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L E OPPORTUNITÀ OFFERTE DAL P IANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

8. CONCLUSIONI

8.5 L E OPPORTUNITÀ OFFERTE DAL P IANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

Alla luce di quanto sopra riportato, la Commissione ritiene im-prescindibile proseguire, con decisione, nel percorso volto a una piena affermazione dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali di cui all’articolo 119 della Costituzione, nell’ottica di superare il modello fondato sulla spesa storica (fonte di inefficienze), di favorire una maggiore responsabilizzazione degli eletti nei confronti delle rispettive comunità(127), di assicurare una trasparente gestione delle risorse pubbliche e di implementare la quantità e qualità dei servizi resi al cittadino, nel rispetto dei principi di equità, solidarietà e coesione.

Il perseguimento di questi ambiziosi traguardi, in relazione ai quali la Commissione intende profondere ogni sforzo e fornire il proprio contributo in termini di esperienza e proposte, può trovare un rinno-vato slancio nei prossimi mesi. Un nuovo impulso alla compiuta e coerente attuazione del federalismo fiscale può senz’altro scaturire – oltre che da un proficuo confronto sulle questioni ancora insolute del disegno recato dalla legge n. 42 del 2009, nonché sui temi strettamente correlati, come il regionalismo differenziato – anche dal progressivo superamento dell’emergenza epidemiologica e dalla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza(128).

In merito a quest’ultimo strumento, è utile ricordare che una parte significativa delle varie Missioni del Piano coinvolge le autonomie territoriali sia indirettamente come soggetti beneficiari, sia diretta-mente in qualità di soggetti attuatori. Lo spettro delle materie interes-sate è molto ampio e spazia – in via del tutto esemplificativa – dai trasporti alla tutela del territorio, dagli asili nido agli edifici scolastici, dalla sanità alle politiche del lavoro fino ai servizi sociali(129).

(126) Quest’aspetto è emerso, in particolare, nell’audizione del consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Alberto Zanardi, del 20 ottobre 2021.

(127) L’esigenza di ricollegare il tema dell’autonomia a quello della responsabilità è stata richiamata, in special modo, nell’audizione dell’11 novembre 2021 dal professor Michele Belletti, il quale ha sottolineato che la piena attuazione di una reale autonomia tributaria e finanziaria, di entrata e di spesa, deve essere correlata a « forme precettive di responsabilità ».

(128) Nell’Appendice al documento prodotto dai rappresentanti della Corte dei conti in occasione dell’audizione del 27 ottobre 2021, si rappresenta che « gli ingenti investimenti pubblici derivanti dal PNRR, unitamente alla maggiore fiducia e a livelli di domanda più elevati, incentiveranno gli investimenti privati, e traineranno la ripresa » (cfr. il docu-mento allegato al resoconto stenografico dell’audizione).

(129) Nell’audizione del 20 ottobre 2021 il consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Alberto Zanardi, ha quantificato il valore finanziario delle misure (ricondu-cibili al Dispositivo di ripresa e resilienza (RRF)), che gli enti territoriali dovranno gestire come soggetti attuatori in un intervallo compreso tra circa 66 e 71 miliardi di

Il conseguimento degli obiettivi stabiliti per le diverse linee di investimento sarà quindi legato, da un lato, alla capacità delle ammi-nistrazioni centrali di allocare coerentemente i fondi tramite la pre-disposizione di bandi e avvisi pubblici e, dall’altro, all’adeguatezza delle strutture sub-statali di governo nel dare corso con efficacia ai necessari adempimenti sul versante della programmazione e della gestione(130).

In ogni caso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ribadendo quanto già evidenziato, agisce su un duplice piano: da una parte, contempla rilevanti progetti e interventi sostenuti da una cospicua iniezione di risorse che concorrono ad alimentare la crescita, anche del sistema economico locale, e quindi l’ampliamento delle basi imponibili;

dall’altra, prevede, tra le riforme « abilitanti » il completamento – entro il primo quadrimestre del 2026 – dell’assetto del federalismo fiscale, a partire dagli obiettivi già individuati dal decreto legislativo n. 68 del 2011 per le regioni a statuto ordinario, le province e le città metro-politane.

In ordine all’orizzonte temporale indicato dal Piano, pur tenendo conto della complessità delle questioni da affrontare, non si può non sottolineare l’opportunità di pervenire, al più presto, al completamento del processo di riforma della finanza decentrata, che ha subìto molte battute di arresto e che appare essenziale per giungere a un più maturo assetto dei rapporti finanziari tra i livelli di governo, per promuovere l’innalzamento del livello dei servizi erogati sul territorio nazionale e per garantire la piena fruizione dei diritti di cittadinanza.

A tale proposito, come già accennato, importanti e precisi riferi-menti sono rinvenibili nel cronoprogramma prospettato dal Ministero dell’economia e delle finanze, ove si prevede, una volta definiti i livelli essenziali delle prestazioni entro i prossimi mesi, il completamento del federalismo provinciale entro il primo trimestre del 2022 e di quello regionale entro la fine del 2024.

euro (34,7-36,9 per cento del complesso delle risorse RRF destinate all’Italia). Valori sostanzialmente analoghi sono stati stimati dai rappresentanti della Corte dei conti nell’ambito della più volte menzionata audizione del 27 ottobre 2021.

(130) L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) ha evidenziato la necessità che gli enti locali siano messi nelle condizioni di utilizzare effettivamente le risorse che saranno erogate attraverso apparati e regole profondamente rinnovati. A tal fine, la stessa Associazione ha posto l’accento sui seguenti obiettivi: « 1. finanziamenti diretti e non intermediati a sostegno degli investimenti, con il recupero di una più ampia discrezionalità amministrativa in capo ai Ministeri che li regolano; 2. le semplificazioni al codice degli appalti, da consolidare ed ampliare; 3. un’ampia semplificazione degli strumenti di programmazione degli enti locali, in parte anticipata per gli enti di minore dimensione; 4. lo snellimento dei monitoraggi sui fatti finanziari e sulle opere pubbliche, ancora troppo complessi e spesso duplicati, che devono comunque essere assistiti da sistemi telematici efficienti e di facile uso; 5. l’allentamento dei vincoli sulle assunzioni di personale qualificato, anche in deroga ai criteri introdotti dall’art. 33 del dl 34/2019, in corso di estensione alle Città metropolitane e alle Province; 6. un lungimirante governo della spesa e dei vincoli di parte corrente, che riguardano “infrastrutture di servizio” altrettanto cruciali, dai servizi sociali territoriali, agli asili nido, alla gestione dell’urbanistica e dell’ambiente, rafforzando e ampliando l’intervento “verticale” dello Stato nel Fondo di solidarietà comunale e nei fondi relativi alle Città metropolitane e alle Province » (cfr. il documento allegato al resoconto stenografico dell’audizione del 23 settembre 2021). Con riferimento all’impegno richiesto alle amministrazioni decentrate dagli adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza, si sono pronun-ciati, nell’audizione del 27 ottobre 2021, anche i rappresentanti della Corte dei conti, i quali hanno rilevato che un aspetto determinante « nell’attuazione delle misure conte-nute nel piano che interessano le amministrazioni locali riguarda la capacità gestionale degli enti e soprattutto le concrete potenzialità attuative, il profilo progettuale ed esecutivo » (cfr. il documento allegato al resoconto stenografico della relativa seduta).