriva

nel 1937 con Cuadernos de Infancia. Nel 1944 si sposa con Oliverio Girondo. Il poeta critica severamente la produzione artistica della moglie e proprio per questo la donna gli è estremamente grata e afferma che senza di lui al proprio fianco le sue opere non sarebbero state le stesse. In segno di gratitudine Norah dedica a Oliverio Cuadernos de Infancia e

Personas en la sala. Quest’ultimo romanzo viene pubblicato nel 1950 ed

ha il sapore dei racconti fantastici rioplatensi.

Di questa produzione, ho cercato di illustrare le fonti e le caratteristiche, intrecciando il discorso alle vicende biografiche dell’autrice. La tesi è strutturata in sei capitoli. Il primo capitolo è primariamente dedicato ai rapporti tra l’autrice e il contesto. La scrittrice, di origini norvegesi, nasce a Buenos Aires ma all’età di cinque anni si

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INTRODUZIONE

trasferisce a Mendoza con la famiglia. Dopo la morte del padre Norah, la madre e le sorelle, tornano nuovamente a Buenos Aires nella casa di Calle Tronador y Pampa e la casa della famiglia Lange diventa un importante luogo di ritrovo per molti intellettuali argentini tra i quali si annoverano grandi nomi come Alfonsina Storni, Horacio Quiroga, Scalabrini Ortiz, Luis Cané, Sanín Cano, Samuel Glusberg e Jorge Luís Borges. Quest’ultimo sarà per la scrittrice un importante punto di riferimento per i primi componimenti in versi.

Il secondo capitolo osserva e approfondisce la poetica di Norah Lange. Le tre raccolte in versi (La calle de la tarde, Los días y las noches e El rumbo de la rosa) sono caratterizzate principalmente dall’uso di metafore originali e per quanto riguarda le tematiche di La calle de la

tarde e Los días y las noches si nota che l’autrice si sofferma nel

descrivere le prime emozioni adolescenziali. In El rumbo de la rosa, invece, la scrittrice esterna una disillusione nei confronti delle amare verità della vita che provoca in lei un dolore inconsolabile ma soprattutto è in questa raccolta che l’autrice confessa e manifesta il forte legame con le proprie origini norvegesi.

Di fondamentale importanza per la formazione dell’autrice è la vicinanza con i maggiori esponenti della rivista di stampo ultraista

Martín Fierro e il terzo capitolo approfondisce il legame tra l’autrice e la

rivista. Il rapporto tra Norah Lange e i martinfierristas trova conferma in

Estimados Congéneres, opera composta da alcuni discorsi scritti

dall’autrice per onorare scrittori, pittori, scultori e intellettuali conosciuti durante la sua vita.

Nel 1927 Norah Lange pubblica il primo esperimento in prosa:

Voz de la vida. L’opera epistolare viene pubblicata grazie all’aiuto

dell’amico Evar Méndez ma Norah non apprezza questo libro e lo ritira dalla produzione. La protagonista, Mila, è una donna coraggiosa ed emancipata e proprio per questo motivo l’opera non riscontra un grande successo. Anche Ingrid, la protagonista di 45 días y 30 marineros, è una

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INTRODUZIONE

donna indipendente che decide di partire dal porto di Buenos Aires per raggiungere la sorella che vive in Norvegia e il mezzo utilizzato è una nave mercantile. Ingrid è l’unica donna a bordo circondata da 30 marinai che tentano costantemente di sedurla. L’opera può presentare una duplice lettura, da un lato possiamo considerare 45 días y 30 marineros un’opera autobiografica, testimonianza del viaggio che Norah intraprende nel 1927 per raggiungere la sorella a Oslo e dall’altro lato l’opera può anche considerarsi come allegoria della personale esperienza dell’autrice in quanto unica scrittrice donna all’interno del gruppo martinfierrista.

Il successo per la scrittrice arriva nel 1937 con Cuadernos de

Infancia, un’opera autobiografica i cui temi principali sono la famiglia e

l’infanzia. È con quest’opera che l’autrice conquista la critica ottenendo premi di prestigio come il Gran Premio de Honor e medaglia d’oro della S.A.D.E., il Premio Municipal e il Tercer Premio Nacional.

L’atmosfera gioviale che ha caratterizzato le tertulias literarias della casa di Calle Tronador y Pampa trova un seguito nella casa di Suipacha dove Norah e Oliverio trascorrono la loro vita insieme. Il poeta vigila la produzione artistica della moglie, le impone di lavorare otto ore al giorno e critica severamente tutto ciò che lei scrive. L’autrice è grata al marito e afferma che senza di lui al suo fianco le sue opere non sarebbero state le stesse. In segno di gratitudine Norah dedica al marito Cuadernos

de Infancia e Personas en la sala, l’opera trattata nel sesto capitolo.

Pubblicato nel 1950, il libro si distanzia dal punto di vista dello stile e delle tematiche dalle altre opere dell’autrice. La storia presenta una protagonista anonima intenta a spiare le proprie vicine di casa per un lungo periodo dalla finestra della sua sala. Ossessione, mistero e

voyerismo sono i temi principali di Personas en la sala.

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1

Capitolo I

La musa dell’ultraismo argentino

Berta Nora Lange nasce in Argentina, a Buenos Aires, calle Tronador y Pampa1, il 23 ottobre del 1905. Aggiunge la “h” finale al suo nome solo in un secondo momento (quando esce il suo secondo libro di poesie, Los días y las noches) sotto suggerimento di Guillermo de Torre2, il quale, la convinse che “la hache era como un penacho que daba más realce a las dos sílabas insignificantes.”3

.

Il padre, Gunardo Lange, di origini norvegesi, era un ingegnere civile arrivato in Argentina per motivi di lavoro. Aveva conosciuto Berta Erfjord, anche lei di origini europee (il padre di Berta era norvegese e la madre irlandese) ad un ballo a La Plata in onore degli ingegneri scandinavi impegnati nella costruzione della ferrovia. I due si sposarono ed ebbero cinque figlie, tutte molto belle “protegidas por la dignidad y la gruesa calma de los padres”4. Durante l’intervista con Beatriz de Nobile, Norah Lange, parlando del padre, ricorda:

1

Beatriz de Nobile, Palabras con Norah Lange, Carlos Pérez, Buenos Aires, 1968, p. 9.

2

Guillermo de Torre, arriva a Buenos Aires nel 1927. Nel 1928 si sposa con Norah Borges (sorella di Jorge Luis Borges). Muore nel 1971 a Buenos Aires.

3

Beatriz de Nobile, Op. cit., p. 13.

4

Beatriz Sarlo, Una modernidad periférica: Buenos Aires 1920 y 1930, Nueva Visión, Buenos Aires, 1988, p. 72.

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LA MUSA DELL’ULTRAISMO ARGENTINO

2

“De mi padre sé que fue funcionario de la Comisión de Límites con Chile, del Museo Topográfico de La Plata, explorador del río Pilcomayo, que construyò diques en Mendoza, Neuquén y Río Negro; además fue administrador de Colonia Alvear en Mendoza. Fuimos a Mendoza porque Pedro Cristopherson, un hijo de noruegos, fundó la Colonia Alvear y quiso que mi padre se hiciera cargo de ella. Nos metimos toda la familla en un tren y partimos”5.

Immagine 1: Gunardo Lange e Berta Erfjord con le loro cinque figlie. Nora appoggiata alle spalle del

padre.

Beatriz de Nobile nel prologo di Palabras con Norah Lange scrive: “Esta mujer un tanto estatuaria, muy alta, blanca, excesivamente blanca, de cabello rojo y ojos verdes que baja lentamente la escalera de su casa vestida de negro (ahora siempre viste de negro), los labios y las uñas pintados de un rojo muy fuerte, intenso, es una de las dos únicas mujeres que tienen el Gran Premio de Honor y medalla de oro de la S.A.D.E6.; es la mujer que compartió la vida de Oliverio Girondo y forma parte de cierta época míticamente consolidada de la literatura argentina: Martín

5

Beatriz de Nobile, Op. cit., p. 9.

6

Il Premio de Honor della SADE viene assegnato ogni anno dal 1944 dalla Sociedad Argentina de Escritores. Norah Lange ha ricevuto il premio nel 1959.

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LA MUSA DELL’ULTRAISMO ARGENTINO

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Fierro, Boedo- Florida, los discursos en los banquetes , las tertulias de la calle Tronador.”7

Il suo aspetto e i suoi atteggiamenti da femme fatale a volte hanno catturato lo sguardo dei suoi contemporanei che, impegnati ad ammirarla, non hanno dato la dovuta importanza alla sua arte. In realtà, quest’immagine così appariscente e particolare faceva parte del “gioco”, era parte integrante dell’opera d’arte. Un’immagine che, in alcuni casi, ha avuto più visibilità e importanza delle sue creazioni, tanto che Norah Lange è stata definita la musa dell’ultraismo argentino.

Immagine 2: Norah Lange.

Di fondamentale importanza nella vita dell’autrice è stata la vicinanza con Jorge Luis Borges. Guillermo Juan Borges, cugino di Jorge Luis era anche cugino di Norah, in quanto figlio di una sorella della

7

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LA MUSA DELL’ULTRAISMO ARGENTINO

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madre. Grazie a questo legame di parentela, la Lange si avvicinò a Borges; lei era estremamente affascinata da lui tanto che “aceptaba el sacrificio de largas caminatas (con lo poco que me gusta caminar) con tal de poder conversar con él. Me hablaba del ultraísmo.”8

Probabilmente è stata proprio la parentela con Borges che ha permesso alla casa di Norah Lange di diventare un punto di ritrovo per tutti quegli intellettuali appartenenti all’ultraismo porteño e che ha permesso all’autrice di intrattenere, sin da giovanissima, relazioni con gli avanguardisti argentini. Cominciò a scrivere poesie prestissimo, poesie che teneva custodite in un quaderno, fino a quando, un giorno, decise di farle leggere a Ricardo Molinari e ad Alejandro Barraza9.

“A los catorce años empecé a escribir poesías. Catorce es una fecha, quiero decir desde muy joven. En un cuaderno al que nadie tenía acceso. Hasta que un día me animé a descubrirlo. Fue un atrevimiento que me costó cierta desilusión. Habían llegado a mi casa Ricardo Molinari y Alejandro Barraza. Les entregué el cuaderno y dejé que lo leyeran a solas… . Mientras yo los espiaba por una ventana. Se reían. Fue una manera de delatar su opinión. Eso bastó a mi timidez. El cuaderno volvió a ser un secreto.”10

Il quaderno di cui parla Norah Lange durante l’intervista è Oasis. La casa di “calle Tronador” era un importante luogo di ritrovo per questi giovani intellettuali porteños. La madre di Norah organizzava le famose tertulias degli anni venti11 e tra i frequentatori più assidui si annoverano grandi nomi: Leopoldo Marechal, Jorge Luis Borges, Jacobo Fijman, Raúl Scalabrini Ortiz, Emilio Pettorutti, César Vallejo, Horacio Quiroga, Norah Borges, Luis Cané, Baldomero Sanín Cano, Samuel Glusberg e Alfonsina Storni.

8

Ibidem, p. 11.

9

Ricardo Molinari, nato a Buenos Aires il 23 marzo 1898, è un esponente dell’ ultraismo argentino, ha collaborato con la rivista Martín Fierro. Tra le sue opere più importanti El Imaginero, El pez y la

manzana, Odas a la orilla de un viejo río. Alejandro Barraza, ultraista, faceva parte di quel gruppo di

intellettuali che frequentavano la casa di Norah Lange.

10

Beatriz de Nobile, Op. cit., p. 11.

11

Cfr Vicky Unruh, Las ágiles musas de la modernidad: Patrícia Galvão y Norah Lange, “Revista Iberoamericana”, LXIV, 182-183, gennaio-giugno 1998, pp. 271-286.

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LA MUSA DELL’ULTRAISMO ARGENTINO

5

Il gruppo era composto da giovani donne con abiti vaporosi; qualcuna di loro suonava la chitarra, altre ascoltavano sedute per terra; gli uomini, anch’essi giovanissimi, indossavano indumenti chiari; un diversivo amato da questi giovani era il tango12 e a questo ballo la Lange dedica anche una poesia, Tango:

Tango con la hondura trágica que enlutece a las esquinas solitarias. En las horas que engarza el silencio tu rezo de araba es como una tarde enaltecida con fiereza de puñales.

Te escuchamos bajo el agobio de una pena que quiere ser esperanza.

Pero la congoja abre sus recuerdos y la noche es la tristeza del mendigo,

y es el abrazo que ciñe a las calles sin cielo. Lentamente, se aniquila la espera,

y prefieres callar, atardeciendo, asì, las caricias que procuran unas manos. Tango que vienes como un sosiego, desde su corazón al mío!13

Le riunioni erano monitorate dalla madre. In casa ci si atteneva a regole ferree e in un primo momento la famiglia Lange non permetteva che le cinque figlie assistessero ai banchetti dei martinfierristas che avevano luogo il sabato sera in casa loro. Le ragazze venivano a conoscenza solo il giorno seguente di cosa si era discusso durante quegli incontri. La domenica, infatti, le riunioni avvenivano di pomeriggio rendendo quindi possibile la presenza delle sorelle Lange. Durante l’intervista con Beatriz de Nobile, Norah dice:

12

Il tango, oltre ad essere musica, danza e poesia si trasformò in un vero e proprio simbolo d’identità, unione di tutte quelle minoranze emarginate dalla società che riuscirono a trovare un proprio spazio nella città di Buenos Aires. Il tango diventò “una moda” e l’ aristocrazia “scendeva nei bassi fondi” per imparare quel ballo che aveva conquistato la loro attenzione e quella degli intellettuali che ne fecero materia letteraria.

13

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LA MUSA DELL’ULTRAISMO ARGENTINO

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“Mis hermanas y yo no salíamos de noche. Nuestra madre había impuesto esa norma y nosotras la respetábamos. Nos servían de consuelo los comentarios que los sábados llegaban a nuestra casa de las fiestas que hacían los martinfierristas.”14

Grazie alla relazione personale e letteraria con il gruppo

martinfierrista che si riuniva il fine settimana a casa sua, Norah aveva

letto i testi fondatori dell’ultraismo porteño, cominciando quindi ad avvicinarsi alla poesia e in un secondo momento alla prosa. Questa vicinanza, però, risulterà essere un’arma a doppio taglio per la giovane scrittrice. Le sue opere, lette da questi amici di famiglia e dalla famiglia stessa, erano per questo sottoposte ad un’autocensura. Quando scriveva poesie d’amore doveva nascondere la propria personalità, smaterializzarsi; doveva rispettare le regole morali imposte dalla famiglia.15

Con il tempo Norah entra a far parte di questo gruppo di intellettuali. Néstor Ibarra la definisce la “única poetisa abiertamente ultraísta” aggiungendo che “en todo caso, el ultraísmo necesitaba una mujer”.16

Vivendo in un’epoca e in una società assolutamente machista Norah Lange deve utilizzare uno stile adeguato ad una donna borghese anche nelle sue opere e, riferendosi a questo concetto, Beatriz Sarlo scrive:

“Si bien ya es admisible que las mujeres escriban, deben hacerlo como mujeres o más bien poniendo de manifiesto que, al escribir, no contradicen la cualidad básica de su sexo. El hombre es cultura, la mujer naturaleza. Las operaciones que el hombre realiza con la cultura (partir, enfrentar a los otros con ismos y tendencias), la mujer las repara: ella no parte sino que conserva; opera en el río de la evolución y no en el torrente de la fractura."17

14

Beatriz de Nobile, Op.Cit., p. 13.

15

Beatriz Sarlo, Op.Cit., pp. 74-75.

16

Néstor Ibarra, La nueva poesía argentina: Ensayo crítico sobre el ultraísmo. 1921-1929., Viuda de Molinari, Buenos Aires, 1930, p. 71.

17

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L’autrice accetta con entusiasmo il ruolo di “musa” dell’ultraismo argentino, un ruolo pubblico che Norah Lange sfrutta per creare le basi della propria estetica letteraria.

Jorge Luis Borges, oltre a rimanere affascinato dalla donna per il suo aspetto e per il suo carattere eccentrico, è il primo a riconoscere la grandezza di quest’artista descrivendola quasi sprovvista di fisicità: “preclara por el doble resplandor de sus crenchas y de su altiva juventud, leve sobre la tierra. Leve y altiva y fervorosa como bandera que se realiza en el viento, era también su alma.”18

18

Jorge Luis Borges, Prologo a La calle de la tarde in Palabras con Norah Lange (a cura di Beatriz de Nobile), cit., p. 80.

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Capitolo II

Alcuni elementi di poetica

Norah, incoraggiata dalla vicinanza con questi grandi nomi della cultura argentina del XX secolo, comincia a scrivere poesie. Deve attenersi però alle rigide regole della società e della famiglia e le immagini simboliste e ultraiste le permetteranno di nascondere dietro ad una maschera i sentimenti espressi sulla carta. Le immagini più ricorrenti sono quelle di elementi che riconducono alla religione (croci, rosari) e al mondo dell’infanzia (giochi, bambini), rendendo quindi accettabile la sua poesia agli occhi di quella società che la circondava.

I suoi primi versi vengono raccolti in La calle de la tarde, pubblicato nel 1925.

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

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Immagine 3: La copertina di La calle de la tarde mostra un disegno di Norah Borges (Leonor Fanny

Borges, ribattezzata dal fratello Norah). Norah Borges ha dedicato l’intera vita alla pittura e ha partecipato attivamente alla creazione della rivista “Martín Fierro”.

Nella sua prima raccolta di versi, La calle de la tarde, il cui sottotitolo è Poemas en prosa, Norah parla dell’amore con tono nostalgico, evocando gli amori segreti dell’adolescenza.19

Nel prologo, l’amico J. Luis Borges saluta con entusiasmo l’opera, attribuendole il doppio merito di essere ricca di metafore e di possedere il dono della brevità, ossia della capacità della sintesi poetica:

Las noches y los días de Norah Lange son remansados y lucientes en una quinta que no demarcaré con mentirosa precisión topográfica y de la cual me basta señalar que está en la misma hondura de la tarde, junto a esas calles grandes del oeste con quienes es piadoso el último sol y en que el rojizo enladrillado de las altas aceras es un trasunto del poniente cuya luz es como una fiesta pobre para los terrenos finales. En esos aledaños conocí a Nora, preclara por el doble resplandor de sus crenchas y de su altiva juventud, leve sobre la tierra. Leve y altiva y fervorosa

19

Helena Percas, La poesia femenina argentina (1810 – 1950), Cultura Hispanica, Madrid, 1958, pp. 488 – 489.

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

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como bandera que se realiza en el viento, era también su alma. En ese tibio ayer, que tres años prolijos no han forasterizado en mí, comenzaba el ultraísmo en tierras de América y su voluta de renuevo que fue traviesa y brincadora en Sevilla, resonó fiel y apasionada en nosotros. Aquella fue la época de Prisma, la hoja mural que dio a las ciegas paredes y a las hornacinas baldías una videncia transitoria y cuya claridad sobre las casas era ventana abierta frente a cielos distintos, y de Proa cuyas tres hojas eran desplegables como ese espejo triple que hace movediza y variada la gracia inmóvil de la mujer que refleja. Para nuestro sentir los versos contemporáneos eran inútiles como incantaciones gastadas y nos urgía la ambición de hacer lírica nueva. Hartos estábamos de la insolencia de palabras y de la musical indecisión que los poetas del novecientos amaron y solicitamos un arte impar y eficaz en que la hermosura fuese innegable como la alacridad que el mes de octubre insta en la carne juvenil y en la tierra. Ejercimos la imagen, la sentencia, el epíteto, rápidamente compendiosos. Y en esa iniciación adivino a nuestra fraternidad Nora Lange y escuchamos sus versos, conmovedores como latidos, y vimos que su voz era semejante a un arco que lograba siempre la pieza y que la pieza era una estrella. ¡Cuánta eficacia limpia en esos versos de chica de quince años! En ellos resplandecen dos distinciones: cronológica y propia de nuestro tiempo la una y misteriosamente individual la segunda. La primera es la noble prodigalidad de metáforas que ilustra las estancias y cuyo encuentro de hermandades imprevisibles justifica la evocación de las grandes fiestas de imágenes que hay en la prosa de Cansinos Assens y la de los escaldas remotos - ¿no es Nora, acaso, de raigambre noruega? – que apodaban a los navíos potros del mar y a la sangre, agua de la espada. La segunda es la parvedad de cada poesía, parvedad inevitabile y esencial cuya estirpe más fácil está en las coplas que han brotado a la vera de la guitarra hispánica y resurgen hoy junto al pozo, también oscuro y fresco y dolorido, de la guitarra patria. El tema es el amor: la expectativa ahondada del sentir que hace de nuestras almas cosas desgarradas y ansiosas, como los dardos en el aire, ávidos de su herida. Ese anhelo inicial informa en ella las visiones del mundo y le hace traducir el horizonte en grito alargado y la noche en plegaria y la sucesión de días claros en un rosario lento. Tropos que he sopesado en mi soledad, por caminatas y sosiego, y que me parecen verídicos. Con enhiesta esperanza, con generosidad de lejanías, con arcillas frágil de ocasos ha modelado Nora este volumen. Quiero que mis palabras encareciéndola sean como las hogueras de cedro que alegraban en una fiesta bíblica las atentas colinas y que anunciaban la luna nueva a los hombres.20

20

Prologo a La calle de la tarde in Palabras con Norah Lange (a cura di Beatriz de Nobile), cit., pp. 80 – 81.

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

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La calle de la tarde è composto da 47 poesie, non tutte titolate. I

componimenti sono in versi liberi e dal punto di vista grafico vengono usati spazi bianchi per marcare le pause e il ritmo musicale. In questo libro l’autrice racconta i primi sentimenti di una giovane donna. Parla dell’amore, della nostalgia del cuore, della speranza di ritrovare il bene perso e delle innumerevoli sfaccettature delle emozioni vaghe, confuse, contraddittorie, dell’animo adolescenziale.

La notte è un elemento costante in molte poesie di La calle de la

tarde, usata dall’autrice per esprimere sentimenti di nostalgia e di

angoscia.

Tres Poemas

LAS horas calladas

como ídolos de oro y fuego. Espérame siempre

aunque no lleguen. Mientras

cuenta los días blancos de mi ausencia. El horizonte se ha tendido como un grito a lo largo de la tarde y el silencio se encumbra

sobre el bullicio efímero de tu alma. Sombras encaramadas

como buscando un grito por el silencio. Fue muriendo el crepúscolo

cargado de preludios sangrientos. En el aire

una llovizna de hojas se columpia

y la noche se convierte en un país de angustias.21

In Tres Poemas l’autrice usa il grito per esprimere un sentimento di timore, di ansia nei confronti dell’oscurità che sta per arrivare e al quale contrappone il silencio che pervade l’anima dell’amato. L’accostamento grito/silencio si ripete nell’ultima strofa, dove il grido è l’unico modo per spezzare il silenzio angosciante della notte. Sia il

21

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

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silencio che il grito sono elementi di forte impatto e per quanto possano

essere ossimorici, convivono in un rapporto dialettico nel quale nessun elemento nega il suo contrario, anzi, in un certo modo lo rafforza, e sono quindi la rappresentazione di uno stesso sentimento di angoscia causato dall’arrivo della notte:

TE alejas

entre leguas de silencio.

La tierra está sembrada de gritos. Se adivina la noche

cual obscura plegaria entre las hojas. Hoy no hay luna en mis manos. Por mi jardín como un corazón grande van solitarios los ensueños. El paisaje amarillo

sólo ha recogido mis quejas y hacia el otoño de un poniente cayeron como pétalos mis rezos.22

LA tarde se va

de la mano del sol.

La noche es un largo silencio negro. La luna es el alma de la noche.

¡Si yo fuese tan sólo tu corazón por dentro!23

Nonostante i temi familiari, i suoi versi erano insoliti per il periodo in cui scriveva e questo, secondo Alfredo Cónsole, si deve “ a que su libro está escrito en un lenguaje nuevo, formado por imágenes y metáforas originales y a veces extravagantes, y a que la estrofa ha sido reemplazada por una mezcla de prosa recortada caprichosamente y de versos de diversas medidas.”24

L’amore è un tema universale ma l’autrice si differenzia dalle scrittrici della sua epoca usando alcune immagini per celare una sensualità non accettabile agli occhi della società del tempo.

22

“TE alejas” in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 40.

23

“LA tarde se va” in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 44.

24

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

13

SENTIR cerca de mí – temblar tus miradas. Recogerlas una por una y depositarlas en el arca de nuestras almas, como un rosario de recuerdos callados.

Sentir todo lo irrefrenable de estas pasiones – y saber-

¡Señor! – que habremos de separarnos un día, tú sin mí…. yo sin ti… pero tú conmigo – yo contigo – siempre. -¡Oh, Señor! - ¿por qué siempre errar,

cuando las miradas suyas fueron tan buenas?25

Nella poesia “SENTIR cerca de mí – temblar tus miradas” osserviamo una simbologia di tema religioso, come si nota per l’uso, nel campo semantico, di vocaboli come “rosario” e “Señor”. Assistiamo all’emozione di una adolescente nel sentire lo sguardo trepidante dell’amato vicino a lei, l’amore puro di una donna che, nonostante abbia già piena e dolorosa coscienza della caducità del sentimento amoroso, sa comunque che eterna sarà la permanenza dell’essere amato nel proprio cuore. In questi versi l'autrice accosta la passione e il silenzio, comunicando così al lettore tutta la pienezza del sentimento amoroso, che sopravvive al distacco proprio grazie al ricordo, seppur taciuto, racchiuso gelosamente nell'anima.

Anche in “UN espejo ardía”, ritroviamo la vicinanza di termini apparentemente antitetici dal punto di vista sinestetico eppure entrambi fortemente simbolici del sentimento amoroso: il fuoco e la rosa, la passione e la dolcezza. E ancora, accanto alla passione e alla dolcezza, troviamo il silenzio, compagno così caro all'autrice. In questi versi la passione porta alla morte, a sangrar juntos.

UN espejo ardía.

Tu alma consumiendo fuego de rosas

aprisionó el silencio. Mi sentimiento

desgarrado como un crepúscolo buscó el tuyo

para sangrar juntos donde soñamos

25

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

14 siempre

¡tan lejos!26

Nei versi di La calle de la tarde ritroviamo numerose volte l’immagine della “mano”. A volte chiede aiuto:

LA tarde se ha extendido, pidiendo, como la mano de un mendigo.

Contra la tarde he recostado mi alma. Ahora vislumbro mi alma que como una luciérnaga se aleja.

La tarde tira de mi alma.

¡Cómo me duele el alma a través de la tarde!27

A volte offre tenerezza, calore: ÉL vino a mí.

Me habló de algo que nacía. Yo no entendí, le pedí que repitiese.

Amé y olvidé… pero siempre… sus palabras pequeñas me acariciaban, como las manitas de un niñito enfermo…28 A volte offre amore:

POR aquel brazo por el cual desciendes llegarás a la mano. ¡La mano abierta

enseñandote a amar!29 Accoglie i raggi del sole:

UNA mañanita azul

el sol cayó en mis manos. Los rayos se pasearon por los caminos de mis brazos. El beso de oro

hizo sagrar mis dedos. Todo el cristal se rompió de llanto y el camino

largo como un siglo

formó otro horizonte.30

26

“UN espejo ardía”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 57.

27

“LA tarde se ha extendido, pidiendo, como”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 32.

28“ÉL vino a mí.”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 38. 29

“POR aquel brazo”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 46.

30

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

15 Accoglie la sera:

LAS rosas lloraron pétalos. Lejos,

el sol clama su plegaria de sacrificio. Acostado sobre el campo

un reguero de sangre. La noche callada de luz

sale al encuentro de todos los caminos y nuestras manos

como pedazos de luna

recogen la tarde….31

La mano è associata a sentimenti, azioni di protezione, di calore e di amore. L’immagine della mano è presente anche in altri notissimi componimenti ultraistici come in Atardeceres di Borges e potremmo prendere in considerazione l’ipotesi che l’autrice, avendo letto i componimenti di Borges, ne abbia tratto ispirazione.

Questa teoria potrebbe trovare conferma considerando ciò che sostiene il Professore Tommaso Scarano.

Lo studioso, infatti, in Poeti Ultraisti Argentini32, afferma che gli

autori di quegli anni facevano parte di una generazione composta da giovani che osservavano la realtà da una nuova prospettiva, rinnegando un codice costituito. Non tentarono di costruire forzosamente una coerenza che l’ultraismo di fatto non aveva. Era però inevitabile una reciproca influenza tra gli scrittori appartenenti allo stesso gruppo e ritroviamo un esempio di questo fenomeno mettendo a confronto la poesia di Borges Atardeceres e quella di Lange La tarde se ha extendido,

pidiendo, como. Atardeceres:

La clara muchedumbre de un poniente ha exaltado la calle,

la calle abierta como un ancho sueño hacia cualquier azar.

La límpida arboleda

pierde el útimo pájaro, el oro último.

31

“LAS rosas lloraron pétalos.”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 54.

32

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

16

La mano jironada de un mendigo

agrava la tristeza de la tarde. El silencio que habita los espejos ha forzado su cárcel.

La oscuridad es la sangre de las cosas heridas. En el incierto ocaso la tarde mutilada

fue unos pobres colores.33

La tarde se ha extendido, pidiendo, como:

LA tarde se ha extendido, pidiendo, como

la mano de un mendigo.

Contra la tarde he recostado mi alma. Ahora vislumbro mi alma que como una luciérnaga se aleja.

La tarde tira de mi alma.

¡Cómo me duele el alma a través de la tarde!34

Notiamo che la mano del mendigo è un’immagine presente nella poesia di Borges come anche nella poesia di Norah Lange e in entrambe i casi è associata all’oscurità della sera e al sentimento di tristezza che ne comporta. Inoltre la mano del mendicante, tesa a chiedere denaro, aggiunge gravità e miseria allo scenario.

Secondo Borges ritmo e metafora costituivano gli elementi cardinali di una poesia che doveva suscitare l’emozione pura, senza accessori ed in maniera sintetica e diretta. Come già affermato, il movimento ultraista era lontano da una coerenza poetica ma allo stesso tempo gli scrittori di quel periodo rispettavano i quattro principi fondamentali dell’ultraismo:

1. Reducción de la lírica a su elemento primordial: la metáfora. 2. Tachadura de las frases medianeras, los nexos y los adjetivos

inútiles.

3. Abolición de los trebejos ornamentales, el confesionalismo, la circunstanciación, las prédicas y la nebulosidad rebuscada.

33

Jorge Luis Borges, Obra Poética 1923-1985, Emecé, Buenos Aires, 1989, p. 56.

34

(21)

ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

17

4. Síntesis de dos o más imágenes en una, que ensachaba de ese modo su facultad de sugerencia.35

Tra i quattro punti riportati, possiamo riassumere che il primo è quello che più rappresenta la poetica dell’autrice, prodiga, come notava Borges, di questa figura retorica.

“Contra la tarde he recostado mi alma”36

“ÉL acogió mi tristeza. En sus labios el amor era el alba. Sus palabras me besaban.”37 “Las hojas son corazones sobre el lago.”38

“UNA mañanita azul

el sol cayó en mis manos. Los rayos se pasearon por los caminos de mis brazos. El beso de oro

hizo sangrar mis dedos.”39 “LOS árboles estáticos

son recuerdos que surgen del pasado.”40

“LAS rosas lloraron pétalos.”41

Ancora per citare il saggio di Scarano, in Poeti Ultraisti Argentini scrive:

“L’indipendenza massima che si rivendica alla metafora afferma la arbitrarietà della immagine e la sua autonomia dal referente, in questo approssimandosi molto alla metafora creazionista; l’individualità delle parti entro il tutto comporta una destrutturazione del poema e la rinuncia al concetto di unità e di finito; la tessitura da marconigramma ambisce ad una sinteticità essenziale.”42

35

Hector René Lafleur, Sergio D. Provenzano, Fernando P.Alonso, Las revistas literarias argentinas

1893- 1967, Cento Editor de América Latina, Buenos Aires, 1968, p. 77.

36

“LA tarde se ha extendido, pidiendo, como”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 32.

37

“Él acogió mi tristeza. En sus labios el amor”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 34

38

“LA tardecita mansa”, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 66.

39

“UNA mañanita azul”, La calle de la tarde, OC I, cit., p. 52.

40

“LOS árboles estáticos”, La calle de la tarde, OC I, cit., p. 53.

41

“LAS rosas lloraron pétalos”, La calle de la tarde, OC I, cit., p. 54.

42

(22)

ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

18

Nelle poesie di Norah Lange, influenzate dalla corrente ultraista, le immagini sono isolate dall’insieme, non c’è una relazione di significato tra di loro.

Tra le poesie che compongono La calle de la tarde troviamo

Jornada, un chiaro esempio di quello che Scarano definisce tessitura da

marconigramma, vale a dire una ricchezza di metafore autonome dei

diversi momenti della giornata, dall'alba alla notte: AURORA.

Lámpara enredada

en un camino de horizontes. Después al mediodía

en el aljibe se suicida el sol. La tarde hecha jirones

mendiga estrellas. Las lejanías reciben al sol

sobre sus brazos incendiados. La noche se persigna ante un poniente. Amanece la angustia de una espera y aún no es la hora ...43

Questi versi sono il risultato di una sfida rivolta a Norah da parte del padre di Jorge Luis Borges, il quale un giorno chiese alla donna di scrivere una poesia che terminasse con “y aún no es la hora…”.44

La poesia venne pubblicata sulla rivista Nosotros45 e inserita in La calle de

la tarde in un secondo momento.

Los días y las noches, pubblicato nel 1926, può considerarsi un

continuum di La calle de la tarde. Versi che racchiudono solitudine, ricordi lontani e rinunce adolescenziali. Due note caratterizzano questo volume: “la personificación subjetiva del mundo circundante y el dominio del recuerdo sobre las demás emociones. La proyección de lo

43

Jornada, in La calle de la tarde, OC I, cit., p. 43.

44

Beatriz de Nobile, Op. Cit., p.12.

45

Nosotros è stata una rivista di grande importanza nella storia culturale argentina, pronta a cogliere i nuovi fermenti culturali. Viene inaugurata nel 1907 da Alfredo Bianchi e Roberto Giusti.

(23)

ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

19

subjetivo hacia las cosas las tiñe del estado de ánimo del poeta, y ellas también se acongojan o se desesperan humanizadas en el verso.”46

In Los días y las noches, libro essenzialmente intimista, ritroviamo effettivamente la nota dominante della personificazione soggettiva del mondo circostante; alcune poesie come: Calle, Versos a

una plaza, Iglesia, Ventana, Palermo, Cementerio, nel cui titolo si

annunciano luoghi concreti, in realtà evocano stati d’animo, tristezza, dolore, passione. In Calle l’autrice utilizza la strada come teatro di un sentimento nostalgico.

Calle:

HE vuelto a la calle ahondada de esperas rezando ausencias que ya no serán más. Calle poblada de voces humildes, ¡cuán cerca la hora en que él me querrá! Sobre la tierra sumisa de ocasos, pasaste a mi lado como un madrigal. Toda la dicha se estuvo en mis ojos, Y fue leve cansancio la emoción de tu voz. Calle: mi verso pronto irá hacia ti

honrado de emociones, como un abrazo que anticipa olvido y soledades. 47 In Versos a una plaza evoca tristezza:

La tarde muere como un eremita. Sobre la espalda de la noche

el cielo se estremece apretado de estrellas. La noche crispada y lenta

se apega a los faroles,

pequeños y suaves como una luna nueva. Plaza: sobre tu umbral de sombras su voz sube como una letanía al silencio verde de tus árboles. Los caminos son temblores de dicha bajo la llamarada azul de tanto cielo

46

Helena Percas, La poesia femenina argentina (1810 – 1950), Cultura Hispanica, Madrid, 1958, p. 491.

47

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

20 La ciudad se rompe bruscamente contra el regazo de tus esquinitas verdes.

Cuántas promesas murieron bajo el crucifijo de tinieblas mientras la noche silenciaba los caminos,

y el olvido florecía como una rosa sobre el lugar de la cita!

Plaza: tienes la tristeza humilde

de una tarde grande y quieta con alas de ceniza,

y los paisajes son demasiado altos para tu corazón de campo!48

In Iglesia ritroviamo la pace dell’animo: La iglesia limpia bajo el cielo del alba. La sonrisa de Dios

blanca de luz y agua

rezando en la paz de los rincones. Tú estabas a la sombra

con la cabeza hecha un sueño entre las manos. La vida te gritó algo en el alma.

Tus ojos despertaron sin mirada. Tu mirada en una hora

fue el Poniente de un Alba. Pero la sonrisa de Dios

besó un Ave María sobre tus labios y tus manos abiertas tocaron cielo!49

La Ventana di cui parla l’autrice è uno sguardo verso la libertà, una confidente alla quale Norah racconta le proprie pene e dalla quale trae consolazione:

VENTANA abierta sobre la tarde con generosidad de mano que no sabe su limosna.

Ventana, que has ocultado en vano tanto pudor de niña.

Ventana que se da como un cariño a las veredas desnudas de niños. Luego, ventana abierta al alba

con rocio de júbilo riendo en sus cristales.

48

Versos a una plaza, in Los días y las noches, OC I, cit., p. 88.

49

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

21 Cuántas veces en el sosiego de su abrazo amplio dijo mi pena su verso cansado!50

Palermo è un luogo dove si può respirare serenità ma anche

nostalgia, teatro di ricordi :

LAS horas son calladas como altares en la fresca solitud de tus senderos. Fue en la hoguera de tus rosas donde una tarde la palabra suya escribió un verso en mi recuerdo. Paisaje de manos acostadas

Sobre la mutua caricia, enaltecida y buena. Paisaje de piedad para la ausencia

que a veces quema los ojos, con su crueldad de luz. Paisaje de puro cielo

y árboles que se abren a la noche como se abre el corazón al rezo en la sagrada quietud de un templo. Tu soledad,

es una fiesta de agua y estrellas

para quien ansia multitudes de calles con cielo!51

In Cementerio sono la tristezza e la rassegnazione i sentimenti che caratterizzano questi versi:

SE derrumbó la tarde tranquillamente

como los párpados de un niño que tiene sueño. Afianzó su voz el viento

sobre los mausoleos frescos de luna. La noche se detuvo imóvil

como una mano que piensa sobre el agua de Dios. Arriba, la puntita de una estrella,

Se hace viviente como la ausencia de tu voz.

50

Ventana, in Los días y las noches, OC, cit., p. 105.

51

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

22

Estás allí, quizá con mucho cielo y acaso tu recuerdo sea el alba que ilumina diariamente mi ventana. Las lágrimas siguen queriéndote con la con estancia de su pena cotidiana. La soledad ya es mía en su ansiedad de sombra. Mientras, no llega mi cruz,

y yo voy por tu muerte, llena de temores, como quien recorre una ciudad desconocida.52

Los días y las noches viene pubblicato nel settembre del 1926; nel

novembre dello stesso anno Norah conosce Oliverio Girondo53, che divenne suo marito nel 1943.

Lo stile e le tematiche di La calle de la tarde e di Los días y las

noches rimangono coerenti anche in El rumbo de la rosa del 1930, il suo

terzo ed ultimo libro di poesie. Le metafore appaiono più pulite e dal punto di vista tematico notiamo una disillusione nei confronti delle amare verità della vita che provoca un dolore che non può trovare consolazione.54 Risuona, inoltre, nei versi di El rumbo de la rosa, un profondo sentimento di affetto nei confronti della patria o meglio, nei confronti delle radici dei genitori. Quella terra così lontana ma così tanto presente nei ricordi, come testimoniano le due seguenti poesie, dense di nostalgia e di bellezza:

Pujanza de su recuerdo:

Cuando se inició la distancia te miré en el fjord y en la montaña, para mostrarte así, como un hallazgo a los que no te vieron.

Hoy, tus horas blancas me son dulcísima leyenda.

52

Cementerio, in Los días y las noches, OC I, cit., p. 117.

53

Oliverio Girondo nasce il 17 agosto 1891, è stato uno dei maggiori esponenti dell’ultraismo argentino; ha partecipato attivamente alla creazione delle riviste Proa, Prisma, Martín Fierro. Si sposa con Norah Lange nel 1944. Muore il 24 gennaio del 1967.

54

Helena Percas, La poesia femenina argentina (1810 – 1950), in Cultura Hispanica, Madrid, 1958, p. 494.

(27)

ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

23 Y desde qué lejos añorarte! Te pienso así, como una quietud de senderos que nunca agonizaran. Como mucho sol y mucho cielo. Un asombro de luz en la noche alta. Algo con mucho fuego

que perdura en soledades pobladas de sueños. Bastará oír tu nombre - muy lejos- Norge,

y toda mi senda se llenará de estrellas! Y cuán liviana la pena

bajo tu cielo! 55

“ESTÁS en mi recuerdo, Noruega”: ESTÁS en mi recuerdo, Noruega inquebrante como un viking que no calmó su sed de guerra.

Sueño pausando el de tenerte siempre dentro del corazón, libro vivido

que se hojea diariamente.

Qué fácil tu belleza, para erguirla como una certeza – esplandor sin bruma- y mostrarla a los hombres.

Qué lejos la agonia del recuerdo. eterna adolescencia, senda iniciada, recuerdo que nunca se ha de aquietar!56

Sempre la Norvegia è soggetto principale di un altro componimento, Noruega, che però l'autrice sceglie di non inserire in nessuna delle sue raccolte di versi; anche qui lo stile è sobrio ma potente, con un grido di angoscia esistenziale che si eleva dal paesaggio polare eterno:

La belleza nórdica

en su esplendor imponente. El horizonte polar

con su eterna tristeza blanca. El cielo

55

Pujanza de su recuerdo, in El rumbo de la rosa, OC I, cit., p. 182.

56

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

24 opaco hasta el dolor grita su angustia. Lejos

los fjord

son minúscolos espejos El sol noctámbulo

que incendia tu noche es un ariete demoledor de sombras.57

Riguardo a Noruega Marisa Martínez Pérsico ritiene che Norah Lange abbia tradotto in modo letterario il famoso quadro L’urlo di Edvard Munch. Martínez Pérsico infatti sostiene che le immagini descritte dall’autrice coincidano con i colori e i motivi del quadro.

“En el cuadro y en el poema se describe la visión de un horizonte: ofrecen una panorámica donde convergen el cielo y los fiordos, a los que Lange alude utilizando el nombre original noruego, y que metaforiza como “minúsculos espejos” por tratarse de golfos estrechos situados entre montañas. [...] se trata de un cielo fluctuante, ondulante, que en el cuadro de Munch adquiere tonalidades amarillas, anaranjadas, ocres, azules y blancas, y que en el poema de Lange pasa por dos fases opuestas: la opacidad, que connota la falta de luz, y el sol que “incendia la noche como un ariete demoledor de sombras”, es decir, que ilumina con la fuerza de un arma militar.”58

57

Marisa Martínez Pérsico, Tretas del hábil. Género, humor e imagen en las páginas ultraístas y

post-ultraístas de Norah Lange, edit.um, Murcia, 2013, p. 173.

58

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

25

Immagine 4: L’urlo (1893) di Edvard Munch.

Dal poema destrutturato, come Scarano definisce questi insiemi di metafore autonome, Norah Lange passerà alla prosa, abbandonando la poesia come lei stessa afferma:

“Dejé de escribir poemas cuando me dí cuenta de que estaba más cómoda haciendo prosa. Mis versos nunca llegaron a convencerme. Hoy pienso che mi poesía no

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ALCUNI ELEMENTI DI POETICA

26

existe. Eran puras metáforas, tal como dictaba el ultraísmo.”59

L'ultima opera in versi è El rumbo de la rosa. Riguardo a questo libro, l’autrice ricorda che quasi tutte le poesie che lo compongono sono state scritte tra il 1927 e il 1929, il periodo più triste della sua vita; la mancanza della sorella e di Oliverio Girondo, entrambi in Europa, le aveva causato un forte stress emotivo, provocandole addirittura la caduta dei capelli. “Tanto sufría que se me cayó el pelo. Durante un tiempo anduve con un gorrito para disimular mi cabeza.”60

La pubblicazione del libro fu celebrata con una festa alla quale parteciparono i grandi nomi della rivista Martín Fierro.

59

Ibidem, p. 25.

60

(31)

27

Capitolo III

Norah Lange e la rivista Martín Fierro

Nella decade del 1920 ci fu una rottura estetica nell’ambiente intellettuale argentino. Una serie di trasformazioni politiche e sociali portarono alla necessità di un mercato editoriale moderno che, a sua volta, creò uno spazio propizio per l’apparizione delle prime avanguardie.

Un numero considerevole di intellettuali aveva approfondito i propri studi nel vecchio continente. In Europa questi giovani vennero influenzati dalle nuove correnti letterarie e, una volta tornati in patria, plasmarono le nuove avanguardie europee adattandone principi e forme alla loro terra, alla loro società, alla loro gente. A partire dal 1909, con il manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti61, cominciarono a prender piede i vari movimenti di rinnovamento come il surrealismo, il dadaismo, l’immaginismo e l’espressionismo che vissero e crebbero fino al 1920. Tra queste correnti si annovera anche l’ultraismo, nato in Spagna nel 1919 grazie a Guillermo de Torre, iniziatore del movimento che ebbe,

61

Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) arriva in Argentina nel giugno del 1926 dove organizza una conferenza in concomitanza con la Exposición de pintores modernos con opere di Norah Borges, Emilio Pettoruti, Xul Solar e Pedro Figari. Per omaggiare l’arrivo di Marinetti a Buenos Aires, la rivista Martín Fierro gli dedica un numero speciale (III Nos. 29-30, 8 giugno 1926), il numero comprende la riproduzione del manifesto di Marinetti e articoli che difendono la posizione politica del futurista italiano.

(32)

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

28

con caratteristiche proprie, un grande successo in Argentina, in modo particolare nella città di Buenos Aires62 dove venne importato da Borges.

Nel 1918, infatti, Jorge Luis Borges si sposta dalla Svizzera (dove aveva compiuto i suoi studi e dove era entrato in contatto con il dadaismo) alla Spagna dove collabora con riviste di stampo ultraista come Ultra. Nel 1921 torna nella sua città natale, Buenos Aires, dove diffonde i principi di quel movimento nato in Spagna ad opera di Guillermo de Torre.

Le riviste erano il miglior mezzo per poter diffondere quelle innovazioni letterarie importate dal Vecchio Continente e adattate alla propria terra. Nel 1921 alcuni artisti e scrittori porteños appesero ai muri della città fogli dove vi erano scritte poesie o stampati dipinti; in realtà quei fogli erano la revista mural Prisma, creata da giovani artisti desiderosi di far conoscere le proprie opere alla città di Buenos Aires. La rivista era diretta da Eduardo Gonzáles Lanuza63, Jorge Luis Borges, Francisco Piñero64 e Guillermo Juan65. Un anno dopo, Macedonio Fernández, Roberto Ortelli66, Norah Lange e alcuni poeti europei come Guillermo de Torre, Salvador Reyes67, Alberto Rojas Jiménez68 si unirono al gruppo che aveva fondato Prisma, collaborando alla creazione di una nuova rivista, Proa. Riferendosi a Proa, Borges afferma:

62

Mateo García Haymes, “Una vanguardia conservadora. La revista Martín Fierro ante la

emergencia de las industrias culturales (1924 – 1927)”, http://www.academia.edu.

63

Eduardo Gonzáles Lanuza nasce in Spagna, a Santander, nel 1900; a nove anni si trasferisce con i genitori a Buenos Aires, muore nella stessa città nel 1984. Era chimico industriale ma con una forte propensione per le materie letterarie. Tra le sue opere più famose La degollación de los inocentes (1938), Oda a la alegría y otros poemas (1949), Aires para canciones(1977); é stato anche autore di saggi come Variaciones sobre la poesía (1943) e Los martinfierristas (1961).

64

Francisco Piñero ultraista è uno dei fondatori delle riviste Prisma e Proa.

65

Guillermo Juan nato nel 1906 a Buenos Aires, muore nella stessa città nel 1966; partecipa al movimento ultraista e alla fondazione delle riviste Prisma, Proa e Martín Fierro. Era cugino di Jorge Luis Borges e di Norah Lange.

66

Roberto Ortelli, nato in Uruguay, era amico di Borges come testimonia un carteggio ritrovato; amministratore della rivista Nosostros, scrisse poesie, saggi e racconti. Tra le sue opere Cuentos de la

vida trágica (1924) e Miedo... (1925).

67

Salvador Reyes nato in Chile, collaborò con la rivista Proa.

68

Alberto Rojas Jiménez nasce a Valparaíso il 21 luglio 1900 e muore a Santiago del Chile nel 1934. La sua unica opera pubblicata in vita è Chilenos en París (1930). Ha collaborato ed è stato direttore della rivista Claridad .

(33)

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

29

Hartos estábamos de la insolencia de palabras y de la musical indecisión que los poetas del novecientos amaron y solicitamos un arte impar y eficaz en que la hermosura fuese innegable como la alacridad que el mes de octubre insta en la carne juvenil y en la tierra.69

Nell’estate del 1923 Evar Méndez e Samuel Glusberg70

organizzarono diverse riunioni per discutere sulla nascita di una nuova rivista: il Martín Fierro. A questi incontri assistevano intellettuali con poca esperienza, giovanissimi (tra i 20 e i 25 anni) figli della borghesia, entusiasti all’idea di partecipare alla creazione di quello che, senza che lo potessero immaginare, sarebbe diventato il principale organo di diffusione delle avanguardie ispanoamericane.

Nel febbraio del 1924, a Buenos Aires, viene pubblicato il primo numero della rivista Martín Fierro, uno degli organi più influenti dell’avanguardia letteraria argentina.

69

Hector René Lafleur, Sergio D. Provenzano, Fernando P. Alonso, Las revistas literarias argentinas

1893 – 1976, América Latina S.A., Buenos Aires, 1962, p. 87.

70

Guillermo Evaristo González Méndez (14/11/1855 – 22/12/1955) è stato uno dei fondatori e direttori della rivista Martín Fierro; Samuel Glusberg (1898 – 1987) nato in Moldavia, arriva a Buenos Aires nel 1905 ed è uno dei fondatori della rivista Martín Fierro.

(34)

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

30

Immagine 5: Copertina del primo numero della rivista Martín Fierro.

Lo scopo della rivista era dare vita ad un rinnovamento artistico, allontanandosi da ciò che era il passato letterario del paese, dal modernismo e da ciò che era ritenuto retrogrado. Di fondamentale importanza era l’umorismo delle ballate, delle odi e delle parodie.

L’inclinazione combattiva della rivista, il suo spirito rivoluzionario e il suo umorismo suscitarono l’interesse e l’ammirazione dei più giovani, affascinati dall’idea di un rinnovamento in campo letterario, nella pittura e nella musica. Il titolo della rivista era ovviamente un omaggio all’omonimo poema epico argentino scritto da

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NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

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José Hernández con il quale la rivista condivideva un animo rivoluzionario ed un forte sentimento nazionalista71.

Immagine 6: In questa foto alcuni dei collaboratori della rivista Martín Fierro. Martín Fierro era il fulcro di tutte le proposte formali

dell’avanguardia porteña. I giovani e talentuosi intellettuali che collaboravano alla formazione della rivista erano influenzati dall’ultraismo spagnolo, dal futurismo di Marinetti e dal creazionismo di Huidobro.

Come quella di tutte le riviste, la vita di Martín Fierro fu breve. Dopo quarantacinque numeri, nel 192772, la rivista cessò di esistere; non si interruppero però i rapporti tra i martinfierristas, che anzi, proseguiranno a lungo nel tempo.

In quegli anni di fermento artistico, la casa di calle Tronador era diventata un luogo di fondamentale importanza per la letteratura argentina di quegli anni. Grazie alle assidue e costanti riunioni che avevano luogo in casa sua, Norah si avvicina sempre di più alla rivista

71

Emilio Carilla, Estudios de Literatura Argentina (siglo XX), Universidad Nacional de Tucuman, Tucuman, 1968, pp. 56-57.

72

Quando Hipolito Yrigoyen si candida alla presidenza del Paese, i componenti della rivista si dividono tra chi vuole scrivere di politica e chi no. La rivista, fino a quel momento, si era occupata esclusivamente di arte e di letteratura e una parte del gruppo si era fermamente opposta ad un cambio tematico. Questa rottura interna portò alla fine della rivista.

(36)

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

32

Martín Fierro e pubblica alcune delle sue poesie sulla rivista fino ad

essere considerata una vera e propria collaboratrice.

La sopravvivenza dei rapporti tra i rappresentanti è testimoniata dai discorsi scritti da Norah Lange grazie ai quali l’autrice omaggia scrittori o ricorrenze (anniversari, compleanni, pubblicazioni). Alcuni di questi discorsi compongono il libro Estimados Congéneres e, per festeggiare il decimo anniversario della fondazione del Martín Fierro, Norah scrive un discorso indirizzato a Evar Méndez. Era il 20 dicembre del 1934. Dalle sue parole emerge l’ammirazione nei confronti della rivista e dell’ambiente di “bohemia inteligente y jovial que singularizó al grupo”.

In queste pagine scrive:

“Del periódico Martín Fierro y de su director Evar Méndez, sólo me llegaban, al comienzo, movedizas anécdotas.”73

Evar Méndez e Norah si conobbero un pomeriggio nella redazione della Revista Oral e fu proprio lui ad aiutarla nella pubblicazione di El rumbo de la rosa. Di questo incontro Norah ricorda:

“Yo lo había construido bajo otros contornos. No esperaba ese encuentro con su aire enjuto y pálido de pierrot cansado, con su lunar, su austera contextura de poeta romántico que anota sonetos mediante desfallecida pluma de explotado palmípedo. Por más que me esforzara, me era imposible ubicarlo mucho tiempo seguido en esa actividad de hombre que no puede transitar sin siete kilos de revistas bajo el brazo.”74

Sempre nel discorso dedicato a Evar Méndez la scrittrice sottolinea il rapporto di amicizia che la legava ai martinfierristas, ricorda l’atmosfera leggera che regnava durante le riunioni nella casa di calle Tronador e descrive il forte impatto che la rivista provocò tra gli

73

Norah Lange, Estimados Congéneres, Losada, Buenos Aires, 1968, p. 15.

74

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NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

33

intellettuali ma soprattutto la grande stima nei confronti dei principi che stavano alla base del Martín Fierro:

“Apenas me enteré de la existencia del periódico, no me separé de sus páginas acrobáticas, ya que todos los poetas amigos colaboraban en él.”75

L’autrice aveva solo diciannove anni quando venne pubblicato il primo numero di Martín Fierro, era ancora molto immatura per partecipare attivamente alla redazione della rivista. In ogni caso, grazie alle riunioni dei martinfierristas che avevano luogo a casa sua, Norah aveva instaurato rapporti di amicizia con i grandi nomi della letteratura ispanoamericana di quegli anni, amicizie che le permettevano di conoscere in anteprima quello che sarebbe apparso in ogni numero della rivista; le riunioni erano animate da uno spirito allegro, da quell’ironia che era una delle fondamentali caratteristiche dell’ultraismo porteño.

“Yo llegué un poco tarde, o tal vez el periódico apareció demasiado temprano y debí aguardar un rato antes de alistarme en sus reverberantes páginas. Adherida, desde el comienzo, a todo lo que fuese anecdótico, los poetas martinfierristas que aparecían los sábados en mi casa de la calle Tronador, y cuyos nombres me complazco en enumerar: Jorge Luis Borges, Ricardo E. Molinari, Raúl Gonzáles Tuñón, Francisco Luis Bernárdez, Leopoldo Marechal, Jacobo Fijman, Roberto A. Ortelli, Antonio Vallejo, Oliverio Girondo, Lyzandro Z. D. Galtier, Eduardo Gonzáles Lanuzza, me entregaban versiones coloridas de las próximas colaboraciones, de acertados epitafios, de las reuniones acaloradas, de los banquetes bochincheros donde se inició la exhumación de la solemnidad y por los cuales transitaba una camaradería dispuesta a todo, regocijada y movediza, un espíritu burlón y franco, pero ambos desprovistos de esas miradas al bies y de esas frases inconclusas que han vuelto a tiritar de sobremesa.”76

Sempre nel discorso dedicato ad Evar Méndez traspare non solo l’amore dell’autrice per la rivista e i suoi collaboratori, ma soprattutto la grande stima che deriva dall’aver ben compreso quanto le caratteristiche

75

Ibidem, p. 15.

76

(38)

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34

di umoristica rottura erano state di importanza fondamentale in quanto rinnovamento letterario.

“Martín Fierro constituyó, desde su primer número, el más estridente grito al cielo contra atareadas morondangas que amenazaban extenderse. Su vitalidad agresiva, su perentoria adversión por toda manifestación achacada de huera solemnidad, su encoro por todo lo falso, lo oropelesco, lo rétorico, fueron las primeras proezas sanitarias que ejerció con estruendoso éxito contra los rezongos de quienes sólo gimotean de amarillo limón ante una consagración que no sea la propia, contra otros que la desean aunque sea por cuotas, contra los hervideros de lugares comunes y similares renombradas elucubraciones sujetas al orden de las trepadoras. [...]creo que ha de transcurrir mucho tiempo antes de que el país conozca otro periódico literario, otro momento tan abastecido de buenas intenciones, de limpidez estética, de altas preocupaciones y, ante todo, de renovación pura y desinteresada.”77

Nel novembre del 1949, in occasione della festa organizzata nella sede della S.A.D.E. per celebrare il 25° anniversario dall’apparizione della rivista Martín Fierro, Norah omaggia i martinfierristas con uno dei suoi discorsi intriso di ironia sui cambiamenti fisici degli intellettuali, dovuti al passare degli anni e burlandosi di aneddoti personali:

“Dicen que Fulano está mejor que hace 10 años pero, ¿no recorriste un ligero descanso en su cuero cabelludo?”78 “- ¡Qué bien está Menganita! – y ya nos congratulamos ante su carencia de limón, cuando la oímos añadir, mientras pernocta junto a su única aventura espiritual: una fatigosa Coca-Cola.”79

A differenza del discorso dedicato a Evar Méndez in occasione del decimo anniversario di Martín Fierro, il testo scritto dall’autrice per il 25° anniversario della rivista si concentra su coloro che hanno partecipato alla rivista piuttosto che sui principi della rivista stessa.

77 Ibidem, p. 18. 78 Ibidem, p. 185. 79 Ibidem.

(39)

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

35

“El vigésimo anniversario de Martín Fierro nos encuentra mejorados y, lo que es más importante, aumentados y corregidos; consuelo que podéis verificar en los perfiles de sus colaboradores.”80

L’attenzione dell’autrice si focalizza sui collaboratori della rivista ed è mediante il sistema delle negazioni che essa traccia il profilo del

martinfierrista ad hoc:

“no era martinfierrista quien se permitía asaltar por regímenes al pie de holanda-argentina o despanzurrados zapatillos. Tampoco lo era quien – en trance de jurado- trasladaba en su bolsillo el título aconsejado por camandulero teléfono, ni quien, pegajoso de requiebros, se ubicaba en diversas cabeceras, a la siniestra de directores de revistas para estropearles la Copa Melba. No era martinfierrista quien creía en el porvenir de cierto pintor zona sur... pero se equivocó; ni quien distribuía abundantes raciones de mal humor - como acontece en la actualidad – para luego quedarse en casa al lado de reminiscencias atiborradas de chofitoles y, sobre todo, no era martinfierrista el que se acomodaba en conocido sillón parecido a cualquier academia.”81

Per tutta la sua esistenza la rivista Martín Fierro si dedicò all’arte, non si interessò mai di politica e si dissociò da tutto ciò che era accademico. L’umorismo era uno dei principali elementi del rinnovamento estetico dell’ultraismo e Norah Lange ripete questo concetto sia nel discorso per la celebrazione del decimo, sia in quello scritto per il venticinquesimo anniversario di Martín Fierro.

Nel libro Estimados Congéneres ritroviamo una serie di discorsi ordinati cronologicamente che omaggiano scrittori come Amado Villar in occasione della pubblicazione del libro Marimorena avvenuta nel novembre 1934. Norah Lange racconta del loro primo incontro nella taverna del Royal Keller, importante luogo di ritrovo per gli intellettuali porteños di quegli anni:

80

Ibidem, p. 186.

81

(40)

NORAH LANGE E LA RIVISTA MARTÍN FIERRO

36

“Conocí a Amado Villar en el sótano del Royal Keller, una noche en que peroraba movedizamente sobre su actuación en Marruecos, de cuya altisonante actividad forzada surgiría prometida novela.”82

La sera del loro primo incontro la Revista Oral aveva dedicato un numero al poeta Marinetti e l’autrice descrive, con la consueta ironia ultraista, l’abbigliamento di Villar per l’occasione:

“Esa noche la Revista Oral dedicaba un número al poeta Marinetti, y en su omenaje Amado Villar ocupó su solemne pantalón a rayas, su jacquet 1900, sus zapatos de taco alto, su profusa corbata de las grandes ocasiones. Este pormenor es de fácil comprobación. Muchos de vosotros lo habéis contemplados en nocturna ceremonia, adecuadamente investido de esa indumentaria merecedora de duradero boato, de besamanos, de envarado minué. Desde esa noche, a pesar de la tesitura de su vestimenta, fuimos amigos.”83

L’umorismo è presente anche quando l’autrice racconta l’ossessione di Villar per la fine del mondo; ossessione che lo scrittore condivideva con una zia alquanto singolare che scrupolosamente conservava una bara nella propria stanza da letto:

“Sabéis a qué temas me refiero: a su tan agredida y retocada argumentación de “la fin del mundo”, persecución tan acabada en él que nos vimos obligados a organizarle auspiciosa conferencia en Signo, y otra confabulada rememoración que también suele ocupar variado y entretenido espacio: su tía Peregrina, estrábica y meticulosa, que acostumbra probarse el previsto ataúd que guarda en su alcoba, para evitar contratiempos de perimetraje el día de su ocupación definitiva.”84

Il movimento ultraista non aveva influenzato solo la letteratura ma anche la musica e soprattutto la pittura. Tra le pagine della rivista venivano pubblicati i dipinti naïf di Leonor Fanny Borges85 (meglio

82 Ibidem, p. 9. 83 Ibidem, p. 10. 84 Ibidem, p. 13. 85

Leonor Fanny Borges nasce a Buenos Aires il 4 marzo 1901, muore nella stessa città il 20 luglio 1998. Usa lo pseudonimo Norah Borges sotto suggerimento del fratello Juan Luis Borges. È stata

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