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LE TRAGEDIE DI LEONARDO CINNAMO

V. 2 «Lo farò madre, sì lo farò»: la pietà nel Melitone.

VI.1 Nota ai test

Questa trascrizione diplomatica è esemplata sulle tragedie contenute nel manoscritto segnato «XIII E 49» della sezione Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli, che reca sul dorso la dicitura «Opere del Padre Cinnamo».

Miscellaneo, cartaceo, consta di complessive centocinquantaquattro carte scritte in recto e verso, delle quali una risulta essere bianca (c.93); bianco è inoltre: c.1v, c.4v, c.10v, c.92v, c.109v, 111v. A partire da c.3 ricompare la numerazione araba, coerente e progressiva fino a c.92r, dove si interrompe per poi ricominciare (partendo da capo) da c.112r a c.154v.

Il manoscritto contiene due tragedie del padre Leonardo Cinnamo, Santo Eudossio (c.1r-92r) con i relativi quattro intermezzi alla fine (c.94r-109r) e Melitone (c.110r- 154v) con due intermezzi interposti agli atti (c.130v-131v; c.144v-146r). La c.1r reca il frontespizio del Santo Eudossio che così informa:

SANTO EVDOSSIO/ TRAGGEDIA/ DEL/P.LIONARDO CINAMI/ Della Compagnia/ di Giesu

Al sottostante simbolo della Compagnia segue l'indicazione:

ANNO .DNI. 1647

In c.2 sono elencati i personaggi della tragedia. Sono presenti glosse ai margini destro e sinistro dello specchio; il frontespizio del Melitone a c.110r reca la seguente dicitura:

Giesu/ IHS/ ANNO DNI 1647

In c.110v è riportata la notizia della rappresentazione della tragedia coi nomi dei seminaristi recitanti, mentre c.111r elenca i personaggi del dramma. Il Santo Eudossio presenta uno specchio mediamente di 19 linee che nel tratto risulta essere piuttosto spigoloso, mentre quello del Melitone, il cui specchio è mediamente di 18 linee, appare più morbido e tondeggiante: si tratta chiaramente di due copisti diversi ed è ipotizzabile che le due opere siano state trascritte in momenti differenti e, quindi, unite nel ms.

Gli intermezzi del Santo Eudossio sono stati aggiunti alla tragedia nel momento in cui ad essa è stata unita il Melitone; gli elementi che rendono verosimile questa ipotesi sono:

a) Il tratto, identico a quello del Melitone.

b) L'interruzione della numerazione delle pagine contenenti i suddetti intermezzi. Tuttavia, seppur i copisti sembrano essere stati due, di certo chi ha trascritto il Santo

Eudossio, per sua ammissione è a conoscenza della presenza degli intermezzi se a c.37v

aggiunge la seguente glossa:

Qui si farà il primo intermezzo di San Francesco Saverio che sta nel fine dell'opera.

e ancora a c.63v ne aggiunge un'altra:

Qui si farà il 2.° intermezzo di S. Francesco Saverio che sta nel fine dell'opera.1

Si nota inoltre che il frontespizio del Melitone che il nome dell'autore è stato corretto: in origine indicato come P. Leonardo Cinnami, è stata corretta la e in i, mentre la n geminata è stata cancellata con un segno adeguando il nome dell'autore a quello riportato sul frontespizio del Santo Eudossio: P. Lionardo Cinami.

Ciò porta, ragionevolmente, a dedurre che la mano che ha trascritto il Santo Eudossio abbia unito a questo il Melitone, intervenendo su quest'ultimo laddove abbia ritenuto necessario. A tal proposito possiamo ipotizzare che questo copista sia intervenuto anche

1 Le glosse mostrano che, probabilmente, l'ordine reale degli intermezzi è stato alterato dato che, essendo in numero di quattro, sarebbe logico collocarli in questa maniera: prologo-I intermezzo; atto primo-II intermezzo; atto secondo-III intermezzo; atto terzo-IV intermezzo.

per aggiungere al Melitone la notizia della rappresentazione riportata in c.110v con l'elenco dei seminaristi che vi parteciparono: lo si deduce dal tratto identico a quello del

Santo Eudossio presente nel suddetto luogo.

Le tragedie sono così strutturate:

Santo Eudossio

-Prima del prologo (57 vv.).

-Prologo (con coro finale di 32 vv.). -Intermezzo I (164 vv.).

-Atto I, (7 scene; 2 cori, il primo di 13 vv. nella scena seconda, il secondo di 48 vv. nella scena settima; 1 ballo nella scena quarta; 1 esercizio ginnico di combattimento simulato nella scena quinta).

-Intermezzo II (119 vv.).

-Atto II (7 scene; 2 cori, il primo di 25 vv. nella scena terza, il secondo di 16 vv. nella scena settima; 1 ballo nella scena quarta; 1 monologo versificato nella scena quinta)

-Intermezzo III (118 vv.).

-Atto III (7 cori, il primo di 15 vv, il secondo di 9 vv., il terzo di 11 vv., il quarto di 19 vv., di 8vv., nella scena prima, il quinto di 61 vv. nella scena quarta, il sesto di 8 vv. nella scena settima; 2 balli, il primo nella scena terza e il secondo nella scena quinta; 4 monologhi versificati, di cui il primo di 42 vv. nella scena quinta, il secondo di 23 vv. e il terzo di 17 vv., entrambi nella scena sesta, il quarto di 34 vv. nella scena settima).

-Intermezzo IV (119 vv.).

Melitone

-Prologo (16 vv.).

-Atto I (1 coro di 12 vv. nella scena quinta). -Intermezzo I (51 vv.).

-Atto II (1 coro di 28 vv. nella scena quarta). -Intermezzo II (53 vv.).

Atto III (senza cori).

La trascrizione è stata operata secondo un criterio assolutamente conservativo, mantenendo anche le minime incoerenze grafiche e linguistiche che rappresentano un segnale dello stato della lingua del Seicento; la scrittura è stata uniformata all'uso

moderno della grafia.

Sono stati adottati i criteri che seguono ai quali, in mancanza di diverse indicazioni, sono rapportabili tutti gli interventi:

-distinzione della u da v;

-espunzione della h etimologica e pseudoetimologica in posizione iniziale di parola e al suo interno (habito>abito, christiano>cristiano, choro>coro);

-resa del diagramma finale -ij nel plurale delle parole in -io con -ii (iudicij>iudicii);

-la & (et tironiana, presente solo in alcune parti del Melitone) è stata sostituita con et;

-sono state sciolte le abbreviazioni di m e n;

-scempiamenti e raddoppiamenti riconducibili a fattori etimologici sono rimasti inalterati (raggione) anche se in contrasto con l'uso moderno;

-sono state distinte le forme verbali dai sostantivi (di'- dì) -è stato ricondotto alla norma attuale l'uso dell'accento (fù>fu);

-è stato conservato l'uso alternato delle maiuscole e delle minuscole dopo l'interrogativa e l'esclamativa, inoltre le maiuscole sono state conservate solo nei sostantivi od epiteti usati dall'autore come metafore del trascendente; in tutti gli altri casi l'uso delle maiuscole è stato ammodernato;

-l'intervento sull'interpunzione è mirato soltanto a rendere più agevole la lettura;

-è stata ammodernata l'accentazione: accentati i monosillabi e le forme verbali prive di accentazione; eliminato dai monosillabi l'accento non richiesto dal moderno uso grafico;

-sono state conservate le aferesi e le apocopi postvocaliche, con l'integrazione, in alcuni casi, dell'apostrofo mancante;

-è stato eliminato l'apostrofo dopo l'articolo indeterminativo nel caso maschile;

-le parentesi tonde appartengono al manoscritto; le abbreviazioni sono state sciolte in parentesi quadre.

-Il monogramma crostologico XP (presente solo nel Melitone in quattro occorrenze) è stato reso con la parola Cristo.

Per quanto riguarda la struttura delle tragedie:

-sono stati numerati i versi delle parti corali, i nomi dei personaggi sono stati trascritti per intero e sistemati all'inizio di ogni battuta;