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Pagamento forfetario su superfici utilizzate (€/ha)

I PagamentI dIrettI In I talIa e Il PossIBIle PassaggIo al “ flat rate ”

grafico 7 Pagamento forfetario su superfici utilizzate (€/ha)

La tabella 17.c, fa riferimento ai risultati derivanti dal citato studio della Commissione, con un flat rate corrispondente a 265,00 €/ha (i dati dello studio della Commissione sono analoghi a quelli ottenuti con l’utilizzo dei dati Eurostat).

Guardando all’Italia, l’adozione a livello comunitario di un flat rate di 265,00 €/ha determi- nerebbe pesanti perdite per quanto riguarda gli importi unitari. Infatti, considerando il dato relativo al rapporto tra massimale nazionale e superficie ammissibile, si avrebbe un dimezzamento di importo (da 541,13 €/ha a 265,00 €/ha). Un risultato quasi analogo verrebbe determinato da un

flat rate pari a 309,13 €/ha.

Analogo ragionamento è possibile farlo in relazione al volume finanziario che complessiva- mente rientrerebbe in Italia. Infatti, a fronte dell’attuale massimale per i pagamenti diretti di 4.370 milioni di euro, con un flat rate europeo l’Italia potrebbe scendere ad un massimale di 2.496 milio- ni di euro o di 3.387 milioni di euro a seconda che venga utlizzata l’ipotesi di cui alla tabella 17.a o quella di cui alla tabella 17.b.

In sostanza, da questa panoramica emerge che l’Italia subirebbe un forte impatto negativo dall’applicazione della regionalizzazione sulla base di un flat rate unico europeo calcolato prenden- do come unico parametro di riferimento le superfici agricole.

Al di là del dato contabile-finanziario occorre anche interrogarsi sulla validità di un sistema di sostegno imperniato su un flat rate europeo.

Uno strumento di questo tipo, che assorbirebbe la stragrande maggioranza delle risorse finanziarie disponibili rischia di essere poco efficace e al tempo stesso iniquo.

Per una parte delle aziende agricole europee, infatti, un aiuto per ettaro di entità inferiore a

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300 euro può risultare scarsamente incidente sui redditi.

Viceversa, in alcune realtà, tale aiuto può risultare sovradimensionato rispetto alla scala dei costi e dei ricavi delle aziende.

Occorre dunque chiedersi se sia utile e corretto cancellare integralmente ogni riferimento alle grandezze economiche che caratterizzano l’attività agricola ignorando totalmente che, a parità di superficie, possono essere ben diversi i costi, i ricavi, gli investimenti di capitale e l’intensità di lavoro.

Le perplessità aumentano considerando che il regime disaccoppiato è impostato come uno strumento statico, che non presenta alcuna possibilità di variazione in relazione all’andamento del mercato. Ben altra valutazione potrebbe essere, infatti, formulata se tale meccanismo operasse con caratteristiche anticicliche. Ove ciò fosse, pur restando non equo, avrebbe almeno un efficace impatto di politica economica, integrando i redditi nelle fasi di necessità.

Da ciò emerge l’esigenza di esplorare alternative ad un sistema di flat rate.

E’ legittimo, dunque, porsi l’interrogativo se abbia un senso e soprattutto sia equo per i Paesi dell’Unione Europea proseguire sulla strada della distribuzione del budget comunitario sulla base di un sistema impostasto sulla superficie agricola.

Sarebbe necessario integrare il fattore superficie con altri parametri. Si potrebbe valutare, per esempio, una impostazione che tenga conto non solo della superficie agricola ma anche di altri valori economici. Un indicatore idoneo a riassumere i più importanti fattori economici dell’attività agricola è rappresentato dal valore della produzione su cui influiscono il capitale, il lavoro, e la capacità imprenditoriale. La redistribuzione del sostegno fra le varie regioni comunitarie dovrebbe essere quindi impostata tenendo conto del valore della produzione agricola.

Come già rilevato, della necessità di trovare una diversa chiave distributiva rispetto alle sole superfici è convinto anche il Parlamento europeo che, nella relazione adottata sul futuro della PAC dopo il 2013, chiede un’equa distribuzione dei fondi della PAC tra gli agricoltori e che, per rispet- tare la diversità dell’agricoltura in seno all’Unione, ritiene che sia necessario trovare criteri oggetti- vi per stabilire un sistema equo di distribuzione.

Secondo la relazione del Parlamento europeo per ridurre le disparità nella ripartizione tra gli Stati membri dei fondi per il sostegno diretto e per riflettere l’ampia diversità che contraddistingue l’agricoltura europea, il criterio basato sugli ettari non sarà sufficiente e quindi la Commissione è invitata a proporre altri criteri oggettivi e a valutarne il potenziale impatto, tenendo conto della complessità del settore agricolo e delle differenze tra gli Stati membri, per poter raggiungere una distribuzione più equilibrata.

Box 4 - la redditività delle aziende agricole italiane

Le tre serie storiche di redditi agricoli riportate nella figura sottostante sono state ottenute elaborando le informazioni del campione RICA rilevate negli anni dal 2003 al 2007 e si riferiscono a:

- Valore aggiunto per unità di lavoro totale; - Reddito netto per unità di lavoro familiare; - Reddito familiare per unità di lavoro familiare.

Le medie annue sono state calcolate su un campione di sole aziende professionali, ovvero alle aziende con dimensione economica superiore alle 4 UDE (circa 4.800 euro di Reddito Lordo Standard). Nel caso dei rapporti tra reddito netto per unità di lavoro familiare e di reddito familiare per unità di lavoro familiare le medie sono state calcolate utilizzan- do solo il sottocampione relativo alle aziende familiari identificate, in accordo con la prassi della Commissione euro- pea, con le aziende con forma sociale di ditta individuale.

I valori medi annui sono stati ottenuti:

- pesando i dati con i coefficienti di riporto all’universo (pesi) calcolati dall’ISTAT;

- deflazionando le medie con il deflatore implicito del PIL in modo da ottenere valori reali a prezzi 2005.

redditi agricoli (valori a prezzi costanti 2005)

* riferiti alle sole aziende familiari Fonte: elaborazioni su dati RICA

Nel complesso delle aziende professionali i redditi reali agricoli per unità di lavoro (va_ult) sono andati diminuendo fino al 2006 per presentare un incremento solo nel 2007. Questa inversione di tendenza è presumibile che sia solo tem- poranea e collegata alla bolla dei prezzi delle materie prime agricole (2007-2008).

Il reddito reale agricolo per unità di lavoro familiare calcolato con riferimento alle sole imprese individuali dopo un primo declino tra il 2003 e il 2004, sono rimasti sostanzialmente stabili.

Il reddito reale familiare agricolo per unità di lavoro familiare (calcolato con riferimento alle sole imprese individuali) presenta invece un andamento stabilmente crescente nel periodo considerato.

Box 5 - glossario

Va: viene determinato detraendo dalla PLV i costi variabili direttamente imputabili ai processi produttivi e le spese

generali, rappresenta un margine lordo che non tiene conto né dei costi fissi, né di quelli relativi alla manodopera, né di altri oneri e proventi che non sono legati alla produzione di beni e prodotti agricoli [SE410-SE360 ovvero Output + subsidies-Intermediate consumption-Depreciation]. Rappresenta la remunerazione dei fattori fissi di produzione (lavo- ro, terra, capitale) sia che siano di provenienza esterna o familiare. Di conseguenza questo indicatore può essere con- frontato indipendentemente dalla natura familiare o non dei fattori impiegati in azienda. Il valore di questo indicatore è sensibile al metodo di produzione utilizzato.

rn: il reddito netto (utile o perdita di esercizio) risulta dalla differenza fra tutti i ricavi ed i costi della gestione com-

plessiva dell’azienda; si ottiene sottraendo al reddito operativo gli oneri di tipo finanziario e sommando i proventi della gestione extracaratteristica (affitti attivi, agriturismo, ecc.). In alternativa si calcola sottraendo dal Prodotto Netto l’im- porto dei salari (compresi gli oneri sociali e la quota di accantonamenti per il TFR - Trattamento fine rapporto) per la manodopera dipendente, gli oneri sociali dei familiari, il canone di affitto dei terreni e gli interessi passivi pagati sui debiti. Un ulteriore modo per calcolarlo è dato dalla differenza fra il Reddito Lordo ed i Costi Fissi. Rappresenta la remunerazione dei fattori produttivi di proprietà dell’imprenditore.

rf: il reddito familiare rappresenta la remunerazione del lavoro familiare impegnato in azienda e comprende anche il

profitto dell’impresa. Si ottiene dal Reddito Netto sottraendo la remunerazione calcolata dei capitali di proprietà del- l’imprenditore (2% del valore per quello fondiario e 5% per quello di esercizio).

ult: lavoro totale misurato in unità annuali di lavoro per equivalente di tempo pieno. ulf: lavoro familiare misurato in unità annuali di lavoro per equivalente di tempo pieno.

Va_ult: valore aggiunto (VA) per unità di lavoro totali (ULT) equivalenti tempo pieno. Questo indicatore può essere

utilizzato per tutti i tipi di imprese ed è definito dalla FADN comunitaria come indicatore A , ovvero come reddito per unità di lavoro annuale.

rn_ulf: reddito netto (rn) per unità di lavoro familiari (ULF) equivalenti tempo pieno. Questo indicatore può essere

utilizzato solo per le aziende familiari.

rf_ulf: reddito familiare (rf) per unità di lavoro familiari (ULF) equivalenti tempo pieno. Questo indicatore può esse-