CAPITOLO 4. PROFILI COMPARATISTICI DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE
2. La judicial liability nell’ordinamento giuridico israeliano: un inquadramento generale
2.7. Osservazioni conclusive sull’ordinamento israeliano: forme alternative di controllo
Tracciare un quadro omogeneo della disciplina dell’immunità giudiziale/responsabilità civile dei magistrati nell’ordinamento israeliano non costituisce operazione agevole. Molti sono i fattori che concorrono ad annebbiare una visione precisa di quello che è l’assetto attuale del diritto israeliano sul tema in esame: la diversità delle soluzioni adottate dalle corti, il dibattito dottrinale che, su vari punti (quali, come si è visto, la questione dell’applicabilità dell’immunità ai casi di malafede del giudice) non trova ancoraggio nei testi normativi, l’assenza di pertinenti pronunce della Corte Suprema israeliana, e in ultimo, il carattere misto dell’ordinamento israeliano stesso, che rende più ardua la scelta (o il mantenimento) tra le soluzioni tipiche dei sistemi di common law o quelle di civil law. Come è stato evidenziato dagli studi comparativi sul tema della responsabilità civile dei magistrati, i due sistemi hanno prescelto forme e strumenti diversi per perseguire il medesimo obiettivo della realizzazione di un equilibrio tra i due valori in conflitto dell’indipendenza dei giudici e del principio democratico di responsabilità– rendiconto dei funzionari e dipendenti dello Stato. Nei sistemi di common law risulta più difficile accettare una forma di responsabilità vicaria dello Stato: la dottrina ha sostenuto che ciò è dovuto alla circostanza per cui la concezione prevalente in questi sistemi non è quella di un giudice-funzionario dello Stato748. Tuttavia, senza sminuire questa ragione, ad essa se ne può accostare un’altra: negli ordinamenti di common law, e segnatamente in quello israeliano, esistono forme di responsabilizzazione diverse da quella civile, che, se non possono sostituire, nei fatti,
747 L’art. 4, comma 2, l. 117/1988 (e succ. mod.) prevede che: “L’azione di risarcimento del danno contro lo
Stato può essere esercitata soltanto quando siano stati esperiti i mezzi ordinari di impugnazione o gli altri rimedi previsti avverso i provvedimenti cautelari e sommari, e comunque quando non siano più possibili la modifica o la revoca del provvedimento ovvero, se tali rimedi non sono previsti, quando sia esaurito il grado del procedimento nell’ambito del quale si è verificato il fatto che ha cagionato il danno. La domanda deve essere proposta a pena di decadenza entro tre anni che decorrono dal momento in cui l’azione è esperibile”.
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la responsabilità civile, possono perlomeno svolgere una funzione sostitutiva di altre forme di controllo del comportamento dei giudici.
Queste forme alternative di controllo sull’operato dei magistrati israeliani sono state opportunamente messe in luce da Shetreet, nel suo libro “Justice in Israel: a Study of the Israeli
Judiciary”749. Il capitolo dedicato alla “accountability” dei giudici si apre con la seguente
enunciazione: “Judicial independence cannot be maintained without judicial accountability. Judges, like all
holders of public office, must be answerable for their failures, errors and misconduct”750. In esso vengono successivamente illustrate diverse forme di controllo sull’operato dei giudici, come quelle a livello politico e sociale. Nella sfera pubblica, infatti, i giudici sono sottoposti a forme diverse di controllo esercitate dalla Knesset (il potere legislativo) e dalla stampa, nonché dai c.d. “pressure groups”751.
L’autore israeliano ha precisato che la stampa non esercita soltanto la funzione di mettere in luce le criticità di volta in volta emergenti dalla condotta dei giudici, ma fornisce altresì preziose informazioni che consentono agli altri meccanismi di controllo giudiziario di agire. La stampa svolge il ruolo — tutt’altro che secondario — di far pervenire alla Knesset il sentimento predominante nell’opinione pubblica su questioni che riguardano i giudici e l’amministrazione della giustizia. L’opinione pubblica, infatti, ha un impatto tanto sull’operato delle corti e sui processi giudiziali di decision–making, quanto sulle altre istituzioni pubbliche. Spiega Shetreet come i giornali israeliani abbiano stilato, nel corso del tempo, numerosi reports e articoli su questioni inerenti ai giudici e ai tribunali, molti dei quali aventi ad oggetto condotte dolose o colpose dei giudici, esposte, in questo modo, agli occhi della società.
Infine, non bisogna trascurare quelli che l’Autore ha definito come i controlli “informali e professionali”, esercitati da tutti gli operatori giuridici, dai colleghi dei giudici e dagli ordini professionali. In proposito, è stato riportato un caso dell’ordine degli avvocati di Haifa, che ha deciso, per una volta, di boicottare un giudice in ragione della sua asserita condotta poco professionale752. Ufficialmente, gli ordini degli avvocati non hanno alcun potere di avviare procedimenti disciplinari nei confronti dei giudici, ma, spiega l’Autore, un reclamo da parte di un ordine degli avvocati ha indubbiamente “un peso considerevole”753.
In conclusione, le forme di controllo politico e sociale costituiscono, ad avviso di chi scrive, istituti meritevoli di apprezzamento e di adeguata considerazione. Tuttavia, essi presuppongono una coscienza sociale e politica molto forte, cosa non facilmente riscontrabile nelle società contemporanee. Le forme alternative di controllo sui giudici indicate dall’Autore
749 SHETREET, Justice in Israel: a study of the Israeli judiciary, cit. 750 SHETREET, Justice in Israel: a study of the Israeli judiciary, cit., p. 289.
751 Per un approfondimento dettagliato di questi meccanismi, si veda SHETREET, Justice in Israel: a study of
the Israeli judiciary, cit., pp. 297–301.
752 Il caso si trova descritto in SHETREET, Justice in Israel: a study of the Israeli judiciary, cit., p. 302. 753 Ibid.
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israeliano possono funzionare soltanto in un contesto in cui la comunità dei cittadini risulta attiva nel discutere le tematiche riguardanti l’amministrazione della giustizia e le condotte dei giudici, e in cui la stampa è persistente ed obiettiva nel trasmettere l’opinione pubblica alle istituzioni. Ciò, ad ogni modo, non è da solo sufficiente: l’efficiente funzionamento dei meccanismi alternativi di controllo presuppone la volontà dei giudici di prendere in seria considerazione le esigenze e le critiche emergenti dalla società. Le forme alternative di controllo appaiono come uno strumento dotato di notevoli potenzialità (quali, ad esempio, un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle questioni inerenti alla giustizia, un fruttuoso dialogo con le istituzioni, nonché decisioni giudiziali meno distaccate dal contesto reale in cui intervengono), ma da sole rischiano di non essere sufficienti ad attuare una seria tutela del cittadino di fronte a decisioni o a condotte giudiziali ingiuste che, inevitabilmente, ricorreranno anche nel migliore degli ordinamenti.