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Gestione personale

DELL'ORDINE

Raccolta e dimostrazione delle prove dell’abuso.

Fonte: Galavotti C., Vittime fragili e servizio sociale, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna (RN), 2016

Il contrasto alle dinamiche violente nelle strutture deve avere caratteristiche di complessità e tutti, cittadini, esperti e operatori, dobbiamo essere culturalmente e operativamente chiamati a lavorare.

54 3.7 Prevenzione

A questo punto, sulla base di quanto detto nei precedenti paragrafi, è utile soffermarsi sulle possibili strategie di prevenzione per affrontare gli episodi di violenza contro gli anziani. Nel tempo sono state formulate strategie operative che possono contribuire ad alleviare il carico di assistenza e rappresentano, pertanto, un passo importante sulla strada della prevenzione. Si tratta di strategie che, pur non risultando sempre attuabili rappresentano un caposaldo per le RSA 50.

Nel quadro della prevenzione si identificano 3 pilastri fondamentali caratterizzati da specifici interventi:

 Prevenzione primaria - strategie di intervento  Prevenzione secondaria - strategie di intervento  Prevenzione terziaria - strategie di intervento

La prevenzione primaria consiste nell’educazione all’agire non violento in ambito familiare, scolastico e formativo. La comunicazione empatica, l’attenzione per i sentimenti altrui, la capacità di “mettersi nei panni degli altri” e di interrogarsi sui propri pregiudizi verso le persone anziane e malate sono i presupposti e gli strumenti per una realtà non-violenta51.

Esempi di prevenzione primaria52:

 Approccio etico: consiste nel identificare attraverso l'analisi del suo percorso di vita il soggetto a cui vanno poste domande circa il proprio passato ed il proprio percorso formativo (Siete stati/e vittime di violenza nell’infanzia e nell’adolescenza? Durante il vostro percorso educativo e formativo avete partecipato a lezioni o tavole rotonde sul tema della violenza?)

 Capacità di auto-percezione ed auto-riflessione: si cerca di spingere il soggetto ad interrogarsi sugli aspetti più profondi del proprio atteggiamento e

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Nozioni fondamentali per Violenza nella terza età, Strategie di intervento nell’ assistenza anziani/e - progetto Interreg IV Italia-Austria - www.gewaltimalter.eu

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Convegno IPASVI (2017), Implicazioni socioculturali e aspetti medico-geriatrici e comportamentali del maltrattamento degli anziani, Brescia, 27 maggio 2017

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Nozioni fondamentali per Violenza nella terza età, Strategie di intervento nell’ assistenza anziani/e - progetto Interreg IV Italia-Austria - www.gewaltimalter.eu

55 dei comportamenti nella società (Come reagisco in situazioni di grande pressione o di stress? Parlo mai con gli/le altri/e degli eccessivi carichi di lavoro e della mancanza di tempo? Trovo facile accettare l’aiuto altrui? Sono in grado di riconoscere i mie problemi e le mie difficoltà personali e di reagirvi tempestivamente?)

 Formazione, perfezionamento e aggiornamento: si cerca di incentivare la formazione e l'aggiornamento degli individui sul tema della violenza attraverso l'organizzazione di corsi di formazione e di approfondimento  Sensibilizzazione:

Si pone l'accento sulla condizione di conoscenza del tema in oggetto attraverso semplice consultazione e lettura di materiale informativo

Per prevenzione secondaria si intende la capacità di riconoscere l'abuso e porre tempestivamente termine alla violenza tramite interventi immediati. In tale contesto occorre tenere sempre presente il possibile verificarsi di qualsiasi forma di violenza e reagire ad essa con sensibilità.

Esempi di prevenzione secondaria53:

 Osservare con attenzione il soggetto  Valutare rischi e pericoli

 Identificare ed osservare gli eventuali indicatori di violenza  Prendere sempre sul serio eventuali indizi ed identificarli  Parlare di quanto osservato con l’immediato superiore  Affrontare con attenzione ogni situazione di sospetto  Rivolgersi ad aiuti/consulenti esterni/e

Con il termine “prevenzione terziaria“ si intendono le procedure e le azioni messe in campo in seguito ad una diagnosi o sospetto di un agito violento in un contesto assistenziale che abbia evidenziato un’ urgente necessità di intervento. L'esperienza suggerisce di mettere in primo piano il sostegno alla vittima e di non esercitare eccessive pressioni sui soggetti coinvolti (vittima-autore dell'abuso)

Esempi di prevenzione terziaria54:

 Proteggere le vittime di violenza e allontanarle dalla ”zona di pericolo”.

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Nozioni fondamentali per Violenza nella terza età, Strategie di intervento nell’ assistenza anziani/e - progetto Interreg IV Italia-Austria - www.gewaltimalter.eu

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Nozioni fondamentali per Violenza nella terza età, Strategie di intervento nell’ assistenza anziani/e - progetto Interreg IV Italia-Austria - www.gewaltimalter.eu

56  Verificare con attenzione osservazioni oggettive e soggettive.

 Rispettare i desideri e le decisioni delle vittime di violenza.  Se possibile, sostituire subito l‘assistente.

 Predisporre idonei interventi psicologici, terapeutici e/o di crisi.  Analizzare e discutere l’accaduto in forma interdisciplinare.  Avanzare proposte di modifica circa orari e turni del personale

 Promuovere l’organizzazione di regolari riunioni dei team e la collaborazione interdisciplinare.

In sostanza le misure da mettere in campo ai fini preventivi si traducono in una serie di interventi finalizzati alla riduzione delle conseguenze derivanti dalle predette azioni:

 campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei professionisti della salute

 screening (di potenziali vittime e aggressori);  programmi intergenerazionali attuati nelle scuole;

 interventi a sostegno dei caregivers (ad esempio gestione dello stress ricoveri di sollievo);

 formazione dei caregivers sulla demenza.

Gli sforzi per rispondere e prevenire ulteriori maltrattamenti includono interventi quali:  screening delle vittime potenziali;

 denuncia obbligatoria dei maltrattamenti alle autorità;  servizi di protezione degli adulti;

 visite a domicilio da parte delle forze dell’ordine e degli assistenti sociali;  gruppi di mutuo aiuto;

 case di accoglienza e ricoveri di emergenza;

 programmi di aiuto psicologico per le persone che commettono abusi;

La casistica evidenzia una limitata efficacia di alcuni di questi interventi. Tuttavia, il sostegno ai caregivers dopo che si sono verificati gli abusi riduce le probabilità di reiterazione, e i programmi intergenerazionali attuati nelle scuole (per attenuare gli atteggiamenti sociali e gli stereotipi negativi nei confronti degli anziani) si sono dimostrati abbastanza promettenti, come anche il sostegno ai caregivers per prevenire i maltrattamenti agli anziani prima che si verifichino e la sensibilizzazione dei lavoratori del settore sanitario al problema.

La responsabilità nella prevenzione e riduzione dei maltrattamenti agli anziani, è non solo individuale e sociale, ma soprattutto istituzionale e coinvolge i settori che seguono:

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sensibilizzazione);

 il settore sanitario (attraverso l’individuazione e la cura delle vittime da parte del personale dell’assistenza sanitaria primaria).

L’OMS ha un ruolo di rilievo per quanto attiene la raccolta dei dati relativi al fenomeno, l'elaborazione di informazioni e indicazioni da diffondere agli Stati Membri e il sostegno agli sforzi attuati per la prevenzione del fenomeno.

58 CAPITOLO 4

LA STRAGE DEL COVID NELLE RSA ITALIANE

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