Il World Wide Web come riflesso della realtà
4.3 Un nuovo modo per raccontare i dati: il data storytelling
È opportuno tenere a mente, però, che non sempre la storia che si deve raccontare riguarda esperienze, avventure o emozioni. A volte c’è bisogno di raccontare in modo coinvolgente anche dei semplici dati. Questo accade sempre più spesso in eventi di tipo aziendale, durante i quali si cerca di comunicare gli obbiettivi raggiunti o quelli ancora da raggiungere. Una pura presentazione, piena di tabelle e grafici, anche se colorati, pos-sono condurre chi è all’ascolto o alla lettura a distrarsi oppure a perdere l’interesse con più facilità. A seconda dell’evento e, soprattutto, del destinatario, si deve cercare di creare un giusto equilibrio tra informazione e intrattenimento, quest’ultimo inteso come il ten-tativo di mantenere alta l’attenzione. Anche per questa situazione esiste un tipo di narra-zione, che è stato definito data storytelling. Alcuni esperti, come il consulente Howard Dresner (2015), descrive questo tipo di storytelling come un insieme di funzionalità all'in-terno di strumenti di visualizzazione che consentono un'esperienza più interattiva con i dati. Sempre su SearchCIO.com dice: “Che cosa succede se voglio semplicemente inviare una presentazione e devi cercare di identificarti in essa in modo che tu possa afferrare il concetto che sto tentando di comunicare? Ecco dove il data storytelling può trovare la sua utilità. Infatti, molti degli strumenti di business intelligence ora includono una specie di caratteristiche proprie del data storytelling esattamente per adempiere a questo scopo”. Il data storytelling classico è affidato ai grafici: a torta, istogramma, a barre. In alcuni con-testi, tuttavia, una rappresentazione di dati per essere più efficace è accompagnata da in-formazioni testuali o visive. È questo il caso dell’infografica. Quale miglior modo di spie-garla, se non attraverso un’infografica stessa?
Si intende una rappresentazione grafica di dati, informazioni o conoscenza condotta at-traverso l’uso di immagini, testi, mappe e grafici, che risulti al destinatario di immediata e chiara comprensione. È una versione ibrida di comunicazione che sfrutta arti visive, insieme alle nuove tecnologie digitali e il web. L’uso più comune oggi è lo sviluppo ver-ticale, che facilita la lettura dello schermo tramite il movimento di scroll, ossia lo scorri-mento sullo smartphone. L’infografica racchiude in poco spazio l’aggregazione sintetica di dati e informazioni più significativi originariamente destrutturati. A questi dati sono poi associati grafici e immagini sapientemente posizionati in modo armonico su un unico spazio101.
È così che la narrazione digitale porta con sé il fascino delle storie, arricchendole con un’alta densità informativa e un insieme di codici, formati, eventi, personaggi, informa-zioni, che interagiscono tra loro attraverso molteplici percorsi e diverse relazioni analo-giche102. È una tecnica narrativa estremamente malleabile: si adatta al giornalismo, alla politica, al marketing e alla didattica. Tramite questa tecnica, l’accesso a informazioni
101 Ritchie,J. (2017), What Is an Infographic? Find Out What They Are and Why They’re Useful. Column-fivemedia.com
102 Marini, G. (2015), Digital Storytelling: Cos’è, come utilizzarlo nella didattica, con quali strumenti si realizza. Articolo disponibile all’indirizzo: https://insegnantiduepuntozero.wordpress.com
astratte è semplificato. Queste, difatti, sono rese concrete grazie all’utilizzo del racconto coadiuvato da elementi multimediali, che ne favoriscono la memorizzazione. Come af-ferma Christopher Penn nell’articolo “L’importanza cognitiva dello storytelling”103, il mix di storie ed elementi multimediali è un catalizzatore estremamente efficace per fare in modo che le informazioni che riceviamo restino più a lungo nella nostra memoria. Non solo, poiché da una storia nascono molte altre storie: lo storytelling favorisce lo scambio di idee, acuisce lo spirito critico e curiosità nel ricercare nuovi confronti. Queste capacità sono state sintetizzate in un articolo scritto da Maria Popova, dove parla di networked
knowledge, ovvero la conoscenza connettiva, e di combinatorial creativity, la creatività
combinatoria104. Ogni volta che si ascolta una storia, si capisce ciò che viene detto, ma la parte creativa dell’essere umano non sempre accetta che ciò cui sta assistendo sia del tutto originale. È questa l'idea che sottende alla creatività combinatoria e alla conoscenza con-nettiva: nulla è del tutto originale, tutto si basa su ciò che è venuto prima. L’essere umano crea, prendendo ispirazione, conoscenza, abilità e intuizione in ciò che raccoglie nel corso della vita e ricombina tutto questo in incredibili nuove creazioni. Dunque, per creare e contribuire alla rappresentazione del mondo, c’è bisogno di collegare molti nodi, toccare trasversalmente una vasta gamma di discipline, di combinare e ricombinare questi pezzi e costruire nuovi castelli. Popova, infatti, utilizza come metafora i LEGO: più pezzi co-stitutivi ci sono e più le loro forme e colori sono diversi, più le costruzioni diventeranno interessanti. Se invece si possiede solo una forma e un colore, questo limita enormemente quanto sarebbe possibile creare, anche all'interno di un’unica area di competenza. Per le sue caratteristiche e vista l’imponente abbondanza di dati, il data storytelling si configura come una prospettiva umana in un mondo sempre più complesso e in rapida evoluzione nell’era digitale. Su Nugit.com, come si può vede in Figura 4.9, è riassunto in modo molto intuitivo e sintetico come il data storytelling unisca tre settori chiave di competenza:
103 Penn C. (2014), The cognitive importance of storytelling, Christopherspenn.com. https://www.christopherspenn.com/2014/08/the-cognitive-importance-of-storytelling/
104 Articolo completo: Popova, M. (2011), Networked Knowledge and Combinatorial Creativity. https://www.brainpickings.org/2011/08/01/networked-knowledge-combinatorial-creativity/
1. Data Science: questo campo di competenza è il campo interdisciplinare delle scienze, che estrae conoscenze e informazioni dai dati, rendendoli facilmente di-sponibili. Questo entusiasmante campo ha apportato cambiamenti significativi alle vite quotidiane negli ultimi due decenni. Le tecnologie che ormai si danno per scontate sono tutte guidate da questo settore di competenza. C’è tuttavia un ambito in cui gli esperti di dati non sono naturalmente esperti: lo storytelling.
2. Visualization: l'emergere di soluzioni tecnologiche come i dashboard105 è diven-tato una soluzione naturale per aiutare il lettore a comprendere i dati raccolti. Tra-sformare i dati in grafici significa riuscire a vedere i dati e capire sin dal primo sguardo il loro andamento. Tuttavia, un’analisi superficiale non è sufficiente. In-fatti, non ci si deve scordare il contesto, che, come abbiamo visto, è necessario per spiegare il perché che ai dati sfugge.
3. Narrative: la parte più vitale di una storia composta da dati. La narrativa usa il linguaggio in un formato che si adatta a particolari esigenze, facendo in modo di ottenere una comprensione delle nuove informazioni.
Oltre al data storytelling ci sono altre tipologie appartenenti alla narrazione digitale, che – proprio perché figlie del web – sono numerosissime e accrescono quotidianamente. Se si considera un tipo di narrazione lineare, possiamo nominare il Timeline. Applicazioni
105 In italiano cruscotto, è una schermata che permette di monitorare in tempo reale l’andamento dei report e delle metriche aziendali. Le dashboard permettono ai reparti marketing e vendite di essere allineati in merito ai dati più importanti. Per approfondire: What is a data dashboard? Su Klipfolio.com. Descrizione disponibile all’indirizzo: https://www.klipfolio.com/resources/articles/what-is-data-dashboard
come Time Toast106, Tiki-Toki107 e Time Glider108, offrono gli strumenti per creare una linea del tempo vera e propria dove si sviluppa una narrazione di eventi ordinati cronolo-gicamente, arricchiti con immagini, video, suoni e descrizioni. Questo tipo di digital
sto-rytelling si presta molto bene a finalità destinate all’apprendimento. Mappe geografiche,
rotte e bussole sono invece le caratteristiche di un altro modello di narrazione: lo
Story-mapping. Le cartine geografiche fanno da sfondo a veri e propri percorsi, intervallati da
immagini, appunti e tappe raggiunte. È questo il compito di applicazioni come Feature Map,109 Stories on Board110 e Story Map111. Ci sono anche altre tecniche, come il Video e il Visual Storytelling. Questi non hanno bisogno di molte spiegazioni, poiché i nomi stessi indicano quali strumenti utilizzano. Sono, infatti, delle applicazioni che aiutano l’utente a creare video e presentazioni accattivanti, intuitive ed efficaci.
A fare da padrone, grazie alla sua natura, è il Transmedia Storytelling: una combinazione e contaminazione di più storie diverse ma connesse che si riproducono in diversi ambienti mediali, come spiega Ida Cortoni (2015) nell’articolo “The transmedia perspective of
Di-gital Education”. Si osserverà ora come questo tipo di narrazione si sia sviluppato di pari
passo con l’evoluzione delle nuove tecnologie.