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CAPITOLO 2 PROPOSTA METODOLOGICA PER LA VALUTAZIONE

2.1 Lo scopo della ricerca

2.1.2 Il nuovo modello di ospedale pediatrico

Uno strumento per la progettazione, riqualificazione e adeguamenti degli ospedali pediatrici

- Umanizzato: che garantisca, cioè, sufficiente accoglienza per il bambino, in

modo tale che possa vivere l’ospedale come un ambiente domestico, familiare, confortevole e sicuro, ma che lo sia allo stesso tempo per tutti gli utenti. Il termine “umanizzazione” è qui inteso come quel processo in cui si pone il malato al centro dell’attenzione (Pace G.M., 2000). Giova a questo punto ricordare che il principio di umanità, riferito alla tendenza di guardare alle cose nel modo che sia quanto più conforme alla natura umana, assunse la sua rilevanza nella prima met del ‘900, allorquando in Francia si diffuse un vero e proprio slogan: “È necessario umanizzare gli ospedali”. Successivamente la parola divenne obsoleta e fu sostituita dal termine qualità. Il termine umanizzazione si affermò, tuttavia, nuovamente negli anni 1980 e 1990, attraverso veri e propri progetti di umanizzazione delle cure. Ad oggi, invece, si parla di umanizzazione, in riferimento ad una struttura ospedaliera, allorquando la stessa si presenta attenta sia alla salute che all’assistenza psico-sociale della persona.

Il concetto di umanizzazione delle strutture ospedaliere deve essere esteso e concretizzato nella attenta analisi di diversi aspetti più particolari, tra cui: la chiarezza delle informazioni offerte all’utenza (informazioni ai familiari circa l’assistenza al paziente, informazioni sulla prevenzione delle malattie ed educazione sanitaria, ecc.), le condizioni di accesso e la tempestività dei servizi (tempi di attesa, sistema prenotazioni, ecc.), la complessiva gestione ospedaliera e la partecipazione dei professionisti, la qualità delle relazioni tra utente e personale (efficienza, gentilezza, interesse e attenzione), ecc. Nell’ambito di tale più ampio contesto concettuale, il presente studio si occupa, come principale aspetto, della qualità dello spazio e delle condizioni

Dott.ssa Arch. Francesca Primicerio

ambientali dell’edificio ospedaliero, tenendo conto delle necessità prima accennate, indispensabili per una struttura sanitaria davvero “umanizzata”. L’umanizzazione degli ospedali è un processo in continua evoluzione, perché connesso alle mutevoli esigenze dei bambini e del contesto in generale, nella consapevolezza che, ancora oggi, la stessa ospedalizzazione comporta in sé, spesso, un abbassamento della qualità della vita per cui, raggiunta questa convinzione, è necessario trovare sempre più le motivazioni per studiare e mettere a punto interventi che si muovano nel solco di tale linea di tendenza. Alcuni casi, come lo Sheffield Children’s Hospital ed il nuovo Hospice di Bologna in precedenza citati, già costituiscono esempi di una filosofia indirizzata verso l’umanizzazione dei luoghi di cura, in cui le esigenze del bambino sono messe al centro dell’idea progettuale. In particolare, si coglie che in essi l’attenzione è rivolta al design degli interni, nel primo caso, e all’importanza del rapporto con la natura (scopo terapeutico) messo in evidenza, nel secondo caso.

- Sostenibile: che non sia considerato una macchina energivora ma un polo

della sostenibilità, con strategie mirate alla produzione ed utilizzo di energia rinnovabile, che rispetti l’ambiente e allo stesso tempo che contribuisca alla valorizzazione di tutto il contesto ambientale.

Una delle prime definizioni di sostenibilità inquadra il concetto come la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità di

quelle future di soddisfare i propri1.

1 Citato dal rapporto Brundtland del 1987 (in seguito richiamato dalla Commissione

Mondiale sull’Ambiente e lo sviluppo dell’ONU. Questa definizione dà vita alla cosiddetta regola dell’equilibrio delle tre “E”: ecologia, equit , economia e fornisce

Uno strumento per la progettazione, riqualificazione e adeguamenti degli ospedali pediatrici

È solo il caso di ricordare che, nel 2002, il World Summit on Sustainable

Development di Johannesburg, con riferimento ad altri e diversi aspetti,

anche di ordine più generale, ha configurato il concetto di Sviluppo

Sostenibile come la integrazione di tre dimensioni, rigorosamente legate tra

loro: economia, società e ambiente.

Il concetto di sostenibilità per un edificio ospedaliero pediatrico, per quel che rileva ai fini del presente studio, deve essere espressamente pensato e tradotto in scelte costruttive che devono guardare necessariamente al futuro ma tenendo coerentemente conto, tuttavia, delle tre suindicate dimensioni. L’industrializzazione, le nuove tecnologie e l’illusione della disponibilità infinita di energia a basso costo hanno provocato, nello scorso secolo, l’abbandono delle tradizionali tecnologie edilizie legate ai principi di sfruttamento naturale delle risorse e del clima. Oggi, con la crisi energetica e le stime di un futuro prossimo esaurimento dei giacimenti di carbone, gas naturale e petrolio, si è assolutamente obbligati a rivedere sia il disegno della città che degli edifici che la compongono.

Progettare con criteri di sostenibilità significa, pertanto, rispettare il luogo e gli abitanti, ridurre le emissioni inquinanti, utilizzare risorse rinnovabili e controllare il consumo di energia, diminuire le quantità delle risorse utilizzate e la produzione di rifiuti, garantire ambienti più sani e maggiore

comfort (visivo, sonoro, termico), utilizzare materiali non dannosi all’uomo

e all’ambiente ed essere competitivi in termini di costi (prospettiva a lungo termine).

una visione antropocentrica ponendo, infatti, al centro della questione il benessere delle future generazioni.

Dott.ssa Arch. Francesca Primicerio

Nello specifico, significa progettare e costruire tenendo in debito conto dei fattori peculiari del luogo, quali il microclima, la conformazione orografica del terreno, l’esposizione solare, la direzione dei venti dominanti e i diversi elementi fisici, naturali ed artificiali del contesto.

Ad esempio, il Children’s Hospital di Pittsburgh in Pennsylvania, già illustrato nel capitolo precedente, oltre ad essere progettato secondo criteri avanzati ed autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie all’utilizzo di sistemi alimentati da fonti rinnovabili, è anche a rifiuti “quasi zero”, rappresentando un ottimo modello di ospedale sostenibile.

- Flessibile: che assicuri la possibilità di adattarsi, in tempi brevi, alle nuove

esigenze di qualità ed ai bisogni sopravvenuti diversi da quelli iniziali, evitando onerose distruzioni e rifacimenti costruttivi. Il controllo del ciclo di vita di un edificio, dell’obsolescenza tecnologica e funzionale, comporta per forza di cose, quindi, la necessità di includere il criterio di flessibilità nelle progettazioni (Cellucci C., Di Sivo M., 2016). Nell’ambito della presente ricerca sono state individuate una serie di strategie per l’implementazione della flessibilità, capaci di incidere sulla forma, sulle funzioni e sull’apparato tecnologico che governa le strutture. L’esigenza di flessibilit può essere risolta attraverso l’implementazione dei seguenti requisiti: versatilità (che ha svariati impieghi), convertibilità (la capacità di un sistema di adattarsi a diverse conformazioni fisiche attraverso una trasformazione che altera la sua originaria configurazione, interna ed esterna), modularità (organizzazione di un sistema in parti che possono essere aggiunte o sottratte al sistema stesso quando è necessario; tale requisito permette, più precisamente, l’espansione nel tempo), manutenibilità (intesa come la probabilità di riparare un sistema in un dato tempo; l’implementazione di

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tale requisito favorisce eventuali interventi di riqualificazione che si rendono necessari laddove si verifichi uno squilibrio tra prestazioni dell’elemento tecnico e mutate esigenze nell’utenza, permettendo di compiere velocemente quelle operazioni di adeguamento ai nuovi livelli di qualità attesa), reversibilità (organizzazione di un sistema in subsistemi e componenti scomponibili; tale requisito diminuisce gli impatti conseguenti alla dismissione del sistema precedente e consente, attraverso il disassemblaggio e successivamente, la separazione delle parti costitutive e dei materiali in vista di un loro riuso e riciclo).