• Non ci sono risultati.

Gli errori di scheggiatura nei contesti paleolitici possono rivelare la presenza di scheggiatori principianti o con diversi gradi di esperienza, il tutto coadiuvato dal supporto dell’archeologia sperimentale. Un’analisi del materiale archeologico non può dunque prescindere da una previa individuazione degli errori di scheggiatura e da una descrizione dettagliata delle diverse fasi della catena operativa nel materiale sperimentale.

Gli obbiettivi principali dello studio sperimentale vanno dall’individuazione e comprensione degli errori di scheggiatura alla loro relazione con la manualità e al savoir-

faire dello scheggiatore in ambito sperimentale prima e in ambito archeologico poi.

2.2.1 O

BBIETTIVI

La determinazione e l’osservazione degli errori di scheggiatura su un record sperimentale prima e archeologico poi sono finalizzati all’ottenimento di dati che risultino oggettivi e applicabili ad insiemi litici di diversa età ed area geografica; pertanto la sperimentazione attuata è stata volta al perseguimento dei seguenti obbiettivi:

 Determinare l’evidenza o meno di errori di scheggiatura all’interno di diversi insiemi litici di varia provenienza geografica e temporale, nonché ottenuti con diversi tecniche e metodi di débitage.

 Interpretare gli errori e poterli successivamente collocare all’interno di un contesto che prenda in considerazione non solo il momento in cui l’errore è occorso, ma anche la circostanza in cui ciò è avvenuto e perché.

 Comprendere se gli errori riscontrati possano essere collocati o meno all’interno della percentuale di errori in cui uno sperimentatore anche esperto può incorrere o se siano dovuti unicamente a mancanza di esperienza, caso in cui ci troveremmo di fronte alla prova tangibile della presenza di uno scheggiatore inesperto.

 Classificare gli errori in relazione alle loro cause e ai loro effetti sul prodotto finito.

 Dove possibile, effettuare un’analisi spaziale alfine di scoprire un’eventuale area adibita all’insegnamento dell’arte dello scheggiare.

2.2.2 M

ETODOLOGIA

Per poter comprendere quali siano gli errori di scheggiatura più frequenti, nonché le peculiarità di questi su diverse materie prime, vi è la necessità preliminare di esaminare una collezione litica sperimentale esaustiva. In seguito alla ricognizione degli errori sul materiale sperimentale è possibile procedere con un’analisi comparata con il materiale archeologico procedendo secondo le seguenti fasi:

 Analisi degli insiemi litici archeologici: visione dell’insieme e scelta dei manufatti che manifestano le particolarità ricercate. Comprensione delle tecniche di scheggiatura e dei metodi di débitage utilizzati alfine di riprodurne le diverse fasi in maniera più fedele possibile al momento della sperimentazione.

 Analisi dei manufatti archeologici che presentano errori di scheggiatura e loro inserimento in un database.

 Individuazione di errori legati alla materia prima; errori legati ai metodi e alle tecniche utilizzate; errori legati ad una mancanza di savoir faire.

 Individuazione, se possibile, delle aree di maggiore concentrazione di errori.  Raccolta della stessa materia prima utilizzata nei diversi siti archeologici.

 Suddivisione dei percussori in pietra dura, pietra tenera e percussore tenero organico in osso, palco o legno.

 Riproduzione degli stessi metodi di débitage riscontrabili in ciascun sito con materia prima e percussori relazionati al record archeologico.

 Confronto; differenze e similitudini dei prodotti sperimentali.

La prima fase della sperimentazione prevede la necessità di avere a disposizione, laddove possibile, la materia prima peculiare di ogni sito archeologico preso in esame e affiancarla al metodo da ricreare sperimentalmente, condizione necessaria al raggiungimento di dati il più possibile veritieri e scientificamente corretti: questo perché non tutte le materie prime reagiscono allo stesso modo alle sollecitazioni durante l’atto della scheggiatura, come è ovvio, e di conseguenza anche le stimmate dei colpi, siano essi errori di scheggiatura o meno, non si manifestano allo stesso modo. Molto importante è sia la qualità della materia prima, sia anche la morfologia del supporto di base, dato che anche quest’ultimo influisce molto sull’approccio nei confronti del nucleo da scheggiare, sia per quanto riguarda la tecnica ed il metodo di débitage ad esso applicabili, sia per quanto riguarda possibili errori riconducibili appunto alla morfologia di base.

Al momento dello studio del record sperimentale è stata compilata una scheda dove annotare:

 il tipo di materia prima utilizzata (granulometria, morfovolumetria);  il/i percussore/i utilizzato/i;

 la tecnica ed il metodo di débitage;  le caratteristiche dei prodotti ottenuti;  la funzionalità dei margini attivi;

 Il numero di piani di percussione utilizzati;  il motivo dell’abbandono del nucleo;  l’evidenza o meno di errori di scheggiatura;

 la/le fase/i in cui si è realizzato un errore di scheggiatura.

Sulla scheda è possibile annotare le varie osservazioni e inserire le foto dei prodotti ottenuti più caratteristici.

Sono stati analizzati i seguenti metodi di débitage e façonnage:

 débitage opportunista (c.f. SSDA; Forestier, 1993) per percussione diretta alla pietra dura;

 débitage unipolare per percussione diretta alla pietra dura;  débitage unipolare per percussione bipolare alla pietra dura;

 débitage centripeto per percussione diretta alla pietra dura;

 débitage Levallois lineale (Boëda, 1994) per percussione diretta alla pietra dura;  débitage Levallois ricorrente unipolare, bipolare, centripeto (Boëda, 1994) per

percussione diretta alla pietra dura;

 débitage Levallois a scheggia preferenziale (Inizan et al., 1995) per percussione diretta alla pietra dura;

 débitage Kombewa (Tixier & Turq, 1999) per percussione diretta alla pietra dura;  débitage discoide (Boëda, 1993), per percussione diretta alla pietra dura;

 débitage laminare per percussione alla pietra dura e alla pietra tenera;

 façonnage finalizzato alla produzione di bifacciali per percussione diretta alla pietra dura e alla pietra tenera e al percussore tenero organico.

Attraverso il rimontaggio dei nuclei così scheggiati e con l’apporto delle foto è stato possibile identificare quindi non solo il tipo di errore ma la natura di esso, ovvero se questi è:

 legato alla scelta di una materia prima di cattiva qualità;

 legato alla scelta di un blocco di materia prima morfologicamente inadatto allo scopo prefisso;

 legato alla messa in forma del nucleo;  legato al gesto e/o alla posizione del corpo;  legato alla mancanza di criteri tecnici;  legato ad una gestione del nucleo sbagliata.

2.2.3 A

NALISI INCROCIATA DEI DATI ARCHEOLOGICI E SPERIMENTALI

L’analisi dei dati archeologici attraverso gli apporti dettati dai dati sperimentali permette di contestualizzare al meglio l’errore di scheggiatura e di poter verificare le ipotesi che hanno portato a classificarlo come tale, nonché di capirne l’entità e se tale errore sia davvero riconducibile o meno ad uno scheggiatore inesperto.

E’ stato possibile osservare se vi siano o meno degli errori caratteristici ricollegabili ad un solo metodo di débitage o ad una fase in particolare della scheggiatura, nonché se la loro frequenza debba essere messa in relazione con degli scheggiatori inesperti.

L’esame degli incidenti di scheggiatura in contesti archeologici, sempre relazionato al contesto, può aiutare non solo a stabilire il grado di esperienza degli scheggiatori, ma anche a comprendere l’intenzionalità o meno della scheggiatura, nonché l’intenzionalità stessa di alcuni “errori” tecnicamente controllati e poi riprodotti sistematicamente (Inizan et al., 1980).