MOBILITÀ TRANSNAZIONALE
4.4. Obiettivi della mobilità transnazionale dei docenti
La figura 4.5 mostra le percentuali di docenti in mobilità transnazionale, a seconda del tipo di motivazione professionale per cui sono andati all’estero. Nel questionario TALIS 2013, è stato chiesto ai docenti in mobilità di dare quante più risposte ritenessero necessarie. Per questo motivo, le percentuali della figura 4.5 non possono essere significativamente com-parate alle percentuali illustrate nelle altre figure.
Accompagnare gli studenti in visita di studio è la motivazione più diffusa per spiegare la mobilità professionale dei docenti, il 44,2% dei docenti intervistati l’ha infatti citata. Più della metà dei docenti in Repubblica ceca, Francia, Cipro e Portogallo hanno dichiarato di essere andati all’estero per questo motivo.
L’apprendimento delle lingue è un altro motivo molto comune, con il 39,6% dei docenti in UE che dichiara sia stata questa la ragione per cui sono andati all’estero; questo è stato anche il motivo per la mobilità di oltre la metà dei docenti in Spagna e Italia.
Lo studio all’estero come parte della formazione da insegnante è anch’esso uno dei motivi più comuni, citato dal 37,8% dei docenti in mobilità nell’UE e da quasi un insegnante su due in Italia.
Stabilire contatti con scuole all’estero è una fase preparatoria all’organizzazione di coo-perazioni tra scuole o visite studentesche in una scuola all’estero. Questo tipo di mobilità generalmente impegna docenti e studenti in un progetto a medio termine, nel quale la vi-sita rappresenta una piccola parte di un periodo più lungo di mobilità fisica o virtuale degli studenti, spesso usando le TIC. Nell’UE, il 32,2% degli insegnanti in mobilità ha affermato di essere andato all’estero per stabilire un contatto e oltre la metà dei docenti in mobilità in Estonia, Polonia e Romania ha citato questa attività come l’obiettivo del loro soggiorno.
L’insegnamento all’estero è segnalata come motivazione solo dal 20,4% dei docenti in bilità nell’UE. La Romania è il paese nel quale viene citata principalmente questa come mo-tivazione (dal 37,9% dei docenti intervistati) e in cui la mobilità per questo motivo è seconda dopo “stabilire contatti con scuole all’estero” (57,6% dei docenti). La Romania è anche uno dei tre paesi in cui la percentuale di mobilità transnazionale dei docenti raggiunge a mala-pena il 20% (si veda la figura 4.1).
Infine, recarsi all’estero per imparare altre materie è la motivazione meno diffusa per la mobilità transnazionale, con solo l’8,1% dei docenti dell’UE che afferma di essere andato all’estero con questo obiettivo.
Figura 4.5: Percentuale di insegnanti “mobili” dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2), in rela-zione alle motivazioni professionali per recarsi all’estero, 2013
A B C D E F
A B C D E F
AAccompagnare studenti in visita di
studio B Apprendimento delle lingue C
Studio come parte della formazione da insegnante
D Stabilire contatti con scuole all’estero
EInsegnamento F Apprendimento di altre materie
Fonte: Eurydice, sulla base di TALIS 2013 (si veda la tabella 4.6 dell’Appendice).
4.5. Finanziamenti
Organizzazione
Nell’UE, il principale meccanismo di finanziamento della mobilità degli insegnanti sia nel corso della formazione iniziale che in servizio è Erasmus+ (2014-2020), il programma dell’UE per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport 26. Nell’ambito di tale programma, gli insegnanti sia quelli ancora in formazione che quelli già in servizio possono accedere a bor-se di studio per la mobilità per fini di studio o di formazione professionale all’estero e anche partecipare a progetti di mobilità transnazionale.
La figura 4.6 mostra i paesi con programmi di finanziamento nazionali organizzati dalle autorità educative superiori per la mobilità transazionale degli insegnanti. Tali programmi esistono in più della metà dei paesi europei, principalmente nell’Europa occidentale e del Nord. In Spagna, al-cuni programmi di mobilità per insegnanti sono organizzati a livello nazionale, mentre altri dalle Comunità autonome. Alcuni paesi non dotati di programmi a livello centrale prevedono tuttavia programmi regionali di mobilità, come ad esempio la Repubblica ceca, la Polonia e la Romania.
Figura 4.6: Programmi nazionali organizzati dall’autorità superiore per la mobilità transnazionale degli insegnanti dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2), 2013/14
Programmi nazionali organizzati dall’autorità superiore per insegnanti di qualsiasi materia scolastica
Programmi nazionali organizzati dall’autorità superiore specifici per insegnanti di lingue straniere moderne
Nessun programma nazionale organizzato dall’autorità superiore
Fonte: Eurydice.
Nota specifica per paese
Italia: il programma specifico per insegnanti di lingue straniere moderne include anche gli insegnanti spe-cializzati in apprendimento integrato di lingua e contenuto (CLIL).
26 Tale programma segue programmi precedenti simili a sostegno della mobilità del personale, compreso il programma di apprendimento permanente (LLP, 2007-2013) ed in particolare il sottoprogramma Comenius per l’istruzione scolastica.
In Germania, Francia, Italia e Austria, alcuni programmi organizzati a livello centrale sono specificamente indirizzati ad insegnanti di lingue straniere moderne. In Belgio (Comunità fiamminga) e Croazia questo è l’unico tipo di programma esistente.
Al fine di promuovere l’insegnamento della loro lingua all’estero, alcuni paesi hanno intro-dotto programmi di mobilità transnazionale per insegnanti di lingue straniere moderne che insegnano la loro lingua altrove o programmi di mobilità per i propri cittadini nell’ambito di progetti di educazione bilingue.
In Germania, l’iniziativa “Scuole: partner del futuro” (Schulen: Partner der Zukunft – PASCH) sostiene pro-grammi di job shadowing in Germania per insegnanti di tedesco. Il Goethe Institut offre agli insegnanti di tedesco all’estero anche delle borse di studio per la mobilità individuale.
L’Austria sostiene dei progetti scolastici bilingui in alcuni paesi limitrofi di lingua non tedesca, offrendo l’assistenza di insegnanti austriaci.
Belgio (Comunità fiamminga), Germania, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Lettonia, Austria, Regno Unito e Montenegro hanno siglato accordi bilaterali a sostegno della mobilità trans-nazionale degli insegnanti.
In Finlandia, dove l’internazionalizzazione rappresenta un importante aspetto dell’istruzio-ne, come emerge dal piano di sviluppo Istruzione e Ricerca 2011-2016 27, vengono destinate sovvenzioni nazionali a progetti il cui scopo è proprio l’internazionalizzazione delle scuole e che spesso prevedono la mobilità del personale.
Nel Regno Unito, gli insegnanti possono prendere parte a scambi con i paesi del Commonwealth grazie al sostegno del Programma di scambio per insegnanti del Commonwealth (Commonwealth Teacher Exchange Programme).
Otto paesi nordici e baltici (Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Svezia, Islanda e Norvegia) partecipano al programma Nordplus in base al quale ciascun paese è coinvol-to in una serie di attività di cooperazione nel campo dell’istruzione. Nordplus si compone di vari sottoprogrammi specifici per diversi gruppi target e settori educativi. Il program-ma Nordplus Junior finanzia, tra le altre cose, la mobilità transnazionale degli insegnanti nell’ambito dell’istruzione secondaria inferiore.
27 http://www.minedu.fi/export/sites/default/OPM/Julkaisut/2012/liitteet/okm03.pdf?lang=en
Partecipazione
Dopo aver illustrato i sistemi nazionali esistenti organizzati a livello centrale a sostegno della mobilità transnazionale, è interessante osservare la percentuale di insegnanti “mobili” che affermano di aver partecipato a tali programmi e/o a programmi dell’UE. Nel questionario TALIS 2013, agli insegnanti “mobili” sono state poste due domande a tal riguardo, ovvero se fossero stati all’estero per motivi professionali “come insegnanti nell’ambito di un pro-gramma dell’Unione Europea (ad es. Comenius)” e/o “come insegnanti nell’ambito di un programma regionale o nazionale”. Questa è la ragione per cui non esiste nessuna informa-zione disponibile circa la partecipainforma-zione di futuri insegnanti in formainforma-zione a tali programmi durante la formazione iniziale.
La figura 4.7 evidenzia come il programma dell’Unione europea sia di gran lunga il principale meccanismo di finanziamento. Quasi un quarto degli insegnanti “mobili” è stato all’estero per motivi professionali nell’ambito del programma dell’UE, mentre nel caso di programmi regionali o nazionali la percentuale è di un decimo. Nell’UE, quasi un quarto degli insegnanti
“mobili” ha viaggiato grazie ai finanziamenti dell’Unione, contro un decimo nel caso di pro-grammi nazionali o regionali. In alcuni paesi, tale tendenza si è rivelata ancora più marcata, con un numero di insegnanti che si recano all’estero nell’ambito di programmi finanziati dall’UE tre volte maggiore rispetto al numero di insegnanti che lo fanno con finanziamenti nazionali o regionali. Questo è il caso di Danimarca, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia. Solo in Estonia e Francia, le due forme di finanziamento hanno avuto quasi lo stesso impatto, sebbene la partecipazione ai due tipi di programmi sia stata relativamente alta in Estonia e debole in Francia.
Figura 4.7: Percentuale di insegnanti dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2) che è stata all’e-stero per motivi professionali grazie al sostegno di un programma di mobilità, 2013
% %
Programma dell’UE Programma nazionale o regionale Fonte: Eurydice, sulla base di TALIS 2013 (cfr. tabella 4.7 nell’Appendice).
Nota esplicativa
La figura mostra la distribuzione degli insegnanti che sono stati all’estero grazie al sostegno del programma dell’UE e di coloro che lo hanno fatto grazie al sostegno di programmi nazionali o regionali. Entrambi i pro-grammi potrebbero essere stati usati dagli insegnanti, come anche nessuno dei due.
Solo il 10,9% degli insegnanti “mobili” nell’UE ha avuto il sostegno di finanziamenti nazionali.
Solo in Croazia è emerso che gli insegnanti sono stati all’estero principalmente grazie a tali finanziamenti. Tuttavia, il fatto che la Croazia sia il paese con il minor numero di insegnanti
“mobili” tra tutti i paesi europei considerati (cfr. tabella 4.1) e che solo recentemente sia en-trata a far parte dei paesi partecipanti ai programmi di mobilità dell’Unione può spiegare lo scarso ruolo dei finanziamenti dell’UE sulla mobilità transnazionale degli insegnanti.
È possibile trarre diverse conclusioni sulla base delle percentuali di mobilità transnazionale degli insegnanti (si veda la figura 4.1), dell’esistenza o meno di programmi nazionali di alto livello per tale mobilità (si veda la figura 4.6) e delle percentuali di insegnanti “mobili” che hanno preso parte a programmi dell’UE e/o nazionali o regionali.
In primo luogo, il fatto che un programma nazionale organizzato a livello centrale sia dispo-nibile non necessariamente implica una percentuale maggiore di insegnanti “mobili” a livel-lo internazionale. La metà dei paesi con un tasso di mobilità transnazionale degli insegnanti al di sotto della media UE prevede programmi nazionali di mobilità gestiti dalle autorità edu-cative superiori, ovvero Belgio (Comunità fiamminga), Croazia, Francia, ed Italia. Tuttavia, ad eccezione della Croazia, la percentuale di insegnanti “mobili” sostenuti con questo tipo
di programma è bassa (tra il 5,2% e il 7,1%). Una possibile spiegazione potrebbe essere il fatto che i fondi stanziati per tali programmi sono anch’essi poco consistenti. Nell’altra metà dei paesi caratterizzati da una mobilità transnazionale degli insegnanti al di sotto della media europea e sprovvisti di programmi nazionali di alto livello, il programma dell’UE riveste un ruolo importante. Ciò si verifica in Polonia, Portogallo, Romania e, in misura minore, in Slo-vacchia.
I sei paesi con la maggiore mobilità degli insegnanti per fini professionali (Estonia, Lettonia, Finlandia, Svezia, Islanda e Norvegia) sono i paesi nordici e baltici che prendono parte al Nordplus, un programma di mobilità di lunga durata finanziato dal Consiglio dei ministri nordici. L’Estonia è il paese con la maggior percentuale di insegnanti “mobili” sostenuti da finanziamenti nazionali o regionali (25,8%), mentre Estonia, Lettonia e Finlandia hanno an-che un certo numero di insegnanti “mobili” an-che hanno ricevuto finanziamenti comunitari al di sopra della media dell’UE.