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CAPITOLO 3: I DISTRETTI INDUSTRIALI DEL CAPANNORESE

3.2 Il distretto cartario della Piana di Lucca

3.2.1 Dalle origini ad oggi

La produzione della carta ha origini molto antiche nel territorio lucchese, stimolata soprattutto dalla grande ricchezza d’acqua e dai venti di tramontana che caratterizzano questa area attraversata dal fiume Serchio. Acqua e vento erano risorse fondamentali per gli antichi opifici che, utilizzandole come forze motrici, riuscivano a muovere le prime rudimentali macchine per fabbricazione della carta, della quale si trovano testimonianze già nel 1300. Ma la prima cartiera "che garantirà con la sua attività continua la nascita della moderna manifattura" (Sabbatini, 1990, pag.7) è quella fondata a Lucca alla metà del XVI secolo dallo stampatore Vincenzo

Busdraghi grazie al sostegno economico dalla famiglia Bonvisi. Per quasi un secolo questa rimase l'unica cartiera di tutta la penisola, facendo di Lucca uno dei centri principali anche dell'editoria e della stamperia. Alla metà del 1600 il commercio cartario si intensificò a tal punto da generare la nascita di nuove cartiere: in tutta la lucchesia si contavano otto cartiere con una capacità produttiva che oscillava fra le sedicimila e le ventimila risme di carta all’anno; si trattava, nello specifico, della Bonvisi a Lucca, la Tegrimi a Vorno, la Biscotti, la Pacini, la Grossi e la Montecatini a Piegaio e la cartiera di Collodi. Tra il XVIII e il XIX secolo la produzione di carta si estese anche nei territori di Pescia e Villa Basilica e, nel periodo dell'unificazione dell'Italia, queste zone assunsero a tutti gli effetti i prodomi di antichi distretti industriali, dove l'attività di numerose famiglie era dedicata completamente alla produzione soprattutto di cartapaglia21, che rappresentò un prodotto innovativo (la cui fabbricazione arrivò fino al 1971) e spinse ancor di più lo sviluppo del settore portando alla nascita di sempre più numerose cartiere lungo tutta la Piana. All'inizio del 1900 Capannori, Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano diventarono "realtà produttive di un certo livello" (Sabbatini, 1990, pag.10). Nel 1911 si sommavano oltre 100 cartiere artigianali e a conduzione familiare, con quasi 1500 addetti impiegati, per una produzione di cartapaglia che superava le 60000 tonnellate annuali. Nel corso del secondo dopoguerra, ed in particolare negli anni '60, prese avvio quella impetuosa ondata di sviluppo che, superata la grave crisi di fine anni '70 (anche grazie all'abbattimento dei costi utilizzando come materia prima la carta da macero riciclata), iniziò a conferire al settore cartario le caratteristiche attuali: si svilupparono anche le zone limitrofe al comune di Capannori, come Porcari ed Altopascio, e cominciò a concentrarsi la produzione con la nascita di grandi stabilimenti. In questo periodo, in cui si formarono anche alcuni dei grandi gruppi odierni come la Sofidel fondata nel 1966, si abbandonò la produzione della cartapaglia in favore dei moderni prodotti tissue e di cartone ondulato, che restano, come detto, il core business del distretto.

A metà degli anni '80 nacque il Centro Servizi Lucense, una sorta di omologo del CE.SE.CA. che abbiamo visto parlando del distretto calzaturiero, costituito dalla

21 Un composto di carta, paglia e calcina che rappresenta l'antenato dell'odierna carta per uso domestico

partecipazione di imprenditori del settore, enti locali, fondazioni bancarie ed associazioni di categoria. Lo scopo era quello di assistere le imprese nella risoluzione delle problematiche tecnologiche ed ambientali. Con il tempo il Lucense è diventato un punto di riferimento anche a livello nazionale e per alcune attività anche internazionale. In anni recenti si è evoluto anche come un organismo che svolge attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione e dal 2011 è responsabile dell'Innopaper, il Polo di Innovazione del Settore Cartario22. Il Centro Qualità Carta, inoltre, divisione operativa del Lucense, promuove anche un master universitario di primo livello in “Produzione della carta/cartone e gestione del sistema produttivo”, destinato a laureati in ingegneria, chimica e fisica.

Sebbene il fulcro del distretto sia ben saldo sul territorio del comune di Capannori, nel tempo la sua rete si è espansa sempre più ed oggi raggiunge un'estensione territoriale superiore ai 750 km2, toccando gran parte del territorio della provincia di Lucca: dalle Alpi Apuane e la Media Valle della Garfagnana situate al nord, fino alla zona più meridionale della Piana lucchese, arrivando a sconfinare nella Valdinevole pesciatina (in provincia di Pistoia) e toccando ben 12 comuni (oltre a Capannori e Pescia, Altopascio, Porcari, Borgo a Mozzano, Villa Basilica, Gallicano, Barga, Castelnuovo Garfagnana, Bagni di Lucca, Coreglia Antelminelli e Fabbriche di Vallico).

Nel corso degli anni, dunque, il distretto cartario si è sviluppato grazie ad una serie di fattori positivi, molti dei quali appartenenti anche ai quelli di forza tipici delle organizzazioni distrettuali: il rapporto con il territorio, come abbiamo detto molto favorevole per la fabbricazione della carta; la produzione che, sebbene tocchi gran parte dei prodotti in carta, è per lo più specializzata nel tissue e nei cartoni ondulati; il sapere contestuale che si concentra all'interno del tessuto distrettuale, dove si è sviluppato un grandissimo know how che ha permesso negli anni tutta una serie di innovazioni nelle tecniche di produzione e nell'utilizzo dei materiali; e la grande concentrazione nell’area di numerose imprese specializzate in una singola fase del processo produttivo, oppure subfornitrici o anche di altri settori ma

comunque collegati alla produzione della carta.

Infatti, intorno al settore cartario e cartotecnico si sono sviluppati anche altri settori ad essi collegati come quello meccanico, elettronico ed elettrotecnico, che creano inevitabilmente una rete di forti relazioni con le imprese della carta. Ad esempio le cartiere testano i macchinari prodotti delle imprese meccaniche e, mettendo in evidenza eventuali problemi tecnici e correttivi da fare, stimolano nuovi input per la progettazione e lo sviluppo tecnologico di nuova strumentazione. Le aziende meccaniche locali sono nate come piccole imprese, ed hanno un forte collegamento con il settore cartario lucchese per ciò che attiene la manutenzione degli impianti.

Tabella 3.2.1 – Dati quantitativi del distretto cartario lucchese

Dimensioni del distretto N° Comuni: 12

Estensione territoriale: Circa 750 Km2

Settore cartario e cartotecnico N° aziende: Oltre 160 Fatturato: Circa 3.500 milioni di €

N° occupati: Oltre 6.000 Comparto del tissue

Capacità produttiva: Circa 900.000 tonnellate annue Quota produzione nazionale: 80%

Quota produzione europea: 17% Comparto del cartone ondulato

Capacità produttiva: Circa 1.000.000 tonnellate annue Quota produzione nazionale: 40%

Quota produzione europea: 5% Settore metalmeccanico Fatturato: Oltre 2.500 milioni di €

N° occupati: Oltre 8.000

Impatto complessivo del distretto sulla Provincia di Lucca Quota forza lavoro impiegata: Oltre il 50%

Quota fatturato industriale: Oltre il 60% Fonte: CCIAA