• Non ci sono risultati.

ORDINE DEL GIORNO CONSIGLIERA BUSSINI E ALTRI, SUL 25 NOVEMBRE 2007, GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA

VIOLENZA SULLE DONNE -

Presidente

Al Consigliere proponente la parola per l’illustrazione. Prego Consigliera.

Consigliera Bussini

Grazie Presidente. La violenza di genere è la violenza perpetrata contro donne e minori, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani. La dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne, del 1993, nell’art. 1, descrive la violenza contro le donne come ogni atto di violenza per motivo di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata. Inquieta il quadro che emerge dalla prima indagine sulla violenza e i maltrattamenti contro le donne, realizzata dall’Istat su commissione del Ministero dei diritti e delle pari opportunità. Dall’indagine Istat si rileva che più di 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenze fisiche, sessuali o psicologiche nella loro vita, la maggior parte di queste violenze arrivano dal partner e la grandissima maggioranza, oltre il 90%, non è mai stata denunciata. Solo nel 24% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l’età media delle vittime, ben 1.400.000 donne hanno subito uno stupro prima dei 16 anni. Nel...

Cambio cassetta

... 74.000 tra tentativi di stupri veri e propri, di questi il 70% da partner o ex partner; molti diffusi infatti sono i soprusi tra le mura domestiche, questi però spesso non vengono percepiti come tali, infatti solo una bassa percentuale di donne è consapevole che quello che ha subito è effettivamente un reato, mentre il 44% lo giudica semplicemente un qualcosa di sbagliato.

La violenza psicologica è stata subita da oltre sette milioni di donne, questo tipo di violenza si esprime con l’isolamento o il tentativo di isolamento, il controllo dell’uomo sulla donna, violenza economica, svalorizzazione e intimidazione. I dati confermano che nella fascia di

età tra i 16 e i 50 anni le donne muoiono più per violenza che per incidenti stradali. Aumenta la proporzione di donne uccise o comunque aggredite dopo che avevano lasciato il compagno violento, o perché stavano per lasciarlo; il primo motivo del crimine infatti riguarda la non accettazione dell’abbandono, seguono liti o futili motivi, vendette o gelosie. Si è stimato però che almeno nel 75% dei casi di omicidio tra compagni o ex compagni sono preceduti da violenze gravi e ripetute dell’uomo sulla donna, quindi quasi un destino annunciato.

Ho anche dei dati che riguardano più da vicino il nostro territorio, alcuni dati forniti da Sportello Sirio, Coordinamento delle strutture della Provincia di Bergamo, ci dicono che il fenomeno dell’accoglienza delle donne con o senza figli riguarda, secondo le stime delle strutture per donne appunto della Provincia di Bergamo, oltre 100 nuclei ogni anno. I dati delle accoglienze di donne maltrattate sulla Provincia ha registrato nell’anno 2005 47 donne accolte, di cui 41 provenienti dalla Provincia di Bergamo e sei da fuori Provincia, mentre nel 2006 sono state 48. Le accoglienze riguardano prevalentemente donne di età compresa tra i 25 e i 40 anni. Allo Sportello Donna di Treviglio nell’anno in corso, 2006-2007, da gennaio a novembre, fra le tante donne accolte si sono rivolte 28 donne con situazioni di maltrattamento, di cui cinque con dichiarato violenza maschile sulle donne non può essere ricondotta solo e soltanto ad un problema di sicurezza della città e di ordine pubblico. Vedi l’ultimo clamoroso e gravissimo caso di Giovanna Reggiani, morta dopo aver subito un’aggressione a Roma, dove si è cercato di far passare il messaggio che la violenza contro le donne è una devianza di singoli o come responsabilità da addossare alla nazionalità degli aggressori e degli omicidi, mentre abbiamo visto che la violenza è strutturata all’interno della società e della famiglia.

Questi dati anche per dire che la violenza alle donne non è solo un affare di donna, di fronte a questi dati non si può che arrivare alla conclusione che forse è mancata la responsabilizzazione, cioè la presa in carico sociale del problema. La violenza alle donne è stata lasciata a loro, ed è rimasta un affare di donne. Io credo che la strada da intraprendere debba includere anche strategie diverse, che non sono solo quelle di promuovere servizi ed interventi quali case ai Centri antiviolenza, finalizzate a fornire consulenza, ascolto e sostegno, assolutamente interventi necessari ma non sufficienti, è necessario

invece dar seguito completamente alla lettura di genere, estendendo correttamente all’intera società, quindi anche agli uomini, la responsabilità della violenza sulle donne, incoraggiare per esempio la nascita di servizi indirizzati agli uomini che usano violenza. Contrastare e prevenire la violenza contro le donne e anche questo non è solo un affare di donne, educare gli uomini e i giovani alla non violenza.

Un’efficace strategia di lotta e prevenzione richiede la responsabilizzazione delle istituzioni pubbliche a tutti i livelli, l’investimento di specifiche risorse finanziarie e la definizione di politiche di genere da attuare con il concorso di più attori sociali e qui intervengono prepotentemente le scelte politiche maschili, vista la sottorappresentanza delle donne nei luoghi di decisione politica.

Ritengo che il contesto cittadino possa percepire la proposta secondo le indicazioni della Conferenza mondiale delle donne di Pechino del ’95 e dell’Unione Europea, di avviare negli Enti locali un percorso sperimentale per l’introduzione del Bilancio di genere, strumento politico ed amministrativo utile alla definizione di politiche più rispondenti al bisogno delle donne; si potrebbe iniziare una sperimentazione anche su pochi ma significativi indicatori.

Questo ordine del giorno, che questa sera vi chiedo di votare, chiede all’Amministrazione Comunale di aderire alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre e di attuare azioni concrete sia nelle fasi di aiuto e sostegno alle donne, ma anche e soprattutto nelle fasi di prevenzione. L’ordine del giorno rientra in una serie di iniziative proposte su tutta la Provincia di Bergamo, il Comune di Bergamo ha già presentato questo ordine del giorno ed è stato votato all’unanimità, mi è stato detto che anche a Caravaggio è stato presentato negli scorsi giorni e anche a Caravaggio è stato votato all’unanimità. Questo per dimostrare che di fronte a tali problemi sociali non esistono prese di posizione ideologiche e strumentali, legate all’appartenenza di schieramento politico. Mi rendo conto che un ordine del giorno non cambia una situazione tragica, non modifica un modo di pensare, ma è un segno importante di una volontà comune, di affrontare un dramma della nostra società. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliera Bussini. Dichiaro aperta la discussione, un intervento per ogni gruppo consiliare di cinque minuti. È iscritta a parlare la Consigliera Siliprandi, ne ha facoltà.

Consigliera Siliprandi

Grazie Presidente. Consigliera Bussini, giustamente hai ricordato la Conferenza mondiale sulle donne, di Pechino, giustamente e immagino a dirlo a me, dov’ero delegata per il governo italiano, per quanto riguarda la questione femminile, soprattutto per quanto riguardava salute ed ambiente. Quindi tu sai, come tutti sanno, quanto io mi sono battuta per le pari opportunità fra uomini e donne e per una maggiore dignità nei confronti della popolazione femminile, tanto che lo Statuto di Treviglio e voi lo sapete benissimo e lo sa molto bene l’ex Sindaco Minuti, ha un articolo che credo che sia l’unico in Italia, dove prevede ancora una quota per quanto riguarda donne e uomini. Quindi voi sapete quante battaglie ho fatto, quanto ci tengo, però questo ordine del giorno, che non posso che condividere, è monco. Perché è monco, perché è un’enunciazione di principio che chi non può condividere?

Però alla fine non serve a niente, non serve a niente perché alla fine non c’è un atto pragmatico vero che davvero ci possa difendere, ma non noi donne soltanto, anche i bambini e anche gli uomini, perché adesso siamo arrivati in una situazione in cui la violenza sulle donne certamente c’è ancora come c’è sempre stata, ma cominciamo ad avere anche, subire violenza nei confronti di tutti i cittadini, donne e uomini, di qualsiasi età e ovviamente di entrambi i sessi.

Quindi io ho presentato un emendamento, ma voglio anche ricordare che negli ultimi dieci anni, dieci anni fa le cose erano ben peggiori, perché voi penso che ricordiate che il reato sessuale era inteso come reato contro la morale e non reato contro la persona e anche lì io mi sono battuta in maniera trasversale, cosa che qui non riusciamo a fare, insieme alle amiche Anna Finocchiaro o Angela Napoli di A.N., tutte insieme, abbiamo portato avanti impegnandoci e abbiamo portato avanti una legge che poi è stata votata in Parlamento ed è legge.

Allora io dico, è inutile che continuiamo a girare intorno a un problema che tutti conosciamo, ed è inutile dire, mettiamo una bandiera, uno striscione; nessuno può dire non mi riguarda, perché nessuno dice non mi riguarda, riguarda tutti noi e tutti noi abbiamo paura e tutti noi siamo assolutamente solidali con chi subisce un qualsiasi tipo di violenza, intendo noi donne, voi uomini e noi cittadini di Treviglio. Quindi una scritta di questo genere è pleonastica e secondo me è anche irriverente nei confronti della sensibilità dei cittadini di Treviglio. Quindi io toglierei il punto 1, scusi, Presidente, nell’emendamento tolga il punto 1 e metterei, tutto, va bene tutto, va bene la premessa, vanno bene tutti gli altri tre punti e aggiungerei, provvedere all’assunzione di tre vigili per poter realizzare un più efficace controllo del territorio trevigliese. Solo così riusciremo ad arginare la violenza, di qualsiasi tipo. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliera. Quindi oltre all'emendamento che mi ha consegnato, aggiuntivo, lei ne propone anche uno soppressivo per eliminare il punto 1, dopo impegna?

(intervento fuori microfono)

No, mi dica, propone di sopprimerlo o no?

(intervento fuori microfono)

Va bene, d’accordo. Grazie Consigliera. Nessun altro è iscritto, ha chiesto di intervenire il Consigliere Merisi, ne ha facoltà.

Consigliere Merisi

Grazie, Presidente. Credo che il problema sollevato dalla collega Bussini, illustrato, scusate, dalla collega Bussini e sollevato congiuntamente dagli altri colleghi Bonfichi, Dozzi, Abbate, Pirola, sia effettivamente un problema molto serio, molto grave, di questa società.

Problema molto serio e molto grave perché i dati sono ben presenti nelle menti di ognuno di noi, come del resto la differenza sostanziale numericamente fra i casi denunciati e i casi non denunciati, primo aspetto, e secondo aspetto fra i casi di tipo sessuale e i casi non di tipo sessuale, che è violenza anche quella e terzo caso, come giustamente ha sottolineato la Consigliera Bussini, l’estensione ormai sempre più ingravescente del fenomeno ai bambini e agli uomini. Personalmente sono sei anni che dico non solo qui, ma anche sui giornali, no slog, no fleg, niente slogan e niente bandiere, sono sempre stato convinto che l’azione di ognuno di noi sia effettivamente quella per la quale valga la pena, sia quella di dimostrare con il proprio comportamento che la violenza non sta a casa nostra.

Certo, di fronte a situazioni come l’ultima di Roma, non possiamo stare a guardare, non possiamo stare con le mani in mano, io credo che un impegno di questo tipo sia il minimo che noi come Consiglio Comunale, come organo amministrativo di questo Comune, possiamo fare. Ben venga che l’ha fatta Bergamo, con la quale siamo sempre in confronto e che l’abbia fatta anche Caravaggio, io credo che in questi casi, come già detto prima, non valga né il colore politico né, scusatemi, il sesso del proponente. Credo che dobbiamo andare fino in fondo della questione e allora ben venga un ordine del giorno di questo tipo, ripeto, personalmente, no slog...

(intervento fuori microfono) Presidente

Consigliera Siliprandi, per cortesia...

Consigliere Merisi

... sempre quando parlo io...

(intervento fuori microfono) ... perché dico cazzate, dillo...

Presidente

Prego Consigliere Merisi, continui...

Consigliere Merisi

... e allora dicevo, questo può essere davvero il primo passo per affrontare più approfonditamente il problema. Io mi auspico che dopo questo primo passo ne avvengano negli altri, come uomo e fino a prova contraria lo sono, darò una mano effettivamente alle donne per cercare di risolvere questo problema con il mio comportamento. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. È iscritto a parlare il Consigliere Riganti, ne ha facoltà.

Consigliere Riganti

Ringrazio la Consigliera Bussini per l’intervento che ha fatto, per il problema che ha presentato e per il lavoro che ha evidentemente svolto e svolgerà per questo. Auguro alla Consigliera e auguro a tutti noi che questo sia l’inizio di una campagna di sensibilizzazione per la cultura del rispetto e della parità della donna. La violenza che viene fatta alla donna, io aggiungerei anche questi aspetti, ma non che voglio aggiungerli qui in questo ordine del giorno, lo faccio come auspicio, la violenza con il commercio sessuale della donna, perciò il turismo sessuale, la prostituzione, eccetera, non solo quelli, anche altri, ma penso che la Consigliera Bussini li stia già valutando, li abbia già visti, e poi l’altro aspetto che riguarda anche noi di Treviglio, la violenza alla donna in quelle culture che ritengono la donna un essere di serie B.

Messaggi del genere, ne faccio solo alcuni casi, proprio per essere più sintetico e più breve possibile, messaggi del genere, la bastonata alla moglie è dovuta come il bacio di buongiorno o della buona notte, il marito deve essere scelto dai genitori, la donna non può uscire da casa o vestirsi o fare quello che vuole, la gestione dei figli è dovuta solo al padre o al clan, non esiste questo nella nostra cultura e non può essere accolto, neanche con la motivazione che questi hanno una diversità, per il paese che vengono, per la religione che fanno, per come, eccetera.

Se vengono in Italia, chi è a Treviglio deve accettare le leggi dello Stato italiano, la nostra cultura, non può essere diversamente, non può essere il marito, il padre o il clan che decide per la donna. Ha i suoi diritti, pari e tali come l’uomo, ogni donna, come ogni uomo.

Perciò la nostra cultura è nata da anni di lotta, di confronto, a volte abbiamo fatto anche, non noi, i nostri padri, i nostri nonni, hanno fatto confronti pesantissimi e di sviluppo, di emancipazione, perciò siamo un paese che ha una notevole cultura. Accettiamo le culture degli altri, ma in quegli aspetti che sono migliorativi della nostra, non in quelli in cui la donna è sacrificata. Un paese multirazziale va benissimo, però la cultura deve essere la nostra, quella che noi abbiamo avuto dai nostri genitori, che noi, le donne del nostro paese stanno portando avanti da anni e che mi auguro e faccio l’augurio alla signora Bussini, si arrivi presto ad avere. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. Nessun altro ha chiesto di intervenire, dichiaro quindi chiusa la discussione. Procederemo a due votazioni, con due distinte dichiarazioni di voto...

(intervento fuori microfono)

... ah, il Sindaco chiede la parola, allora prego, signor Sindaco, prima di chiudere la discussione le do la parola.

Sindaco

Semplicemente perché ritengo che grazie a questo ordine del giorno portiamo all’attenzione di tutti noi la necessità di tenere sempre presente che vanno fatte cose concrete. Io ringrazio la Consigliera Bussini non solo per la relazione e per la sensibilità che sempre, la relazione di stasera e la sensibilità che sempre dimostra e la ringrazio anche come Presidente del Consiglio delle donne che abbiamo voluto, sta lavorando, sta accedendo a dei finanziamenti, sta pensando, sta verificando se è possibile iniziare un Piano dei tempi della città, sta lavorando con Sirio in un corso di formazione di dieci giornate, che dovrebbe portare, appunto come diceva, almeno ad una piccola o limitata sperimentazione del Bilancio di genere, che non è cosa semplice e quindi questo è un modo per continuare concretamente a lavorare per le pari opportunità, ma direi per la salvaguardia delle diversità e per la realizzazione di una democrazia più compiuta, scusate la banalizzazione, però non voglio dedicare molto tempo, perché siamo tutti abbastanza stanchi.

Concretamente stiamo anche andando a sostenere con maggiori risorse finanziarie il progetto Sportello Donna di Sirio, che è contatto, che è in rete con altri Sportelli Donna, Aiuto Donna, adesso i nomi non li ricordo, della bergamasca e che va proprio nella direzione di sostenere quelle donne che hanno il coraggio di denunciare la violenza magari subita anche tra le mura domestiche.

Non concordo assolutamente con l'emendamento della Consigliera Siliprandi, dalla relazione di Simona Bussini si evince chiaramente che non è una questione di sicurezza, ma spesse volte queste cose, anzi il più delle volte è statisticamente provato, queste violenze vengono effettuate tra le mura domestiche e nelle relazioni addirittura parentali;

d’altro canto devo dirvi che proprio recentemente ho sentito sia i Carabinieri che la Polizia di Stato su questo tema e da un punto di vista di violenze a Treviglio e dintorni in questo momento non c’è nessuna situazione segnalata. È vero quindi che anche a Treviglio, perché violenze ci sono anche a Treviglio, io ho avuto modo di sperimentarne una al Pronto soccorso, per cui tra le mura domestiche ci sono a Treviglio. Per cui non è con i vigili urbani che non possono entrare nelle case che si risolve questo problema, ma con un lavoro molto più ampio, culturale, per la donna, per le donne, per tutte le donne e psicologico e ad ampio raggio, col sostegno sia dell’Amministrazione ma anche di tutte le forze del volontariato e delle Associazioni che esistono a Treviglio.

Presidente

Ringraziamo il Sindaco. Dichiaro chiusa la discussione, procediamo alle dichiarazioni di voto e poi alla votazione sull’emendamento Siliprandi, come illustrato. Per dichiarazione di voto è iscritta a parlare la Consigliera Siliprandi, ne ha facoltà.

(intervento fuori microfono) Sul suo emendamento.

Consigliera Siliprandi

Allora, proprio mi riallaccio a quanto ha detto la signora Sindaco quando dice che noi abbiamo bisogno di cose concrete; tutto il presupposto della Consigliera Bussini, io l’ho già detto, lo condivido, ma non si arriva a una soluzione concreta. Allora lei dice, signor Sindaco, i vigili cosa possono fare? Ma io per vigili intendo e lei lo sa molto bene, i vigili di quartiere, che conoscono non solo il territorio, ma addirittura una fetta limitata del territorio, sanno tutto, anche se non entrano nelle case e questa è una soluzione pragmatica e concreta. Poi mi riallaccio a quanto ha detto il Consigliere Riganti e sono d’accordo con lui, ma lui

parla soprattutto delle donne musulmane e non è solo questo il nostro problema, purtroppo il problema è anche un problema di italiane. Ma allora se dobbiamo pensare alle donne straniere e non sono le musulmane, ma sono le africane, mettiamoci dentro anche le mutilazioni genitali, che io in questo Consiglio ho portato come problema qualche anno fa e qualcuno da là e potrei anche dire chi è, ma non lo faccio per rispetto, mi ha detto che il problema non esiste, non esisteva o non esiste.

Al di là di questo e mi riallaccio a qualcuno che ha detto che tutto sommato qui le donne, be’, noi abbiamo, noi votiamo dal 1946, quindi è un periodo molto ridotto, possiamo accedere ai concorsi in magistratura da circa il ’65, il ’68, del delitto d’onore forse qualcuno si è dimenticato e il fatto che comunque c’è violenza nella famiglia io sono assolutamente d’accordo che è vero, ma anche nei confronti dei maschi, delle femmine e non soltanto sempre e soltanto, come dire, responsabilità femminile. Ma al di là di questo e qui rispondo a qualcuno che mi ha preceduto e non mi ricordo più chi è, che parlava del Consiglio delle donne e anche su questa cosa io mi sono battuta, ma non era quello il Consiglio delle donne che io ritenevo che fosse e di cui sono stata Presidente prima della Bussini e mi dispiace non farne più parte. Perché non ne faccio più parte? Forse è il momento di dirlo, perché il Consiglio delle donne non è un organismo che deve tutelare le

Al di là di questo e mi riallaccio a qualcuno che ha detto che tutto sommato qui le donne, be’, noi abbiamo, noi votiamo dal 1946, quindi è un periodo molto ridotto, possiamo accedere ai concorsi in magistratura da circa il ’65, il ’68, del delitto d’onore forse qualcuno si è dimenticato e il fatto che comunque c’è violenza nella famiglia io sono assolutamente d’accordo che è vero, ma anche nei confronti dei maschi, delle femmine e non soltanto sempre e soltanto, come dire, responsabilità femminile. Ma al di là di questo e qui rispondo a qualcuno che mi ha preceduto e non mi ricordo più chi è, che parlava del Consiglio delle donne e anche su questa cosa io mi sono battuta, ma non era quello il Consiglio delle donne che io ritenevo che fosse e di cui sono stata Presidente prima della Bussini e mi dispiace non farne più parte. Perché non ne faccio più parte? Forse è il momento di dirlo, perché il Consiglio delle donne non è un organismo che deve tutelare le