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SCHEDA SPERIMENTAZIONE Sperimentazione N° Percussore/i:

Capitolo 3 CA’ BELVEDERE DI MONTE POGGIOLO

3.1 I L SITO E IL CONTESTO STRATIGRAFICO

La scoperta del sito di Cà Belvedere di Monte Poggiolo (fig. 3.1) avvenne nel 1983 ad opera di A. Antoniazzi, L. Fontana e F. Proli in seguito a delle prospezioni sistematiche effettuate nel territorio forlivese (Antoniazzi et al., 1993).

Le ricerche vennero portate avanti da un équipe di specialisti afferenti a vari enti ed Università (tra cui Alberto Antoniazzi, Franco Bisi, Laura Cattani, Mauro Cremaschi, Luisa Fontana, Carlo Peretto, Sergio Ungaro dell’Università di Ferrara, Gianni Giusberti dell’Università di Bologna, Jean-Jaques Bahain e Jean Gagnepain del Muséum National d’histoire naturelle di Parigi) sotto la direzione di Carlo Peretto, alfine di apportare nuovi dati utili alla comprensione del primo popolamento d’Italia.

Fig.3.1:il sito di Cà Belvedere di Monte Poggiolo, Forlì.

L’area scavata ha messo in luce una superficie di 16m² ed una stratigrafia di 4,3 metri di potenza, e ha permesso uno studio dettagliato e preciso dell’età del sito. Le Argille Azzurre basali con Arctica islandica e Hyalinea balthica non sono più antiche di 1,4-1,3 milioni di anni (Antoniazzi et al., 1984); è stato dunque possibile attribuire il sito

al Pleistocene inferiore, attraverso anche il rinvenimento di foraminiferi, ostracodi e molluschi all’interno dei carotaggi prelevati nei pressi del sito, come la Globigerina

cariacoensis (Monegatti et al., 1992).

Le Argille Azzurre si trovano ricoperte a Nord-Ovest (Monte Vescovado) dalle “Sabbie Gialle”, costituite essenzialmente da sedimenti sabbiosi di spiaggia con una potenza massima di 50 metri, e verso Est dai sedimenti costieri di Cà Belvedere di Monte Poggiolo.

I sedimenti costieri di Cà Belvedere di Monte Poggiolo e la formazione delle sabbie gialle sembrano essere eteropiche, ovvero depositi contemporanei con facies diverse (Cremaschi, 1983; Antoniazzi & Piani, 1992).

Direttamente sopra le Argille Azzurre basali si trova il sedimento che racchiude i resti archeologici di Cà Belvedere di Monte Poggiolo, la cui superficie ha subito, durante il Pleistocene medio, un processo pedogenetico che ha portato alla formazione di un paleosuolo fersiallitico.

La stratigrafia risulta lentiforme; il deposito mostra una pendenza verso Ovest ed è curvata a “bec de flûte” verso il margine di slittamento (Antoniazzi et al., 1992) (fig. 3.2).

Dal tetto al letto della sequenza si possono distinguere i seguenti tagli (Antoniazzi

et al., 1996; 1998):

 tagli 101 e 102: principalmente sabbioso-limosi con ghiaie ricche in carbonati d’origine illuviale;

 tagli 103-107: essenzialmente ghiaiosi;

 tagli 108-118: maggiormente sabbiosi;

 tagli 119-122: ancora per la maggior parte sabbiosi ma perturbati dallo slittamento meccanico causato da flussi d’acqua sotterranei.

Le sabbie sono silicate e le ghiaie sono grossolane, mentre i ciottoli sono medio- piccoli ed essenzialmente calcarei e selciferi, raramente arenacei (Antoniazzi et al., 1996; 1998). I reperti litici sono distribuiti in tutto lo spessore stratigrafico messo in luce durante lo scavo sistematico, ma in numero maggiore nei tagli 101-102, 103-105 e 107 (Bisi et al., 1992).

Fig.3.2: sezione longitudinale dello scavo stratigrafico: 1) terreno coltivato; 2) sedimenti sabbiosi o

sabbioso-ghiaiosi che riempiono le fratture beanti; 3) paleosuolo; 4) sedimenti ghiaiosi di Cà Belvedere; 5) Argille Azzurre (da Antoniazzi et al., 1992).

3.2 L

E DATAZIONI

Le prime datazioni relative del giacimento di Cà Belvedere di Monte Poggiolo vennero effettuate nel 1992 da Jean Gagnepain su 40 campioni prelevati nelle località di San Biagio, Monte Vescovado e Cà Belvedere di Monte Poggiolo, alfine di ricercare l’ARD (Alimentation Remanente Detritique), la quale rappresenta il Campo Magnetico Terrestre (CMT) esistente all’epoca della sedimentazione del suolo interessato dall’insediamento paleolitico (Gagnepain, 1996).

I campioni prelevati nella località San Biagio purtroppo non hanno dato alcun risultato perché non è stato possibile attribuirgli una polarità magnetica (Gagnepain, 1996).

Per quanto riguarda Cà Belvedere di Monte Poggiolo invece, come già specificato, bisogna ricordare che i sedimenti sono tutti interessati da fenomeni di pedogenesi in diverso grado di sviluppo. I risultati delle prime analisi effettuate provano che la formazione di Cà Belvedere di Monte Poggiolo era esistente già nel momento in cui il campo magnetico possedeva una polarità inversa a quella odierna, dato per cui Cà Belvedere di Monte Poggiolo viene datato a più di 0,73 milioni di anni da oggi, più precisamente al limite geomagnetico Brunhes-Matuyama (Mankinen & Dalrymole, 1979;

Gagnepain, 1996). Nella formazione delle sabbie gialle sovrastanti le Argille Azzurre è stato rilevato l’episodio positivo di Jaramillo (1,07-0,99 Ma BP), mentre le Argille Azzurre sono databili ad un’età compresa tra 1,77 e 1,07 milioni di anni (fig. 3.3).

Fig.3.3: quadro cronostratigrafico e paleomagnetico (da Peretto et al., 1998).

I dati sono inoltre confermati dai risultati ottenuti dai campioni prelevati a Monte Vescovado, località che si trova 2 km a Ovest di Cà Belvedere di Monte Poggiolo e che presenta la stessa formazione sabbiosa pleistocenica conosciuta come “Sabbie Gialle”.

Le prime datazioni assolute vennero invece effettuate attraverso il metodo ESR,

Electron Spin Resonance, sul quarzo (Yokoyama et al., 1985, 1988, 1992), alfine di datare

le sabbie gialle di Monte Vescovado: queste diedero valori per un’età compresa tra 1,29 e 0,53 milioni di anni, in linea con la polarità inversa messa in evidenza dalle datazioni paleo magnetiche (fig.3.4). L’industria litica di Cà Belvedere di Monte Poggiolo può dunque essere considerata contemporanea alla fine del Pleistocene inferiore, ovvero in un periodo compreso tra 780 mila e 1 milione di anni (Falgueres, 2003).

Nuove indagini, effettuate da G. Muttoni, mettono però in dubbio le date ottenute da J. Gagnepain nel 1992, a causa delle eccessive alterazioni pedogenetiche presenti nei 40 campioni presi in esame (Muttoni et al., 2010), attestando la necessità di ottenere nuove datazioni paleomagnetiche per il sito di Cà Belvedere il quale viene

provvisoriamente posizionato nel tardo Matuyama, intorno a 1 milione di anni da oggi (Muttoni et al., 2010).

In seguito ad una valutazione critica delle datazioni magnetostratigrafiche e radiometriche G. Muttoni suggerisce che l’occupazione del sito di Cà Belvedere di Monte Poggiolo sia avvenuta in un periodo compreso tra 0,99 e 0,78 Ma da oggi, ovvero tra l’intervallo Jaramillo e il limite Brunhes-Matuyama (Muttoni et al., 2010; 2011) (fig. 3.5).

Fig.3.4: datazioni radiometriche (da Peretto et al., 1998).

Fig.3.5: Il sito di Cà Belvedere di Monte Poggiolo all’interno dell’inquadramento cronologico basato su date

radiometriche e/o magnetostratigrafiche dei siti chiave del Pleistocene inferiore e medio di Italia, Francia e Spagna (da Muttoni et al., 2010).

3.3I

NQUADRAMENTO PALEOBIOLOGICO

:

I RESTI FAUNISTICI

,

LE ANALISI PALINOLOGICHE

,

I