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Il XVIII secolo La rivoluzione scientifica e la nascita dell’ospedale a padiglioni

CAPITOLO 1 STATO DELL’ARTE

1.1 Gli edifici per la salute e la sua evoluzione nel tempo

1.1.4 Il XVIII secolo La rivoluzione scientifica e la nascita dell’ospedale a padiglioni

Nella metà del Settecento cominciano a riscontrarsi notevoli cambiamenti nel modo di concepire dapprima la medicina e, successivamente, la architettura delle strutture per la salute.

L’Illuminismo rappresentò, indubbiamente, la base culturale ed intellettuale su cui si innestò il nuovo modo di concepire la scienza medica (ora fondata, principalmente, sul metodo sperimentale). Il progresso della scienza portò ad aumentare l’attenzione verso il paziente e la crescente fiducia in essa sorresse e guidò l’uomo nel tentativo di migliorare sempre più le proprie condizioni di vita.

La metà del Settecento è, quindi, l’epoca delle rivoluzioni tecnologiche. Si ebbe a disposizione non solo le accresciute conoscenze mediche ma anche i primi strumenti diagnostici sviluppati dalle nuove scienze.

Tutto questo slancio mise in luce, per contrasto, le numerose carenze dell’impianto ospedaliero così come era stato concepito fino a quel momento. Si evidenziò, infatti, il profondo divario tra il progresso tecnologico e scientifico e l’arretratezza delle strutture sanitarie. Esse non erano neppure in grado di garantire i minimi standard di igiene, al punto tale che tali gravi carenze finivano ancora per rappresentare le principali cause di morte dei pazienti stessi. Da qui sorse il bisogno di rivoluzionare il sistema sanitario, di ampliare gli ospedali e di occuparsi in maniera più specifica e diffusa della salute della popolazione. In questo contesto,

Dott.ssa Arch. Francesca Primicerio

l’ospedale ebbe ad acquisire ancor più importanza e centralità nella vita pubblica, diventando un organismo autonomo e sviluppando caratteri e parametri peculiari, suoi propri e propri alle sue finalit . L’ospedale, in tale contesto, assunse al rango di istituzione, anche dal punto di vista dell’impostazione e del rapporto con l’impianto urbano.

In tale periodo, prima che in ogni altro paese europeo, la maggior parte del fervore politico culturale e sociale si riscontrò in Francia, in quanto riconosciuta come sede del pensiero illuminista e degli eventi che portarono poi allo scoppio della Rivoluzione del 1789.

L'incendio dell’Hotel Dieu di Parigi (Fig. 1.10) rappresentò in Francia uno

dei fattori scatenanti il rinnovamento dell’edilizia ospedaliera. Tale struttura nasceva come semplice ospizio per accogliere bisognosi ma, nel corso degli anni, aveva subito numerosi ampliamenti per soddisfare i bisogni primari della città. Tuttavia, tale ospedale denotava i difetti e le carenze che portarono alla necessità di una sua rivisitazione poiché la crescita a dismisura della struttura aveva portato a condizioni igieniche del tutto insostenibili. L’incendio del 1772 fu, quindi, un’ottima e propizia occasione per ricostruirlo e, nel contempo, sviluppare ed attuare nuove teorie sull’edilizia sanitaria che potessero portare a realizzare un ospedale moderno, inteso come un avanzato luogo di cura. La progettazione fu

affidata a Le Roy6 che decise di proporre nuovi parametri per la

pianificazione dell’edificio.

L’impianto si sviluppava intorno ad un grande cortile centrale sui cui lati si diramavano una serie di corsie parallele tra loro, una chiesa ed alcuni

6 Julien-David Le Roy (Parigi, 1724-1803), è stato un architetto, archeologo e storico

Uno strumento per la progettazione, riqualificazione e adeguamenti degli ospedali pediatrici

servizi di supporto.

Fig. 1.10: Pianta Hotel Dieu , Parigi (Fonte: Hassenpflug V., 1964) .

Un particolare tecnologico estremamente innovativo fu l’introduzione di grandi condotti per l’areazione. I caratteri introdotti da Le Roy saranno di riferimento assoluto per la progettazione e la costruzione degli ospedali per tutto l’Ottocento dando vita alla tipologia edilizia maggiormente diffusa in questo secolo, ovvero quella a padiglioni (Pascale F., 2012).

Questa tipologia è costituita da diversi blocchi, connessi tra loro da spazi di servizio. Tale separazione è funzionale alla divisione delle differenti aree

Dott.ssa Arch. Francesca Primicerio

dell’ospedale che corrispondono alle diverse zone di accoglienza delle varie patologie e tutto ciò sempre finalizzato alla riduzione del rischio di contagio tra i malati. Da questo momento in poi, però, cominciarono ad essere individuati e diffusi principi costruttivi di ordine generale da adottare nella progettazione degli edifici per la salute.

I parametri guida da rispettare e forniti per questa tipologia di struttura erano i seguenti:

- gli edifici che componevano l'ospedale non potevano avere più di 2 o 3 livelli fuori terra;

- dovevano essere forniti di ampie finestre, alte fino al soffitto, che consentissero, quindi, agevole e naturale illuminazione e ricambio d’aria; - i padiglioni stessi dovevano essere posti a distanze tali da consentire ai pazienti una buona visuale verso l’esterno e, soprattutto, tali da poter ricavare, nelle aree libere, degli spazi verdi da mettere a disposizione dei malati7;

- i corpi di fabbrica dovevano essere disposti verso sud o verso est (con lo scopo di ottenere luoghi di cura più salubri e meglio illuminati e ventilati); - il soffitto doveva essere perfettamente piano in piena opposizione con gli intradossi voltati visti fino a quel momento.

Furono superate, definitivamente, le tipologie degli ospedali rinascimentali e, quindi, le architetture maestose, ispirate ai palazzi pubblici del Cinquecento. Ben presto, però, si riscontreranno difetti di progettazione

7 In particolare, per ottenere tale obiettivo, diventava necessario decentrare queste

strutture rispetto all’area urbana, a favore di zone di maggiore estensione con condizioni ambientali più favorevoli alla cura del paziente, abbandonando quindi l’impostazione tipicamente rinascimentale di centralit della struttura di accoglienza.

Uno strumento per la progettazione, riqualificazione e adeguamenti degli ospedali pediatrici

anche in queste nuove strutture. I percorsi di collegamento risulteranno essere eccessivamente lunghi, in quanto legati all’enorme distanza che intercorreva tra i diversi padiglioni. Le maggiori problematiche riguarderanno lo spostamento del personale (medico ed infermieristico) e, in particolare, il trasporto dei malati da una zona ad un’altra dell’ospedale, in alcuni casi anche mediante passaggi interamente all’aperto con ciò esponendo gli infermi alle intemperie.

L’impianto sperimentato da Le Roy rimase, comunque, un modello fondamentale di progettazione per tutto l’Ottocento e la tipologia a padiglioni la ritroveremo anche nel corso del Novecento.

Le caratteristiche planimetriche rimasero pressoché invariate rispetto ai modelli precedenti.

L’impianto di Le Roy era costituito da un’area verde centrale aperta, una grande corte, intorno alla quale si snodava l’intera struttura: solitamente dai due lati lunghi del cortile dipartivano i padiglioni delle degenze. In questa maniera si formavano delle vere e proprie corsie, tutte disposte parallelamente tra loro, riuscendo a creare ulteriori aree verdi tra i diversi padiglioni con una perfetta e moderna alternanza di pieni e vuoti. Tutto ciò dava maggior respiro al complesso e forniva gli spazi accessori necessari per la distrazione e lo svago del paziente.

I percorsi esterni tra le varie aree dell’ospedale erano generalmente porticati (Campolongo S., 2006). Lungo i lati corti dello spazio centrale si sviluppano sempre i locali di servizio (l’amministrazione, le sale operatorie, le aree per medici ed infermieri e la cappella). L’intero impianto rimaneva, comunque, ancora condizionato dal modello rinascimentale, per quel che

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riguarda la forma generale, che rimaneva fortemente simmetrica, regolare e soprattutto modulare. Tra gli ospedali francesi, dell’epoca, ricordiamo

anche l’Ospedale Lariboisière (1839) (Fig. 1.11) e l’Ospedale Boucicaut di

Parigi (Fig. 1.12).

Fig. 1.11 - Fig. 1.12: Hopital Lariboisiere e Hopital Boucicaut (Fonte: Canzi M., 2011).

Nonostante non siano molti gli edifici ospedalieri realizzati in questo periodo, in Italia ricordiamo l’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino (1884), l’Ospedale Umberto I di Monza (1896), l’Ospedale di Broni (1890) e

l’Ospedale Policlinico Umberto I di Roma (1899).