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Il servizio sociale durante la pandemia

Gestione personale

LA STRAGE DEL COVID NELLE RSA ITALIANE 4.1 La pandemia mondiale che ha cambiato le vite di tutt

4.5 Il servizio sociale durante la pandemia

L’emergenza Coronavirus sta mettendo a dura prova moltissime persone prime tra tutte quelle non autonome che più necessitano di assistenza come gli anziani, gli invalidi e non solo. L’assistenza però non è così semplice da fornire se si tengono conto le distanze di sicurezza da rispettare e il forte rischio di contagio. In questo scenario delicato, un ruolo di fondamentale importanza è ricoperto dalle numerose cooperative sociali che ogni giorno prestano servizio a domicilio per quegli utenti con particolari bisogni, oggi ancora più fragili per via dell'isolamento obbligatorio.

Come ampiamente detto in precedenza, ad aver risentito maggiormente della diffusione del Covid-19 sono le Rsa in cui numerosi operatori sono rimasti contagiati e perciò impossibilitati a lavorare.

I servizi di assistenza domiciliare hanno infatti subito cali importanti, anche del 60-70% in alcuni territori. Una situazione critica a cui hanno risposto, con assoluta tempestività e solidarietà le cooperative sociali che rappresentano dunque una grandissima ricchezza, soprattutto per le RSA.

L’obiettivo principale delle cooperative sociali è quello di assistere l'utente mettendo al primo posto il dialogo e il contatto, azioni oggi non possibili viste le difficoltà del momento. Questi operatori riescono a prestare servizio anche a domicilio, ma devono lavorare con una mascheratura del viso che di certo non aiuta nell’umanizzazione del servizio. La situazione non è semplice, ma è fondamentale affrontarla con lucidità, come afferma un operatore della cooperativa sociale di Treviso:

68 “La nostra priorità è certamente la salute, ma cerchiamo anche di utilizzare degli stratagemmi che possano aiutare gli ospiti delle strutture a sentirsi meno isolati. Un esempio è quello delle videochiamate che tentano di mantenere una relazione tra i nostri assistiti e le loro famiglie. Si tratta di una tecnologia fredda, ma che in questo momento riesce a strappare un sorriso e a fare da surrogato delle relazioni umane”64

Un'altra figura professionale che potrebbe sopperire, in qualche modo, alla mancanza di contatto umano che il virus ha causato è l'assistente sociale che potrebbe dare consigli utili per aiutare le persone a mantenere sé stesse, i propri familiari e le proprie comunità al sicuro e che potrebbero offrire supporto agli operatori sanitari e a coloro che sono colpiti da Covid-19. Gli assistenti sociali hanno specifici compiti e responsabilità durante una pandemia, malgrado questo non venga spesso sottolineato, come invece succede per gli operatori sanitari, a cui vene assegnato il compito di prendersi cura delle persone, in primis in termini di assistenza e cure mediche. Tuttavia, vi è anche la necessità di una cura sociale, per mantenere unite le famiglie e le comunità malgrado il distanziamento sociale e continuare con i servizi di assistenza sociale che già viene fornita e che presuppone la valutazione di bisogni sottovalutati, la facilitazione dell’accesso alle cure domiciliari e ai servizi specialistici, la salvaguardia dei minori e degli adulti, il riunire le famiglie, la mobilitazione delle comunità rispetto ai problemi sociali.

Durante una pandemia queste attività possono essere incrementate al fine di:  Indirizzare le persone a diversi servizi, in particolare quelli di cura medica  Favorire l'utilizzo di servizi telematici, internet, video e social media per ridurre

l’isolamento e rimanere in contatto

 Recuperare e mobilitare risorse a livello comunitario

 Educare le comunità e le persone a prendersi cura di sé stesse, dei loro cari e dei gruppi di appartenenza e spiegare perché sia necessario farlo.

 Supportare persone con bisogni emotivi che hanno bisogno di placare paura e ansia

 Fornire counselling e servizi di supporto in caso di perdite e lutto

64Coronavirus, i dipendenti delle Coop Sociali trentine nelle Rsa colpite dai contagi, Monfredini: "Già in 1.000

69  Aiutare le persone ad identificare come mantenersi al sicuro, in particolar modo

nelle iniziative che promuovono il distanziamento sociale

 Sviluppare l’advocacy con e per le persone, per assicurare che la giustizia sociale e i diritti umani siano rispettati

 Fare attenzione alla propria salute e benessere (auto-aiuto e supervisione) in quanto assistenti sociali.

 Spiegare ed interpretare le politiche del governo, in modo che queste siano semplici da comprendere per il pubblico.

 Supportare gli operatori sanitari negli studi medici.

Una cosa positiva che l'emergenza ha fatto, è stato puntare i riflettori verso quelle realtà che, con il proprio servizio, fanno da pilastro alla comunità. Si è diffuso un meritato riconoscimento dell'utilità sociale degli ospedali e della sanità in generale, delle residenze assistenziali e di tutti gli operatori che vi lavorano il cui servizio è spesso posto in secondo piano.

Oggi c’è l’emergenza Coronavirus, ma quando sarà passata tutte le gravi problematiche sociali quali la povertà, la vecchiaia, l’abbandono di minori e anziani non spariranno, esattamente come non sono sparite ora. Il grande auspicio è che dopo questo periodo ci si ricordi di queste realtà e di quanti sono effettivamente in difficoltà.

70 CONCLUSIONI

Il presente lavoro nasce dall'esigenza di approfondire le tematiche relative al mondo

degli anziani, alla loro fragilità ed al bisogno di cure di cui necessitano all’interno delle

Strutture Residenziali.

Nello specifico, è rivolto ad analizzare l'importanza di tali strutture nel tessuto socio

assistenziale italiano ed il ruolo cruciale che ciascuna figura professionale, ivi compresa

quella dell'assistente sociale, ricopre per assicurare sostegno e supporto all'anziano ed

alla sua famiglia. La parte centrale della trattazione esamina quelle dinamiche che

possono compromettere lo stato di benessere e la qualità di vita all'interno delle

strutture, analizzando il fenomeno della vittimizzazione, del deficit di empatia e del

burnout degli operatori, come elementi determinanti lo scatenarsi di episodi di abuso e maltrattamento. Aspetti emersi in maniera ancor più significativa nell'attuale periodo di

emergenza legata alla pandemia da Covid-19.

Sono stati esplicati i concetti di abuso e violenza, i relativi fattori di rischio, le risposte

possibili e le misure preventive che potrebbero essere adottate. Alla luce delle

informazioni raccolte è emerso come il fenomeno in discussione sia grave e

sottovalutato da tutti e quanto cruciale sia informare la popolazione e i caregivers familiari che sono a contatto quotidianamente con l’anziano, al fine di prevenire a

livello primario.

Capire le necessità delle persone anziane residenti e del personale lavorativo è la

chiave di lettura del fenomeno ed è fondamentale per poter assicurare loro quella

qualità di vita e quel benessere, che tanto desiderano durante l’ultimo periodo della

loro vita.

I fattori di rischio analizzati possono essere eliminati o tenuti sotto controllo con

71 domiciliare e con l'intervento delle Istituzioni.

La presente trattazione non rappresenta in alcun modo un punto di arrivo, bensì un

punto di partenza per aprire un dibattito sul fenomeno esaminato, ponendo l’attenzione

sulla condizione degli anziani che, soprattutto a livello italiano, non viene percepita

come fragile alla stregua di altre situazioni delicate. Sarebbe, pertanto, opportuno partire

da questa analisi e approfondire l'indagine al fine di sviluppare una maggiore attenzione

sulla tematica intensificando gli sforzi comuni per promuovere interventi concreti e

capillari da parte delle istituzioni, soprattutto dopo la "strage silenziosa" causata dal

virus. La pandemia ha fatto si che i riflettori dell'opinione pubblica puntassero verso

queste realtà che costituiscono "un arcipelago immenso, in cui ogni isola ha il suo

cielo: quelle che offrono cura e dignità, quelle dove prevale il male di vivere. Anche in questo arcipelago sono arrivate le navi del coronavirus, e i conquistatori hanno trovato carne tenera per i loro denti. Ogni isola ha cercato di reagire (o di arrendersi) in base allo spirito di chi le dirige e di chi ci lavora" (Corriere della sera).

Il grande auspicio è che dopo questo periodo ci si ricordi che gli anziani, i nonni d'Italia,

rappresentano un vero e proprio patrimonio per il paese che hanno il diritto di vivere

l'ultima fase della loro esistenza in un ambiente positivo, circondati da persone in grado

di aiutarli e supportarli.

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