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Onaga, “All-Okinawa” e le cause legal

Nel documento Il caso di Okinawa, un'isola in protesta (pagine 88-91)

Alle elezioni del 16 novembre 2014, con una differenza di più di 100 mila voti, era stato eletto governatore Onaga Takeshi -tutt’ora in carica-, un membro dell’LDP legato a Nakaima, sotto cui era rinato il sentimento di un’Okinawa tutta unita contro la costruzione della nuova base di Henoko. Con il suo messaggio principale “l’identità trascende l’ideologia” ed il concetto che prima di tutto si sia cittadini di Okinawa, nel giro di un anno riuscì ad unire dietro di sé esponenti di qualsiasi partito politico. Non era mai successo che dei conservatori e dei comunisti sostenessero lo stesso obiettivo e spingessero per far votare lo stesso candidato, non solo ad Okinawa, ma in tutto il Giappone. Onaga ci riuscì grazie al suo messaggio di “All-Okinawa” ed al suo intento di

83 Yoshikawa Hideki, An Appeal from Okinawa to the US Congress. Futenma Marine Base Relocation and its

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fermare in qualsiasi modo possibile la costruzione della nuova base di Henoko, come affermato ad ottobre ad un incontro di protesta nella spiaggia di Henoko davanti a 5500 persone, sostenendo che le basi americane non sono altro che un ostacolo allo sviluppo. Tra i suoi sostenitori ci sono numerosi esponenti di industrie locali che riguardo al suo non essersi presentato né come di destra né come di sinistra affermano: “This is an election that goes to the identity of Okinawa” e “We Okinawans have reclaimed our pride and our dignity.”84

Il 18 dicembre Onaga si presentò dal comandante del Corpo dei Marine in Giappone dichiarando che il risultato delle elezioni rappresentava il volere di tutti gli abitanti di opporsi alla costruzione della nuova base e, pochi giorni dopo, andò a Tokyo per stabilire dei contatti con il governo Abe. Incontrò il Segretario Generale Suga che però affermò che non ci fosse nulla da discutere visto che era già stato tutto prestabilito ed altre figure di rilievo, come il Primo Ministro ed il Ministro degli Esteri, si rifiutarono di riceverlo. Inoltre gli venne comunicato il taglio del 10% del budget annuale per il 2015 ed l’annullamento del progetto di costruire una rete ferroviaria che unisse l’isola da nord a sud.

Nonostante l’inizio dei lavori a luglio, grazie all’impegno dei manifestanti ed alle condizioni instabili del tempo, in particolare alla presenza di tifoni, i lavori vennero spesso sospesi e subito dopo le elezioni vennero proprio fermati, rimuovendo anche le strutture atte alla costruzione come le impalcature. Dalla notte del 10 gennaio 2015 però una serie di betoniere entrarono nel cantiere all’interno di Camp Schwab, provocando scontri violenti tra i protestanti e la polizia in tenuta antisommossa. I lavori infine ripresero il 12 gennaio.

Una delle prime cose che fece il neo governatore Onaga fu di istituire una commissione di esperti, sei legali e sei scienziati, per analizzare lo studio condotto in precedenza sull’impatto ambientale che avrebbe avuto la base. Il 16 luglio 2015 la Commissione pubblicò un resoconto di più di cento pagine concludendo che l’approvazione data dal precedente governatore Nakaima all’interramento era illegale. Questo in quanto la Legge per il Recupero di Acque Pubbliche prevede che l’interramento sia possibile solamente nei casi in cui i benefici apportati dalla cosa superino i danni da essa causati. Funziona in modo diverso da tutte le altre leggi che regolamentano altri

84 McCormack Gavan, The End of the Postwar? The Abe Government, Okinawa, and Yonaguni Island, The Asia-Pacific

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lavori pubblici in quando in questi casi i lavori si considerano per loro natura intrinseca benefici.85 Di conseguenza l’intero studio fatto in precedenza poteva esser considerato nullo. Inoltre la Commissione comparò i benefici eventualmente ottenuti con i danni arrivando alla conclusione che l’interramento non potesse avvenire.

Il 13 ottobre allora, basandosi sui risultati raggiunti dalla Commissione, Onaga annullò il permesso per l’interramento dello specchio d’acqua in cui era prevista la costruzione della base. Appena il giorno dopo il Dipartimento della Difesa di Okinawa, dipendente dal Ministero della Difesa, compilò un reclamo chiedendo al Ministero della Terra, Infrastrutture, Trasporto e Turismo (MLITT) di esaminare, sospendere e respingere l’annullamento di Onaga in quanto veniva sostenuto che non fossero stati commessi errori nel primo studio del 2013 e che quindi l’annullamento che aveva fatto era illegale facendo ricorso all’Atto di Appello Amministrativo. In risposta Onaga presentò un dossier di 950 pagine in cui delineava ed approfondiva il caso, ma il MLITT revocò ugualmente il suo ordine affermando che altrimenti sarebbe stato impossibile continuare con la ricollocazione di Futenma e che quindi ne avrebbe risentito l’alleanza US-Giappone.86

Poco dopo, il 17 novembre, il governo giapponese fece causa ad Onaga chiedendo che ritrattasse. Per tutta risposta il 25 dicembre Onaga intentò una causa a sua volta contro lo Stato per avere l’annullamento della revoca del MLITT. Sostanzialmente, mentre da un lato la prefettura insiste che l’imposizione di costruire la base di Henoko sia una violazione del diritto di autogoverno lo Stato rivendica la sovranità sulle decisioni riguardo le basi militari in quanto esse siano legate a trattati internazionali che non sono soggetti a nessun ostacolo costituzionale. 87 Onaga inoltre contesta l’utilizzo che il Dipartimento della Difesa di Okinawa ha fatto dell’Atto di Appello Amministrativo in quanto è una misura atta a tutelare i privati cittadini da atti ingiustificati o illegali da parte di agenzie governative ed usandolo il Dipartimento si auto dichiara un privato cittadino. Di conseguenza lo Stato starebbe usando la legge in un modo perverso ed arbitrario.88

Nel frattempo Onaga portò il caso anche alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite il 21 settembre 2015, con il sostegno di tutti i cittadini di Okinawa che si oppongono alla costruzione della base di Henoko. In questa sede descrisse come nei 70 anni dalla fine della guerra i diritti umani e l’autodeterminazione della sua regione

85 Igarashi takayoshi, sandi aritza reclamation, licensing, and the law

86 McCormack Gavan, Battle Station-Okinawa in 2016, The Asia-Pacific Journal, volume 14, issue 2, number 1,

18/01/2016.

87 Ibidem. 88 Ibidem.

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non siano stati rispettati. Criticò il governo giapponese per ignorare il volere dei cittadini e lo espresse senza mezzi termini: “Can a country share values such as freedom, equality, human rights, and democracy with other nations when the country cannot guarantee those values for its own people?”89

La decisione dell’annullamento del permesso dell’interramento e di portare il caso alle nazioni unite, fu sostenuta dalla Commissione Contro la Base dell’Eliporto che più che in qualsiasi altro momento affermò di offrire il pieno supporto al governatore estendendo in un loro comunicato l’appello a tutto il mondo scrivendo:

“That the Governor, and Okinawa itself, shall not find themselves isolated, we call upon the people of all the regions of Japan, and all the world, to act in solidarity with us, and come and join the sit-in that has been continuing at the entrance to the construction for - at time of writing (14 ottoble 2015 n.d.r.) – 465 days. At the same time we call upon all local governments in Japan to present to their councils resolutions demanding that local government be respected.”90

Nel documento Il caso di Okinawa, un'isola in protesta (pagine 88-91)