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Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (ONUSI)

2 OMC e altre cooperazioni economiche multilaterali .1 Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

2.4 Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (ONUSI)

Il nuovo direttore generale dell’ONUSI, Li-Yong, si è recato in visita in Svizzera durante l’anno in rassegna. Partner di lunga data di questa organizzazione dell’ONU, la Svizzera focalizza il suo impegno sulla promozione di forme indu-striali e di produzione sostenibili e compatibili con le esigenze climatiche. Fra le sfide prioritarie dell’ONUSI figura quella di contrastare la perdita di membri verificatasi negli ultimi anni e di ricercare nuove fonti di finanziamento.

Dagli anni Novanta la Svizzera costruisce in collaborazione con l’ONUSI centri di produzione ecologica (Cleaner Production Centers) in numerosi Paesi in sviluppo ed emergenti, fornendo in tal modo un importante contributo alla diffusione di metodi di produzione efficienti e compatibili con l’ambiente. Attualmente essa è la principale finanziatrice del programma per una produzione efficace ed ecologica di risorse (Resource Efficient and Cleaner Production Programms) dell’ONUSI (cfr. n. 5.5.1). Questo programma prevede la realizzazione di una rete internazionale di centri di produzione ecologica e si prefigge di migliorare l’utilizzazione delle risorse nell’ambito della produzione industriale e dell’ecobilancio delle imprese. Da tale impegno trae beneficio non soltanto l’ambiente bensì anche l’industria dei Paesi in sviluppo, i quali possono così migliorare la loro competitività grazie a un minore consumo energetico e di materie prime e a una conseguente riduzione dei costi di produzione.

Nell’anno in rassegna il nuovo direttore generale dell’ONUSI, Li Yong, si è recato in visita in Svizzera. In tale occasione ha illustrato la nuova visione dell’organiz-zazione, incentrata sulla dichiarazione di Lima a sostegno di uno sviluppo industria-le sostenibiindustria-le e inclusivo (Towards inclusive and sustainabindustria-le industrial deve-lopment). Tale visione si fonda sulla convinzione che l’industria è indispensabile al progresso economico e sociale. Li Yong ha inoltre fornito informazioni in merito allo stato dell’attuazione della strategia dell’ONUSI. Riveduta negli ultimi anni sotto l’egida della Svizzera e del Costa Rica, tale strategia si pone quali priorità il raffor-zamento delle capacità commerciali e produttive, la produzione sostenibile e l’utilizzazione efficace delle risorse industriali (Trade Capacity Building, Productive Capacity Building e Sustainable Production and Industrial Resource Efficiency).

Mentre il programma orientato alle capacità commerciali (Trade Capacity Building) aiuta i Paesi in sviluppo ad applicare standard di qualità, nonché ad assicurare la tracciabilità dei prodotti, gli altri due programmi sostengono la promozione del-l’innovazione, nonché il trasferimento di tecnologia e di conoscenze alle piccole e medie imprese. Ulteriori temi di rilievo dei colloqui sono stati gli sforzi dell’ONUSI per mantenere la base di membri dell’Organizzazione e possibilmente estenderla.

Dopo l’uscita degli Stati Uniti nel 1996 e della Gran Bretagna nel 2011, anche la Francia e il Portogallo hanno annunciato la loro uscita per la fine dell’anno in rasse-gna per motivi finanziari. Li Yong ha chiesto inoltre che i temi prioritari del-l’ONUSI, quali lo sviluppo industriale sostenibile o il consumo efficiente di risorse, siano considerati nell’agenda post-2015.

2.5 Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) Nell’anno in esame la Svizzera ha proseguito il suo impegno in seno all’OIL. In particolare, essa ha contribuito a porre rimedio alla crisi del sistema di control-lo delle norme dell’OIL e ha ratificato la Convenzione n. 183 sulla protezione della maternità e la Convenzione n. 189 sul lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici.

Nonostante lo svolgimento di intensi dibattiti tripartiti e l’intermediazione lanciata dalla Svizzera tra le parti sociali internazionali allo scopo di ripristinare la fiducia, il Consiglio di amministrazione dell’OIL non è riuscito a superare il blocco del siste-ma di controllo delle norme dell’OIL. Mentre il ruolo di mediatrice assunto dalla Svizzera aveva permesso alla Conferenza del 2013 di adempiere il suo compito centrale e di esaminare i casi più gravi di violazione delle convenzioni fondamentali dell’OIL, dalle discussioni in seno al Comitato per l’applicazione delle norme svol-tesi in occasione della Conferenza di quest’anno sono emerse posizioni divergenti, nonché il conflitto aperto tra le rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori.

La Svizzera ha proseguito il suo impegno per risolvere la crisi del sistema di control-lo delle norme mediante il diacontrol-logo sociale e i negoziati tra gli attori tripartiti dell’OIL. Il Consiglio di amministrazione dell’OIL si è chinato sul dossier in novembre e ha deciso di proseguire il dialogo sociale su questo tema. Il suo obiettivo è salvaguardare i valori fondamentali dell’OIL e la credibilità delle norme interna-zionali del lavoro garantendo così il ruolo preminente assunto dall’organizzazione

allo scopo di assicurare la dimensione sociale della globalizzazione sul piano inter-nazionale.

La Svizzera ha proseguito i suoi sforzi per l’attuazione della strategia riguardante la giustizia sociale e l’impegno svizzero presso l’Organizzazione internazionale del lavoro. In occasione della Conferenza generale dell’OIL essa ha quindi consegnato al direttore generale dell’OIL lo strumento di ratifica della Convenzione n. 183 del 15 giugno 200046 sulla protezione della maternità. Il Consiglio federale ha adottato il 30 aprile la revisione dell’ordinanza 1 del 10 maggio 200047 concernente la legge sul lavoro, che stabilisce la retribuzione delle pause di lavoro per l’allattamento. La modifica è entrata in vigore il 1° giugno.

Approvando il messaggio del 28 agosto 2013 del Consiglio federale, il Parlamento ha autorizzato il Governo a ratificare la Convenzione n. 189 del 16 giugno 201148 sul lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici. Scaduto il termine di referendum, lo strumento di ratifica è stato depositato il 12 novembre 2014 presso il direttore generale dell’OIL. La Convenzione disciplina le condizioni quadro per la promozione dell’occupazione di lavoratori domestici assicurando loro l’esercizio dei diritti fondamentali nel contesto lavorativo, nonché un minimo di protezione sociale.

Dopo la ratifica di tale Convenzione, la cui attuazione richiede la collaborazione delle parti sociali, la Svizzera potrà rafforzare il suo apporto in seno all’OIL attra-verso l’esperienza che ha maturato in tale settore.

La Conferenza generale dell’OIL svoltasi in giugno ha adottato un Protocollo relati-vo alla Convenzione n. 29 del 28 giugno 193049 concernente il lavoro forzato od obbligatorio, al fine di colmare le lacune esistenti negli Stati membri dell’OIL nell’ambito della sua attuazione. Scopo del Protocollo è rafforzare le misure di prevenzione, nonché di protezione e d’indennizzo delle vittime. Il Consiglio federale sottoporrà al più presto questo nuovo strumento al Parlamento. La Conferenza ha inoltre adottato emendamenti al codice della Convenzione del 23 febbraio 200650 sul lavoro marittimo, che entreranno in vigore per la Svizzera all’inizio del 2017. Essi concernono la questione dell’abbandono di marittimi, nonché l’obbligo d’indennizzo dei marittimi in caso di decesso o di incapacità al guadagno a causa di infortuni sul lavoro, malattie professionali o altre messe in pericolo causate dalla professione.

Essi concretizzano obblighi già previsti dalla Convenzione.

46 FF 2012 1521

47 RS 822.111

48 FF 2013 5969

49 RS 0.822.713.9

50 RS 0.822.81