ANALISI LINGUISTICA DEL NOVOJAZ NEL DISCORSO POLITICO SOVIETICO
NOVOJA Z SOVIETICO
A.1. B REVE INTRODUZI ONE AL LA ST ORI A DELLA CELE B RAZI ONE
A.2.1. C ONTEST O E STRUTTURA
Il discorso sopracitato si inserisce nel contesto storico dell’invasione tedesca dell’URSS avvenuta nel giugno 1941 durante la Seconda Guerra mondiale. Come già sottolineato nei capitoli precedenti, i discorsi di Stalin degli anni della guerra presentano delle peculiarità, che dipendono principalmente dalla necessità di incoraggiare tutto il popolo e l’esercito ad affrontare la guerra e allo stesso tempo scoraggiare il nemico.
133 Il discorso del 7 novembre 1941 venne pronunciato in piazza Rossa ed è uno dei più famosi ed efficaci di Stalin. Anche la parata militare che lo seguì, passò alla storia per il grande impatto visivo che ebbe con lo scopo di mostrare al nemico la potenza dell’arsenale sovietico9. Vale la pena, dunque, analizzare questo discorso
proprio per capire il motivo della sua efficacia.
Il testo può essere suddiviso in sette sezioni tematiche, segnate nel testo con il simbolo <…>, posto all’inizio di ogni sezione. La prima sezione (< 1 >) include l’apertura del discorso che, come da rito, presenta una serie di vocativi introdotti da
Товарищи! (Compagni!). Fin dall’inizio, però, è chiaro che si tratta di un discorso di
guerra. I vocativi sono numerosi e si rivolgono a tutta la popolazione, dando precedenza ovviamente alle figure militari, per poi rivolgersi a tutti i componenti della società sovietica, concludendo con un quasi religioso “fratelli e sorelle”, espressione che Stalin utilizza soltanto negli anni della guerra, con lo scopo di unire la società nel momento dell’allerta della guerra, in cui la coesione è fondamentale per sopportare ed eventualmente vincere la guerra. Non è, dunque, una coincidenza che le metafore e i termini relativi al campo semantico della famiglia aumentino nel discorso politico sovietico proprio negli anni dal 1941 al 1944.
Товарищи красноармейцы и краснофлотцы, командиры и политработники, рабочие и работницы, колхозники и колхозницы, работники интеллигентского труда, братья и сестры […]
Compagni soldati rossi e marinari rossi, comandanti e istruttori politici, operai e operaie, kolchosiani e kolchosiane, lavoratori intellettuali, fratelli e sorelle […] La prima parte si conclude con i saluti ufficiali da parte del partito e gli auguri per il ventiquattresimo anniversario della rivoluzione di Ottobre, come da rito.
134 Nella seconda sezione (< 2 >) viene introdotta la situazione momentanea del paese, attaccata dal nemico, ma si sottolinea come, nonostante le difficoltà, l’esercito e la flotta sovietica siano compatti e reagiscano agli attacchi del nemico.
La sezione successiva (< 3 >) rappresenta un vero e proprio flash-back nel passato, esattamente a ventitré anni prima. Il 7 novembre 1918 si celebrò il primo anniversario della rivoluzione e, anche in quell’occasione, la situazione del paese non era facile, a causa dell’intervento della Prima Guerra Mondiale, della rivoluzione stessa e della conseguente guerra civile. Stalin enfatizza con ripetizioni la situazione di miseria dell’epoca e sottolinea, soprattutto, come nonostante ciò si riuscì a vincere anche in quell’occasione. Non manca il riferimento rituale all’autorità, in questo caso Lenin, nel momento in cui si fa riferimento alla vittoria ottenuta.
La quarta sezione (< 4 >) ha una struttura comparativa e mette a confronto la situazione del paese ventitré anni prima e la situazione invece nel 1941. Si sottolinea, in particolare, cosa non si aveva nel passato e cosa, invece, ora si ha: l’industria (промышленность), i viveri alimentari (продовольствие), le materie prime (сырьё), gli alleati (союзники), la compassione e il sostegno di tutti i popoli dell’Europa (сочувствие и поддержка всех народов Европы), un esercito e una flotta straordinaria (замечательная армия и замечательный флот). D’altra parte, il riferimento a Lenin è sempre presente allo stesso modo e la sua guida rimane costante nel tempo.
Una domanda retorica che esprime la logica conclusione che sia possibile vincere la guerra introduce la quinta sezione (< 5 >), in cui si presenta la situazione interna del nemico. In contrapposizione al paragrafo precedente, in cui si presenta positivamente la situazione di preparazione militare ed economica del fronte sovietico per sopportare la guerra, il fronte tedesco, invece, viene descritto “sull’orlo della
135 catastrofe” (немецко-фашистские захватчики стоят перед катастрофой – gli invasori tedesco-fascisti sono sull’orlo della catastrofe). Il fronte nemico sembrerebbe aver perso tanti uomini e, inoltre, nel paese regnerebbero miseria e fame, per cui il regime avrebbe perso anche il sostegno della popolazione. La situazione del nemico viene descritta con immagini forti e violente: Германия истекает кровью (la Germania si sta dissanguando), Германия должна лопнуть под тяжестью своих
преступлений (la Germania deve rompersi sotto il peso dei propri crimini).
La sesta parte (< 6 >) apre la parte conclusiva del discorso, in cui Stalin si rivolge con una vocazione a tutti coloro che combattono, sottolineando la loro missione e il loro dovere davanti al mondo. Quest’ultimo elemento viene sottolineato con la doppia ripetizione dell’espressione На вас смотрит… На вас смотрят… (A voi guarda…a voi guardano…).
La settima e ultima parte (< 7 >) chiude il discorso, come da rito, con una serie di slogan per esortare alla vittoria e per lodare la Patria e, ovviamente, Lenin. L’elemento nuovo di questa conclusione, di per sé canonica, è il riferimento a personaggi storici non sovietici:
Пусть вдохновляет вас в этой войне мужественный образ наших великих предков – Александра Невского, Димитрия Донского, Кузьмы Минина, Димитрия Пожарского, Александра Суворова, Михаила Кутузова!
Che vi ispiri in questa guerra l’immagine coraggiosa dei nostri grandi antenati – Aleksandr Nevskij, Dimitrij Donskoj, Kuz’ma Minin, Dimitrij Požarskij, Aleksandr Suvorov, Michail Kutuzov!
Questi riferimenti costituiscono una vera e propria novità nel contenuto dei discorsi sovietici, dato che questi eroi di epoca imperiale non si inserivano affatto nel quadro ideologico del regime, in cui erano considerati eroi solo nomi legati al regime stesso. Anche questa novità del discorso politico appare solo negli anni della guerra e si
136 inserisce, quindi, in quella volontà e necessità del leader di unire il paese con tutti i mezzi a disposizione, anche a patto di recuperare eroi del passato imperiale, inserendo, così, la società sovietica in una lunga cronologia storica eroica, e persino decretando una tregua nel controllo ideologico e nella contrapposizione con le autorità religiose della Chiesa Ortodossa.